.: Linea Diretta con il Consiglio di Zona 3
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Inserito da il Inserito da Simone Paleari il Mer, 07/07/2010 - 11:24

il 7 luglio alle 19 30 si terrà in zona 3 (presso la sede del Consiglio di Zona in via Sansovino, 9) una commissione sport, con l'assessore Stancari (sport provincia) assessore Lazzati (edilizia scolastica provincia) e assessore Rizzi (sport comune) per parlare della questione edilizia scolastica - associazione sportive.
E' la prima volta che gli attori politici di questo tema particolarmente sentito da tutte le associazioni sportive milanesi si riuniscono insieme
per affrontare questo problema.

Verrà proposto agli assessori un documento che ha l'obiettivo di regolare il rapporto fra istituzioni e associazioni, redatto dalla zona confrontandoci con le associazioni e studiando i regolamenti di quelle province che su questa questione sono più avanti di noi, come ad esempio Torino.

Simone Paleari

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Inserito da il Inserito da Simona Geninazza il Lun, 05/07/2010 - 16:32

Sono la mamma di un liceale; premetto che mi sono candidata come 'aiuto compiti estivi' presso alcune organizzazioni per ragazzi che mi hanno bellamente ignorato. Stanca di aspettare le iniziative degli altri ed avendo un po' di tempo, vorrei chiedere se nella zona 3 secondo voi si possono reperire degli spazi da dedicare a volontari (io per prima che mi offro anche come coordinatrice) che operino come supporto per i compiti delle vacanze. Immagino che quest'anno non ci sia piu' tempo per organizzare nulla ma intanto metterei le mani avanti per il prox anno! Grazie per l'attenzione, cordiali saluti. Simona Geninazza

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Inserito da il Inserito da Oliverio Gentile il Ven, 02/07/2010 - 15:11

Dall'Ufficio Stampa del Comune di Milano:

PARCO LAMBRO. VERGA: “BANDO EX CAPANNA DELLO ZIO TOM PER ASSOCIAZIONI E COME PRESIDIO DEL TERRITORIO”

Milano, 2 luglio 2010 – Nell’ultima seduta di Giunta sono state approvate le linee di indirizzo per l’assegnazione ad associazioni di due immobili comunali ad uso commerciale situati all’interno del Parco Lambro.
“Con questo provvedimento”, ha spiegato l’assessore alla Casa Gianni Verga, “intendiamo rimettere in uso spazi che per diversi motivi sono stati lasciati liberi negli anni e ora possono essere inseriti nel progetto unitario di utilizzo del Parco Lambro, coerentemente con le attività sociali e aggregative già offerte dal più grande degli spazi verdi milanesi, come aree giochi, percorsi vita, percorsi botanici, campi di calcio, piste per skateboard”.

Il Parco Lambro, con i suoi 773mila mq, costituisce il più grande dei parchi pubblici milanesi. Situato a est della città, è stato creato negli anni Quaranta su progetto dell’architetto Enrico Casiraghi. Il parco, racchiuso tra i quartieri Carnia, Cimiano e Feltre e confinante con i Comuni di Vimodrone e di Segrate, fu realizzato nel 1936 per preservare il paesaggio tipico lombardo, sfruttando sia la risorsa idrica data dal fiume Lambro, sia la rigogliosa vegetazione spontanea.

Nel parco sono presenti anche altri immobili di proprietà comunale: un impianto sportivo, alcune cascine adibite ad uso agricolo, altre cascine assegnate ad Associazioni senza scopo di lucro che svolgono attività sociali come la Fondazione Exodus, il Centro Ambrosiano di Solidarietà, la Cooperativa Viridiana, l’Associazione ANFFAS. Il parco ospita anche la sede delle Guardie Ecologiche Volontarie, che svolgono un servizio di sorveglianza sull’area.
Due sono poi gli edifici a carattere c ommerciale che l’Amministrazione comunale metterà a bando a breve in modo tale che gli spazi possano essere assegnati in settembre.
Uno è situato in via Licata 41 ed è noto per essere stato la discoteca conosciuta come “Capanna dello zio Tom”. L’altro si trova in via Van Gogh 2.

Il bando di gara prevede due lotti separati – anche aggregabili – per i due stabili.
La concessione in uso sarà di 12 anni per un corrispettivo annuo pari a 24.906 euro per l’immobile di via Licata 41, e di 7.140 euro per quello di via Van Gogh 2.

“Il bando”, ha precisato Verga, “punta a garantire da un lato l’utilizzo commerciale dei beni, già organizzati come punto di ristoro e di aggregazione, e dall’altro la loro assegnazione ad associazioni impegnate nel recupero delle persone disagiate. Grazie a questa scelta, i locali costituiranno un ulteriore presidio del Parco Lambro”.

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Inserito da il Inserito da Luca Geoni il Lun, 28/06/2010 - 12:55

Purtroppo a Milano la progettazione e la realizzazione di nuove linee non spetta ad ATM (che ne avrebbe l'interesse per conquistare utenti) ma al Comune (così mi dicono). Per cui nascono nuovi quartieri e nessuno pensa a dotarli di infrastrutture di trasporto serie (tanto ci fai arrivare un bus quando si lamentano). Sembrava una positiva novità la linea tranviaria prevista per Montecity, la cui presenza è stata uno dei motivi per cui Sky scelse di insediarsi lì. peccato che la linea sia in forse.....

la nostra zona dovrebbe prolungare:

il 23 (o il 33, dipende da quale lunghezza avrà il tracciato dopo i lavori) da Rimembranze fino a Rubattino e lungo questa fino al confine con Segrate ove creare un parcheggio d'interscambio. Scopi: a) catturare gli utenti che vengano dalla Cassanese, b) servire il nuovo quartiere "Innocenti/Maserati" con i vari centri commerciali sorti  e consentire il loro trasporto all'area Politecnico, ad incrociare M, circonvallazione e centro.

Da Rimembranze (lasciare anello di ritorno, prego) Via Console Flaminio, Via Crespi, con tratto curvo davanti a centri commerciali interdetto a traffico auto, solo per pedoni e fermata tram; indi Via Pitteri e a sx lungo Rubattino (spazio ce n'è dove si vuole) fino al confine di Segrate, possibilmente verso lavanderie dove stanno costruendo svincolo e dove si potrebbe ubicare parcheggione.

Benché le vecchie '28 che dovremo cercare di preservare fino al centenario, ritengo che la linea dovrebbe essere servita da rotabili moderni, Sirio o Sirietti, quando le insane fisse sulla lunghezza dei tram saranno passate.

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Inserito da il Inserito da Oliverio Gentile il Mar, 22/06/2010 - 14:25

Dall'Ufficio Stampa del Comune di Milano:

Dal 3 ottobre al 21 novembre

InfoMilano. Un ufficio mobile per incontrare la città

Rinnovato e con più servizi, potrà rilasciare certificati anagrafici, al via il bus che porta l’Amministrazione dai cittadini. Sarà presente nei mercati rionali, nelle feste di quartiere, ai concerti e alla manifestazioni culturali e sportive

Milano, 22 giugno 2010 - Parte InfoMilano, l’iniziativa dell’assessorato alle Aree Cittadine e Consigli di Zona per dialogare con i cittadini e dare informazioni sui servizi dell’Amministrazione. Dopo il gradimento riscontrato nella fase sperimentale avviata lo scorso anno, dal 3 ottobre al 21 novembre, InfoMilano riparte oggi, completamente rinnovato e con maggiori servizi.

La novità di quest’anno è la possibilità di rilasciare i certificati anagrafici sul bus grazie al servizio online dell’anagrafe.

InfoMilano, realizzato in collaborazione con Atm, presidierà il territorio fino alla fine dell’anno, sarà presente nei principali mercati rionali, da martedì a domenica, dalle 9 alle 15,30, e parteciperà alle feste di quartiere, ai concerti e alle manifestazioni culturali e sportive in programma, dalle 15.30 alle 21.

Il calendario con le tappe del bus avrà cadenza mensile e sarà disponibile sul sito del Comune di Milano, nei principali centri informativi della Città (Informagiovani, Urban Center), nei Consigli di Zona e verrà distribuito a chi visiterà il bus. 

Gli operatori di InfoMilano saranno a disposizione dei cittadini per ascoltarli, informarli sui servizi dell’Amministrazione e dialogare con le associazioni di Zona. Sarà inoltre possibile conoscere gli eventi e le iniziative culturali e del tempo libero organizzati nelle singole Zone e ritirare materiale informativo.

Domani, mercoledì 23 giugno, InfoMilano sarà presente dalle 9 alle 15, all’Università IULM.

Alla conferenza stampa di presentazione di InfoMilano sono intervenuti il Sindaco, Letizia Moratti, il Presidente di Atm, Elio Catania, l’assessore alle Aree Cittadine e Consigli di Zona, Andrea Mascaretti e l’assessore alla Qualità, Servizi al Cittadino e Semplificazione, Stefano Pillitteri.

Calendario di giugno

  • 22 giugno - Mercato Mompiani - Zona 4 - 9.00 – 15.30
  • 23 giugno - Università IULM - Zona 6 - 9.00 – 15.30 
  • 24 giugno - Parco Sempione - Zona 1 - 9.00 – 15.30 
  • 25 giugno - Mercato Bonola - Zona 8 - 9.00 – 15.30 
  • 26 giugno - Mercato P.ta Nuova - Zona 9 - 9.00 – 15.30 
  • 27 giugno - Mercato Cambini - Zona 2 - 9.00 – 15.30 
  • 28 giugno - Mercato Garigliano - Zona 9 - 9.00 – 15.30 
  • 29 giugno - Mercato Martini - Zona 4 - 9.00 – 15.30

La Pa va dal cittadino in bus

Il Sindaco Moratti, con gli assessori Mascaretti e Pillitteri, visita InfoMilano, "l'ufficio mobile" presente nei mercati e nelle piazze cittadine

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Inserito da il Inserito da Oliverio Gentile il Lun, 21/06/2010 - 14:32

Da milano.corriere.it:

Nelle prossime settimane Palazzo Marino darà il via libera al cantiere

Piazzale Lavater, rivolta anti-parcheggio

Nel quartiere striscioni e lenzuola alle finestre per protesta: «E' uno scempio»

MILANO - «Uno scempio che trasformerà una delle più caratteristiche piazze di Milano in uno svincolo stradale». I residenti di piazzale Lavater, un gioiello liberty dietro corso Buenos Aires, sono in rivolta. Striscioni alle finestre, petizioni, raccolte firme. E una manifestazione già convocata per mercoledì 30 giugno. L’approvazione del progetto definitivo arriverà in giunta a Palazzo Marino nelle prossime settimane. «La devastazione architetturale della piazza, la costruzione di orripilanti strutture fuori terra, la morte annunciata di numerose piante quasi centenarie, la inevitabile sofferenza e probabile chiusura degli esercizi commerciali, la perdita di 200 posti auto di superficie dimostrano che questa infrastruttura non è affatto di "pubblica utilità"», spiega Marco Pascucci del comitato anti-box.

Edoardo Croci, l’ex assessore alla mobilità della giunta Moratti, abita proprio in piazzale Lavater. È stato tra i fondatori del comitato prima di dimettersi quando arrivò l’incarico in giunta. Sul parcheggio non ha nessun dubbio: «È il perfetto prototipo del parcheggio che non andrebbe mai fatto. È una piazza con un certo valore storico- monumentale ed è simmetrica, con otto vie che la connettono. E poi—aggiunge — è una piazza "verde", con alberi ad alto fusto quasi centenari».

Il progetto di box sotterranei ha una storia lunga. «Lavater entrò fin dal primo momento nel piano parcheggi firmato dall’allora giunta Albertini », ricorda Croci. «Poi fu inserito nella lista dei progetti da sottoporre a riesame quando s’insediò Letizia Moratti ». Prima stralciato e poi riammesso. «Nonostante gli iniziali pareri contrari di Soprintendenza e Commissione per il paesaggio. Pareri che a distanza di pochissimo tempo sono stati improvvisamente ribaltati». Ora manca solo l’ultimo tassello: il via libera definitivo della giunta di Palazzo Marino. La rivolta intanto è scattata.

Andrea Senesi
21 giugno 2010

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Inserito da il Inserito da Eugenio Galli il Ven, 04/06/2010 - 10:30
Cari cittadini,
 
lo scorso autunno, nel corso di una intervista itinerante a bordo di un tram, il sindaco Letizia Moratti, rispondendo alla giornalista Isabella Bossi che chiedeva un commento in merito anche alla sostanziale inaccessibilità ciclistica di via Torino, commentava sospirando: «Bisognerebbe cambiare la mentalità… ».
 
Cambiare la mentalità: facile a dirsi. Ma, in concreto, cosa significa?
Proviamo a ragionarci un momento, prendendo spunto da un intervento in esecuzione lungo corso Buenos Aires.
 
Quando nei mesi scorsi apprendevamo dalla lettura dei giornali dell’esistenza di un progetto per favorire la pedonalità lungo la principale arteria commerciale della nostra città avevamo da subito cercato di saperne di più, ma la trasparenza informativa non è sempre un connotato tipico della nostra Amministrazione. E dunque l’accesso alle informazioni può talvolta non essere agevole…
 
Dopo una presentazione dell’intervento nelle sue linee generali avvenuta in extremis qualche ora prima dell’apertura dei cantieri al Consiglio di Zona 3, oggi possiamo dire che, mentre le informazioni sul progetto continuano a scarseggiare, l’Amministrazione non ha dato risposte convincenti sulle domande specifiche, e dall’esecuzione dei lavori appare in tutta evidenza che, ancora una volta, nulla è stato previsto per favorire la mobilità ciclistica lungo corso Buenos Aires.
 
Possibile? A quanto pare, sì.
Ma è davvero così difficile intervenire per favorire, non solo a parole, la ciclabilità?
Le opzioni progettuali possono contenere i profili più diversi: da quello più elementare, con una semplice corsia segnaletica disegnata in carreggiata, al più ambizioso e innovativo, che preveda un reale mutamento del rapporto tra carreggiata e marciapiede, a favore di quest’ultimo e dunque con un ampio spazio riservato alla ciclopedonalità e al mezzo pubblico.
Tuttavia, il punto vero non ci sembra dato dalla “possibilità tecnica” di fare qualcosa, bensì dalla “volontà politica”, che continua a mancare.
 
Sicché, alla solita domanda E la bici dove va?, la risposta è stata «vedremo, in futuro penseremo al da farsi, ma comunque per ora non si ritiene necessario prevedere alcun intervento specifico su corso Buenos Aires, visto che c’è già una pista ciclabile in via Morgagni».
 
Ed eccoci allora tornare alla domanda posta all’inizio: come dare un senso alle parole “cambiare la mentalità”, se queste continuano ad essere le risposte?
 
Dove sta secondo noi l’errore? Innanzitutto nel metodo.
Lo abbiamo detto altre volte: l’obiettivo che Milano deve darsi, per poter cambiare realmente e non solo nelle buone intenzioni l’approccio alla mobilità, è quello di una rete stradale che sia nel suo intero sviluppo accessibile e fruibile alla bici, in condizioni di sicurezza.
Ciò anche per superare l’attuale frammentazione della rete ciclabile e la sua cronica insufficienza (che non dipenderà neppure dal mantenimento delle promesse circa i nuovi 30 o 50 km di piste ciclabili). Una permeabilità diffusa alla bici.
Se si condivide che questo è l’obiettivo (e qui starebbe il vero cambiamento di mentalità), esso potrà essere raggiunto con modalità diverse, volta a volta dipendenti dal contesto e non sempre definibili attraverso scelte effettuate a priori: moderazione del traffico, marciapiedi condivisi, corsie e piste ciclabili. Ma anche attrezzature per la sosta, intermodalità, segnaletica, servizi e molto altro.
 
Noi riteniamo irrinunciabile che la bici abbia un ruolo visibile e specifico nella platea degli utilizzatori del corso, con soluzioni pensate, sia per la mobilità sia per la sosta, sin dal progetto e non rimediate a posteriori. Ovunque in Europa è così: una buona ciclabilità nasce da un mix di interventi. E mai per effetto del caso, bensì con attenta pianificazione e costante monitoraggio.
 
Sarebbe d’altro canto grave non tenere conto che l’asta corso Buenos Aires-corso Venezia è una delle più trafficate dal punto di vista ciclistico (con oltre il 10% di tutti i passaggi registrati, da e verso il centro città), come risulta dai nostri periodici censimenti organizzati sin dal 2002.
 
Senza con ciò dimenticare che persino gli artt. 13, comma 4-bis e 14 comma 2-bis del Codice della strada obbligano, in sede di realizzazione di nuove strade e di manutenzione straordinaria delle strade esistenti, gli enti proprietari delle strade a realizzare interventi per la ciclabilità in adiacenza. Ma qui preferiamo insistere su valori di buon governo del territorio, frutto di scelte consapevoli, anziché di meri adempimenti normativi.
 
Ebbene, se l’Amministrazione rinuncia a difendere questi principi, se rinuncia a tutelare sé stessa, la propria funzione e i cittadini che essa rappresenta, gli auspici per un “cambiamento di mentalità” diventano vuote parole di circostanza.
 
Ecco perché abbiamo detto che, nell’interesse di tutta la città, riteniamo vi sia il dovere di non ripetere in corso Buenos Aires lo stesso errore progettuale e politico commesso in via Torino, a venti anni di distanza. Gli alibi che qualcuno accampava allora per disinteressarsi della ciclabilità non possono valere anche oggi: non chiediamo l’elemosina, ma di contribuire a costruire un modello di città che vada incontro (non “contro”) alle persone.
 
E aggiungiamo un punto in tema di sicurezza, visto che purtroppo ancora in questi giorni la cronaca ha riportato casi di morti e feriti gravi sulle strade cittadine.
E’ fin troppo facile prevedere che da un progetto realizzato nei termini sopra descritti, in assenza di controlli, le auto saranno ancor più invogliate a correre lungo un canale uniforme che convoglia traffico senza accennare a una presenza di utenti diversi in carreggiata e senza che delle loro esigenze si tenga minimamente conto. Con rischi facilmente intuibili.
 
CICLOBBY ha quindi deciso di intraprendere una iniziativa civile, che è anche culturale e politica, affinché l’affermazione del diritto alla mobilità sostenibile e gli impegni assunti si traducano poi in scelte coerenti e responsabili.
 
Sul progetto in fase di realizzazione devono essere previste delle opzioni a favore della ciclabilità.
 
 
Per tutti i motivi sopra esposti abbiamo preparato una PETIZIONE,
a cui hanno sino a questo momento aderito:
Maurizio Baruffi, Carlo Bertelli, Francesco Bertolini, Gianni Biondillo, Claudio Bisio, Francesco Saverio Borrelli, Isabella Bossi Fedrigotti, Emanuela Bussolati, Augusto Castagna, Gherardo Colombo, Lella Costa, Edoardo Croci, Paolo Crosignani, Marcello Doniselli, Jacopo Gardella, Veronica Kleiber, Carlo Montalbetti, Marco Petrus, Costantino Ruggiero, Paolo Uguccioni, Marco Vitale.
 
Ringraziamo queste persone anche per il messaggio di sostegno che, con la loro firma, hanno inteso dare.
 
Ora la petizione è on line: aiutateci a diffonderla il più possibile presso i vostri contatti.
 
http://www.firmiamo.it/ciclabilita-e-mobilita-dolce-in-corso-buenos-aires--milano-/firma
 
E’ stato attivato anche un gruppo su Facebook: “Corso Buenos Aires: la bici dove va?”.
 
Inoltre, sabato 5 giugno saremo presenti con un banchetto in piazza Argentina dalle 10 alle 19 a raccogliere le firme per la petizione: potete venirci a trovare, a firmare, a conoscerci, a darci una mano. Se volete saperne di più sull’organizzazione del banchetto, scriveteci.
 
 
Eugenio Galli (presidente Fiab CICLOBBY onlus)

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Inserito da il Inserito da Giuseppe Larovere il Ven, 28/05/2010 - 23:04

Nell'ambito della proposta di creare una legge che stabilisca che la festività nazionale del 2 giugno sia proclamata "Festa della Repubblica e della Costituzione", quest'anno la ricorrenza del 2 giugno assumerà un compito di particolare importanza: rilanciare i valori fondanti della Repubblica e della Costituzione.

L'ANPI, insieme ad una molteplicità di altre associazioni, promuoverà una MANIFESTAZIONE NAZIONALE, che si terrà il 2 giugno a Milano.

Tutti coloro che si riconoscono nei principi della nostra Costituzione Repubblicana sono chiamati a partecipare.

ANPI Lambrate Ortica

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Inserito da il Inserito da Oliverio Gentile il Lun, 24/05/2010 - 14:08

Da milano.corriere.it:

in via Benedetto Marcello la commemorazione delle vittime della mafia

«Milano dedichi una via a Falcone e Borsellino». Spataro: un atto doveroso


L’appello del pm. Il Comune: delibera entro luglio. Parte la raccolta di firme su Facebook

MILANO - Diciotto anni e nemmeno una strada, una piazza, un piccolo giardino di periferia. Nella toponomastica cittadina Giovanni Falcone e Paolo Borsellino non sono mai entrati. La mobilitazione per onorare anche a Milano la memoria dei due giudici anti- mafia è scattata qualche giorno fa su Facebook. Dal popolo del social network sono piovute milleottocento adesioni in pochi giorni. Il procuratore aggiunto Armando Spataro aderisce convinto: «Un’iniziativa doverosa, non posso che dirmi d’accordo. Abbiamo il dovere di coltivare il vizio della memoria».
Diciottesimo anniversario della strage di Capaci, ieri. A Milano l’appuntamento è da tradizione sotto la magnolia dei giardinetti di via Benedetto Marcello. Un albero che dal 1998 ricorda le vittime anti-mafia. «Quella dedica ai morti di Capaci nacque come un’iniziativa spontanea — spiegano i residenti del quartiere — voluta e difesa da noi».

Sotto la magnolia si ritrovano in duecento. Organizza l’associazione Libera, c’è qualche tricolore e un paio di bandiere del Pd. C’è anche il popolo viola con uno striscione che implora «Mai più» accanto ai volti dei due magistrati uccisi. Non ci sono invece i rappresentanti delle istituzioni: da un megafono improvvisato a parlare di Capaci e della stagione della stragi sono i ragazzi del liceo Volta. Poi tocca a Giuliano Turone— professore in Cattolica, autore di testi teatrali e magistrato che tra i primi indagò su Sindona e sulla P2 — ricordare l’ammonimento di Falcone: «Bisogna distruggere il potere finanziario della mafie. E per farlo è necessaria la collaborazione internazionale e l’abolizione dei paradisi fiscali». In piazza ora l’imputato numero uno è la legge sulle intercettazioni, la «legge bavaglio che lo stesso viceministro Usa della giustizia ha ricordato come dannosa». Poi tocca ad Armando Spataro. Che di Falcone ricorda soprattutto il tratto umano, «l’ironia, ma anche la normalità di un uomo che mai ha pensato di essere una Giovanna d’Arco moralizzatrice».

Rimane la ferita, quella dimenticanza lunga diciotto anni. Stefano Sacchi è un milanese come tanti, «un cittadino comune», dice lui: «Ma vi sembra normale che a Milano non esista una via per Falcone e Borsellino?», chiede dal suo gruppo Facebook. «Noi avevano presentato una mozione in Consiglio, un anno fa», assicura Pierfrancesco Maran del Pd. Si era mosso anche qualche parlamentino di zona, con appelli e ordini del giorno. Il presidente del Consiglio comunale, Manfredi Palmeri, era stato tra i più convinti sostenitori della campagna. Da allora nulla più s’è mosso. «Tra il Pgt, il bilancio e l’ordinaria attività d’aula abbiamo perso l’appuntamento con l’anniversario. Ma l’impegno rimane. I due magistrati entreranno nella toponomastica cittadina entro il 19 luglio, in tempo per l’anniversario di Borsellino». Non ci sarebbe nemmeno da scegliere il luogo, sottolinea Palmeri. «La scelta più naturale sarebbe proprio quella di dedicare a Falcone e Borsellino i giardinetti di Benedetto Marcello».

Dalla strage di Capaci a quella di via Palestro. Lo stesso Maran e Basilio Rizzo (Lista Fo) chiedono di «correggere» la targa commemorativa: «Sulla lapide che elenca i nomi delle vittime va ricordata la matrice mafiosa della strage».

Andrea Senesi
24 maggio 2010

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Inserito da il Inserito da Enrico Lelli il Mer, 05/05/2010 - 18:29

Segnalo che di recente e' stato abbandonato il lavaggio tradizionalòe in piazza Lavater e vie limitrofe.

Tuttavia non e' stato rimosso (dimenticato, evidentemente) uno dei cartelli che indicano il giorno del lavaggio (e conseguente divieto di sosta) nel tratto di marciapiede compreso fra la via Cadamosto e la via Pancaldo, mentre tutti gli altri sono scomparsi da tempo 

segnalo quindi che talvolta gli spazi di sosta restano inutilizzati per timore della contravvenzione e prego di provvedere

 

Enrico Lelli

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