.: Linea Diretta con il Consiglio di Zona 8
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Inserito da il Inserito da Donata Piva il Sab, 24/10/2009 - 17:13

Cancello per accedere al cantiere dello scavo per realizzare il tunnel da Viale De Gasperi a via Gattamelata SEMPRE SEMPRE aperto. Mezz'ora fa tre ragazzini sui 13 anni sono entrati, si sono arrampicati sulle ruspe presenti e sono scesi fino a metà del buco dove verrà realizzata la rotonda. Chiamati i vigili sono arrivati non con gran fretta nonostante avessi fatto notare che questi ragazzini avrebbero potuto farsi male. Ma il sindaco, invece di inviare costosissimi opuscoli sull'efficienza di Milano e mettendo uno striminzito cartoncino per i suggerimenti dei cittadini, non potrebbe uscire dalla cerchia dei Bastioni e vedere che pericoli e incongruenze ci sono nella sua città? Qui la vedremo solo all'inaugurazione del tunnel! Si faccia vedere prima per ascoltare i commenti dei cittadini della zona di via Gattamelata. E poi perché ogni volta che chiamiamo il comando di zona 8 (e lo facciamo in continuazione purtroppo), bisogna spiegare loro che in fondo a Gattamelata ci sono tre enormi cantieri?!?!

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Inserito da il Inserito da Raffaele Mazzariello il Ven, 23/10/2009 - 12:00

Buon giorno.

Di solito quando si parla della via Ferdinando Giorgi; si pensa a quell'oasi felice del Parco di Trenno, dove bambini, adulti, cani, gatti, e ratti di fogna convivono allegramente facendo footing all'aria aperta. Oppure si pensa alla vecchia e ultracentenaria Cooperativa di costruzioni che fino ad oggi rende lustro al piccolo sobborgo di una periferia che per pochi non esiste più.

Ebbene la via Ferdinando Giorgi é una strada senza uscita che fino a qualche tempo fa aveva sul lato destro adiacente al parco una fila di dissuasori di parcheggio per scoraggiare il parcheggio selvaggio in alcune ore. Grazie ad alcuni lavori di ripristino da parte del Comune sono stati tolti e mai più rimessi.

Conclusione?

In alcune ore notturne si transita abbastanza  normalmente, per esempio per uscire o per tornare a casa...
Diventa un problema quando per esempio; gli abitanti di via Ratti o di Piazza Rosa Scolari  vanno ad accompagnare o a riprendere dalla scuola i propri figli o nipoti in automobile (essendo la scuola elementare viscontini in Cina hanno bisogno dell'auto) quindi in una fascia di orario che fluttua tra le 8.00 e le 9.00 di mattina e dalle 16.00 fino alle 17.00 di pomeriggio...

Ovviamente non si contano le auto parcheggiate su ambi i lati di una strada che difficilmente  si può percorrere a senso alternato (basta un suv e si blocca tutto). 
In termini  di ambiente e di salute del cittadino é una vera  schifezza.(altro che Artemisifolia ambrosia).

Non parliamo poi di ciò che accade al sabato pomeriggio, alla domenica mattina...  quando si allenano i ragazzi dell'associazione calcistica accompagnati dai genitori (ovviamente in auto)...e quando i dilettanti domenicali dai 35 in su arrivano e  infilano paletti nei vari fazzoletti di terra per giocare a pallone.

Mettiamo anche qualche automobile di  famiglie che vengono a fare pik nik e abbiamo dipinto un quadro che nessuno si acquisterebbe mai.

Il Comitato di Trenno interpellato più volte il consiglio di zona 8  attraverso  assessori competenti ha compreso già da tempo che questo problema non vissuto direttamente dagli interpellati aimè Crypare  che non interessi a nessuno o se interessa e di un interesse molto blando.

Del resto questa  zona é paragonata alle 7 meraviglie del mondo in termine di verde, di qualità, di sicurezza...insomma un'oasi perfetta  basti pensare a tutti i barbeque che bruciano davanti agli occhi indifferenti delle pattuglie di Polizia Locale nei fine settimana.

E basti pensare che alla sera per percorrere a piedi la via Ferdinando Giorgi venendo dalla via Gorlini ci vuole la torcia elettrica per la scarsa illuminazione...

L'ultima risposta di cortile é stata che il Comune di Milano non ha soldi...

Accipicchia vuoi vedere che li hanno spesi tutti per  fare l'ultima festa del Parco in Comune?

Chissà se accettano qualche colletta.

Raffaele Mazzariello

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Inserito da il Inserito da Elena Paredi il Ven, 16/10/2009 - 17:10

Sono nuovamente giunta in questo spazio per porre l'attenzione su di un problema che, anche questa volta, risulta essere piuttosto evidente ed urgente.
All'interno del C.A.M. Pecetta (di via Pecetta 5), in corrispondenza del muro che separa il parco dalla ferrovia, è posto un quadro elettrico completamente scoperto, alla mercè di tutti, RISCHIOSISSIMO per l'incolumità di chi frequenta il centro !
Allego le foto, scattate oggi con il cellulare, perchè possiate meglio rendervene conto.
Potete celermente intervenire, al fine di evitare incidenti (anche gravi) ai nostri figli ?

Grazie

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Inserito da il Inserito da Oliverio Gentile il Ven, 16/10/2009 - 15:47

Dall'Ufficio Stampa del Comune di Milano:

PICCOLA SCUOLA DI CIRCO. IN VIA CENISIO LA NUOVA SEDE

Milano, 16 ottobre 2009 – Sarà in via Cenisio la nuova sede della Piccola Scuola di Circo. Lo ha deciso oggi la Giunta comunale che ha approvato l’accordo transattivo con l’associazione sportiva dilettantistica Piccola Scuola di Circo, ponendo fine a una controversia sorta nel 2005 con la revoca della concessione dell’area di via Montello-Bastioni di Porta Volta, per consentire la realizzazione di un parcheggio pubblico a rotazione e per residenti.

Il nuovo accordo prevede la concessione dell’area di via Cenisio per 5 anni, più altri 19 nella stessa sede o in un’altra area dello stesso bacino di utenza (in base agli sviluppi urbanistici della zona) e un contributo di 240.000 euro, a titolo di rimborso delle spese che l’associazione sosterrà per il trasferimento della tensostruttura e per il riavvio delle attività.

L’area di via Montello dovrà essere lasciata libera entro il 31 gennaio 2010. L’Associazione, per parte sua, rinuncerà ai ricorsi presentati al Tar della Lombardia nel 2005 e del Lazio nel 2008 a seguito della revoca della concessione dell’area.

“E’ una vittoria di tutta l’Amministrazione comunale – commenta l’assessore allo Sport e Tempo libero Alan Rizzi – l’affermazione di una procedura che ha saputo mediare e tutelare l’interesse sia del pubblico che del privato. Abbiano tutelato i diritti della Piccola Scuola di Circo che potrà continuare la propria attività e lasciata libera l’area di via Montello per poter realizzare i parcheggi necessari alla zona”.
Inoltre, l’assessore Rizzi ha voluto sottolineare la “piena e fattiva collaborazione” creatasi con l’assessore ai Lavori pubblici Bruno Simini e i suoi uffici “che ha reso possibile una veloce soluzione del problema”.
 
Per l’uso dell’area di via Cenisio (2.340 metri quadri compresi tra via Messina e piazza Coriolano), l’associazione pagherà al Comune un canone annuo di 450 euro circa (374,88 più Iva).
La Piccola Scuola di Circo è un centro permanente di vita associativa a carattere volontario senza scopo di lucro che opera per fini sportivi, ricreativi e culturali. Oggi è frequentata da 400 bambini, ragazzi, insegnati e numerose compagnie di teatro di strada.
La storia dell’assegnazione dell’area inizia nel 2001. A seguito di una gara, l’area di via Montello-Bastioni di Porta Volta è affidata in concessione d’uso per 19 anni all’Associazione Piccola Scuola di Circo per la realizzazione di un impianto sportivo.
Nel gennaio del 2004 il Commissario straordinario per l’emergenza del Traffico e della Mobilità dichiara di pubblico interesse la proposta di realizzare un parcheggio pubblico e per residenti, in project financing, sull’area occupata dalla Piccola Scuola. Di seguito dà mandato al settore Sport e Giovani di individuare un’altra area, avviando nel contempo la revoca della concessione.
Nel dicembre del 2005 il Commissario revoca la concessione dell’area di via Montello dov’era prevista la realizzazione dell’impianto sportivo dell’associazione, individuando un’area alternativa in via Sant’Elia, al Monte Stella. Nel maggio del 2006, a seguito di indagini effettuate dall’Arpa, il Comune dichiara di non poter consegnare l’area di via Sant’ Elia perché i costi di sistemazione e bonifica non sono sostenibili (e non lo sono tuttora). Dal 2006 il Comune ha di volta in volta prorogato l’occupazione temporanea della tensostruttura di via Montello. La proroga scadrà il 31 gennaio 2010.

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Inserito da il Inserito da Monica Diari il Mar, 06/10/2009 - 13:40

C'è tempo fino al 15 di ottobre per fare le osservazioni al PGT!!

guardate con attenzione la nostra zona e inviate i vostri suggerimenti.

https://www.comune.milano.it/...

non lasciamoci scappare questa occasione!

 

Monica

 

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Inserito da il Inserito da Antonella Fachin il Lun, 21/09/2009 - 11:08
Si fa un gran parlare di “presidio del territorio”. Polizia di Stato, Carabinieri, Polizia Locale possono fare molto, ma non certo creare e gestire luoghi di aggregazione, di istruzione e formazione al lavoro.
Nelle civiche scuole serali si formano cittadini, e famiglie: grazie agli studi svolti, i diplomati riescono a trovare più facilmente il lavoro corrispondente alla loro preparazione, così integrandosi pienamente nel tessuto sociale.

Il Comune di Milano possiede un patrimonio importante di personale esperto e di competenze, sedi diffuse sul territorio, anche periferico della città, e attrezzature di laboratorio di alto valore formativo: le scuole civiche serali sono in grado di avvicinare la scuola alle esigenze del mercato del lavoro.
Incredibilmente, ora il Comune sta operando per lo smantellamento e/o drastico ridimensionamento di un efficace strumento di presidio del territorio e di crescita non solo professionale ma anche civica dei suoi cittadini! Il Comune risparmierebbe di sicuro con la chiusura della scuola IPIA e di tutti gli altri corsi o classi (licei, istruzione tecnica, idoneità), ma il costo lo pagherà tutta la città in termini di una potenziale popolazione studentesca senza possibilità di istruzione e formazione perchè la gran maggioranza dei frequentanti i civici corsi non potrebbe sostenere i costi proibitivi delle scuole private.

In sostanza, il Comune di Milano sta smantellando il suo patrimonio di cultura e formazione professionale e sempre più reale sta diventando l'ipotesi, direi la profezia (agghiacciante) che Piero Calamandrei fece sulla scuola pubblica.
Calamandrei fu giornalista, giurista, politico e docente universitario durante il fascismo, uno dei pochi a non avere né chiedere mai la tessera del partito.
Nel febbraio del 1950 (quasi 60 anni fa!) al III congresso dell’Associazione a Difesa della Scuola Nazionale, Calamandrei fece un discorso sulla scuola, parole che sono purtroppo attualissime. Pubblico il suo discorso per chi non l'avesse mai letto e per i ragazzi, le giovani generazioni di Milano e dell'Italia: leggetelo ne vale la pena per aprire gli occhi e il cervello... ne va del vostro futuro!
Direi che la situazione è 3 volte drammatica perchè:
1°: ciò che per Calamandrei era solo un'ipotesi teorica nel 1950 oggi è una reraltà;
2°: dobbiamo lottare per difendere un patrimonio di eccellenza della nostra città;
3°: la nostra indignazione e lotta è di "difesa" dell'esistente, di "retroguardia" e non di sviluppo e miglioramento della scuola che abbiamo.
Tutto ciò inoltre mostra la povertà culturale della nostra classe dirigente, in tutti i sensi, la sua miopia: perchè gli industriali non si uniscono alla protesta? 
Con queste scelte assurde, è il sistema paese che si impoverisce nel suo complesso
, a vantaggio di pochi (le scuole private, spesso poco qualificate e clientelari o, come direbbe Calamendrei, le scuole di partito).

Non consentiamo all'assessore Moioli di smantellare e impoverire le civiche scuole serali di Milano, da sempre esempio di eccellenza e fiore all'occhiello della nostra città!
Uniamoci alle dichiarazioni di un ex studente della scuola serale Gandhi, ora famosissimo: Roberto Bolle, il grande ballerino, di fama MONDIALE, che ha preso posizione in favore della scuola da lui frequentata.

Cordiali saluti a tutti/e
Antonella Fachin
Consigliera di Zona 3
CapogruppoUniti con Dario Fo per Milano
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“Quando la scuola pubblica è cosa forte e sicura, allora, ma allora soltanto, la scuola privata non è pericolosa. Allora, ma allora soltanto, la scuola privata può essere un bene. Può essere un bene che forze private, iniziative pedagogiche di classi, di gruppi religiosi, di gruppi politici, di filosofie, di correnti culturali, cooperino con lo Stato ad allargare, a stimolare, e a rinnovare con varietà di tentativi la cultura. Al diritto della famiglia, che è consacrato in un altro articolo della Costituzione, nell’articolo 30, di istruire e di educare i figli, corrisponde questa opportunità che deve essere data alle famiglie di far frequentare ai loro figlioli scuole di loro gradimento e quindi di permettere la istituzione di scuole che meglio corrispondano con certe garanzie che ora vedremo alle preferenze politiche, religiose, culturali di quella famiglia.
Ma rendiamoci ben conto che mentre la scuola pubblica è espressione di unità, di coesione, di uguaglianza civica, la scuola privata è espressione di varietà, che può voler dire eterogeneità di correnti decentratrici, che lo Stato deve impedire che divengano correnti disgregatrici. La scuola privata, in altre parole, non è creata per questo. La scuola della Repubblica, la scuola dello Stato, non è la scuola di una filosofia, di una religione, di un partito, di una setta. Quindi, perché le scuole private sorgendo possano essere un bene e non un pericolo, occorre: - che lo Stato le sorvegli e le controlli e che sia neutrale, imparziale tra esse. Che non favorisca un gruppo di scuole private a danno di altre. - che le scuole private corrispondano a certi requisiti minimi di serietà di organizzazione. Solamente in questo modo e in altri più precisi, che tra poco dirò, si può avere il vantaggio della coesistenza della scuola pubblica con la scuola privata. La gara cioè tra le scuole statali e le private. Che si stabilisca una gara tra le scuole pubbliche e le scuole private, in modo che lo Stato da queste scuole private che sorgono, e che eventualmente possono portare idee e realizzazioni che finora nelle scuole pubbliche non c’erano, si senta stimolato a far meglio, a rendere, se mi sia permessa l’espressione, “più ottime” le proprie scuole. Stimolo dunque deve essere la scuola privata allo Stato, non motivo di abdicazione.
Ci siano pure scuole di partito o scuole di chiesa. Ma lo Stato le deve sorvegliare, le deve regolare; le deve tenere nei loro limiti e deve riuscire a far meglio di loro.
La scuola di Stato, insomma, deve essere una garanzia, perché non si scivoli in quello che sarebbe la fine della scuola e forse la fine della democrazia e della libertà, cioè nella scuola di partito.
Come si fa a istituire in un paese la scuola di partito? Si può fare in due modi. Uno è quello del totalitarismo aperto, confessato. Lo abbiamo esperimentato, ahimè. Credo che tutti qui ve ne ricordiate, quantunque molta gente non se ne ricordi più. Lo abbiamo sperimentato sotto il fascismo. Tutte le scuole diventano scuole di Stato: la scuola privata non è più permessa, ma lo Stato diventa un partito e quindi tutte le scuole sono scuole di Stato, ma per questo sono anche scuole di partito.
Ma c’è un’altra forma per arrivare a trasformare la scuola di Stato in scuola di partito o di setta. Il totalitarismo subdolo, indiretto, torpido, come certe polmoniti torpide che vengono senza febbre, ma che sono pericolosissime.
Facciamo l’ipotesi, così astrattamente, che ci sia un partito al potere, un partito dominante, il quale però formalmente vuole rispettare la Costituzione, non la vuole violare in sostanza. Non vuol fare la marcia su Roma e trasformare l’aula in alloggiamento per i manipoli; ma vuol istituire, senza parere, una larvata dittatura. Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di Stato in scuole di partito? Si accorge che le scuole di Stato hanno il difetto di essere imparziali. C’è una certa resistenza; in quelle scuole c’è sempre, perfino sotto il fascismo c’è stata. Allora, il partito dominante segue un’altra strada (è tutta un’ipotesi teorica, intendiamoci). Comincia a trascurare le scuole pubbliche, a screditarle, ad impoverirle. Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private. Non tutte le scuole private. Le scuole del suo partito, di quel partito. Ed allora tutte le cure cominciano ad andare a queste scuole private. Cure di denaro e di privilegi. Si comincia persino a consigliare i ragazzi ad andare a queste scuole, perché in fondo sono migliori si dice di quelle di Stato. E magari si danno dei premi, come ora vi dirò, o si propone di dare dei premi a quei cittadini che saranno disposti a mandare i loro figlioli invece che alle scuole pubbliche alle scuole private. A “quelle” scuole private. Gli esami sono più facili, si studia meno e si riesce meglio. Così la scuola privata diventa una scuola privilegiata. Il partito dominante, non potendo trasformare apertamente le scuole di Stato in scuole di partito, manda in malora le scuole di Stato per dare la prevalenza alle sue scuole private. Attenzione, amici, in questo convegno questo è il punto che bisogna discutere. Attenzione, questa è la ricetta. Bisogna tener d’occhio i cuochi di questa bassa cucina.
L’operazione si fa in tre modi: ve l’ho già detto:
- rovinare le scuole di Stato. Lasciare che vadano in malora. Impoverire i loro bilanci. Ignorare i loro bisogni.
- attenuare la sorveglianza e il controllo sulle scuole private. Non controllarne la serietà. Lasciare che vi insegnino insegnanti che non hanno i titoli minimi per insegnare. Lasciare che gli esami siano burlette.
- dare alle scuole private denaro pubblico.

Questo è il punto. Dare alle scuole private denaro pubblico! Quest’ultimo è il metodo più pericoloso. »
la fase più pericolosa di tutta l’operazione […]. Questo dunque è il punto, è il punto più pericoloso del metodo. Denaro di tutti i cittadini, di tutti i contribuenti, di tutti i credenti nelle diverse religioni, di tutti gli appartenenti ai diversi partiti, che invece viene destinato ad alimentare le scuole di una sola religione, di una sola setta, di un solo partito […]. Per prevedere questo pericolo, non ci voleva molta furberia. Durante la Costituente, a prevenirlo nell’art. 33 della Costituzione fu messa questa disposizione: “Enti e privati hanno diritto di istituire scuole ed istituti di educazione senza onere per lo Stato”. Come sapete questa formula nacque da un compromesso; e come tutte le formule nate da compromessi, offre il destro, oggi, ad interpretazioni sofistiche […]. Ma poi c’è un’altra questione che è venuta fuori, che dovrebbe permettere di raggirare la legge. Si tratta di ciò che noi giuristi chiamiamo la “frode alla legge”, che è quel quid che i clienti chiedono ai causidici di pochi scrupoli, ai quali il cliente si rivolge per sapere come può violare la legge figurando di osservarla […].
E venuta così fuori l’idea dell’assegno familiare, dell’assegno familiare scolastico. Il ministro dell’Istruzione al Congresso Internazionale degli Istituti Familiari, disse: la scuola privata deve servire a “stimolare” al massimo le spese non statali per l’insegnamento, ma non bisogna escludere che anche lo Stato dia sussidi alle scuole private.
Però aggiunse: pensate, se un padre vuol mandare il suo figliolo alla scuola privata, bisogna che paghi tasse. E questo padre è un cittadino che ha già pagato come contribuente la sua tassa per partecipare alla spesa che lo Stato eroga per le scuole pubbliche. Dunque questo povero padre deve pagare due volte la tassa. Allora a questo benemerito cittadino che vuole mandare il figlio alla scuola privata, per sollevarlo da questo doppio onere, si dà un assegno familiare. Chi vuol mandare un suo figlio alla scuola privata, si rivolge quindi allo Stato ed ha un sussidio, un assegno […]. Il mandare il proprio figlio alla scuola privata è un diritto, lo dice la Costituzione, ma è un diritto il farselo pagare? » un diritto che uno, se vuole, lo esercita, ma a proprie spese. Il cittadino che vuole mandare il figlio alla scuola privata, se la paghi, se no lo mandi alla scuola pubblica. Per portare un paragone, nel campo della giustizia si potrebbe fare un discorso simile. Voi sapete come per ottenere giustizia ci sono i giudici pubblici; peraltro i cittadini, hanno diritto di fare decidere le loro controversie anche dagli arbitri. Ma l’arbitrato costa caro, spesso costa centinaia di migliaia di lire. Eppure non è mai venuto in mente a un cittadino, che preferisca ai giudici pubblici l’arbitrato, di rivolgersi allo Stato per chiedergli un sussidio allo scopo di pagarsi gli arbitri! […].
Dunque questo giuoco degli assegni familiari sarebbe, se fosse adottato, una specie di incitamento pagato a disertare le scuole dello Stato e quindi un modo indiretto di favorire certe scuole, un premio per chi manda i figli in certe scuole private dove si fabbricano non i cittadini e neanche i credenti in una certa religione, che può essere cosa rispettabile, ma si fabbricano gli elettori di un certo partito“. Piero Calamandrei, 1950

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Inserito da il Inserito da Oliverio Gentile il Ven, 18/09/2009 - 16:41

Dall'Ufficio Stampa del Comune di Milano:

SPORT. GIUNTA APPROVA PROGETTO DI RIQUALIFICAZIONE DEL CENTRO PAVESI

Milano, 18 settembre 2009 – Il Centro Sportivo Pavesi cambia volto per diventare punto di riferimento nazionale della Federazione Italiana Pallavolo. Il progetto di riqualificazione dell’impianto di via de Lemene, approvato oggi dalla Giunta, prevede la realizzazione di un nuovo palazzetto da mille posti, una foresteria per ospitare squadre impegnate in corsi di perfezionamento, il museo della pallavolo e due strutture, di cui una coperta, per le attività federali di beach volley. Il progetto prevede anche un parcheggio interno e uno esterno con 150 posti auto e altrettanti per le moto.

II lavori costeranno circa 6,8 milioni di euro e saranno realizzati nell’arco dei prossimi sei anni dalla Federazione Italiana Pallavolo - Comitato regionale lombardo a cui il Comune, con una convenzione sessantennale ha affidato il Pavesi nel giugno del 2008. Nelle prossime settimane la decisione sarà sottoposta al vaglio del Consiglio comunale per consentire il rilascio di una fideiussione a garanzia del finanziamento che la Fipav chiederà all’Istituto per il Credito Sportivo.

“Con la delibera di oggi – spiega l’assessore allo Sport e Tempo libero Alan Rizzi – avviamo la trasformazione del centro sportivo Pavesi che diventerà, grazie all’ impegno del Comitato regionale lombardo, centro federale della pallavolo italiana. La struttura sarà sempre più dedicata a questa disciplina, con la possibilità di ospitare, grazie al nuovo palazzetto, incontri di campionato, ma manterrà anche gli impianti tuttora utilizzati per gli altri sport, conservando la sua funzione di centro polivalente, al servizio dei cittadini della zona. La nostra città l’anno prossimo sarà sede dei campionati mondiali di pallavolo maschile – ricorda l’assessore – e con questo progetto confermiamo l’importanza che Milano intende dare a uno sport amato e praticato soprattutto dai giovani”.

Nel centro, che fu realizzato negli anni Trenta, resteranno in funzione i campi di tennis in terra rossa e quelli per il calcio a 5, con un potenziamento dell’impianto di illuminazione e la costruzione di nuovi spogliatoi. Saranno conservati anche il campo in erba per il calcio a 11 e l’impianto per l’atletica di base, dove saranno mantenuti il rettilineo, le piste per il salto in alto e sarà aggiunta una pedana per i lanci. Rimarrà anche il percorso vita, con più aree verdi e sarà sistemata l’area per i bambini con nuove attrezzature per il gioco.

La nuova struttura, che sarà completamente accessibile ai disabili, verrà realizzata secondo i canoni del risparmio energetico, con l’installazione di pannelli solari sulle coperture per la produzione di acqua calda e un sistema di riscaldamento a pompe di calore, integrato con caldaie a metano.

rendering del progetto

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Inserito da il Inserito da Carlo PortaMaffe il Sab, 05/09/2009 - 21:13
In piazza Sempione la pavimentazione in cubetti di porfido, prevista dal progetto originario  dell’arch. Vittoriano Viganò e mantenuta nel rifacimento effettuato negli scorsi anni,  viene spesso parzialmente divelta per permettere di bloccare a terra i pali di sostegno dei gazebo per varie manifestazioni a tema. (e già ciò è decisamente scorretto in quanto bisognerebbe utilizzare delle strutture che non richiedano tale scempio).
Come è noto le pavimentazioni di quel tipo sono ad incastro e basta rimuovere un cubetto che si sposta tutta la fila ad arco.
Oltretutto è un tipo di lavoro costosissimo perché i cubetti vanno posti in opera uno ad uno, a mano, su letto di sabbia, ed inoltre è difficile trovare degli artigiani che facciano il lavoro a regola d’ arte, ovvero lasciando il corretto spessore delle “fughe” (spazio tra un cubetto e l’altro).
Finita la festa gabbato lo santo!
Nel senso che al termine delle manifestazioni nessuno si cura poi a di rimettere a posto le cose.
Peggio ancora è la soluzione adottata recentemente che, come si evince dalla foto, consiste nel rattoppare alle bene-meglio le parti mancanti con maldestre spruzzate di bitume.
Surprised    

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Inserito da il Inserito da Donata Piva il Mer, 02/09/2009 - 13:37

Buongiorno.

Ho notato che in piazza Damiano Chiesa stanno sistemando i marciapiedi.

Vorrei poter suggerire al comune di Milano che, in contemporanea con la pianificazione della sistemazione di strade e marciapiedi, si potrebbero già pianificare e realizzare piccoli tratti di piste ciclabili, così piano piano si potrebbe creare una buona rete dedicata ai ciclisti, da completare più facilmente in seguito.

Soprattutto nelle piazze e con i bambini a bordo delle biciclette, le piste ciclabili sono fondamentali.

Chissà se in zona stazione Garibaldi alla fine dei lavori vedremo spuntare anche una pista ciclabile.

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Inserito da il Inserito da Annamaria Mulas il Mer, 26/08/2009 - 22:21

Buongiorno a Voi!!

Inserisco un articolo (link) che descrive lo stato di degrado che viviamo nella Piazza dell'Ospedale Sacco e Via Cristina Belgioioso.

http://milano.repubblica.it/dettaglio/articolo/1696818

Qui sotto invece, si vedono 10 foto molto chiare.

http://mmedia.kataweb.it/foto/7216416/1/la-chiesetta-abbandonata

Vorrei che questo luogo tornasse a vivere !!
Non è giusto lasciare questo patrimonio artistico morire così !!
Nei mesi scorsi, c'è stato un servizio al tg da parte di una tv privata, per qualche minuto se ne è parlato con Vittorio Sgarbi in un'altra trasmissione , l'articolo sopra e le foto descrivono perfettamento il luogo, sto cercando di fare il possibile perchè qualcuno intervenga per salvare la piazza da questo degrado.

La chiesetta come si potrebbe restaurare ??  Raccogliendo dei fondi ???
Oppure ristrutturare e renderla un luogo di utilità pubblica. E in questo caso trovando uno sponsor ???
Sembra essere di proprietà privata, ma protetta dalle Belle Arti.

Spero con questo forum di poter avere qualche suggerimento prezioso !!
E' un argomento che mi sta veramente a cuore.

Un caro saluto, grazie !

Maryann

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