.: Discussione: Lotta all'inquinamento - Croci: "Il Comune fa la sua parte"
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Inserito da Antonella Fachin il 23 Gen 2009 - 16:57
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Oggi ChiamaMilano ha pubblicato anche questo articolo.
Cordiali saluti a tutte/i Antonella Fachin Consigliere di Zona 3 Capogruppo Uniti con Dario Fo per Milano --------------------------------------------------- PER FAVORE, NON CHIAMIAMOLA EMERGENZA! PM10 e PM2,5 fuori controllo, ma di eccezionale c’è solo la mancanza di scelte strategiche in materia di mobilità Cos’è un’emergenza? Un fenomeno imprevisto e forse imprevedibile, che produce conseguenze altrettanto impreviste e non immediatamente calcolabili, alterando la condizione di normalità di uno spazio o di un insieme sociale, o di entrambi. Un terremoto, un evento meteorologico eccezionale, un incidente di grandi dimensioni, un attentato o il gesto di un folle possono assumere i connotati dell’emergenza. La situazione dell’inquinamento a Milano, soprattutto per quel che riguarda PM10 e PM2,5, è tutt’altro che un’emergenza. Si tratta invece di una patologia cronica con la quale i Milanesi sono costretti a convivere da troppo tempo. Da oltre un decennio uno dei temi principali del dibattito pubblico è l’inquinamento da polveri sottili. Il PM10 viene misurato e se ne conoscono le fonti emissive: l’ARPA, la Regione e il Comune confermano nei propri documenti che è prodotto per oltre il 70% dal traffico automobilistico, nonostante le periodiche campagne di disinformazione che ne attribuiscono la maggiore responsabilità agli impianti di riscaldamento se non ai caminetti. Ormai esistono modelli previsionali che elaborando in parallelo previsioni meteo e accumulo di polveri sottili riescono a prevedere con ridottissimi margini di errore su che valori si attesteranno PM10 e PM2,5 nell’arco di 48/72 ore. Studi epidemiologici hanno dimostrato quale sia l’incidenza dell’aumento di polveri sottili nell’aria su ampio arco di malattie respiratorie e cardiovascolari e stimato con precisione quanti e quali patologie si acutizzino, fino alla morte, al crescere delle concentrazioni del PM10. Ricerche pubblicate sulle maggiori riviste mediche hanno dimostrato che per ogni 10microgrammi in più di PM10 oltre la soglia di 30microgrammi si registra un aumento della mortalità dello 0,6% e che a Milano con una media annua di 30 microgrammi si risparmierebbero 160 casi di cancro al polmone, 193 morti, 440 ricoveri per patologie respiratorie, 710 ricoveri per patologie cardiovascolari e 6100 di bronchite acuta nei bambini. Tutto questo è noto da tempo, eppure ogni anno è emergenza. Ad ogni striscia di quindici-venti giorni consecutivi di PM10 fuori controllo è un turbinare di riunioni di amministratori locali quasi che l’inquinamento fosse un’invasione aliena. Montagne di parole e mediazioni al ribasso per partorire topolini come l’ecopass a Milano o, peggio ancora, domeniche a piedi che indubbiamente rendono più gradevoli le nostre strade ma non risolvono il problema. Il quale può e deve essere affrontato con interventi strutturali sulla mobilità. Interventi che conoscono tutti, ma che puntualmente vengono rinviati. L’ordinaria emergenza però non produce nessun intervento straordinario anche se tutti sanno che l’inquinamento uccide, oltre a far perdere quasi 670.000 giornate lavorative all’anno. Nei primi nove giorni del 1999 a Milano furono commessi nove omicidi. Per settimane giornali e televisioni non parlarono d’altro. Da allora l’emergenza sicurezza divenne un topos dell’informazione e del dibattito politico, un mantra recitato da amministratori e politici in cerca di facile consenso. Si invocarono, e si ottennero, più polizia, più telecamere, tolleranza zero –e anche sottozero–. Un killer silenzioso si aggira per Milano uccidendo uccide quasi 200 persone all’anno. Vero è che è microscopico ma da anni sappiamo chi è, come agisce e come si muove. |
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In risposta al messaggio di
Oliverio Gentile inserito il 23 Gen 2009 - 16:15
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