.: Eventi

« Ottobre 2024
Lun Mar Mer Gio Ven Sab Dom
1 2 3 4 5 6
7 8 9 10 11 12 13
14 15 16 17 18 19 20
21 22 23 24 25 26 27
28 29 30 31      

.: Ultimi 5 commenti

.: Il Blog di Antonella Fachin
Giovedì, 26 Maggio, 2011 - 12:22

Moratti divide, Pisapia unisce. Di Valerio Onida

Per opportuna riflessione e diffusione tra amici e conoscenti, con invito ad andare a votare al ballottaggio perché cambiare si può, se ognuno dà il proprio contributo al cambiamento! Cari saluti a tutti/e Antonella Fachin
-------------------------
Moratti divide, Pisapia unisce. Di Valerio Onida

La Moratti divide.

Divide i residenti a Milano dai residenti nell’hinterland che vengono in città a lavorare. Ai primi promette l’esenzione dall’ecopass; i secondi continueranno a pagarlo (magari aumentato). Ma l’automobile del milanese che risiede alla periferia della città, quando entra nella cerchia dei bastioni, inquina forse meno dell’automobile di chi abita a Corsico o a Rozzano? Non intasa il traffico, come l’altra? L’ecopass, avevano detto, serve per ridurre l’inquinamento e il traffico. In questo modo aumenterà ancora l’inquinamento e aumenterà ancora il traffico, e l’ecopass sarà solo una tassa iniqua sui residenti nell’hinterland. In attesa che i Comuni di Sesto S.Giovanni, di Settimo Milanese, di Rozzano e di Corsico si “vendichino” facendo pagare una tassa agli automobilisti milanesi che attraversano il loro territorio.

Qual è la logica di tutto questo?

Ovvio: i residenti a Milano, a differenza dei residenti nell’hinterland, votano a Milano: e la Moratti ha un disperato bisogno di “comprare” i loro voti. Per questo sta studiando anche un “condono” delle multe stradali. Siamo ridotti a questo.

La Moratti divide.

Divide chi risiede da più tempo a Milano da chi vi risiede, vi abita e vi lavora, ma da meno tempo. Dal sito del Comune si ricava che per usufruire del “bonus bebè” durante il primo anno di vita del bambino è requisito richiesto “la residenza nella città di Milano da almeno tre anni di entrambi i genitori che hanno riconosciuto il bambino, ovvero della sola mamma se è l'unica ad averlo riconosciuto”; per usufruire del “bonus cicogna” per le donne in gravidanza i requisiti richiesti sono che “la richiedente deve aver perso il lavoro in gravidanza” (ma non era vietato licenziare le donne incinte?), e che “entrambi i genitori, o la madre se unico genitore, devono essere residenti da almeno tre anni nel Comune di Milano”. E sappiamo che la Lega, alleata e “padrona” della Moratti, ha già annunciato che vuole aumentare il numero di anni di residenza necessari per usufruire di certi benefici sociali. Ma perché, se risiedi e abiti a Milano da meno di tre anni (o di cinque, o di dieci) - e magari sei straniero, perché, si sa, gli stranieri fanno più figli - tuo figlio ha meno diritti? La madre ha meno bisogno? E’ questo il modo in cui Milano accoglie le “giovani coppie” con difficoltà economiche? Forse la Moratti non sa che la Costituzione italiana garantisce a tutti i cittadini (e anche agli stranieri con titolo di soggiorno) la libertà di circolare e stabilirsi in tutto il territorio nazionale. La Moratti divide. Divide i cittadini dagli stranieri. Non si parla qui degli stranieri cosiddetti clandestini, spauracchio della Lega, ma di quelli regolarmente residenti, che a Milano vivono e lavorano. L’assegno per le famiglie a basso reddito con almeno tre figli minori e conviventi, erogato dal Comune della Moratti, prevede come requisito “essere residente nel Comune di Milano nel momento in cui si presenta la richiesta; essere cittadino italiano, comunitario o extra-comunitario in possesso dello status di rifugiato politico o di protezione sussidiaria”; “non possono presentare la richiesta i cittadini extracomunitari, anche se in possesso della Carta di Soggiorno” (fonte: sito del Comune). Ma perché, la famiglia numerosa straniera a basso reddito è meno bisognosa e meno meritevole di essere aiutata della famiglia italiana nelle stesse condizioni?

La Moratti divide.

Cerca di dividere cattolici da “laici”.

Il suo comitato elettorale scrive sui volantini che nel ballottaggio si contrappongono, niente meno, “due concezioni radicalmente diverse dell’uomo e della società”. Buttandola sull’ideologia, cerca di far dimenticare che non stiamo scegliendo fra due “concezioni dell’uomo” ma fra due candidati Sindaci chiamati a provvedere alla città dell’uomo, e alle persone che la abitano, rispettandole e trattandole egualmente, qualunque sia il loro credo e la loro posizione culturale o politica.
Non so quale sia la “concezione dell’uomo e della società” che piace alla Moratti: forse quella secondo cui è la ricchezza materiale ciò che conta e che fa la posizione dell’individuo nella società. (infatti la prima affermazione del suo programma è la promessa di non aumentare per cinque anni, a nessuno, tasse e tariffe. Poi uno naturalmente si chiede da dove pensa di prendere i soldi per tutti gli aumenti di servizi che pure promette: forse dal mitico “federalismo”, cioè, tradotto in soldoni, dal rifiuto dei “ricchi” milanesi di contribuire alla solidarietà nazionale?)

Ma ciò che è peggio è che, per denigrare l’avversario, la Moratti non esita a travisare la realtà.
Un esempio?
Scrive (o fa scrivere): nel programma di Pisapia c’è il “sostegno a chi vuole interrompere la gravidanza”. Oibò! Uno si immagina che Pisapia voglia incoraggiare e incentivare gli aborti. Poi va a leggere il programma e ci trova scritto: “Il diritto all’assistenza in caso di interruzione volontaria di gravidanza deve essere garantito attraverso la corretta attuazione della Legge 194”: la quale, come è noto, prevede sì la possibilità, a certe condizioni, di interrompere la gravidanza, garantendo l’assistenza sanitaria, ma prevede anche i consultori, fra i cui compiti c’è quello di contribuire “a far superare le cause che potrebbero indurre la donna all’interruzione della gravidanza”. La Moratti non vuole la “corretta attuazione della legge 194”?

Un altro esempio:
la Moratti scrive che secondo il programma di Pisapia “i redditi familiari sopra i 30.000 euro saranno più tassati”.
Poi vai a leggere il programma, e trovi solo che, parlando di tariffe dei servizi per l’infanzia (nidi e scuole materne) si prevede una “revisione della politica tariffaria, con una progressiva riduzione dei costi per le famiglie nell’arco dei prossimi cinque anni, differenziando in più scaglioni le quote contributive per le famiglie con Isee superiore ai 12.500, e aumentando il numero delle gratuità”: cioè, in concreto, tariffe più differenziate in base al reddito familiare. E perché, non è forse giusto?

Quale sarà la “concezione dell’uomo e della società” che si nasconde dietro queste affermazioni?

Pisapia unisce.

Dietro la candidatura di Pisapia ci sono cattolici e laici, liberali che un tempo si sarebbero detti di destra e socialisti di tutte le sfumature, prudenti conservatori e audaci progressisti, tutti accomunati dalla speranza di dare a Milano un governo diverso dall’attuale, un governo più giusto, più ragionevole, più efficiente, più imparziale.

L’unico vero “estremismo” concretamente in campo è quello di un Sindaco uscente prigioniera dell’ideologismo leghista fautore di egoismi territoriali , e prigioniera dell’ideologismo berlusconiano, che ad una visione equanime ed equilibrata dei problemi istituzionali (come quella espressa dal Presidente Giorgio Napolitano) oppone lo svilimento della funzione parlamentare e l’assalto all’arma bianca contro ogni istituzione di garanzia.

23 maggio 2011