.: Al Consiglio Comunale vorrei dire che...
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Inserito da il Inserito da Enrico Vigo il Ven, 29/01/2010 - 14:01

Cari Consiglieri,

Domenica 31 Gennaio 2010 si celebra la Waterloo del Comune di Milano a conduzione Centrodestra del Sindaco Letizia Moratti contro l’inquinamento con lo stop alla circolazione delle auto.

Il Sindaco avrebbe ben ragione di arrossire per l’annoso stop ai cantieri  della MM2 Famagosta-Assago, incomprensibile dopo le boutades rassicuranti dell’estate scorsa, solite previsioni non azzeccate, il cantiere seppur finanziato è fermo raggelato nel lungo inverno di quest’anno.

Occasione persa per riaccendere le speranze dei milanesi per una soluzione strutturale anti inquinamento, per migliorare la qualità dell’aria, investendo sulle linee metrò.

Sbalordisce che benchè le nuove tratte metrò siano finanziate non si facciano in fretta.

Le altre note dolenti sono le lentezze con cui procedono i cantieri MM3 con estensione verso nord, e le incertezze per le nuove linee metrò a lungo chiacchierate con stop-and-go di schermaglie Comune-Governo (entrambi di Centrodestra) degni del Paese di Pulcinella.

Poi ancora le incertezze sulle nuove pedonalizzazioni cittadine, per le quali non si batte chiodo da troppo tempo, e sulla la riconversione a metano delle calderine a gasolio o olio pesante combustibile che scaldano ancora troppi uffici pubblici.

Dulcis in fundo i troppi mezzi diesel obsoleti tollerati in città, furgoni vecchi, mezzi di lavoro ad alimentazione diesel, bus ATM, mezzi AMSA, camion vecchi da museo di artigiani marginali che sopravvivono imperterriti a qualsiasi rottamazione scorrazzando per Milano rilasciando nuvole di particolato pm 10 e PM 2,5 degne del più trasandato paese africano, con troppa benevolenza delle istituzioni.

Da troppi anni si ripetono sempre le stesse cose annoiando chi le scrive e chi le legge, intanto c’è chi muore per inquinamento, e chi (a decine di migliaia) assume patologie fastidiose come bambini e anziani.

Troppa l’indolenza nel fare, addirittura incomprensibile.

Fermare le auto è un provvedimento inevitabile, un atto disperato e dovuto, ma se non accompagnato da un cambio di marcia, visibile e significativo (non solo affabulazione), nel fare il resto, è una palese autodenuncia di incompetenza.

Fatti, non parole, i milanesi sono stufi di troppa apparenza senza mai sostanza.

Grazie dell'attenzione e buon lavoro.
Enrico Vigo

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Inserito da il Inserito da Oliverio Gentile il Lun, 11/01/2010 - 16:58

COMUNICATO STAMPA

 

DIFESA CIVICA A MILANO

 

Milano, 11 gennaio 2010 – Nell’anno in cui il Parlamento italiano ha ratificato la “Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità” e a ridosso dell’entrata in vigore della “Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea” il Comune di Milano sembra orientato a rinunciare alla difesa civica.

Il 30 dicembre scorso, data di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della legge finanziaria 2010, è stata inviata al difensore civico una nota esplicativa degli effetti prodotti dalla legge, a firma del Sindaco e del Presidente del Consiglio Comunale, intesa ad individuare la data di entrata in vigore della finanziaria (1.1.2010) come data di decorrenza della cessazione del difensore civico. Da subito, con inusitata celerità, nell’arco dei cinque giorni lavorativi seguenti, è partita una raffica di disposizioni dirigenziali (rescissione di contratto individuale di lavoro, trasferimenti del personale, blocco dell’utilizzo delle risorse finanziarie assegnate all’ufficio) che sta mettendo in crisi la struttura organizzativa mediante la quale il difensore civico esercita le funzioni previste dell’ordinamento. L’insieme di questi episodi provoca, di fatto, l’interruzione del pubblico servizio di difesa civica.

Nella sostanza, paradossalmente, le sorti della difesa civica sono state poste nelle mani della burocrazia.

Solo il Consiglio comunale può decidere la sorte della difesa civica

 

Il Consiglio comunale, organo referente del Difensore civico ed unico organo competente sulle modifiche statutarie necessarie per la soppressione della figura del Difensore civico, sembra così relegato ad un ruolo di mera ratifica di disposizioni della legge finanziaria che, per la loro natura ordinamentale, erano state dichiarate non ammissibili dallo stesso Presidente della Commissione Bilancio della Camera. Furono poi riacciuffate nel convulso iter approvativo della legge.

“Al Comune di Milano non esiste – così commenta la situazione l’Ombudsman per la città di Milano – una questione “Barbetta”. Forse esiste una questione “difesa civica”. In realtà l’entrata in vigore della legge finanziaria non ha prodotto alcun effetto diretto sul Difensore civico comunale. L’istituto può essere soppresso solo con una modifica statutaria deliberata dal Consiglio comunale. Ho perciò informato il Sindaco e il Presidente del Consiglio comunale che la mia presenza in sede continua per assicurare lo svolgimento degli ordinari compiti di istituto e ho chiesto il ripristino delle condizioni operative in essere al 31 dicembre 2009. Si tratta di una scelta dettata dallo spirito di servizio nei confronti della città e dal rispetto che ritengo di dovere al Consiglio comunale.

E’ del tutto irrilevante che il mio mandato si sia protratto oltre il quinquennio. Lo Statuto del Comune prevede infatti che il Difensore civico eserciti le sue funzioni fino all’elezione del successore. E’ inutile dissertare in astratto sulla prorogatio, basta leggere alla lettera il chiarissimo dettato statutario. L’impossibilità giuridica della nuova elezione di un Difensore civico nasce, non con l’entrata in vigore della legge finanziaria, ma con l’esecutività dell’eventuale deliberazione di modifica dello Statuto approvata dal Consiglio comunale.

La questione va dunque portata nella sede competente. Solo il Consiglio comunale può legittimamente esprimere la volontà del Comune in ordine all’istituto del Difensore civico. Non vi è altro organo che possa decidere se e come la difesa civica per Milano debba continuare o concludersi.

Tutto ciò sta accadendo alla vigilia di una iniziativa legislativa annunciata in ambito governativo, in adesione anche alle richieste avanzate dall’Associazione dei Comuni (ANCI), che modificherebbe i termini posti dalla legge finanziaria.

Si tratta anche di non vanificare gli investimenti fatti e di non disperdere il patrimonio di professionalità e di credibilità maturato in un’esperienza riconosciuta di eccellenza nella città, nel Paese e a livello internazionale, come è giusto che sia ogni volta che Milano si muove.

 

La voce agli esperti

 

La questione è di grande rilevanza. Sono in gioco il diritto dei cittadini di richiedere l’intervento del difensore civico, il diritto dei cittadini che hanno presentato le loro istanze a vedere concluso, in modo espresso e ad opera dell’organo al quale si sono legittimamente rivolti, il relativo procedimento in corso (500 casi), il diritto dell’Amministrazione, in particolare del Consiglio comunale, di avvalersi del ruolo propositivo del difensore civico.

Sarebbe pertanto più che opportuna l’acquisizione di pareri espressi da esperti di chiara fama nelle discipline del diritto costituzionale e del diritto amministrativo.

Ciò consentirebbe una valutazione più accurata di quanto è già avvenuto ma anche di assicurare all’assemblea una più compiuta conoscenza dei termini giuridico-istituzionali sui quali basare la determinazioni di propria competenza.

 

 

Quale futuro per la difesa civica

 

Rimane un interrogativo – conclude Alessandro Barbetta- sullo sfondo delle vicende di questi giorni. La difesa civica è in una evidente fase di transizione. Il Comune di Milano, come ogni altro Comune ha di fronte tre ipotesi. La prima, impegnarsi per far si che la difesa civica comunale, ove è maggiore e più intenso l’ impatto tra pubblica amministrazione e cittadini, si confermi come funzione fondamentale, specie nelle grandi città, in un’ottica di amministrazione aperta alla comunità. La seconda, starsene in disparte, indifferente alle scelte che si stanno definendo nel merito. La terza, considerare esaurita l’esperienza di difesa civica e quindi attendere con favore nuove condizioni, anche legislative, che ne certifichino l’esaurimento. Sono opzioni evidentemente politiche sulle quali compete al Consiglio comunale di esprimersi.

Quale sia il pensiero del Difensore civico di Milano è testimoniato da quanto detto, scritto e fatto in questi anni.

 

Un consiglio ai cittadini

 

“Consiglio infine ai cittadini che hanno necessità di presentare le loro richieste al Difensore civico di farlo in forma scritta e di inviarle per posta, o via fax, o via e-mail.”

 

Per informazioni: Difensore civico per la città di Milano – Comunicazione Tel. 02.88464546

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Inserito da il Inserito da Alfredo De Giorgi il Gio, 31/12/2009 - 18:32

Eccoci all'ennesimo rinnovo della truffa "ecologica", un Ecopass totalmente inutile che viene riproposto nella sua formula senza alcuna efficacia a vero spregio della cittadinanza residente.

Per il terzo anno consecutivo i residenti saranno costretti a pagare un dazio annuale, che ritengo del tutto illegale, con la sola colpa di avere casa e box all'interno dell'area interessata per di più senza avere il minimo vantaggio di una riduzione del traffico e dell'inquinamento proveniente dall'esterno.

Questa tassa iniqua si pone, al terzo anno di "sperimentazione" (ladrocinio), come una vera estorsione in particolare a carico dei residenti di Milano che, a mio parere, è passibile di ricorso.

Un pagamento ingiustificato, antidemocratico, una vera rapina ed un abuso d'ufficio.

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Inserito da il Inserito da Enrico Sardini il Dom, 27/12/2009 - 17:13

Apprendo oggi dai Tg. che l' Amsa ha deciso di anticipare ulteriormente di mezz' ora il ritiro dei rifiuti alla mattina, portandolo ad esempio nella mia via, la Pacini alle sei.

Questo comporta un addetto pagato dai condomini che verso le cinque deve esporre rumorosamente i bidoni sul marciapiede. Per chi abita ai piani bassi rappresenta due volte la settimana un risveglio brusco ed anticipato che va spesso a sommarsi ai lavori di pulizia delle strade che vengono svolti per ore in piena notte, mediamente verso le due. Risultato? Notti in bianco e salute compromessa. Altre vie non hanno questi orari e risparmiano ore di sonno e soldi, e' costituzionale?

piu' volte si e' chiesto di utilizzare le ore che vanno dalle 20 alle 24 in cui non c' e' traffico o i giorni diurni festivi. Niente, all' Amsa fa comodo fare i propri comodi, le leggi sulle emissioni acustiche del codice civile italiano non riguardano il Comune di Milano, ne' i dirigenti Amsa.

Interpellati rispondono di evitare cosi' di bloccare il traffico, falso perche' in molte vie altrettanto trafficate si ritira la spazzatura alle 9:30, fregandosene degli automobilisti.

Chiedo a tutti di sollecitare un cambio deciso di politica degli orari con lettere o proteste ai loro numeri verdi, solo cosi' eviteremo di passare le nostre notti in bianco per il menefreghismo dei dirigenti Amsa.

 

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Inserito da il Inserito da Giovanni Gronda il Dom, 20/12/2009 - 14:40

La vita non è infinita.
Il Comune ha commissionato a Eurisko un sondaggio su ecopass. Ne escono risultati altalenanti su questo provvedimento. Vabbè, non mi importa.

 

Quello che risulta è però che il 69% degli intervistati vuole le ciclabili e ritiene che la mobilità ciclabile sia proprio quello che serve a Milano.
Quindi basta "annunci e buone intenzioni" e create, secondo scienza e coscienza, dei percorsi SICURI, dritti e NON IVASI dalle auto in sosta vietata e IMPUNITA.
Non ne servono tanti di percorsi perchè ci si possa spostare in bici senza essere uccisi. Marciapiedi larghi, strade secondarie, zone da riqualificare, ecc ecc.
vogliamo le ciclabili subito perchè Milano potrebbe essere molto meglio di così.

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Inserito da il Inserito da Massimiliano Bombonati il Mer, 09/12/2009 - 18:35

Erano partiti dall’abolizione delle province e sono arrivati alla soppressione del Decentramento comunale: non male per un movimento come la Lega Nord che ha fatto del vessillo di Alberto da Giussano, campione della difesa della indipendenza comunale, la propria bandiera ideale e politica!

Con un tempismo degno del miglior partito bolscevico la Lega ha blindato in un collegato alla Finanziaria nazionale tutte le soppressioni degli istituti “inutili”, rimandando al normale iter di approvazione il restante articolato del DDL Calderoli.

Niente più consigli di zona, neanche nelle grandi città come Roma e Milano.

Naturalmente di Città Metropolitane, fatta salva la definizione generica delle competenze, non si fa menzione alcuna.

Sopprimere il decentramento farà sicuramente risparmiare qualche soldo ai comuni in termini di gettoni di presenza dei consiglieri ma siamo davvero convinti della loro inutilità sul piano pratico? I Consigli di Zona bistrattati, sottodimensionati, senza personale adeguato, spesso senza soldi rappresentano però il luogo ideale per il confronto sui problemi e sono luoghi di ascolto e di prossimità ai cittadini. Inoltre sono una formidabile palestra di democrazia – lo affermo con cognizione di causa.

E’ del tutto evidente che l’unico vantaggio reale che risulterebbe alla cittadinanza dalla soppressione delle circoscrizioni è la riduzione dei cosidetti  “costi della politica” legati ai gettoni di presenza e agli oneri riflessi dei consiglieri.

Proviamo a fare due conti: Un consigliere di zona a Milano costa al massimo diecimila euro lordi all’anno (costo calcolato per eccesso e che tiene conto anche degli oneri indiretti). Se ne deduce che essendo trecentocinquanta i consiglieri in carica più nove presidenti il costo annuo – sempre per eccesso – è di circa quattro milioni di euro.

La cifra è sicuramente importante ma occorre precisare che si tratta dell’unico risparmio REALE che il ddl Calderoli prevede in quanto le funzioni decentrate rimarrebbero tali; tutte le funzioni di sportello, gli uffici decentrati per le pratiche edilizie, i sussidi per gli anziani, oltre al personale che evidentemente verrebbe al massimo ricollocato all’interno del comune.

A fronte di questo risparmio avremmo sicuramente una diminuzione della partecipazione alle scelte centrali del comune, minore informazione alla cittadinanza e una distanza nuovamente accentuata tra “il Palazzo” e “il Popolo” .

Lancio allora una proposta che credo sia l’unica ragionevole: INVECE DI CANCELLARE IL DECENTRAMENTO AZZERIAMO I COSTI DEI CONSIGLIERI E DIAMO ALLE ZONE I POTERI ADEGUATI A GARANTIRE LA LORO REALE UTILITA’ PUBBLICA E POLITICA.

Togliamo l’alibi dei soldi al ministro. I consiglieri di più lungo corso hanno sempre svolto il loro mandato gratuitamente e con spirito di servizio, sottraendo tempo ed energie al proprio lavoro alla propria famiglia, perdendo le nottate a lavorare nelle commissioni e consumandosi le scarpe sul territorio.

Io ci sto e lancio la sfida a quanti, consiglieri, assessori, parlamentari di destra e di sinistra vorranno raccoglierla.

 

http://massimilianobombonati...appello-al-ministro-calderoli-eliminiamo-i-costi-non-la-democrazia/

 

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Inserito da il Inserito da Oliverio Gentile il Mer, 09/12/2009 - 17:24

Da milano.corriere.it:

Convocazione straordinaria a Palazzo marino

Crisi, Consiglio senza la Moratti

Il sindaco: «Un dibattito non risolve i problemi». Il presidente Palmeri: utile ascoltare chi vive l’emergenza

MILANO - Ci saranno i sindacati (Cgil, Cisl e Uil e forse anche quelli di base), il mondo delle imprese (Assolombarda) e quello del commercio. La crisi arriva a Palazzo Marino, con un Consiglio straordinario convocato per ascoltare la voce di chi è in difficoltà: lavoratori e imprese. Non ci sarà invece Letizia Moratti. «Nel pieno rispetto delle facoltà del Consiglio, non è con un giorno di dibattito che si risolvono le difficoltà», ha detto martedì il sindaco, mettendo l’accento invece sul lavoro «quotidiano» svolto per superare la congiuntura economica. Dagli incubatori d’impresa alle azioni di sostegno per artigiani e commercianti, fino alle iniziative culturali con i numeri record delle ultime mostre. «L’obiettivo di questo Consiglio è di approfondire un tema molto sentito in città. Alla prima della Scala si è osservato un minuto di silenzio simbolico. In Consiglio faremo un passo in più: ascolteremo chi la crisi la vive sulla propria pelle», replica Manfredi Palmeri, presidente dell’aula di Palazzo Marino.

L’assenza del sindaco in aula non passa inosservata. Dice Onorio Rosati, segretario della Cgil: «È il segno evidente che dalla giunta c’è una pesante sottovalutazione del problema». Attacca il Pd: «È evidente che la giunta vuole boicottare l’appuntamento. D’altra parte Milano è l’unica città italiana che non ha investito un euro per contrastare l’emergenza», dice il capogruppo Pierfrancesco Majorino. In tema di crisi da segnalare anche la proposta di un altro pd, Andrea Fanzago: «Dopo le affermazioni di Matteo Salvini, sulla disattenzione del Cardinale Tettamanzi verso i problemi dei milanesi, propongo a tutti i leghisti eletti nelle istituzioni lombarde di versare 1/5 dei loro emolumenti al fondo famiglia lavoro della diocesi».

Andrea Senesi
09 dicembre 2009

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Inserito da il Inserito da Andrea Fanzago il Gio, 26/11/2009 - 23:15

26 novembre 2009
COMUNICATO  STAMPA

W IL FEDERALISMO!
LA LEGA ABOLISCE I CONSIGLI DI ZONA E I DIFENSORI CIVICI COMUNALI.

Coerenti come sempre i leghisti!
Su proposta del Ministro Calderoli, infischiandosene della bandiera del federalismo e della difesa delle autonomie locali, propone l'abolizione della figura del Difensore Civico comunale.
La nuova disposizione è contenuta all'art.16 del disegno di legge proposto dal Ministro e licenziato dal Consiglio dei Ministri che verrà collegato alla finanziaria per farlo approvare, magari con la fiducia, entro dicembre 2009.
Naturalmente oltre a questo taglio, il testo contiene anche all'art.20 la riduzione del numero dei consiglieri comunali, provinciali e dei consiglieri di zona, che per i comuni sotto i 250.000 abitanti addirittura sparirebbero ( per esempio: Brescia 190.000 abitanti; Bergamo 116.000; Como 84.000 ; Cremona 72.267, Monza, e tanti altri).
A Milano, purtroppo,  lo stato impietoso in cui si trovano i nostri Consigli di Zona, depauperati da competenze e mortificati dal centralismo Morattiano potrebbe indurre a considerare tutto ciò un problema secondario: ma non è così!.
Se il Ministro vuole risparmiare, inizi dalle burocrazie ministeriali e poi passi anche al Parlamento; migliori, invece, dando loro maggiori risorse finanziarie ed umane, ed aumentandone le competenze,  gli Enti Locali, che rappresentano le istanze  più vicine al cittadino!

Chiederò la convocazione della Commissione Affari istituzionali per affrontare il testo del disegno di legge e per presentare proposte emendative da inviare al Parlamento.

Andrea Fanzago, VicePresidente del Consiglio Comunale, Consigliere PD

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Inserito da il Inserito da Antonella Fachin il Dom, 22/11/2009 - 23:35

Ecco un altro esempio di ritardo, inefficienza e insensibilità rispetto al fabbisogno di assistenza da parte del nostro comune: sindaco Brichetto Moratti che cosa aspetta?!?!

Cordiali saluti a tutti/e
Antonella Fachin
consigliere di zona 3
Capogruppo uniti con Dario fo per Milano
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SE DISABILITA' NON FA RIMA CON PRIORITA'
Istituita da oltre un anno, la Consulta cittadina sulla disabilità, attende ancora la nomina dei membri da parte del Sindaco

Tra i tagli effettuati nel 2009 e la mancata attivazione della Consulta cittadina per le persone disabili, il Comune rischia di dimostrare scarsa sensibilità nei confronti di una tematica tanto delicata e complessa, come quella disabilità.
L’opposizione a Palazzo Marino riapre la questione portando in Consiglio Comunale 5 documenti di proposta per implementare un servizio ancora sostanzialmente parziale.
“Mentre per gli anziani è stato pensato un investimento pianificato, per i disabili non esiste una strategia a lungo termine, un progetto di respiro. Si procede per soluzioni tampone” denuncia Patrizia Quartieri, Consigliere comunale Prc.
Nel 2009 sono stati stanziati 2.300.000 euro in meno rispetto l’anno precedente per trasporti, sussidi, soggiorni vacanza, servizi residenziali e rette di ricovero per disabili.
L’opposizione chiederà in vista del Bilancio 2010 il reintegro delle risorse e l’aumento dei fondi destinati ai Nuclei Distrettuali per Disabili, servizi territoriali incaricati di raccogliere le richieste di quanti hanno bisogno di aiuto e di attuare interventi di sostegno. 
In città sono attualmente attivi solo 5 nuclei. Le persone disabili a carico dei servizi sono in tutto 1333, mentre quelle in lista d’attesa sono ben 368. Sedi inadeguate e scomode da raggiungere per alcuni utenti, carenza nell’organico e lunghe liste d’attesa, impediscono di sfruttare al meglio questa risorsa.
C’è un altro punto su cui l’opposizione ha intenzione di dare battaglia: il “pensionamento” ingiustificato della Consulta cittadina per Disabili.
Attivata per la prima volta nel 1995 dalla giunta Albertini, la Consulta è un organismo consultivo composto da rappresentanti di enti ed organizzazioni no profit impegnati nel settore del volontariato e del sostegno ai disabili.
“Già ad inizio mandato, nel 2006, l’opposizione si era accorta che la Consulta non veniva rinnovata da 7 anni -spiega Patrizia Quartieri- Abbiamo lavorato tanto per arrivare nel 2008 in aula con la delibera per il rinnovo”.
Il 30 ottobre 2008 il Consiglio comunale approvava all’unanimità una delibera che istituiva nuovamente la consulta, fissava a 11 il numero di membri della consulta, stabiliva i criteri di selezione degli enti rappresentati e che aggiungeva alle aree di copertura dell’organismo i disturbi riconducibili al campo della salute mentale.
Peccato che tutto si sia risolto in una bolla di sapone: “Spettava a Sindaco confermare e nominare la Consulta, e spettava all’Ufficio di Presidenza Comunale provvedere entro 60 giorni dall’approvazione della delibera al reperimento delle risorse.” Continua Patrizia Quartieri.
A quasi 13 mesi di distanza la delibera è rimasta lettera morta e la Consulta non si è più riunita, poiché manca la nomina dei membri che, come stabilisce l’articolo 16 dello statuto del Comune, spetta al Sindaco.
Un ritardo incomprensibile, anche alla luce della scarsa conoscenza del reale fabbisogno di assistenza da parte dell’Amministrazione. Non solo scarseggiano gli investimenti e gli operatori sociali: il Comune non dispone nemmeno di una banca dati completa di tutte le persone disabili che vivono in città.

Giulia Cusumano

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Inserito da il Inserito da Gianfranco De Gaetani il Sab, 21/11/2009 - 19:44

Buona sera a tutti!
Premetto subito che il mio messaggio non vuole essere polemico verso l'amministrazione, ma solo di sensibilizzazione, informazione e di solidarietà verso colleghi/compagni di altre classi/scuole serali che attualmente si ritrovano a non poter continuare gli studi.

Per vari motivi (in particolare economici), io non ho potuto continuare gli studi dopo le Scuole Medie, ma sono dovuto andare a lavorare.
Il lavoro è qualcosa di fondamentale, ma anche l'istruzione lo è e la mancanza di un diploma, unita al periodo di crisi del lavoro che stiamo vivendo, da qualche anno si è fatto sentire e così, 3 anni fa, decisi di riprendere gli studi. Scelsi di frequentare la scuola serale per Geometri, con l'intenzione a fine studi di andare anche l'Università, facoltà di Architettura, con probabile indirizzo urbanistica o bio-architettura e, per "bruciare le tappe", grazie anche ad una preparazione che è sempre stata buona, mi iscrissi al 1° biennio in Via Rubattino.. Vi dirò che inizialmente ero titubante, timoroso, pensavo di trovare giovani sbandati, che avrei avuto serie difficoltà a studiare seriamente e via dicendo... poi il dover andare in una zona decentrata, completamente dalla parte opposta di dove vivo, non mi lasciava di certo del tutto convinto, ma mi iscrissi.....
Bene; a mia (piacevole) sorpresa, NON TROVAI NULLA DI CIO'!
La maggioranza, per non dire tutti, sono lavoratori come me, ci sono persone persino di una certa età che trovano ancora le forze e il coraggio di mettersi "in gioco", di iniziare di nuovo gli studi, persone che spesso si alzano alle 6 per andare a lavoro (spesso non in un ufficio!) e appena finito di lavorare, andare a scuola fino a tarda sera... Riuscite voi ad immaginare come sia difficoltoso e che forza di volontà ci vuole, specie se si ha una certa età, una famiglia e dei figli? Eppure per molti era così...
Finito il 1° biennio, nonostante ho cercato in tutti i modi di far aprire il 2° biennio, per UNA persona, non hanno aperto il corso.. Come conseguenza, io e un mio compagno ci siamo iscritti al Cattaneo di P.za Vetra, un altro è andato a Pavia, un altro alla privata, gli altri si sono ritirati perché diventavano troppi anni...
Anche qui ho trovato tante persone giovani e meno giovani che ogni giorno, dopo il lavoro, vanno a scuola, in questo caso, persino al sabato!!!
In questa scuola, a differenza di quella di via Rubattino, l'età è più bassa...

Tagliando corto, quest'anno in particolare il Comune ha deciso di iniziare a chiudere classi/scuole, con l'obiettivo di chiuderle tutte, mandando alle private chi vuole concludere gli studi!

Io penso che il diritto allo studio DEVE essere una priorità per tutti e se il Comune di Milano è rimasto il solo ad avere scuole serali comunali in tutta Italia (quanti lo sapevano?) DEVE SOLO RITENERSI ORGOGLIOSA e la stampa stessa, invece di criticarla sempre, anche per cavolate, dovrebbe far notare queste positività... (come molte altre!!!)
Positività che, purtroppo, come già accennato, rischiano di non esserci più!

La mia classe è aperta, quest'anno terminerò i miei studi e spero con il massimo punteggio possibile, anche se il Comune ci ha voluto allungare ulteriormente l'orario provocandoci maggiori difficoltà, dato che con i mezzi pubblici che a tarda sera scarseggiano, io arrivo a casa (in Lorenteggio, mica a Novara!!!) mettendoci spesso UN'ORA da Via Marsala (il Cattaneo dall'anno scorso si è trasferito lì, zona Garibaldi)... mi sembra un'enormità e diventa veramente stancante, dato che arrivo a casa attorno mezzanotte meno un quarto...
Poi bisogna mangiare, digerire e studiare un po' per poi alzarsi al mattino e andare a lavoro... Nonostante io sarei a posto, non posso non essere solidale con altri compagni/colleghi chiamateli come volete che non hanno avuto una classe aperta...  e questo, nonostante ci sia una precisa sentenza del TAR che obbliga il Comune a riaprire queste classi!!! E se fossimo stati noi?
E se dopo tutte le difficoltà che ho passato nel corso degli anni, dopo tutte le fatiche e l'impegno non mi avessero aperto la classe, cosa che già circolava l'anno scorso, non mi avessero permesso di diplomarmi?

Io sono CONTRO ogni forma di protesta irruenta, cerco sempre il dialogo...
So che ce ne sono state, perché non tutti la pensano così, perché c'è chi è più giovane, perché c'è chi si sente preso in giro (vive questa realtà) e ha paura di non poter continuare gli studi (nonostante abbia pagato un regolare bollettino, nonostante il TAR gli abbia dato ragione!), so che altre ce ne saranno se qualcuno non farà rispettare questa sentenza...
Tra questi, c'è una signora di 55 anni!!!! Che, poverina, non ce la più, si sta per arrendere....

Io invito tutti i consiglieri comunali, il Sindaco e la Sig. Moioli a venire a vedere la realtà della Scuola serale, anche se effettivamente immagino ora le difficoltà, ma ci vuole un po' di buon senso da parte di tutti.... Qualche anno fa venne Kipar a mostrarci i progetti sul verde, mi hanno raccontato entusiasti che in passato venne Daverio e probabilmente verrà qualcuno a spiegarci il PGT quest'anno... e siamo tutti lì che non vediamo l'ora che ci sia comunicato ufficialmente, devono ancora chiedere, noi speriamo sia proprio Masseroli a venire!

Per noi geometri la collaborazione e la disponibilità del Comune è sempre stata IMPORTANTE e il fatto che ci sia sempre stata ci ha dato quel qualcosa in più!
Confido che il Comune possa riportare le cose a posto entro breve e, perché no, magari ad una maggiore attenzione verso questa stupenda realtà!
Se, infatti, i problemi sono di taglio economico, io penso che ci sono ben altri sprechi di soldi pubblici che si potrebbero evitare, di certo, non tagliare l'istruzione e quindi un futuro a chi, per svariati motivi, non ha avuto la possibilità di fare la scuola quando doveva, non ha i soldi di pagare privati e non vuole andarci anche perché lì, spesso il diploma te lo "regalano" e molti ci tengono all'istruzione!

Buonasera!

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