.: Linea Diretta con il Consiglio di Zona 9
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Inserito da il Inserito da Oliverio Gentile il Ven, 06/07/2007 - 09:05

dal sito Web del Comune di Milano:

Un nuovo progetto per le Zone di Milano
Incontri periodici con i cittadini e gli ospiti dei Centri di aggregazione multifunzionali
 
“Vivere il territorio, parlare con la gente, ascoltare direttamente dai cittadini ciò che hanno da dire, i loro problemi, i loro disagi, le loro richieste senza intermediari”.  L’assessore alle Aree cittadine e ai consigli di zona Ombretta Colli ha dato il via al progetto “Parla, ti ascolto” che prevede una serie di incontri periodici con i cittadini e gli ospiti dei Cam (Centri di aggregazione multifunzionali) delle nove zone di Milano.
“L’iniziativa nasce dopo un anno di confronto con le associazioni, i presidenti, i consigli di zona, i direttori di settore e i presidenti con l’obiettivo di dare la parola a chi vive davvero la città e i servizi che il Comune e, in questo caso, le zone offrono”, ha detto l’assessore.
La prima tappa del tour è stata al Cam Scaldasole in via Scaldasole 3/A, in zona 1. Qui tutti i giovedì dalle ore 14.30 alle ore 18 gli anziani del quartiere si danno appuntamento per scatenarsi in un pomeriggio di ballo liscio. In seguito Ombretta Colli si è spostata in Zona 4 al Cam Mondolfo, via Mondolfo 1 dove dalle 14.30 alle 17.30 è in programma lo “Spazio anziani”.
VENERDI' 6 LUGLIO - Ancora ballo liscio, alle ore 16,  in Zona 7 al Cam Olmi il via delle Betulle 39.
A seguire al parco Solari l’assessore incontrerà i bambini che si cimenteranno, dalle ore 17 alle 19 nei “Giochi di una volta”. Il pomeriggio, organizzato dall’Associazione Astratti contatti in collaborazione con il consiglio di zona,  prevede un excursus di giochi ormai caduti in disuso: dal gioco del fazzoletto  al tiro alla fune. I bambini dai 4 anni in su saranno divisi a squadre e verranno loro spiegate le origini dei giochi dei loro genitori. Uno spazio verrà anche allestito per accogliere i bambini da 0 a 3 anni.
LUNEDI' 9 LUGLIO - Alle ore 14.30 la Zona 3 aprirà nell’aula consigliare di via Sansovino 9 una mostra di pittura di giovani artisti milanesi.
Intrattenimento per i più piccoli in Zona 8 al Cam Pecetta in via della Pecetta 29 dalle 15.30 alle 18.30 con Coloriamo la Natura.
 “L’obiettivo è di andare a visitare con cadenza regolare tutte le zone della città. Andare nelle strutture dove gli anziani e i ragazzi si divertono per vedere di volta in volta quali sono i problemi, quali le eccellenze e capire, insieme ai cittadini, come poter arrivare a migliorare il servizio”, ha detto l’assessore Colli.

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Inserito da il Inserito da Oliverio Gentile il Gio, 07/06/2007 - 17:24
da ViviMilano - caso del giorno

http://www.corriere.it/vivimilano/caso_del_giorno/articoli/2007/06_Giugno/07/caso.shtml


Il giardino o i box? La sorpresa di largo Vulci

La società spiega che il parcheggio sarà costituito da circa 300 posti auto, situati su 6 livelli: tempo di realizzazione, due anni

Caro Schiavi, di recente abbiamo trovato nelle cassette della posta una lettera della società Quadrio Curzio: annuncia la realizzazione di un parcheggio sotterraneo nell'area pubblica Vulci, sotto i giardini omonimi. Questo comporterebbe lo scempio di un'area con giardino e alberi e che costituisce uno dei pochi spazi verdi della zona, luogo di ritrovo di anziani e bambini. Consideri che verrà sconvolta anche la viabilità: l'area è all'incrocio tra i congestionatissimo incrocio viale Marche-viale Zara. Un gruppo di residenti si oppone e anche il consiglio di zona lo fa. Ma il Comune non ha dato risposte.

Gabriela Giunzioni

Gentile signora Gabriela, se il postino non suona un'altra volta, quella lettera nella cassetta della posta anticipa già una decisione: la società Quadrio Curzio è sicura del via libera del Comune. Anche se noi, guardando la foto che pubblichiamo a fianco, abbiamo validi motivi per dire che «quel parcheggio non s'ha da fare», ci sono troppi indizi che lasciano pensare all'apertura di un cantiere. La società titolare del diritto di superficie spiega infatti nella lettera che il parcheggio «nella configurazione ora ipotizzata» sarà costituito da circa 300 posti auto, situati su 6 livelli: tempo di realizzazione, due anni. Quell'«ora ipotizzata» sembra il correttivo chiesto da Palazzo Marino per licenziare il progetto, che — lo ricordiamo — era tra quelli approvati dall'ex sindaco Albertini in un'abbuffata di fine legislatura con i poteri di commissario straordinario. Abbiamo sempre detto di non essere prevenuti sui box sotterranei: dove si possono fare sono utili e tolgono auto dalla strada. Ma in largo Vulci, a pochi metri da un altro parcheggio vicino alla chiesa, sotto un bel giardino alberato che verrebbe raso al suolo, è provata questa utilità? I box, da mettere in vendita a trentamila euro l'uno (salvo complicazioni e revisioni di prezzi, come è avvenuto in molti casi) sono un affare per i cittadini o lo sono per altri? E poi — e qui vorremmo un parere di Italia Nostra, Wwf e Fai — perché ogni volta che si scava a Milano si deve bucare dove c'è un giardino, un piccolo parco, un'oasi verde sottratta al cemento e al traffico? Largo Vulci è un isola tra le grandi strade che portavano alle fabbriche. Dimensione di quartiere, villette, la gente si chiama per nome. Un incubo: le esondazioni del Seveso. Il parcheggio vicino è spesso allagato. Abbiamo parlato con alcuni dei cittadini che hanno portato la questione al Consiglio di zona, e da qui, con parere negativo al parcheggio, al Comune. Non ci sono verdi, zapateristi, pasionarie per stare ai luoghi comuni di chi bolla certe persone come nemici del progresso. Ci sono artigiani, pensionati, impiegate, l'ex operaio della Breda, il nonno che nel giardinetto ci legge il giornale o ci porta il nipotino. Ragionano col buon senso di chi considera l'abbattimento del verde di largo Vulci un inutile spreco. Non sono anche queste oasi una difesa contro l'annunciato allarme-caldo? Scusate se la domanda è retorica, ma che cosa vale di più per la vivibilità, per la qualità urbana: i box o il giardino?

Giangiacomo Schiavi
07 giugno 2007

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Inserito da il Inserito da Alberto Belli il Mar, 15/05/2007 - 11:45
Questa maggioranza ha recentemente deliberato di stanziare 7.000 € , dei fondi MAAP a disposizione del CDZ per il finanziamento alle Associazioni, destinandoli alla  "comunicazione istituzionale".

Saranno pagati i giornali per pubblicare le delibere votate  durante i Consigli, mi sembra che a grandi linee anche se non nello specifico le testate della zona lo facciano di già, anzi adirittura dedicano interi numeri alla maggioranza.

Sarà comunicazione o propaganda elettorale ?

Un dato di fatto è certo, alcune commissioni non riescono a finanziare o totalmente o con contributo, tutte le richieste pervenute in CDZ, e soprattutto mi riferisco alla commissione Per la città del  vivere sano (Servizi sociali e sanità) che taglia finanziamenti a centri anziani e ad associazioni di anziani perchè non ha abbastanza fondi MAAP.
Una noitizia che non vuole essere una polemica, la scorsa legislatura (maggioranza  Casa delle Libertà) la stessa commissione disponeva del 20% del bilancio  annuale, attualmente dispone del 14%. La spesa di 7.000 €, e poco più è quanto stanziato in un trimestre per sopperire alla richieste.

Il dubbio mi rimane.  Mi sembra  un uso improprio di soldi Pubblici, e sono anche i vostri. Per che cosa?  Una comunicazione che potrebbe essere fatta con i mezzi già a disposizione del CDZ.  

E poi dicono Che la giunta Moratti non dà i soldi alle zone.

 

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Inserito da il Inserito da Oliverio Gentile il Mer, 11/04/2007 - 16:26
dal sito Web del Comune di Milano:

IN PERIFERIA LO SPORT "BATTE" IL DEGRADO. COLLI E TERZI: "RIVITALIZZEREMO I QUARTIERI PER CONTRASTARE IL DISAGIO GIOVANILE"

Nella realtà italiana il fenomeno del disagio giovanile sta assumendo una rilevanza significativa anche fuori dall’ambito scolastico. Il Comune interviene con strategie che mirano a  promuovere le potenzialità e le risorse di ciascuno nel contesto sociale di riferimento.
Nove incontri, uno per Zona, con genitori, allenatori e agli addetti ai lavori, per promuovere la cultura dello sport fra i giovani e restituire un ruolo primario all'attività motoria. Queste sono le premesse da cui parte il progetto, "Genitori e figli nello sport. Crescere insieme", presentato dagli assessori Ombretta Colli (Aree Cittadine e Consigli di Zona) e Giovanni Terzi (Sport e Tempo libero), insieme al presidente di Psicosport, la psicologa e docente universitaria Marisa Muzio, e al ct della Nazionale di basket, Sandro Gamba.

"Con questi corsi intendiamo rivitalizzare le periferie e creare momenti d’incontro e aggregazione, spazi culturali e per lo svago – ha spiegato l’assessore Ombretta Colli. - La percezione della sicurezza è strettamente legata al livello di vivibilità dei quartieri e alla loro capacità di rappresentare l’identità dei luoghi e delle comunità che li vivono".
Il Comune mette a disposizione dei giovani milanesi spazi in cui possono praticare sport in maniera corretta e con insegnanti professionisti. Sono 141 impianti: l’Arena Civica gestita dal Comune, gli impianti affidati a Milanosport (33) e quelli affidati a terzi (107).

"Proponiamo a tutti i soggetti che lavorano o vivono a contatto con lo sport uno strumento per capire e prevenire fenomeni di disagio nei ragazzi e nel mondo sportivo cittadino. I fatti di Catania, la violenza negli stadi, i casi di bullismo nelle scuole– ha detto l’assessore Terzi -  sono tutti episodi da analizzare e prevenire. Milano offre molto a livello sportivo: le società sportive registrate dal Coni sono circa duemila, mentre le 9 zone della città hanno a disposizione strutture che garantiscono un’offerta altamente qualificata. Sport come presidio sociale e sport per tutti: ecco i nostri obiettivi". 

Calendario dei primi incontri:
16 aprile – Zona 3, Sala Consiliare in via Sansovino 9
9 maggio – Zona 8, Sala Consiliare in via Quarenghi 21
21 maggio – Zona 2, Teatro San Domingo in via Rovino 11/A
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Inserito da il Inserito da Oliverio Gentile il Mar, 03/04/2007 - 11:47
da ViviMilano - caso del giorno:
Il caso del giorno
Nel consiglio dei bambini un posto per Federica

Proviamo a incoraggiare la politica dell’attenzione verso i piccoli:
il Comune farà viaggiare gratis sui mezzi dell'Atm glu under dieci

Caro Schiavi, leggo con interesse la lettera che chiedeva di dare le chiavi della città a un bambino e a un anziano. Come Consiglio di Zona, già dallo scorso novembre abbiamo attivato un percorso con le classi quarta e quinta della scuola primaria e prima e seconda della scuola secondaria di primo grado, che condurrà all’elezione di un vero e proprio consiglio di zona dei ragazzi. Già dal primo incontro è emerso un grande interesse, una grande capacità dei bambini e dei ragazzi di evidenziare criticità relative al territorio, ma anche di avanzare soluzioni.


Concordo sulla necessità di incidere maggiormente nelle politiche per l’infanzia, ma non condivido il ritenere che al momento i bimbi non abbiano voce in capitolo. Hanno il diritto di essere considerati cittadini attivi e consapevoli. Per coinvolgere in maniera diretta i giovani nella vita del proprio territorio esistono già i Consigli dei Ragazzi (Ccr) e altre forme di partecipazione. Bisognerebbe pensare all’attuazione della Convenzione sui diritti dell’Infanzia non solo in un’ottica di benessere per i più piccoli, ma anche cercare di trasformare i loro progetti, i loro «sogni» in realtà attraverso esperienze di vita politica e sociale.

D. B.

Proviamo a incoraggiare ancora la politica dell’attenzione verso i bambini, che ha avuto un primo segnale positivo dal Comune che farà viaggiare gratis sui mezzi dell’Atm i piccoli sotto i dieci anni. Grazie al Consiglio di zona 9: il progetto è interessante e ci candidiamo per scrivere la cronaca nel giorno dell’insediamento. Credo che altri consigli stiano lavorando nella stessa direzione (un lettore segnala una identica iniziativa in zona 6). C’è chi suggerisce uno scambio di ruoli nel giorno fatidico promesso in tv da Letizia Moratti: i bambini e gli anziani a Palazzo Marino, il sindaco e gli assessori per un giorno su bus, metrò, tram (molto quotato il 14, così si attraversa tutta Milano). C’è anche chi invita le scuole a fare da subito una selezione, indicando un rappresentante per classe, mentre è molto più complicato il meccanismo per la scelta degli anziani. Io propongo di prenderli tra quelli che scrivono ai giornali o telefonano la mattina alle tv private (Telelombardia, Antenna 3, Telenova, Tv7 Gold e scusate se dimentico qualcuno): mi sembrano sufficientemente arrabbiati. Una nonna però la candido al volo. Si chiama Federica Pezzetti e merita attenzione. «Sicurezza non vuole dire solo più poliziotti», scrive rivolta al sindaco Moratti. Sicurezza è anche evitare incidenti davanti alla scuola materna e asilo nido di via Parenzo, dove «i genitori, i nonni e i piccoli frequentanti rischiano tutti i giorni la vita non essendoci un attraversamento pedonale all’uscita del centro didattico né dissuasori del traffico o transenne che impediscano ai bimbi di scendere dal marciapiede all’uscita ». Via Parenzo è stretta, affollata di auto dirette a Buccinasco, Corsico e Assago, «che vanno a forte velocità come in via Faenza, praticamente off limits ai pedoni». I genitori hanno spesso fatto presente ai vigili il caso (anche nelle precedenti giunte guidate dal sindaco Albertini), scrive nonna Federica. «La risposta è stata poco persuasiva, dapprima si sono fatti dei ragionamenti sui vicini passaggi pedonali e semafori disposti a circa 50-100 metri. A successivi appelli si temporeggia, in vista di un intervento complessivo che coinvolge l’intera viabilità dell’isolato. Nel frattempo i bimbi, per poca responsabilità del Comune corrono parecchi rischi». Perché l’assessore al traffico non interviene? Dobbiamo aspettare di vedere questa nonna a Palazzo Marino?

Giangiacomo Schiavi
03 aprile 2007
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Inserito da il Inserito da Carlino Di Biase il Gio, 08/03/2007 - 16:27

Saluti a tutti, principalmente ai cittadini della zona 9,
mi sembra doveroso dire la mia sui consigli di zona, visto che fino a due anni fa non sapevo neanche di cosa si occupavano e da giugno 2006 ne faccio parte come consigliere e presidente di commissione.
Prima riflessione: le circoscrizioni sono istituite per legge nelle città più popolose. Sia Roma che Torino, paragonabili a Milano come grandezza, le hanno. A Roma e Torino, i consigli di zona funzionano ottimamente, hanno molti poteri e sono molto impegnati sui loro territori di competenza. A Milano un cdz non può neanche riparare un tombino, non ha nè la competenza, nè il personale per farlo. Roma e Torino sono passate ai fatti, grazie ovviamente a due ottime amministrazioni di centrosinistra. Qui a Milano tutti si lamentano, ma quando si tratta di cambiare strada, si passa da Albertini a Moratti...Parole su parole, ma alla prova dei fatti l'assessore al decentramento di questo comune è anche senatore, vale a dire il decentramento non è una priorità, ma un'attività secondaria e part-time di Ombretta Colli.
Consiglio: la prossima volta, alle comunali cambia schieramento, forse ci avviciniamo alle altre città!
Seconda riflessione: un consigliere costa per ogni suo gettone di presenza (consiglio o commissione è lo stesso) 60 euro lordi. Un consiglio di zona composto da 40 nconsiglieri costa 2400 euro a volta (escludendo gli straordinari dei dipendenti comunali e lo stipendio del presidente). Mediamente, escludendo agosto e altri periodi più 'morti', il cdz si riunisce 40 volte all'anno, per una spesa di 96000 euro. Ad ogni zona ogni anno vengono dati circa 150000 euro da spendere. E' evidente che la spesa non vale l'impresa, visto che, a parte la spartizione di questi spiccioli su ogni zona (se ci si pensa un secondo, il cdz con quei soldi non riuscirebbe a regalare nemmeno un solo quotidiano ad ogni cittadino della sua zona in un anno!!!), noi non abbiamo NESSUN ALTRO POTERE DECISIONALE.
Terza riflessione: quantunque i consiglieri, soprattutto i nuovi perchè spesso i plurimandatari sono molto allineati alle logiche e nomenclature della burocrazia comunale, ci mettano entusiasmo e voglia di fare e provino a ribaltare un po' le cose e a proporre qualcosa di nuovo, non è semplice superare le procedure comunali lunghe ed elefantiache. Attendere il collaudo di un ascensore per utilizzare la struttura in cui è posizionato sembra cosa semplice e veloce: lo aspetto da 6 mesi.
Quarta riflessione: i  cittadini ci chiedono e si aspettano risposte. Una volta conosciuto il 'mondo' Comune e appurato che noi stessi per avere risposte dobbiamo metterci in fila perchè non contiamo nulla, è difficile dialogare e far capire ai cittadini che, malgrado la nostra buona volontà, non è semplice rispondere. Non è un modo per lavarsene le mani: è ovvio che una struttura comunale accentrata si ingolfi se qualsiasi richiesta minima, dal tombino al marciapiede, dal corrimano in una scuola all'ascensore, dipendono dagli uffici centrali. Noi ci siamo per legge, non perchè abbiamo dei compiti precisi, sia chiaro a tutti.

Ripeto: le cose neanche per i prossimi 4 anni e mezzo cambieranno, se sono state messe in mano ad una donna che ogni due per tre deve correre in Senato a Roma nella speranza che si riesca a far cadere il governo Prodi.
Che peso ha il decentramento in questa giunta?
E ancora: che peso ha avuto il decentramento per le giunte precedenti? Poi si vota, la maggioranza dei cittadini sceglie una strada peggiore della precedente e poi viene a lamentarsi in zona perchè il kebab sotto casa non chiude mai.

Carlino Di Biase
Consigliere di zona 9
Presidente Commissione Polo Multifunzionale Zonale
Candidato ed eletto nella Lista Ferrante

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Inserito da il Inserito da Pier Vito Antoniazzi il Mer, 07/03/2007 - 18:49

Tra "muro contro muro" e "scelte calate dall'alto"
E' possibile una terza via per l'Isola?
Considerazioni  sul Progetto Isola-Garibaldi Repubblica

 

E' possibile una "terza via" all'Isola, tra il rifiuto di ogni progetto e la richiesta di lasciare tutto com'è (almeno in via Confalonieri e De Castilia) e l'accettazione di progetti "calati dall'alto" degli accordi tra operatori immobiliari e funzionari comunali divenuti delibera comunale "intoccabile"?

Questa è la strada, certo in salita, che come Consiglio di Zona cerchiamo di percorrere.

Il Cdz 9 ha approvato lunedi 26/2 una delibera il cui succo è racchiuso in tre punti:

-crediamo nella partecipazione dei cittadini e nella trasparenza (ovvero se si informa e si discute è più facile smontare i pregiudizi edarrivare a progetti più condivisi e migliori);

-pur in una situazione difficile (PII già approvato dal Comune, storica contrarietà di alcuni) si è cercato di dialogare e di recepire nel Progetto Boeri alcune istanze;

-chiediamo di osare di più e di aprire un tavolo con l'Amministrazione Comunale, l'operatore e l'associazionismo del quartiere per discutere sia l'insieme dell'area (visto i cambiamenti di MM5 e Museo della Moda), sia l'effettiva attuazione delle scelte rispetto al verde di prossimità, alla viabilità, alle funzioni pubbliche previste, alla salvaguardia delle funzioni artigianali e culturali che storicamente nella "stecca" hanno un loro epicentro.

Quali sono le reali possibilità di riuscita di questo tavolo?

E' presto per dirlo. Certo è una novità e come tale la sua strada non è già segnata (come le terze vie che spesso purtroppo "non datur").

Certo se si ottenessero miglioramenti sensibili ed una maggior condivisione del Progetto, si aprirebbe un esempio che forse altri operatori immobiliari ed altri comitati potrebbero seguire.

Certo il consiglio di Zona, di cui periodicamente si discute l'utilità o meno, avrebbe finalmente un ruolo di cerniera tra i cittadini e le scelte della città, sarebbe finalmente un interlocutore credibile per chi punta aduno sviluppo sostenibile e democratico.

Ci sarebbe forse più spazio alla fantasia, alla cultura, alla competenza diffusa.

Pier Vito Antoniazzi, consigliere di Zona 9, Lista Ferrante 

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Inserito da il Inserito da Oliverio Gentile il Ven, 09/02/2007 - 16:11
Cari consiglieri e cittadini partecipanti a www.partecipaMi.it,
porto alla vostra attenzione l'ennesima lettera al Corriere della Sera relativa ai Consigli di Zona e al loro ruolo... ci adoperiamo, con il supporto della telematica, per far riacquistare la fiducia perduta ai cittadini e per far funzionare realmente il decentramento?

da ViviMilano - Il caso del giorno
http://www.corriere.it/vivimilano/caso_del_giorno/articoli/2007/02_Febbraio/09/caso.shtml

Delusi e frustrati, scontenti dei consigli di zona

Nei partiti si lavora sulla ricerca del consenso e sull’occupazione dei posti. E poi che fine ha fatto l’assessorato al decentramento?
  
Le scrivo con cognizione di causa poiché sono stata per 10 anni consigliere della zona di decentramento 19, ora inglobata nella 8 e poi non mi sono più ricandidata. I miei 10 anni al servizio dei cittadini della mia «cittadella» sono stati colmi di tanto lavoro e di tante frustrazioni. In quel periodo ero capogruppo del Pri e presiedevo le commissioni Sanità ed Educazione. Il mio dispendio di tempo e di energie era finalizzato sempre all'ascolto dei cittadini che mi si rivolgevano con la passione civile di chi crede di poter risolvere qualche piccolo problema. Ho ribadito spesso, direi tutte le volte che le istanze del consiglio venivano cassate o ignorate dal Comune centrale, la necessità che ogni consigliere presentasse le sue dimissioni per una questione di dignità e per non gravere sui costi dell'amministrazione comunale come peso morto: l'ho fatto senza successo. In realtà occorre dire che pochissime persone si accostano alla politica con spirito di servizio, i consiglieri di zona sono per la maggior parte politici, anzi portaborse di politici più importanti e quindi la loro presenza sul territorio con un ruolo comunque istituzionale ha la funzione di «tenere in caldo» l'elettorato di questo o quel consigliere comunale. Per concludere credo che nessuno cambierà nulla, questo decentramento una funzione ce l'ha e non è certo quella di essere realmente al fianco dei cittadini. Purtroppo!

Manuela Valletti


Gentile signora Valletti, partiamo dal finale della sua lettera per non lasciar cadere una questione, quella dei consigli di zona, che merita una seria riflessione sulla cosiddetta politica partecipata: se nessuno se li fila, questi consigli di zona a che cosa servono? Può darsi che la visione sia diversa a seconda del colore politico di chi scrive (in genere chi sta all’opposizione è sempre più critico), ma su una cosa mi sembra siano tutti d’accordo: l’attuale regolamento non funziona, la cabina di comando della politica ignora il decentramento, i consiglieri di zona potrebbero essere soci di una bocciofila, dell’Arci o di un circolo Lions e lo Stato risparmierebbe un bel mucchio di quattrini. Riceviamo e pubblichiamo altri contributi meritevoli che difendono la buona volontà di chi è stato investito da un mandato elettorale. Leitmotiv: l’amministrazione è sorda sia nei confronti dei cittadini, singoli ed organizzati, che dei loro eletti come legittimi portavoce. «I Consigli di Zona, ad oggi, funzionano senza che il vigente Regolamento del Decentramento sia attuato dal Sindaco, dalla Giunta, e anche dai presidenti di zona. Gran parte dei consiglieri supinamente subiscono in silenzio...» Qualcuno protesta. In zona 5, Ettore Brusatori (Lista Dario Fo), Claudio Muzzana (Margherita) e Gianni Esposto (Lista Ferrante) non nascondono l’avvilimento e ammettono uno «snervante lavoro investigativo presso i vari settori del Comune, per conoscere cosa si prevede di realizzare in zona....». Filippo Maraffi, di Rifondazione, segnala alcuni risultati raggiunti all’interno del consiglio di zona 1: recinzione dell'asilo nido di Via Palermo, rifacimento dei giardino di corso di Porta Romana e via Crivelli ristrutturazione ed al rilancio dei Centri di Aggregazione Multifunzionali fino ad ottenere le strisce pedonali dove erano necessarie, ma si dichiara «frustrato dallo scarso interesse, se non dal rifiuto assoluto, che le Giunte succedutesi negli anni, hanno riservato alle nostre deliberazioni». Io ho già detto come la penso e lo ripeto: tra politica e cittadini il meccanismo si è inceppato. Non è vero che i consigli di zona non facciano nulla, ma nei partiti si lavora molto sulla ricerca del consenso e sull’occupazione dei posti. Lo spirito di servizio? È una rarità. La politica- immagine ha altri slogan: si è per quel che appare. E a proposito di apparizioni, che fine ha fatto l’assessorato al decentramento? Forse sui consigli di zona può dirci qualcosa.

Giangiacomo Schiavi

09 febbraio 2007
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Inserito da il Inserito da Oliverio Gentile il Dom, 04/02/2007 - 14:58

dal sito Web del Comune di Milano:

http://www.comune.milano.it/webcity/portale/homepage.nsf/vinEvidenza/DSEV-6Y2N3K

ILLUMINAZIONE. IL PIANO DEL COMUNE PER STRADE E PALAZZI

Risparmio energetico e armonia con il contesto urbano sono alla base del nuovo piano di illuminazione attualmente allo studio dell'assessore ai Lavori Pubblici Bruno Simini. L’obiettivo è arrivare a un sistema "intelligente" che consente di accendere e regolare automaticamente i punti luce.

"Stiamo studiando un sistema di illuminazione che sia in grado di regolare l’accensione e l’intensità dell’illuminazione in base alle esigenze del luogo e del momento – ha spiegato Simini. – Ciò permetterà all’Amministrazione di ottenere anche un risparmio energetico".

"Ho intenzione di consultare i Consigli di Zona e ascoltare i milanesi - ha aggiunto l’assessore ai Lavori Pubblici - per capire in quali quartieri e in quali vie i cittadini provano maggior disagio o paura quando viene buio. Tutti possono intervenire, segnalando le situazioni di maggior pericolo. La collaborazione tra Amministrazione e residenti è importante, perché illuminazione vuol dire sicurezza: la luce tiene infatti lontane le attività illecite che godono solitamente della complicità del buio".

Il nuovo piano della luce è frutto anche del lavoro di squadra. "Sto lavorando - ha proseguito Bruno Simini - con i colleghi di giunta Maurizio Cadeo (Arredo Urbano), Vittorio Sgarbi (Cultura), Ombretta Colli (Periferie) e con il vice sindaco Riccardo De Corato per definire le priorità di intervento: partiremo dai punti di accesso alla città, come la Stazione centrale, l'aeroporto di Linate, i Cimiteri Maggiore e Monumentale e le vie limitrofe. Luoghi che rappresentano il biglietto da visita della città per chi viene da fuori e che spesso sono aree di ritrovo della piccola criminalità".

Infine, una particolare attenzione sarà data all’estetica: "Luce vuol dire sicurezza, comfort per i cittadini, ma anche estetica e appeal - ha concluso l’assessore Simini. Perciò i nuovi interventi terranno conto del contesto urbano circostante. Questa filosofia vale per i monumenti ma anche per le zone interessate da interventi di riqualificazione e per i quartieri di nuova edificazione".

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Inserito da il Inserito da Oliverio Gentile il Sab, 03/02/2007 - 14:36

Da ViviMilano - caso del giorno

http://www.corriere.it/vivimilano/caso_del_giorno/articoli/2007/02_Febbraio/03/caso.shtml

Mappa web in ogni quartiere per aiutare i consigli di zona

Spesso ci si chiede perché non amiamo più la nostra città; nell'articolo sui consigli di zona ho trovato la mia risposta. Ho sentito troppo spesso tanti cittadini criticare il lavoro svolto dalla nostra amministrazione e così, per non unirmi al gruppo già troppo numeroso, ho deciso di frequentare il consiglio della mia zona per cercare di capire il meccanismo. L'esperienza è stata a dir poco disarmante poiché: - I consiglieri, che hanno sicuramente un altro lavoro, arrivano alle convocazioni sempre all'ultimo momento, e una volta apposta la firma attestante la presenza, si disinteressano generalmente del problema che si va a discutere. Telefonano, rispondono alle chiamate, intavolano discussioni o parlano del più e del meno con gli altri consiglieri, vanno a bere il caffè, insomma la loro presenza è puramente fisica. - Il Presidente di turno comincia affermando «sappiamo che il nostro è un parere puramente consultivo che conta come il due di picche» siamo lo stesso chiamati dal/dai cittadini a discutere di questi lavori... e via a filosofeggiare su ciò che si dovrebbe o potrebbe fare, ma si sa come vanno a finire queste cose! (sic!). Ho presenziato per otto mesi, sacrificando le poche ore libere e le assicuro che oggi mi sento di avere buttato via il tempo. Basterebbero, infatti, una o due persone che possano riferire al Consiglio Comunale, o mettere in atto quello che anche lei suggerisce creando una mappa web in ogni quartiere.

Pinuccia Merli

Gentile signora, la sua sintesi è un funerale annunciato: i consigli di zona sono morti ma fingono di non saperlo. Milano deve avere il coraggio di dirlo, per scuotere un'afasia partecipativa che finisce il giorno dopo del voto. Con questo sistema la politica non attira, allontana. Se nessuno li ascolta, se non hanno poteri, se è difficile per chi lavora partecipare alle sedute bisognerà trovare il modo di farlo sapere, anche se nel grigio tran tran c'è chi se ne sta comodamente adagiato: è una comoda poltroncina. I consigli di zona non sono mai decollati. Neppure quando le giunte di sinistra li avevano eletti a modello di partecipazione dal basso. Decentramento, si chiamava. Ma spesso era semplice interdizione. E oggi che anche il consiglio comunale — con la riforma che rafforza i poteri del sindaco — ha un ruolo marginale, la debolezza si sente ancora di più. La replica in piccolo del dibattito del consiglio comunale si svolge nell'assoluta indifferenza dei cittadini. Eppure, ci ricorda Claudio Schirinzi, conoscitore come pochi della politica milanese, ciascuna delle nove zone della città, prese singolarmente, potrebbe essere — per numero di abitanti — la seconda città della Lombardia. Una giovane neoeletta ci ha fatto questa descrizione di una seduta, che somiglia a quella raccontata nel suo blog da Francesca Zajczyk, sociologa eletta in consiglio comunale. Cosa fanno i consiglieri di zona? «...Cavillano, punzecchiano, leggono chili di parole, parlano in austro-asburgico, citano, fanno riferimenti, si alzano in piedi come in Parlamento, fanno pausa come Celentano: con il solo obiettivo di perdere tempo e se possibile evitare la votazione». Perché continuare così? Perché non si trova il modo di rendere più utile il ruolo di chi dovrebbe essere un'antenna sensibile sul territorio? Io non sto dalla parte di chi spara sempre e comunque su Milano (caro Toscani, a volte esageri) e credo che anche i lettori siano animati dalla voglia di dare una spinta a questa città. Ma certe istituzioni rischiano di diventare anacronistiche, se non si aggiornano. Non sarebbe meglio ridurre il numero dei consiglieri e i relativi costi? Non sarebbe utile una sintesi moderna dei problemi, l'uso di internet, una mappa interattiva per segnalare i casi più urgenti? Si può cominciare a porre il problema? Io credo di sì. E presto bisognerà arrivare anche a parlare del grande sonno del consiglio comunale.

di Giangiacomo Schiavi

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