.: Al Consiglio Comunale vorrei dire che...
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Inserito da il Inserito da Enrico Vigo il Sab, 10/04/2010 - 06:50
Eccetto la posizione tattica del Sindaco Letizia Moratti, per ovvi comprensibili motivi (che Bossi vorrebbe silurare e sostituire con sè stesso, ma grazie al cielo non ha pensato a suo figlio per questo ruolo, e speriamo non ci ripensi), una folta schiera di Sindaci ha marciato in Tricolore per protesta riconsegnando la fascia al Prefetto.

Resterà nella storia di questo Centrodestra inguardabile, nell'anno XV dell'era berlusconiana.

C'è molta turbolenza a Centrodestra che fa di tutto ed il contrario di tutto, che predica il Federalismo parolaio e strozza i Comuni virtuosi foraggiando i Comuni dalle amministrazioni sgangherate nel sud, tanto da far imbestialire centinaia di Sindaci Lombardi (e non) anche di Centrodestra, e la gente li vota, e li premia come ha fatto l'ultima volta alle elezioni regionali, questo il vero dramma italiano.

L'EXPO2015 è in subbuglio con intrighi da basso impero, c'è chi vorrebbe già cambiare anche il secondo cavallo, evidentemente all'interno del Centrodestra ci sono fazioni molto eterogenee, e quando si parla di spartizione del potere le lotte diventano furibonde, tanto ai cittadini il tutto viene ovattato parlando di "Magistratura Comunista" o di "semiprensidenzialismo alla francese", di cui alla gente frega veramente poco, alle prese con ben altri problemi sociali, che l'enigmatico e sordo Ministro Tremonti ben conosce e si fa sempre più statua-di-marmo-che-sorride-e-fa-battute-ironiche, mentre a Berlusconi viene lanciata l'ennesima nuova accusa dai Magistrati, nel frattempo messa in naftalina dal "legittimo impedimento" appena promulgato dovuto alla carica di Primo Ministro (che tempismo olimpionico i suoi Avvocati nel presentare le Istanze!).

Uno spettacolo che non credo in Europa sia apprezzato, la bocca buona degli elettori italiani non basta a certificare la liceità di tanto sfascio etico, mentre Milano si dibatte nei problemi seri ed irrisolti, ed il Comune s'ingozza con entrate cospicue da dividendi, che ci auguriamo servano a risolvere i problemi di Milano e delle sue periferie.

Ricordo che in questo acquitrino marciscente, una voce autorevole si alza dallo stagno, la stimata Presidente di Confindustria Dott.ssa Emma Marcegaglia, per dire che: "l'economia è ferma".

Non si lasci cadere questa voce ad annegare nello stagno, che il Comune paghi subito i suoi debiti arretrati verso i fornitori per non azzoppare le aziende dell'area Lombarda, e faccia la sua parte onestamente per far ripartire l'economia con opere diffuse nel territorio immediatamente cantierabili, che i cittadini aspettano da troppi anni.

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Inserito da il Inserito da Oliverio Gentile il Ven, 09/04/2010 - 15:58

Dall'Ufficio Stampa del Comune di Milano:

BILANCIO. GIUNTA APPROVA IL RENDICONTO 2009

Milano,  9  aprile  2010 – La Giunta comunale ha dato oggi il via libera al rendiconto  della  gestione  2009  che sarà sottoposto all’approvazione del Consiglio comunale nelle prossime settimane.

“Il  documento  contiene alcuni elementi positivi – commenta l’assessore al Bilancio  Giacomo Beretta -: innanzitutto la gestione finanziaria evidenzia un  avanzo di amministrazione di circa 119 milioni di euro, in linea con il trend  degli  ultimi  anni,  fatta  eccezione per il 2008, esercizio che ha registrato  un  avanzo  straordinario  di  oltre 440 milioni utilizzato per l’operazione  di  rimborso  del  prestito  obbligazionario  convertibile su azioni  A2A,  che  ha  consentito  di mantenere un valore paritetico con il Comune di Brescia nella conduzione dell’azienda”.

“Un  altro  dato  significativo  –  ha  sottolineato  Beretta  - è il saldo positivo della gestione dei residui, pari a quasi 39 milioni di euro”.

L’avanzo  sarà  ripartito, come previsto dalle norme contabili vigenti, nel seguente modo: economie di mutuo per 12 milioni di euro, fondo svalutazione crediti  per  28 milioni, fondo rischi finanziari per 30 milioni, fondo per operazioni  su  derivati  per  23 milioni, fondo accantonamento rimborsi di capitale  per  20  milioni,  oneri  per  barriere  architettoniche  per 3.5 milioni.

Il  documento  sarà sottoposto alla votazione del Consiglio comunale subito dopo l’approvazione del bilancio di previsione 2010 la cui discussione inizierà settimana prossima.

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Inserito da il Inserito da Alessandro Rizzo il Mar, 06/04/2010 - 20:26
Rimini ha risposto all'omofobia. Certamente non ha risolto una piaga insita nell'incultura generale e generalizzata di un Paese spesso incline alla visione maschilista ed eterosessista, di esclusione e di emarginazione del cosidetto "diverso". Ma ha dato un segnale concreto, possibile, forte contro forme di persecuzione a danno di persone lgbt. Il Parlamento ha palesato ancora una volta la propria totale assenza di responsabilità politica e di capacità rappresentativa di un'intera comunità, oggetto di atti violenti spesso con conseguenze drammatiche a livello fisico, psicologico, sociale. Il Parlamento non rappresenta circa un decimo, se le stime scientifiche sono attendibili ancora, della popolazione vivente in questo territorio dal momento che ha rigettato la proposta formulata dall'On. Paola Concia di estendere la Legge Mancino ai reati contro persone lgbt per motivi di natura discriminatoria basata sull'orientamento sessuale e sull'identità di genere. La legge Mancino garantisce la perseguibilità penale di violenze a danno di persone per ragioni illogiche, ovviamente, legate all'etnia, alla religione, all'opinione politica e alle appartenenze ideali. Uan normativa contro la violenza sulle donne, approvata in ritardo rispetto al resto d'Europa, ha avuto un minimo di riscontro positivo, seppure siamo spettatori di un Governo che, a pochi giorni dal proprio insediamento, in nome della boutade propagandistica del taglio indistinto e generalizzato dell'ICI, ha sacrificato il fondo destinato al sostegno alle attività e iniziative per fronteggiare e reprimere le violenze contro le donne. Ma sui reati di violenza, sia fisica, sia verbale, perseguita in varie forme, anche persecutorie, contro omosessuali e trans il Parlamento non ha espresso alcun interessamento per bloccare una deriva sempre più consistente nel sostrato sociale di questo Paese. L'allarme lanciato quest'estate, in presenza di un'escalation preoccupante di violenze contro omosessuali e trans, sembra non avere scalfito altrettanti pregiudizi negli animi di alcuni deputati che hanno presentato un'eccezione di pregiudizio di incostituzionalità della proposta, addirittura oserei dire, in base a cosa mi domando, comparando gli omosessuali a pedofili, necrofili e soggetti dalla sessualità perversa. La comparazione non potrà che sortire l'effetto di provocare una legittimazione diffusa ad atti di aggressione contro persone lgbt. Il Comune di Rimini ha dato una risposta alternativa a un panorama istituzionale desolante, deprimente, irresponsabile, insensato, spesso espressione di prepotenze e presunzioni nel senso letterale ed etimologico del termine. Il Comune di Rimini ha approvato un ordine del giorno che non si limita a dettare un invito testimoniale di condanna dell'omofobia, ma istituisce dei servizi e dei provvedimenti che garantiscono un aiuto sostanziale alle persone lgbt, sia esse vittime di aggressioni a sfondo omofobico, sia esse cittadini aventi alcuni bisogni, necessità sociali e culturali. Si è istituito un corso di aggiornamento e di formazione dei dipendenti comunali sulle tematiche lgbt, mentre si è definito un percorso funzionale a promuovere uno sportello di aiuto e di assistenza per vittime dell'omofobia. Si è disposto un percorso istituzionale, condiviso con associazioni e organizzazioni lgbt, di inserimento di pratiche amministrative e politiche utili a proporre un'eguaglianza delle opportunità tra persone di orientamento differente. Qualcuno, abitante e residente in Europa e all'estero, mi ha chiesto come mai in Italia i servizi semplici dediti, per esempio, all'informazione turistica e culturale per le persone lgbt non siano predisposti dalle amministrazioni comunali, provinciali o regionali anzichè essere appannaggio volontario, lodevole chiaramente, di associazioni e organizzazioni private. L'unica risposta che si può dare a questa giusta domanda è la seguente: in Italia il pregiudizio è talmente radicato nella sottocultura di una maggioranza silenziosa che i livelli di avanzamento sociale e culturale e di emancipazione civica sono ancora fortemente bloccati.
Milano può fare qualcosa, come Comune, prendendo esempio da Rimini e da altre buone pratiche amministrative che hanno garantito l'abbattimento progressivo di un pregiudizio diffuso da un'ignoranza che colpisce, soprattutto, alcuni che dovrebbero essere definiti come "rappresentanti della collettività". Ma Milano non ha saputo ancora dare risposta a riguardo. Non ha saputo riprendere l'esame della proposta di delibera di istituire un registro delle convivenze affettive, così come licenziato dalle Commissioni Politiche Sociali e Pari Opoortunità. L'ISTAT ha deliberato di inserire nei moduli per la dichiarazione dei redditi l'opzione "conviventi omosessuali", garantendo un'uniformità nella modalità di dichiarazione alle coppie eterosessuali di diritto. E', questo, un passo in avanti che precede, come sempre, una legislazione stantia, anacronistica, fortemente ridotta ai pregiudizi ideologici e ai confessionalismi disumani. La società civile, cosidetta, fatta di realtà, istituzioni giudiziarie, enti amministrativi palesa una sensibilità politica di rappresentanza della comunità lgbt maggiore di un Parlamento fermo e immobile nell'assicurare l'applicazione dell'Articolo 3 della Costituzione e nel recepire e comprendere, intelligere, le necessità e le identità di una comunità di cittadine e di cittadini che non possono essere considerati di livello inferiore rispetto ad altri. Milano ha visto diversi atti di intolleranza omofobica contro sedi, locali gay e lesbo, diverse aggressioni a danno di persone, ma ha rigettato una proposta di delibera con pretesti assurdi e infondati, con un voto negativo che ha visto appartenenze trasversali. E' certamente un problema culturale, ma la città non può attendere se viene definita europea, se viene definita civile, se viene definita come realtà dove la concentrazione di persone lgbt è ancora più forte, prevalente.
Ma quanto occorre aspettare ancora per vedere una riforma amministrativa che sappia garantire un riconoscimento di opportunità e di diritti e garanzie per le persone lgbt, che lavorano, che consumano, che pagano le tasse, che contribuiscono allo sviluppo collettivo della collettività? Ma è ancora tollerabile questo stato di cose immobile e fermo? Ma è ancora sopportabile sentire affermazioni di alcuni consiglieri, regionali e provinciali, che negano esserci un pregiudizio omofobico in alcune manifestazioni indegne della società, e che definiscono alcune proposte di buon senso di estensione delle opportunità a omosessuali e trans con epiteti denigratori e diffamatori senza precedenti? Ma come tollerare simili atteggiamenti di omofobia e di ignoranza da parte di alcuni che dovrebbero essere "rappresentanti della cittadinanza"? Ma chi credono di rappresentare così facendo?
Io attendo una svolta e credo che dai territori e dalla base sociale questa svolta può giungere, può essere detonata. Presenterò un'istanza, un livello di atto amministrativo del Consiglio di Zona che incide propositivamente ai livelli comunali, nel prossimo consiglio di giovedì 8 aprile per sollecitare un riesame della proposta di istituire il registro delle convivenze affettive e per assicurare un percorso che porti al recepimento di pratiche e provvedimenti simili a quelli adottati dal Comune di Rimini per fronteggiare coi contenuti e la determinazione una piaga sociale insopportabile e presente nel tessuto del nostro Paese, spesso incancrenito da pregiudizi e da discriminazioni verso il "diverso" di turno. Io non sono intenzionato ad attendere ancora molto, però. Io penso che sia giunta l'ora di fare sentire una voce soffocata dalle istituzioni, silentita, ignorata, la peggiore risposta data finora. Tutto questo deve avvenire sotto forme differenti di mobilitazione e di manifestazione della propria denuncia. Nella legalità, sia chiaro, ma con determinazione e inflessibile costanza.

Alessandro Rizzo
Capogruppo LA SINISTRA - Uniti con Dario Fo
Consiglio di Zona 4 Milano

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Inserito da il Inserito da Enrico Vigo il Mer, 24/03/2010 - 13:12
Egregio Vice-Sindaco Assessore Riccardo De Corato,
Egregio Presidente Girtanner C.d.Z.6
Egregi Consiglieri C.d.Z.6,
le pedonalizzazioni degli ambiti urbani di pregio (i navigli di Milano sono uno di questi) sono fin dagli anni ’70 del secolo scorso (in Italia siamo in grave ritardo) un indirizzo virtuoso di amministrazione comunale, sperimentato e vissuto oramai da anni con grande successo e con i consensi di residenti, commercianti e turisti (anche italiani) nelle migliori città d’Europa.

Prendo atto, con stupore e rammarico, che a Milano i residenti, che pur anch’essi beneficerebbero senza ombra di dubbio di una tale impostazione, siano lasciati soli nella disperazione e nel disagio di un inaccettabile degrado dall’Amministrazione Comunale centrale di Palazzo Marino, incapace di far sorvegliare adeguatamente dalla Polizia Locale la zona pedonalizzata nelle ore serali e notturne, tanto da dover essere costretti a prendere posizione contro.

Mi chiedo se si riesca a percepire la gravità di questa impostazione che è antistorica. Il grido dei commercianti è inascoltato, non certo a caso, qualcuno evidentemente fa la somma algebrica dei voti di convenienza, accontentando chi “butta” di più in termini elettorali, evidentemente la politica ha le sue esigenze, e poi c’è la Lega con le sue sempre più chiare prese di posizione politiche apertamente anti-Moratti-DeCorato che poi raschia gli eventuali voti persi dalla maggioranza di centrodestra, con la sua camaleontica capacità di essere governo e opposizione nello stesso tempo, classico esempio di coerenza padana.

Mi auguro che rispetto alla contabilità elettorale prevalga il buon senso ed il buon governo del territorio, l’indirizzo maestro non può che essere quello di arrivare nel medio temine a pedonalizzare tutti gli ambiti del Naviglio Pavese e del Naviglio Grande, incluso gli ambiti della Darsena, discostarsi da questo indirizzo offende e mortifica la storia di Milano. Certo per far questo bisogna essere capaci di gestire l’ordine pubblico, di proteggere i residenti, di fissare e far rispettare regole anti degrado, senza questa propensione e capacità si fanno solo danni a tutti, residenti, commercianti e a tutta Milano.

Cordialmente,
Enrico Vigo

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Inserito da il Inserito da Rita Foschini il Lun, 22/03/2010 - 10:37

Buon giorno a tutti.... leggo con costernazione ed avvilimento l'articolo di oggi, 22 marzo apparso su Repubblica...
Non posso esprimere adeguatamente ciò che realmente penso, altrimenti sono sicura che il mio intervento verrebbe tagliato, ma credetemi la tentazione è forte!!
Faccio parte anch'io della "schiera di disabili", fortunatamente per me non in maniera così gravi come questi sfortunati ragazzi, tant'è che conduco una vita, sia sociale che lavorativa pressochè normale, seppur con qualche limitazione.
Vorrei dire al Consiglio Comunale di mettersi una mano sulla coscienza e di trovare i fondi necessarie.... che non tirino fuori le belle parole solo al momento delle elezioni... che le parole diventino fatti, ma veramente!

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Inserito da il Inserito da Enrico Vigo il Dom, 21/03/2010 - 17:19

Questo è il livello di confusione politica nel centrodestra milanese:

Da Repubblica web di oggi:

La Lega all'attacco della Moratti
"Ci vuole aria nuova in Comune"

Mentre il sindaco partecipava a Roma in piazza San Giovanni alla manifestazione del Pdl, a Milano la Lega ha inviato un avviso di sfratto al sindaco e al suo vice De Corato. "Se prenderemo una grandinata di voti – hanno annunciato Giorgetti e Salvini – l’anno prossimo si cambierà musica anche a Palazzo Marino"

di Andrea Montanari
La Lega all'attacco della Moratti "Ci vuole aria nuova in Comune" Il leghista Matteo Salvini
Mentre Letizia Moratti, sul palco di piazza San Giovanni a Roma, sventolava la bandiera del Pdl e intonava Gianna di Rino Gaetano e mentre sempre il sindaco ballava insieme ad altre sue compagne di partito sulle note di «Se mi lasci non vale», seicento chilometri più a nord, a Milano, uno dei partiti della sua maggioranza, la Lega, inviava a lei e al suo vice, Riccardo De Corato, un avviso di sfratto con un anno di anticipo. Prenotando per il Carroccio la prossima candidatura alla guida di Palazzo Marino nel 2011.

«Dateci una mano perché in base al voto regionale, facciamo lavorare per l’ultimo anno sia il sindaco Moratti, sia il vice sindaco De Corato, perché l’anno prossimo, se va come va in Regione, vediamo di cambiare la musica anche in Comune». Parola del capogruppo della Lega in consiglio comunale, Matteo Salvini. A dar fuoco alle polveri sono stati proprio i vertici lombardi della Lega, rimasti a Milano per presidiare il territorio nell’ultimo fine settimana della campagna elettorale.

A cominciare dal segretario nazionale della Lega Nord, Giancarlo Giorgetti, che ha definito questo scenario «un sogno che può diventare realtà, se la Lega prenderà una grandinata di voti che le permetterà di raccogliere e completare il cambiamento». Ne è certo anche l’assessore regionale uscente Davide Boni.
Uno scenario degno delle Cinque giornate di Milano del 1848. Con la differenza che «questa volta il Nord ha una guida sicura: quella di Umberto Bossi». Perché, come aggiunge Salvini «Un sindaco deve lavorare 365 giorni all’anno e farsi vedere sui mezzi pubblici per caso e non per farsi riprendere in servizi concordati».

Ce n’è anche per De Corato. «C’è modo e modo di fare l’assessore comunale alla Sicurezza — attacca ancora il capo gruppo del Carroccio a Palazzo Marino — A Brescia, i 300 vigili a disposizione dell’assessore della Lega hanno arrestato 310 delinquenti, di cui 280 stranieri. A Milano i 3000 vigili che dipendono da De Corato hanno fato solo 280 arresti. Lui ogni tanto ci tira le orecchie per alcuni nostri interventi, ma se facesse qualche multa in meno e qualche controllo in più». In altre parole, «ecco perché votare Bossi o Berlusconi non è la stessa cosa».

Dall’interessato arriva subito una rabbiosa quanto stringata replica. «A giudicarmi saranno i milanesi — sbotta il vice sindaco De Corato, che era a Roma per la manifestazione indetta dal Pdl — Non sono abituato a rispondere su affermazioni che mi sembrano solo elettoralistiche. Ne riparleremo dopo la fine della campagna elettorale». La Lega, però, tira dritto. E annuncia la richiesta «di portare a dieci gli anni di residenza per poter ottenere l’assegnazione di una casa popolare, il bonus bebè, il nido vicino casa». Inoltre, Formigoni «dovrà garantire che metà gli appalti e dei nuovi posti di lavoro, vadano prioritariamente ai lombardi e non a Paternò».

Quindi l’annuncio di un emendamento al bilancio del Comune. Per spostare un milione del 2,7 dei fondi per la rassegna MiTo, da dividere tra il fondo per le vittime del racket e dell’usura. Il nuovo centro per i malati autistici. I vigili. I papà separati e le piccole associazioni culturali.

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Inserito da il Inserito da Enrico Vigo il Sab, 20/03/2010 - 06:31
Egregi Signori della Politica di Centrodestra, di Milano e dei Palazzi Romani,

noi cittadini non crediamo di essere così sprovveduti da non percepire con grave disagio il paradosso di una  Milano che vuole farsi grande al cospetto del mondo con EXPO 2015, ma che poi alle scuole pubbliche dell'obbligo cittadine, dove manca tutto, non riesce a garantire quel livello minimo indispensabile di dignità che una società che vuole dirsi civile deve necessariamente avere.

Manca tutto, dal pagamento degli arretrati agli insegnanti, al personale ATA e le supplenze sempre più miraggio sahariano, insegnanti di sostegno sempre più rarefatti, carta igienica, detersivi, materiale per i laboratori, computers aggiornati, materiale audio e video, manutenzione, messa in sicurezza.

Una porzione di Milano oggi impresentabile, la scuola dell'obbligo è costretta a pene da piaga biblica, dove i genitori oramai sono chiamati a sborsare ripetutamente denaro per rimpinguare i disastrati bilanci e consentire alla scuola galleggiare al limite (spesso valicato) della sopravvivenza, con una offerta formativa anno dopo anno sempre più critica. 
BERLUSCONI, TREMONTI, BOSSI, CASTELLI, FINI, LA RUSSA, GELMINI, STANCA, MORATTI, DECORATO, PALMERI, SALVINI, PODESTA', FORMIGONI, EMILIO FEDE, FELTRI, BELPIETRO, MINZOLINI, parlatevi tra Voi, questa vostra Milano (a filotto di Centrodestra) sul fronte scuola (dell'obbligo) è di una tale povertà che farlo sapere al mondo dovrebbe farvi arrossire paonazzi dalla vergogna.
Avreste per caso il coraggio di dirlo al BIE?
Nei magri bilanci comunali c'è ancora qualche elemosina da stanziare per le scuole dell'obbligo milanesi?

Ricordatevi bene che a Milano andremo alle elezioni regionali 2010, per 1000 ragioni molto critiche, politicamente significative, con questo macigno sullo stomaco, ad esprimere nel segreto dell'urna tutto il nostro disappunto, ed a nulla varranno le vostre affabulazioni se prive di concretezza.

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Inserito da il Inserito da Claudio Edossi il Mar, 23/02/2010 - 11:27

Mettere in piedi un qualunque provvedimento, seppur discutibilissimo come quello del blocco del traffico, e concedere permessi speciali significa NON trattare i propri cittadini allo stesso modo e, soprattutto, dimostrare di non credere nemmeno nel provvedimento stesso. Manca quindi la regola base per lo sviluppo di una società civile.

Entrando poi nel merito del provvedimento, come quello del blocco del traffico, non c'è nulla da dire se non che si sta ancora cercando di far finta di risolvere un problema.
La stessa amministrazione non può avere paura di andare fino in fondo con un provvedimento come quello dell'Ecopass, testando così il potenziale di un provvedimento sostenibile (economicamente), e far finta di voler sensibilizzare i cittadini impetendo loro di muoversi. (sebbene i provvedimenti si riferiscano ad aree diverse)

Milano dovrebbe essere un laboratorio di idee, innovazione e miglioramento delle condizioni di vita del paese intero, visto il ruolo che ricopre a livello socio-economico, ma si riduce ad essere una pedina demagogica della classe politica nazionale. Triste, molto triste.

Claudio

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Inserito da il Inserito da Oliverio Gentile il Ven, 12/02/2010 - 11:21

Da milano.corriere.it:

Podestà: «valutiamo sospensione dal partito». Majorino: «Nuova tangentopoli»

Pennisi arrestato, la Moratti:
«Lasci ogni incarico comunale»


La Guardia di Finanza ha perquisito casa e ufficio del consigliere: «Tracce di altri versamenti»

MILANO - Le perquisizioni della Guardia di Finanza avrebbero fatto emergere altre tangenti versate a Camillo «Milko» Pennisi, il presidente dimissionario della Commissione urbanistica del Comune di Milano arrestato giovedì con l'accusa di aver incassato una mazzetta da 10mila euro da un imprenditore, Mario Basso, per sbloccare una pratica edilizia. I finanzieri hanno setacciato i conti correnti, l'ufficio e l'abitazione del politico del Pdl, individuando tracce di versamenti a lui riconducibili. Nell'interrogatorio a cui è stato sottoposto fino a tarda notte, Pennisi ha fornito risposte definite «insoddisfacenti» dagli investigatori, che ora vogliono capire se il consigliere di Palazzo Marino ha ricevuto mazzette da altri imprenditori. Non è escluso che nei prossimi giorni vengano convocati i legali rappresentanti di altre aziende che hanno avuto a che fare per varie ragioni con Pennisi. Gli agenti della polizia giudiziaria hanno perquisito giovedì sera lo studio dell'architetto milanese Giulio Orsi, ex dirigente del Comune di Milano come responsabile dello sportello edilizia del Comune. Il professionista non risulta però indagato.

LA MORATTI: SI DIMETTA - «Auspico che il consigliere Pennisi, dopo aver dato dimissioni da presidente della Commissione urbanistica, dia le dimissioni anche da tutti gli incarichi comunali o collegati al Comune», ha dichiarato il sindaco di Milano Letizia Moratti. Venerdì mattina Pennisi si è dimesso da presidente della commissione urbanistica di Palazzo Marino, ma non da consigliere comunale. A chi ha chiesto al sindaco se l'arresto possa implicare uno stop al Pgt, come peraltro già paventato dall'opposizione, Letizia Moratti ha risposto che «non ci sono i motivi, perché c'è un vicepresidente di Commissione, Pasquale Salvatore, che potrà continuare a portare avanti i lavori». La Giunta comunale di Milano, in una nota, ha giudicato «grave» l'episodio delle mazzette e, «pur confermando solidarietà umana» al consigliere, «condanna in modo assoluto ogni episodio di illegalità». L'udienza di convalida dell’arresto di Pennisi - l'accusa è di concussione - si terrà con ogni probabilità sabato mattina. Intanto, i pm Grazia Pradella, Laura Pedio e Tiziana Siciliano, che coordinano l'inchiesta, hanno preparato la richiesta di convalida dell'arresto.

PODESTA': SOSPENSIONE DAL PDL - Il coordinatore lombardo del Pdl, Guido Podestà, non ha escluso che Pennisi possa essere sospeso dal partito. «Ne parlerò all'interno del partito, è possibile», ha risposto Podestà a una precisa domanda. «Certi comportamenti patologici - ha aggiunto - devono essere eliminati e allontanati alla politica». Podestà ha però negato che l'episodio che ha coinvolto Pennisi possa aver aperto, all'interno del Pdl, un problema legato alla cosiddetta questione morale. «Se parliamo di questione morale - ha osservato Podestà - allora vado a vedere altre situazioni che possono esserci anche nel Pd o in altri partiti: credo che ci sia una questione morale legata a chi interpreta la politica in modo sbagliato. La politica è servizio ai cittadini, ma se diventa appropriazione dei mezzi che sono dei cittadini, allora significa che non si è capito cosa sia fare politica».

LA PALAZZINA ALLA BOVISA - La pratica edilizia da cui è scaturita la presunta concussione - costata a Pennisi l'arresto in flagranza - è relativa a un intervento in via Broglio, nel quartiere Bovisa, periferia nord del capoluogo lombardo. Dopo aver ottenuto il parere contrario del consiglio di Zona 9, cioè della circoscrizione, il permesso di costruire è approdato all'attenzione della commissione presieduta da Pennisi il 15 ottobre scorso, perché esprimesse l'obbligatorio, ancorché non vincolante, parere dell'organismo consiliare. L'intervento prevede la realizzazione di una palazzina residenziale di tre piani, con una corte interna e un patio, una palestra e alcuni box auto nei seminterrati. Come recita l'ordine del giorno della seduta della commissione, il permesso di costruire era «a parziale sanatoria presentata il 23 marzo 2009» dovuta «al crollo del fabbricato esistente». Il regolamento comunale sul decentramento impone che ogni permesso di costruire che abbia ricevuto il voto negativo del consiglio di circoscrizione debba essere sottoposto all'esame della commissione Urbanistica. Spetta al presidente decidere quando discutere le pratiche di questo tipo. Il parere dell'organismo consiliare, pure obbligatorio, non è vincolante, visto che gli uffici tecnici in un secondo momento hanno comunque la facoltà di autorizzare l'intervento. Nell'inchiesta è indagata anche la segretaria del politico, che avrebbe avuto colloqui con i rappresentanti della società; la sua posizione è comunque al vaglio degli inquirenti, che stanno cercando di capire se fosse a conoscenza delle mazzette.

Redazione online

12 febbraio 2010

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Inserito da il Inserito da Enrico Vigo il Sab, 30/01/2010 - 07:41
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Cari Consiglieri Comunali di Milano,

Bisogna cambiare marcia, stile e priorità nella gestione del verde urbano. Fa sorridere vedere i pur timidi e rari nuovi impianti di alberi a Milano, falcidiati poi spesso dall'incuria e da capitolati negli appalti di manutenzione con controlli insufficienti, che vengono messi a dimora puntando all'estetica, pare un valzer viennese danzato in un letamaio.

Prima dell'estetica viene il lavoro di massa con impianti numericamente significativi nei numerosi e trasandati parchi e parchetti che sono diffusi in tutta Milano, radure disadorne che aspettano forestazioni che non arrivano mai, con alberi d'alto fusto idonei, qualche sempreverde, e cespugli ancora di sempreverde resistente al rigido clima milanese (lauro ceraso, alloro, pyracanta coccinea, buxus sempervirens, etc.).

Non si vede la mano del Comune a prendere di petto il problema, e non è solo una questione di percezione o errata affabbulazione, le radure rimangono tali per anni ed anni con evidenza sconcertante, ogni tanto la "ciliegina" (sul letame) di qualche bell'impianto deizioso in mezzo al nulla.

Forestazione è quel che serve, ed è tutta un'altra cosa, poi i lavori di fino e di fioretto di alta estetica potranno certamente venire e saranno i benvenuti, ma in un contesto ben diverso da quello di oggi.

Un esempio su tutti gli altri, forse il più macroscopico e visibile (ogni Zona di Milano ne ha altri non meno importanti) è quello di Monte Stella e dintorni (a radura disadorna), in grado di ospitare ancora molte decine di migliaia di alberi che i cittadini milanesi vorrebbero ostentare al mondo in occasione di EXPO2015 e per trarne egoisticamente benefici per la salubrità dell'ambiente e l'estetica urbana.

Cominciamo già quest'inverno 2010 con una inversione di rotta concreta e immediatamente visibile ai cittadini?

In attesa,
Enrico Vigo

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