Una grande città come Milano, in contradittoria trasformazione, deve diventare un simbolo anche morale per testimoniare la presa di coscienza del rischio di un imminente disastro a livello planetario, se non si inverte in fretta la tendenza, purtroppo in fase di crescita esasperata, dell'utilizzo sempre più massiccio ed indiscriminato delle risorse naturali unite alla sproporzionata cementificazione dei terreni.
L'obiettivo e quello di promuovere modelli di vivibilità urbana d'eccellenza per contrastare gli effetti del surriscaldamento della terra che ci sbalordisce, come quest'anno, a vivere stagioni "pazze" e sinistramente innaturali, presagio di imminenti più vasti disastri.
Un clima invernale troppo mite e malato, dove stanno saltando pericolosamente i consolidati equilibri naturali, dove la nosra agricoltura rischia di essere messa in ginocchio fino al prevedibile disastro naturale ed economico.
Non è più in gioco solo la salute, sono in gioco i delicati equilbri che reggono le sorti del mondo. Serve un indirizzo preciso di trasormzione radicale della cutura urbana, con tracce visibili e messaggi precisi da offrire, come quelo di una città che si ribella al suo declino che non puòessere inarrestabile.
Una città che prende coscienza dei suoi limiti oltrepassati, rilanciando la natura nel vivo del suo intreccio di vie e piazze, aportando radicali correttivi come rimboschimenti intensivi, riavvicinandosi alla Milano storica abituata a convivere con le sue acque, con i suoi fumi, con i suoi boschi, diradati in epoca recente, è portatrice di un messaggio universale.
Non è più possibile una crescita indiscriminata senza fare i conti con la natura, lo sapevamo ed ora lo tocchamo con mano, ancora troppo ignari delle possibili devastanti conseguenze. Abbiamo adesso un obiettivo, EXPO-2015, mettiamocela tutta per ritornare a essere i primi della classe anche in termini di vivibilità.
Le trasformazioni sono lente e gli effetti percepibili di lungo periodo, bisogna iniziare subito con grande energia, un grande messaggio etico per la Milano mondiale di EXPO-2015, ed abbiamo solo 8 anni per farlo.
Sacrificati decine di grandi alberi in un pregiato fazzoletto diverde ben curato, tra l'indifferenza collettiva.
Sarà questo in fase di allestimento il quarto cantiere lumaca (tutti nel raggio di 500 metri), allungando la lunga serie sconcia della Zona 6, ingestita dal Comune?
Il Consiglio di Zona, ufficio Tecnico, o il Comune, hanno censito quanti alberi sono stati tagliati? Chi ci garantirà che anche questo cantiere non duri anni?
Altro spazio sottratto al verde e alla collettività, anche qui sperimenteremo l'assenza delle istituzioni a cui la Gunta Albertini ci ha tristemente abituato?
Come può il Consiglio di Zona vigilare su queste iniziative che se non seguite possono arrecare danno ai cittadini ed al bene collettivo?
Lo smog elisir di lunga vita?
Il professor Veronesi ha in tale sede dichiarato che l’inquinamento atmosferico è responsabile soltanto del 2% dei tumori polmonari, al contrario di alimenti e tabacco che, insieme, rappresentano il 75% delle cause.
Questa affermazione corrisponde pacificamente a quanto da anni riporta la manualistica in materia di fattori di rischio oncologico, ma, se non correttamente interpretata, si presta facilmente ad essere strumentalizzata per fini politici, soprattutto da parte di chi vuole negare i perversi effetti prodotti dal traffico delle nostre città, o frettolosamente equivocata nelle sintesi giornalistiche, che giungono difatti in qualche caso ad affermare: “Lo smog non fa vittime” oppure “Veronesi riapre il dibattito su polveri e blocchi delle auto: Il fumo peggio dello smog”, o ancora “Veronesi assolve lo smog”.
E’ facile ritenere che tali affermazioni, già udite in altre circostanze, in questo caso abbiano forse risentito di una ulteriore amplificazione probabilmente legata anche al contesto in cui sono state rese: uno studio delle case automobilistiche sulle responsabilità degli agenti inquinanti, specialmente del particolato fine.
Riteniamo quindi opportuno esprimere pure una nostra (assai più modesta) riflessione, come associazione ambientalista.
Pur con la legittimità che ogni opinione ha in un dibattito, non pensiamo infatti che sia utile un rincorrersi di affermazioni le une contrapposte alle altre, dove, su problemi gravi, si dice tutto e il contrario di tutto.
L’inquinamento nuoce oppure no? Ci avvelena o no? E’ un fattore negativo o appare invece desiderabile?
Per essere corretti, dunque, bisogna cominciare a osservare che i valori citati dal professor Veronesi sono delle medie riferite ad aree molto ampie, ad interi Stati e non, invece, a zone di inquinamento ad elevata intensità, come è l’area urbana milanese. Sono cioè valori complessivi e non dati puntuali. Richiedono quindi molta cautela nel loro utilizzo in chiave interpretativa di realtà specifiche. Basti pensare che stime prudenti, riferite alla esposizione in aree ad alto inquinamento atmosferico, come Milano, indicano una incidenza causale di patologie tumorali intorno al 12%.
E’ peraltro evidente che la parola “cancro” non va usata solo come spauracchio per incutere terrore. Ed è altrettanto evidente che il tumore, pur con il suo carico di stigma sociale, non è l’unica patologia dalla quale doversi difendere.
Sfuggiamo pure alle “facili correlazioni” e partiamo quindi da un punto, che speriamo non più controverso: traffico e inquinamento incidono pesantemente sulla “qualità” della vita di tutti i cittadini, prima ancora che sulla “quantità” di vita.
Sono innegabili i costi individuali e sociali, diretti e indiretti, che il traffico genera: quanto tempo perso, quanti soldi, quanto stress, quante malattie psicofisiche, (ma anche quanti incidenti, quanti feriti, quante vittime)? Quanto costa alle casse dello Stato e alle nostre il traffic jam, l’ingorgo che ci assedia ogni giorno?
Sul versante inquinamento non ci sembra che la situazione sia più rosea: comunque la si voglia vedere, vivere in un ambiente inquinato, a prescindere dal fatto che esso accorci o no la nostra esistenza, ci logora, ci fa stare male, ci costringe a vivere male, aumenta intensità e frequenza di molte patologie, moltiplica il disagio sociale, rende anche il nostro futuro assai meno desiderabile.
E, parlando di inquinamento (di cui quello atmosferico è una parte), neppure ci si può dimenticare che alcuni agenti inquinanti sono spesso ampiamente sottovalutati, in qualche caso neppure del tutto conosciuti nei loro effetti, e investono tutti i nostri sensi: non esistono solo le polveri sottili, il particolato fine che inaliamo ad ogni atto respiratorio, di cui leggiamo quotidiani bollettini che suscitano un allarme che, con clamori alterni, si stempera in un senso di impotenza, ma anche idrocarburi, gas, rumore, eccetera.
Meglio allora inalare un tot di polveri sottili o fumarsi una sigaretta?
Se non si vogliono assecondare inopportune confusioni, è bene dire chiaro che un conto è scegliere di fumare, essendo ormai consapevoli della gravità del danno che il fumo infligge; un altro conto è subire, essere costretti a respirare un’aria resa mefitica, anche se, per mera ipotesi, meno dannosa della sigaretta che si è magari scelto di non fumare.
Ma veniamo infine all’argomento scientifico da cui è nata questa riflessione: assodato che la qualità della vita dei cittadini comunque ne risente, è proprio vero che l’inquinamento atmosferico prodotto dal traffico, nella fattispecie quello da polveri sottili, non ha tuttavia conseguenze mortali provate sul piano medico-scientifico ed epidemiologico?
Gli studi condotti a livello internazionale indicano ormai chiaramente che una correlazione c’è. L’inquinamento è dunque un fattore patogeno (si pensi alle malattie a carico dell’apparato respiratorio e cardiovascolare), nonostante che la sua efficacia nel causare malattie tumorali appaia inferiore a quella di altri agenti. Ma questo, di per sé, non significa nulla: certamente non vuol dire che si debba abbassare l’asticella nella lotta al traffico e all’inquinamento. Anzi.
Il bello della scienza è che essa è libera: è libera di discutere e addirittura capovolgere qualunque assunto, non importa quanto consolidato, senza veli dogmatici, ma ha anche il dovere di essere sempre critica verso sé stessa.
La libertà della scienza, perché continui ad essere strumento di ragione, ha un vincolo ineludibile: quello di ancorarsi ai dati, di dimostrare le proprie tesi, di confrontarsi in modo aperto e senza slogan.
Accanto a ciò, il dovere di chi compie scelte politiche, di chi amministra, come di chi informa, è quello di non piegare tali dati per utilità diverse, ma di confrontarsi con essi per quello che stanno effettivamente a significare.
Ed è in definitiva per questo che, partendo dai dati scientifici (seri, obiettivi e misurabili) e conoscendo il rigore laico dell’oncologo Veronesi, in una situazione compromessa come quella milanese, speriamo che egli non accetti di veder accostare impropriamente il suo nome a tesi “buoniste” e auto-assolutorie che appaiono quantomeno superficiali ed erronee.
Perché traffico e inquinamento restano, nei fatti, una delle prime emergenze, non solo nella nostra città. E nessuno può chiamarsene fuori.
Eugenio Galli (presidente Fiab CICLOBBY onlus e coordinatore regionale FIAB Lombardia)
Scrivo questo post quindi per far riflettere e per chiedere a tutti voi di controllare se il mio conto è giusto.
1) Ogni anno muoiono in media 8220 persone nelle 13 maggiori città italiane per problemi respiratori causati dal PM10 (vedasi allegato Articolo del Primario Dott Harari a riassunto di un importante quanto autorevole studio dell' Organizzazione Mondiale della Sanità OMS).
Il futuro sono ultra convinto in questo, della mobilità nella nostra città sta nelle corsie preferenziali per i mezzi pubblici (ora bloccati dalle auto private) e nelle biciclette, e questo non solo per lo smog: rumore, incidenti, pericoli guastano la nostra vita e ci impediscono la sacrosanta libertà di movimento (chi ha il coraggio oggi di lasciare i propri figli andare in bicicletta per il quartiere?)
Non fare più nuove strade e quelle che ci sono dividerle equamente tra auto, bus e bici: questo è il progresso.
Spero vivamente di aver clamorosamente sbagliato i conti.
Allego qui sotto l'articolo del Corriere con alcuni dati da me citati.
Ciao a tutti
Dott.Ing. Giovanni Gronda
Le malattie polmonari sono in crescita ovunque, l'Organizzazione Mondiale della Sanità stima che nel 2020 ci saranno 4 malattie polmonari nella nefasta «top ten» delle cause di morte nel mondo: bronchite cronica, polmoniti, tumori polmonari e tubercolosi. Sempre l'Oms ha recentemente condotto uno studio su 13 città italiane tra le quali Milano: tra il 2002 e il 2004 gli effetti a lungo termine delle concentrazioni di Pm10 superiori ai 20 microgrammi per metro cubo hanno causato una media annuale di 8.220 morti. Ai quali si aggiungono altri 516 decessi causati dall'ozono.
La diffusione della spirometria consentirebbe una diagnosi precoce di asma e di bronchite cronica, quest'ultima da sola responsabile di 25.000 decessi all'anno nel nostro Paese. La Regione Lombardia discuterà nei prossimi giorni il nuovo piano socio-sanitario 2006-2008. Il Corriere ha recentemente auspicato un'attenta azione di prevenzione e diagnosi precoce delle malattie polmonari. Compito dei medici sarà quello di coadiuvare l'azione delle istituzioni avviando studi che misurino i danni conseguenti all'inquinamento e promuovendo azioni di diagnosi precoce e di sensibilizzazione che possano arginare la crescita esponenziale delle malattie polmonari in particolare a Milano e in Lombardia.
Direttore U.O. di Pneumologia
Ospedale San Giuseppe
sharari@fatebenefratelli
Il Comune comincia a fare il suo dovere, speriamo che non soccombano solo come al solito le categorie deboli, anziani, indigenti etc, magari non in regola con la loro calderina, affinchè le vampate di giustizialismo spesso indirizzate su chi può soccombere non creino le solite ingiustizie, ma servano pazientemente a tessere la necessaria diffusione della legalità.
Ma questi Ispettori Comunali andranno a controllare anche gli uffici pubblici dello Stato, dell'ASL, della Regione, della Provincia, del Comune e sapranno sanzionare anche allo stesso modo anche la Pubblica Amministrazione laddove ancora utilizza attezzature in maniera impropria, fuori legge ed inquinanti?
Mi auguro che venga proattivamente usato il buon senso, affinchè non venga partorita l'ennesima dannosa pagliacciata a danno di più deboli.
Il servizio AMSA di lavaggio strade rischia di essere più dannoso che utile ai cittadini, mi pare importante una ragionata riforma del servizio per mettere a punto sistemi che in altre città di gran lunga più evolute d'Europa già sono cultura urbana acquisita:
1. lavaggio con acqua a pressione con mezzi idonei senza dover spostare le auto in sosta, e contestuale pulitura con lo stesso metodo dei marciapiedi;
2. lavaggio ogni 15 giorni (anzichè ogni 7gg) nelle zone periferiche meno soggette ad essere sporcate per conseguire il risultato di un contenimento dei costi da reinvestire in macchine sempre più sofisticate d'avanguardia;
3. utilizzo di mezzi con motori di nuova generazione, tenuti in maggiore efficienza emissioni, con scarichi provvisti di filtri antiparticolato.
Il servizio reso oggi, diciamolo francamente, in realtà reca più disagi che benefici.
4. per quanto riguarda la raccolta delle foglie nei viali sarebbe opportuno un potente sistema di aspirazione con grossi mezzi da far girare esclusivamente la notte (con accorgimenti anti-emissioni particolato dai motori diesel).
Il Comune di Milano deve dare gli indirizzi ad AMSA e porsi l'obiettivo di monitorare costantemente cosa fanno le Amministrazioni delle città più evolute d'Europa (benchmarking / metodo 6-sigma, riduzione dei costi e miglioramento qualitativo del servizio).
Il termovalorizzatore è un impianto che brucia i rifiuti provenienti da raccolta differenziata, un inceneritore che usa il calore prodotto per generare energia. Tuttavia, pur essendo meno inquinanti degli obsoleti inceneritori, i termovalorizzatori anche se di ultima generazione supertecnologici non riescono ad eliminare la diossina, tossica e cancerogena, presente nei fumi di scarico.
Studi sul particolato e sulle nanopolveri ne mettono seriamente in dubbio la compatibilità ambientale. E proprio per i dubbi sulla loro tossicità, i termovalorizzatori sono poco diffusi e molto osteggiati dalla popolazione, a nulla valgono le rassicurazioni sulle ultime aggiornate tecnologie, non spostano di una virgola i problemi insiti nel DNA dell’impianto, problemi senza soluzioni tecniche possibili.
Ma esiste il modo di smaltire i rifiuti urbani, con un impatto ambientale minimo, producendo eco-energia (avviati impianti in Germania e in Islanda, in Italia se ne sta interessando l’Enea). La tecnica che trasformerà la maggior parte dei rifiuti in energia termica ed elettrica e che sostituirà gli inceneritori si chiama “PIROLISI”.
La “PIROLISI” è un processo di degradazione termica in assenza di ossigeno. E' una tecnica che, con particolari accorgimenti tecnici, l'utilizzo di uno speciale tipo di forno (kiln), la dissociazione molecolare tra 400 e 800°C (contro i 1300 °C degli inceneritori), può raggiungere prestazioni ottimali, quali la totale assenza di diossine e furani, oltre ai fumi con le polveri. È un processo endotermico (per spezzare i legami tra gli atomi dei reagenti occorre fornire energia) e può essere regolato, cioè abbassato o aumentato. È particolarmente indicata proprio in presenza di materiali diversi fra di loro. Può operare con a monte la raccolta differenziata, ma anche senza.
Inoltre, la pirolisi può trattare la frazione umida insieme con la frazione secca del rifiuto, con ottimi risultati che possono toccare punte del 90% di produzione di gas e 10% di residuo inerte in discarica, contro circa il 50% dei termovalorizzatori.
La "PIROLISI" consente la minimizzazione dell'impatto ambientale, un minor numero e minore uso delle discariche, che e' tra i primi obiettivi ambientali nella gestione rifiuti.
Inquinanti quali i composti dello zolfo, gli ossidi di azoto, il monossido di carbonio diminuiscono fino alla metà mentre quelli pesanti si riducono del 50%. Se poi un tale sistema venisse accoppiato con una tecnologia ad alta efficienza, quali le celle a combustibile ad alta temperatura che possono sfruttare in maniera ottimale il syn-gas prodotto, questa potrebbe rappresentare la soluzione tecnologica ottimale al problema dei rifiuti, dal punto di vista ambientale, energetico, sociale ed economico''.
Non sprechiamo la nostra salute (protetta dalla Costituzione Repubblicana) per grassa ignoranza.
Signora, sento che ci sono difficoltà serie nell'attuare una strategia per combattere l'inquinamento che attanaglia Milano. Sembra incredibile che si avanzino resistenze al fare qualcosa per cercare di porre rimedio a quello che certamente è il problema più impellente, non l'unico - certo - in questa grande complessa città, ma quello che tutti riguarda e che è suscettibile solo di peggiorare...Sul quotidiano di oggi leggo delle targhe alterne alle quali Lei sarebbe favorevole, ma sento anche che dalla Regione arriva ancora uno stop. E' possibile e giusto, questo? Anni fa si faceva di piu' contro l'inquinamento, che gia' era altissimo: se ben ricordo, dopo cinque giorni dal superamento di determinate soglie, certificate dalle centraline - si predisponeva la domenica succesiva a piedi. Nessuno è morto per questo! Nessun commerciante e' fallito per questo! Adesso, si scopre - mi dica se e' corretto quanto dico - che di domenica a piedi se ne fara' una a gennaio, gia' belle stabilita indipendentemente dalle condizioni climatiche..Come una concessione, un contentino, un ..accessorio che graziosamente si concede! E' giusto, morale, questo? O non e' una piaga nel cuore di Milano? Questa?