.: Discussione: Parcheggi a Milano
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Inserito da Oliverio Gentile il 2 Ott 2008 - 12:36
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Da ViviMilano:
In piazza Novelli passa l'elettrodotto: il Comune sapeva Box a Milano, dieci anni di scandali Documenti «falsi» per costruire 260 parcheggi, crepe nei palazzi, cantieri allagati dalla falda. In largo Rio de Janeiro tutto bloccato MILANO - I lavori sarebbero dovuti terminare a luglio scorso. E invece il parcheggio di piazza Novelli, zona Città Studi, è ancora una voragine che butta acqua e fango. Con i residenti dei palazzi intorno che si lamentano per le prime crepe nelle case. A 500 metri di distanza, in largo Rio De Janeiro, i lavori per i circa 260 box sotterranei sono iniziati (sulla carta) il 25 settembre 2007. È passato un anno, e non è iniziato neppure lo scavo. Ma la piazza da allora è distrutta: cumuli di terra, giardini recintati, alberi tagliati. Sono due piazze devastate. A tempo indeterminato. Da oggi i cittadini sanno perché: sotto l'asfalto di piazza Novelli passa l'elettrodotto, un'autostrada sotterranea che porta l'energia a Milano. Il Comune sapeva. Ha autorizzato il cantiere. Nel 2005 ha addirittura approvato il raddoppio del numero dei box (da 284 a 483). E ora, a cratere scavato, nessuno sa come andare avanti. All'origine dei ritardi in Rio de Janeiro sembra esserci invece un inghippo di carte: la ditta avrebbe ottenuto l'appalto scambiando i permessi dei vigili del fuoco. Sono due situazioni esemplari nel megabusiness dei parcheggi sotterranei. Esemplari perché a costruire sono due gruppi chiave (uno oggi ha venduto) nella «spartizione» degli appalti assegnati dalla vecchia giunta.
In Rio De Janeiro lavora la Cooperativa Città studi nuova, appartenente alla galassia So.in.so. (coop rosse) che dal 1985 a oggi si è aggiudicata 56 concessioni per parcheggi interrati. In largo Rio de Janeiro la So.in.so. vince la gara nel 1989. L'intero sistema parcheggi si sblocca però solo molto più tardi, all'epoca del sindaco-commissario Albertini, e solo a quel punto (siamo nel 2005) l'azienda si preoccupa di chiedere l'autorizzazione ai vigili del fuoco. Il progetto prevede un sistema di sicurezza antiquato, che la legge vieta già da 19 anni. Progetto bocciato il 3 maggio 2006. Bisogna fare in fretta: viene fatto un nuovo progetto, stavolta in regola, approvato dai pompieri il 21 giugno. Ad agosto 2007 il Comune firma la convenzione che cede la piazza alla cooperativa: al primo progetto (quello irregolare) sarebbe stata però allegata l'autorizzazione per il secondo. Ci sarebbe quindi uno scambio di carte alla base dell'assegnazione dell'appalto. A gennaio 2008 arriva però il colpo di genio: la Città studi nuova chiede al Comune di costruire un parcheggio da 4 piani invece di 3, che significa vendere più box e moltiplicare gli incassi. Motivazione: «Adeguamento alle prescrizioni pervenute dai vigili del fuoco». Che però non entrano nel merito dei progetti. Dicono solo sì o no sui sistemi di sicurezza. Rispetto ai progetti «fisarmonica », che potevano essere modificati con tranquillità in corso d'opera negli anni precedenti, a Palazzo Marino sono però cambiati giunta e tecnici. Risultato: bocciano il quarto piano e scoprono che la convenzione è basata su documenti definiti «inadatti». Il 24 settembre scorso l'annuncio del ritiro del permesso di costruire. La cooperativa però si è già mossa nel palazzo, tanto che il 14 agosto scorso, con tutta Milano in ferie, la commissione edilizia del Comune si riunisce e approva una variante con il quarto piano. Oggi tutto è in mano alla soprintendenza per le Belle arti. Con il rischio, spiegano i cittadini, che «il prossimo 20 ottobre scatti il silenzio- assenso». Unico risultato certo, finora: un anno di piazza inagibile. In piazza Novelli la gara invece è andata a un'altra delle imprese più fortunate nell'aggiudicazione degli appalti, la Quadrio Curzio. Tra 2002 e 2005 ha vinto 20 concessioni per parcheggi, le ultime 3 (tra cui Novelli) arrivate il 29 dicembre 2005, 48 ore prima del Capodanno e della scadenza dei poteri straordinari del sindaco. Il cantiere oggi ha un paio d'anni di ritardo. Una della cause principali: l'elettrodotto «scoperto » nel sottosuolo. Scoperto? Una relazione del Comune la segnalava già a novembre 2005. Accorgersi di imprevisti che in realtà erano del tutto prevedibili era uno stratagemma usato per giustificare i ritardi nei cantieri (ed evitare così le penali, facendo salire allo stesso tempo il costo dei box: chi paga per i lavori «imprevisti » sono sempre i cittadini). La Quadrio Curzio si giustificava col Comune: ci segnalano «la presenza di un cavidotto... » (lettera del 26 maggio 2006). Quei cavi portano l'elettricità di mezza Milano e sono protetti da «vincolo di inamovibilità » del ministero. Da 18 mesi la Quadrio Curzio, e in seguito la Salini Locatelli, che ha rilevato il cantiere, propone progetti per continuare i lavori senza mettere a rischio l'elettrodotto. Nessuna delle proposte ha fornito finora le necessarie garanzie di sicurezza. Gianni Santucci 02 ottobre 2008 |
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In risposta al messaggio di
Camilla Peluso inserito il 8 Apr 2008 - 14:01
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