.: Linea Diretta con il Consiglio di Zona 4
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Inserito da il Inserito da Carlotta Bassano il Mer, 19/03/2008 - 11:27

Gentilmente chiedo informazioni in merito al palazzo del ghiaccio di Via Piranesi.

Riaprirà al pubblico?....ho sentito dire che è stato ristrutturato.

Grazie

Carlotta

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Inserito da il Inserito da Carlotta Bassano il Mer, 27/02/2008 - 11:29

Volevo segnalare un problema in merito ad un semaforo posto all'incrocio tra Via Attilio Regolo e Via Numidia.

Percorrendo Via Attilio Regolo in direzione Via Lombroso e volendo svoltare a sinistra per Via Numidia, è stata tolta la freccia al semaforo, quindi risulta molto difficile e pericoloso svoltare, soprattutto in certi orari del giorno in quanto oltre al traffico, la via si trova in prossimità di una curva, e la visibiltà dei veicoli che percorrono la strada a velocità sostenuta è quasi nulla.

Devo segnalare il problema anche ai vigili urbani? esiste un sito?

Grazie

Carlotta B.

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Inserito da il Inserito da Carlotta Bassano il Mer, 20/02/2008 - 10:53

...ogni tanto sarebbe utile e necessario raccontare certe storie, come quella del giovane senegalese di 17 anni che ha aiutato i feriti nell'incidente di Porta Vittoria.

Riporto l'articolo comparso sul Corriere della Sera il 20 Febbraio.
 
«Non sono un eroe, ho aiutato i feriti» Il ragazzo senegalese di 17 anni: mi dicevano «scappa o ti prenderanno» ma io non potevo vedere quelle persone soffrire

Moustapha ha smesso di scappare, è tornato al solito angolo davanti a Palazzo di giustizia, vende a due euro un giornale di strada e sa già che lo verranno a cercare. La sua storia è una riga di cronaca nel racconto di una grande paura, tra il Suv, il bus, il tram, lo schianto e la tragedia, in mezzo a feriti che urlano e a una donna che muore: lui è «l'extracomunitario di colore » dei primi soccorsi, segnalato insieme ai carabinieri in borghese che rompono i vetri del bus. Era sparito senza un grazie all'arrivo di vigili e polizia: non voleva farsi trovare, perché Moustapha, 17 anni, senegalese, è un clandestino. «Ciao eroe», lo saluta un posteggiatore ucraino col distintivo del Comune, uno di quelli che giovedì l'hanno visto sventrare con le mani la gomma che teneva chiusa la portiera del bus, aprire un varco per quei poveri passeggeri. Moustapha dopo lo schianto è corso lì senza pensare, mentre altri immigrati gli dicevano «attento, non farti beccare»: ha alzato le sue manone da cestista verso le cerniere e ha tirato con forza, poi è entrato e non sapeva cosa fare, ha visto una donna insanguinata, una bambina ferita che abbracciava la madre, si è avvicinato all'autista del bus, «era incastrato, chiedeva di essere liberato, gli ho detto che stavano arrivando i soccorsi» ma alla fine è uscito, si è defilato; quando le sirene erano vicine lui stava già lontano. Sul bus per i soccorsi c'erano altri, il maresciallo in borghese che rincuorava l'autista, il collega che urlava ai feriti di resistere, di non mollare. Moustapha non ci teneva a farsi trovare, però in corso di Porta Vittoria è diventato popolare. Sventola un giornale che pochi comprano, si chiama «Solidarietà, come », parla di Africa, di migrazioni, di sogni che poi sono una vita normale, la famiglia, lavoro, integrazione; la sua religione è islamica, ma nello zainetto tiene una piccola Bibbia, vuole conoscere, studiare. Gli vogliono bene nel bar dove il vento freddo di febbraio non gela le mani, la sua faccia che sorride sfida il rischio di una denuncia, e questa contraddizione non gli pesa quando dice che vuole fare «il vigile del fuoco, il poliziotto, l'autista di ambu-lanze, tutto quello che può essere di aiuto agli altri». Sembra incredibile che il posto più vigilato di Milano, davanti al Tribunale, a due passi dalla Camera del lavoro, possa essere il luogo migliore per un clandestino, ma è qui che Moustapha porta ogni mattina la sua illegalità, come altri connazionali, nella speranza inutile di trovare qualcuno che lo aiuti ad ottenere un permesso di soggiorno, un lavoro e magari un futuro. Ed è qui che la sua generosità si è spinta fino a uscire allo scoperto. «Non ho paura, non ho fatto del male», dice. «Solo chi fa del male nasconde qualcosa che lo farà sempre piangere». Una casa ce l'ha, in via Padova, ma non gli piace la zona, il quartiere, («Ho imparato in Senegal che se uno cresce in un luogo brutto diventa brutto anche da grande»). La divide con altri cinque immigrati più vecchi di lui che gli fanno da tutor, deve arrivare entro le sette di sera «perchè in giro ci sono spacciatori e delinquenti». Lo proteggono perchè è buono e forse anche ingenuo. Corre appena può a giocare a basket in largo Marinai d'Italia, si sta dando da fare per mettere su una squadretta. Ma uno così, clandestino a diciassette anni, corre il rischio di finire allo sbando. Moustapha, perchè non sei rimasto in Senegal? «Sono venuto in Italia nel settembre 2006 con un visto turistico. Sono stato a Bergamo, dove c'è uno zio con un lavoro regolare. Lì ho frequentato una scuola serale e ho imparato l'italiano: adesso ho tanti amici, e sto bene qui». Non ci sono scorciatoie senza il permesso di soggiorno. Se lo trovano deve andarsene «Lo so, ma io spero che mi facciano ritornare. Voglio un lavoro per fare del bene». Marco Tullio Giordana ha raccontato in un film una storia come questa. Si intitolava: «Quando sei nato non puoi più nasconderti». Anche Moustapha, il clandestino che ha aiutato i feriti del bus, non si nasconde più.

Mi domando: se il Dott. De Corato, semmai incontrasse Moustapha, gli darebbe una medaglia per quello che ha fatto?

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Inserito da il Inserito da Oliverio Gentile il Lun, 18/02/2008 - 17:17

Da ViviMilano:
http://www.corriere.it/vivimilano/cronache/articoli/2008/02_Febbraio/18/santa_giulia.shtml

Nuovo quartiere

Nasce Santa Giulia, ma mancano le scuole

La protesta dei futuri residenti di Montecity. «Disagi per 650 famiglie». Dal nido alle medie, costretti a fare chilometri

Pronte le case: e le scuole dove sono? A Rogoredo, sull'area ex Redaelli è pronto un quartiere nuovo: le case sono già intonacate, fatti gli allacciamenti fognari e quelli per il teleriscaldamento, approntate le strade. Ventisette operatori, dalla Lega Cooperative alla Cdo, hanno costruito quasi 1700 alloggi che sono stati tutti venduti e che tra l'estate l'autunno verranno consegnati. E le scuole dove sono? In Comune è stato fatto un censimento consultando i nuclei famigliari che arriveranno: il fabbisogno scolastico, dal nido alla media, è di circa 650 posti. La maggior parte di questi studenti arriva da scuole «fuori zona»: quindi, a meno di costringere genitori e baby sitter a traversate della città, difficilmente potranno restare nel plesso da cui provengono.

E le scuole dove sono? La questione è stata posta con forza e insistenza in Comune, in particolare dai consiglieri del Pd Marco Cormio e Natale Comotti. Rispetto all'ordine del giorno approvato nel 2004 e collegato al Pii Rogoredo- Montecity sono partiti solo i lavori di demolizione e ricostruzione della vecchia materna di via Sordello, che diventerà una nuova materna con annesso l'asilo nido. I lavori, aggiudicati il 12 gennaio 2007, sono ripartiti nel settembre 2007: la fine dei lavori è prevista per il 25 maggio 2008. Ma quello che si vede è poco più di un buco «e se tutto va bene — profetizza Comotti — finiranno all'inizio del prossimo anno». Anche perché qui ci sono problemi di spazio e gli operai, come ammettono, faticano a muoversi: per garantire un minimo di cantiere, si stanno abbattendo alcune siepi, ma i camion restano ancora fermi al margine dell'inferriata. In sede di bilancio e all'interno del piano delle opere 2007/2009 si è tornati a parlare delle necessità scolastiche di questa zona: vengono inseriti due interventi per nuovi spazi a Rogoredo, «ma non hanno fattibilità tecnica — spiega Cormio — e anche qui non s'è visto nulla».

C'è poi l'annoso capitolo della scuola di via Zama: ristrutturata e poi chiusa, utilizzata come archivio cartaceo del Comune, non viene riaperta malgrado le insistenze dei residenti del nuovo quartiere di via Norico e malgrado le future nuove case di Montecity saranno lì ad un passo. «L'assessore — contesta Cormio — si era impegnata ad aprire almeno la elementare, ma non è stato mosso nessun passo». Comotti riassume: «La recettività in questa zona è già scarsa e alcuni bambini della zona di Rogoredo sono già oggi ospitati nelle elementari Monte Piana e Chiaravalle». Ci sarebbero anche alcune alternative: ad esempio ampliare il plesso di via Monte Piana, utilizzando le docce, spostando la cabina dell'Enel (che ha un terreno inutilizzato proprio di fronte): «L'importante — concludono i consiglieri — è che si affronti la situazione una volta per tutte, altrimenti che cosa spiegheremo alle famiglie che arriveranno qui?».

Nella zona nord, c'è il maxi progetto delle case di prestigio disegnate da Norman Foster per l'imprenditore Luigi Zunino, proprietario di tutta l'area. Da Risanamento spiegano che «venti giorni fa abbiamo ottenuto i permessi definitivi e presto partiremo con le residenze. Nel frattempo, abbiamo scelto di concentrarci sulla parte commerciale». In effetti, i nuovi uffici di Sky (85 mila quadrati) sono pronti e poco lontano approderanno anche Rinascente, Dolce e Gabbana e un altro stilista il cui nome è ancora top secret. Girando per il cantiere si intuiscono già il parco sollevato a 2,50 metri dal piano stradale, il sottopasso che collegherà la Paullese, la strada dove correrà la metrotranvia di collegamento al centro città. Ma le scuole?

Elisabetta Soglio
18 febbraio 2008

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Inserito da il Inserito da Oliverio Gentile il Lun, 18/02/2008 - 17:13

Da ViviMilano:
http://www.corriere.it/vivimilano/cronache/articoli/2008/02_Febbraio/18/ponte_lambro.shtml

Il piano

A Ponte Lambro un piano antidegrado

Nove borghi e un bosco, «isole» residenziali immerse nel verde. L'obiettivo? Guardare all'Expo, dimenticare i casermoni

Nove isole immerse in dieci ettari di verde, con un bosco a fare da cornice-barriera dove il quartiere finisce e inizia la tangenziale: un «parco lineare», che sarà cerniera tra via Mecenate e la Cascina Monluè. Sorgerà a Sud, tra il vecchio quartiere Ponte Lambro e la nuova oasi residenziale Santa Giulia, un insediamento per quattromila abitanti. Dove le rogge Spazzola e Spazzolazza accarezzano i campi prima di diventare torrente, ci sarà un quartiere pensato come un borgo, con servizi e negozi e, soprattutto, la piazza. «L'agorà è il vero tema del '900 che non siamo riusciti a risolvere — spiega l'architetto Maurizio De Caro, che ha prodotto il masterplan del nuovo insediamento —. La piazza torna ad essere il vero cuore del quartiere, non un grande slargo per sfrecciare sullo skateboard».

Quartiere popolare ma non solo. Perché l'intervento da 180 milioni di euro prevede un mix di tutte i possibili tipi di edilizia, sovvenzionata, agevolata, libera. Qui troveranno posto anche gli alloggi per le forze di polizia, carabinieri e guardia di finanza. Come da intesa firmata lo scorso luglio da Comune e Regione che avevano sbloccato 15 milioni di euro di fondi statali destinati al progetto Ponte Lambro 2. Il masterplan racconta una cittadella che riprende la centuriazione romana, lo schema urbanistico-geometrico di una pianta di città che veniva tracciato con l'aiuto di una riga e di una squadra in ogni nuova colonia dove i Romani si stabilivano.

«C'è il collegamento con la città storica, alla quale il nuovo quartiere guarda. Oltre a voler dialogare con la vicina Santa Giulia». Nuovo anche il modo di pensare l'edilizia popolare, dimenticando le due Stecche— le case bianche — di via Ucelli di Nemi. «Partiamo dall'idea che l'estetica della città non è fatta solo dai quartieri a cinque stelle. E una città che mira all'Expo deve poter produrre quartieri a prezzi agevolati degni di essere mostrati». Innovazione, con le facciate esposte a Sud fatte di ampie vetrate e spazi aperti, e quelle a Nord che sembrano "corazzate" contro il gelo e il vento. Un ritorno alla grande tradizione delle case popolari, quella che nei primi anni del secolo scorso (quartieri Molise-Stadera) «hanno permesso a generazioni di architetti di sperimentare quando erano giovani».

Paola D'Amico
18 febbraio 2008

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Inserito da il Inserito da Marco Breglia il Ven, 15/02/2008 - 15:36

il 28 Settembre dello scorso anno scrivevo a Vivimilano (non pubblicato):

"Esiste un'altra settimana, oltre a quella della moda a Milano: quella dei cittadini che di moda non si occupano affatto.
Parcheggi destinati ai residenti occupati dalle 07:00 alle 21:00 dai titolari degli show room per “carico scarico passeggeri”;
tutti gli altri spazi occupati da auto NCC senza pagare una lira (i residenti se vogliono possono parcheggiare nelle aree blu, pagando).
Viali con filobus bloccati da auto in sosta in doppia e tripla fila a destra e sinistra.
Dalle 18:30 alle 20:45 per andare da Piazza XXIV Maggio a 5 giornate. Complice la pioggia, certo ma Milano non può essere trattata come una città "indoor" e la pioggia non e' un evento eccezionale, nemmeno se abbondante.
Ciclisti caduti in mezzo al traffico impazzito e immobili a terra in attesa di ambulanza senza che i vigili a poca distanza facciano il minimo cenno di intervenire: “ordini superiori, non possiamo muoverci di qui”. Mi piacerebbe vedere che faccia ha colui che ha dato quest'ordine.
Leggo che l'indotto di tutto questo porta a Milano cifre ragguardevoli: 120 milioni di Euro sono certamente una bella entrata per la città, ma quanto costa a tutti gli altri?
Perche non è possibile utilizzare spazi creati apposta come la fiera? Ci sono aree create ad hoc come “Superstudio” di via Tortona in grado di offrire tutto lo spazio necessario senza infierire sul comune cittadino.
Capisco che lo show room in centro sia più chic, m non vedo perché a pagare il prezzo di questa mascherata siano i cittadini che con la moda non hanno nulla a che fare e non ne traggono alcun beneficio.
Una piccola nota: in via bezzecca, pieno centro di milano, per occupare 50 metri (25 a dx e 25 e sx) di aree normalmente destinate ai residenti di una strada già per altre ragioni parecchio disagiata in quanto a parcheggi, bastano 69,60 € al giorno comprensivi dell'ausilio di 7 (sette) agenti di polizia locale. Un bell'affare davvero per il comune di Milano!
Invito quindi tutti i residenti della via in questione, l'anno prossimo,a fare una bella colletta e occupare la via per tutta la settimana della moda; per 5 giorni con una cinquantina di residenti, fanno meno di 7 euro a testa. Vediamo se questi signori si spostano da un'altra parte."

La prossima settimana, dal 18 al 25 febbraio, si ripeterà la stessa mascherata. Ho telefonato ai vigili per chiedere dove dovessero parcheggiare i residenti di via bezzecca in questi giorni; la risposta e' stata "c...i loro!"
Molto bene: se è vero che chiunque paghi ha il diritto di occupare il suolo pubblico e' altrettanto vero che il Comune di Milano dovrebbe tutelare i cittadini facendo semplicemente presente che chiunque voglia aprire un'attività in determinate aree ad alta densità di popolazione e prevedesse di avere grandi volumi di traffico, anche per pochi giorni all'anno, deve essere in grado di non interferire e non recare danno agli altri cittadini.
Rinnovo l'invito ai residenti interessati a scrivermi per prenotare tutti insieme l'intera via (ripeto, sono veramente pochi euro a testa) per tutta la prossima settimana della moda (questa ormai è andata) 

Marco Breglia

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Inserito da il Inserito da Francesco Mastromauro il Mer, 23/01/2008 - 09:35

Quali inziative ha in essere il CdZ per risolvere il problema della sicurezza pedonale in via mecenate?

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Inserito da il Inserito da Elena Vernocchi il Lun, 14/01/2008 - 09:38

Gentilissimi Signori,

Scrivo perchè spero che qualcuno difenda i diritti dei cittadini residenti in Milano, ma residenti fuori dalla fatidica cerchia (che posseggono auto diesel euro 3), che hanno iscritto ad una scuola elementare entro la cerchia la propria figlia di sei anni.

Mi chiedo se qualcuno si sia chiesto come debba fare una mamma che lavora (part time) fuori dal centro, ad accompagnare i bambini a scuola con i mezzi, per andare al lavoro in zona non facilmente raggiungibile con i mezzi (e raggiungibile con 45 minuti di percorso anzichè 15 minuti di percorrenza con l'auto).
Spero che il sindaco Moratti, che si dice sensibile alle problematiche delle donne (anche quelle che lavorano e che non hanno nessun aiuto, nè dai familiari, nè da collaboratori domestici e che, in quanto dipendenti pagano regolarmente le tasse fino all'ultimo centesimo) comprenda che la ECOTASS non sta per nulla facilitando la gestione domestica della giornata, oltre a togliere molto dalla tasche dei residenti.

Io sono ovviamente costretta ad accompagnare mia figlia a scuola con l'auto: per questione di tempi non posso utilizzare i mezzi.

Mi chiedo veramente come si possa imporre ad un cittadino una simile TASSA, nel rispetto della libertà di circolazione e di scelta della scuola per i propri figli. Grazie

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Inserito da il Inserito da Attilia Chiappa il Dom, 13/01/2008 - 01:47
Nei giardini in via Rogoredo ci sono sempre state due aree per cani per un totale di 7000 mq. Sono state funzionanti entrambi fino a quando sono state fatte le due rotonde all'inizio del quartiere con la nuova uscita dalla tangenziale.
Finiti i lavori delle rotonde l'area cani che prima era vicino al semaforo e' stata rifatta rimpicciolendola ma attualmente non e' possibile praticarla poiche' il recinto e' privo dei cancelletti che hanno solitamente le aree cani, praticamente inutilizzabile e tutto cio' da settembre 2007! Inoltre l'altra area cani sempre nei giardini di via Rogoredo, prima della stazione e' diventata anch'essa impraticabile poiche' dei vandali hanno guastato da quasi un mese uno dei cancelletti cosicche' ora non ci sono aree cani utilizzabili. Mi chiedo dove sia la manutenzione di questa area e mi stupisco che dopo oltre 3 mesi l'area nuova per cani rifatta vicino alle rotonde non sia utilizzabile perche' senza cancelletti!

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Inserito da il Inserito da Oliverio Gentile il Gio, 10/01/2008 - 22:48

dal sito Web del Comune di Milano:

Aree cittadine

Giornali, una preziosa risorsa per il territorio

Incontro tra l'assessore Colli e i rappresentanti dei periodici pubblicati nelle zone per dare inizio a un lavoro serio e approfondito di scambio di informazioni

I giornali di zona sono una risorsa per il territorio di Milano da valorizzare. L’assessore alle Aree cittadine e Consigli di Zona Ombretta Colli ha incontrato i rappresentanti di una decina di periodici di zona ascoltando le loro istanze e discutendo del ruolo svolto dai periodici dei quartieri, comparsi per la prima volta in città nel  1969, con la nascita del decentramento a Milano. L’incontro si è svolto con l’obiettivo di dare inizio a un lavoro serio e approfondito di scambio di informazioni legate al territorio.

“I periodici delle zone svolgono un servizio che – spiega l’assessore Colli - merita di essere valorizzato perché fornisce un’informazione approfondita e vicina ai cittadini. Per questo ritengo sia importante che le Istituzioni si mostrino sempre più disponibili, anche attraverso un sostegno concreto, e riconoscano  il valore di questi organi d’informazione”.

L’assessore si è preso l’impegno di far da tramite tra queste realtà e l’Amministrazione cittadine, e di favorire i rapporti tra i Consigli di Zona e i periodici legati a quell’area, così da instaurare uno scambio di informazioni a oggi, come lamentano i direttori delle testate, ancora troppo frammentario.

“I giornali delle zone - continua Colli – possono darci una grande mano in termini di segnalazioni di problematiche e situazioni di disagio di cui sono vittima i quartieri, ma invito anche la stampa a non dare risalto solo alle notizie negative e che fanno discutere ma anche a ciò che di positivo vi è a Milano. Viviamo in una città dove tutto funziona, eppure stiamo sempre a lamentarci. Dovremmo imparare a essere più positivi”, ha evidenziato l’assessore.

Alcune ricerche hanno calcolato la diffusione dei periodici di zona, circa una ventina, che si attesta intorno alle 200 mila copie. Periodici che vengono consegnati gratuitamente agli abitanti dei quartieri o sono disponibili presso i negozi o le biblioteche comunali. Molti dei redattori sono dei volontari e, oltre che di pubblicità - spesso molto limitata - i fogli vivono grazie ad alcuni contributi volontari o agli abbonamenti.

All’incontro, tenutosi negli uffici dell’Assessorato Aree Cittadine e Consigli di Zona, hanno partecipato dodici testate a partire dalle più “antiche” come Il Diciotto di Zona 7, nato 29 anni fa, fino a Il Mirino di Zona 8, il cui primo numero è in distribuzione proprio in questi giorni.

(10/01/2008)

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