.: Legalità e città
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Inserito da il Inserito da Alberto Farina il Lun, 10/03/2008 - 15:54

Estratto dalla relazione annuale della Commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno della criminalità organizzata mafiosa o similare. 20 febbraio 2008

L’Ortomercato di Milano è il più grande d’Italia. Ogni notte vi fanno capo centinaia di camion che distribuiscono i prodotti in tutta la regione. Dei 3.000 lavoratori impiegati quasi la metà sono irregolari. Il giro di affari è di 3 milioni di euro al giorno con 150 tra imprese e cooperative interessate.
L’ordinanza di custodia cautelare emessa in data 26.4.2007 nei confronti di Salvatore Morabito, Antonino Palamara, Pasquale Modaffari e altre 21 persone ha messo in luce che la cosca Morabito-Bruzzaniti grazie all’arruolamento dell’imprenditore Antonio Paolo titolare del consorzio di cooperative Nuovo Co.Se.Li. era riuscita ad utilizzare le strutture dell’Ortomercato e i suoi uffici come punto di riferimento per gli incontri, e logistica per la gestione di grosse partite di sostanze stupefacenti.
Tra di esse i 250 chilogrammi di cocaina provenienti dal Sud America, giunta in Senegal a bordo di un camper e sequestrati in Spagna dopo aver viaggiato sotto la copertura di un’attività di rallye.
La cosa che più inquieta è che Morabito, appena terminato nel 2004 il periodo di soggiorno obbligato ad Africo, grazie all’arruolamento dell’operatore economico Antonio Paolo, aveva goduto per i suoi spostamenti all’interno dell’area commerciale addirittura di un pass rilasciato dalla So.Ge.Mi. e cioè la società che gestisce per conto del Comune di Milano l’intera area dell’Ortomercato. Al punto che il Morabito entrava nell’Ortomercato con la Ferrari di sua proprietà.
Tale mancanza di controlli appare peraltro diretta conseguenza del fatto che da tempo l’area, nonostante la gestione comunale, era divenuta “zona franca”, controllata da un caporalato aggressivo, padrone del lavoro nero e all’interno della quale il Presidio di Polizia risultava chiuso da anni, mentre i Vigili Urbani evitavano quasi sempre di intervenire.
La capacità di influenza di Morabito era giunta al punto che il suo “controllato”, Antonio Paolo, aveva acquistato le quote della società SPAM Srl che, per ragioni di certificazione antimafia Morabito e i suoi associati non avevano più potuto gestire formalmente, e tale società aveva chiesto e ottenuto dalla So.Ge.Mi., e quindi in pratica dal Comune, la concessione ad aprire nello stabile di Via Lombroso, ove peraltro ha sede la stessa So.Ge.Mi il night club “For the King”, inaugurato il 19.4.2007 alla presenza di noti boss della ‘ndrangheta come, tra gli altri, Antonino Palamara.
Il sequestro preventivo delle quote sociali della Spam è stato adottato dal GIP di Milano e confermato dal Tribunale del Riesame il 5.6.2007.
I provvedimenti dell’autorità giudiziaria di Milano con i quali sono state sequestrate le quote sociali della SPAM Srl evidenziano un’altra ragione di interesse. Antonio Paolo, dopo aver rilevato la società nella quale Morabito era rimasto il socio occulto e il vero dominus, aveva ottenuto dalla Banca Unicredit ed esattamente dalla filiale della centrale via San Marco di Milano un anomalo finanziamento di 400.000 euro che doveva servire a pagare le spese della ristrutturazione del night For the King, peraltro a posteriori, visto che la ristrutturazione era già avvenuta.
Ciò mette a nudo un sistema col quale non solo qualche Cassa Rurale di provincia ma anche istituti maggiori assicurano finanziamenti a noti esponenti mafiosi senza effettuare i controlli necessari e senza chiedersi chi siano i soggetti così indebitamente favoriti.
Un’altra conseguenza significativa dell’indagine relativa alle infiltrazioni della ‘ndrangheta nell’Ortomercato è stato il sequestro propedeutico alla confisca di numerose quote societarie e beni immobili per un valore complessivo di quasi 4 milioni di euro effettuato nei confronti di due fiduciari del gruppo Morabito-Bruzzaniti e cioè Francesco Zappalà, un dentista che non aveva mai esercitato la sua professione medica, ma che disponeva a Milano di una villa lussuosa e del suo braccio destro Antonio Marchi.
(..)
La Lombardia, con 545 beni immobili confiscati è collocata al quarto posto tra tutte le regioni italiane. Purtroppo di tali beni solo 297 sono stati sinora assegnati a fini sociali. Un ritardo inaccettabile perché frustra la riappropriazione materiale e simbolica di tali ricchezze da parte della collettività, ancora più importante in una regione come la Lombardia.

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Inserito da il Inserito da Laura Traore il Mer, 09/01/2008 - 17:51

l'Orchestra di Via Padova, uno dei pochi esempi di integrazione culturale con il popolo migrante, sta raccogliendo fondi per pubblicare il  primo album.
L'Orchestra, fondata da artisti professionisti, stranieri ed italiani sta operando proprio per dimostrare che l'unione di culture differenti è un arricchimento. http://www.orchestradiviapadova.it/raccoltaFondi.php
Chi volesse incontrarli sono tutti i mercoledì sera presso la sede ANPI di Piazza Costantino.

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Inserito da il Inserito da Germana Pisa il Sab, 01/12/2007 - 18:41

Spinta dalla necessità di capire ho finalmente cercato nella miniera del web tracce della storia di un popolo che è da sempre al centro dell'attenzione: il popolo zingaro. Io sono colpita dal fatto che si parli tanto di loro, che siano al centro dell'attenzione e che, per converso, le notizie sulla loro storia non ci raggiungano facilmente, per non dire per nulla, dai media.  Ma noi, penso si debba essere curiosi e ansiosi di conoscere la storia di persone che hanno scelto di vivere in maniera così diversa da quella nostra..e sapere quando è cominciata la loro storia e perchè!! La loro è una storia millenaria. Non mancano gli studi su di loro, occorre cercarli, internet e' una fonte inesauribile : cio' che non conosciamo lo temiamo.
Sono stati perseguitati e cacciati, torturati e uccisi a milioni. La loro diversità di costumi stride con i costumi nostri, (non curano l'aspetto secondo i canoni consueti, portano abiti che sono quelli probabilmente che portavano secoli fa; non hanno (non hanno avuto) di solito un luogo cui si radicano,  i loro mestieri di sempre sono quelli che non sono consueti, o sono scomparsi. E, sempre, in fuga.

 Dicevo dei media che non raccontano la storia dei Rom , che sottaciono le loro persecuzioni costanti e crudeli nei secoli. Sono gli stessi media, (perche' stupirsi in fondo)?...che ci "informano" senza informare, rimanendo alla superficie degli eventi. Ho trovato due storie dei Rom, in due siti (grazie internet).

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Inserito da il Inserito da Anna Bauer il Sab, 10/11/2007 - 13:32

Egregi concittadini,
vengo adesso da una lettura approfondita del blog di Beppe Grillo. Sappiamo che lui fa moltissime battaglie in modo da poterci aprire gli occhi sulle inadeguatezze e inciviltà che si incontrano ogni giorno nelle nostre città Italiane.
Trovo che ce ne sia una davvero encomiabile e il problema è purtroppo scandoloso. A maggior ragione perché coinvolge proprio la città in cui abitiamo. Una città che pretende di presenziare nel Mondo fra i Grandi, ed essere conosciuta come Capitale Economica dell'Italia !!!!! VERGOGNA !!!!!!!!!
Vi riporto pertanto il testo integrale dell'appello e vi chiedo un atto di sensibilità affinché la situazione sia portata a conoscenza di quanta più gente sia possibile.

L'organizzazione "Troviamo i bambini" mi ha chiesto di pubblicare questo appello:

"In questi giorni è stato approvato il Decreto Legge sull’espulsione dei Comunitari…
In molte città sono pronti a smantellare i campi nomadi…

MILANO(…) Decine di baracche abusive, appoggiate una sull’altra, abitate da più di duecento persone. I bambini vestiti di stracci giocano nel fango, mentre i genitori seduti per terra bevono vino al cartoccio e contano i soldi delle elemosine.
«Io sto qui da tre mesi. Qui è uno schifo, non c’è acqua, non posso lavare i miei bambini, non c’è corrente – racconta una donna.(…)In via Silla, stessa situazione. Alcune baracche abusive sono abitate da jugoslavi. Dall’altra parte della strada, invece, nascosta in un boschetto, la “casa” di un’altra famiglia rom: due materassi marci di muffa sono l’unico comfort, l’aria dentro la baracca è irrespirabile.
Il degrado domina anche in via de Pisis. Vicino a un parchetto dove i genitori portano i bambini a giocare è sorta una piccola baraccopoli. «Saremo una quarantina di persone - dice una mamma rom di trentotto anni -, soprattutto bambini».
Un paesaggio surreale, un pezzo di terzo mondo che ha trovato sistemazione, abusiva ovviamente, nel primo. Le baracche sono tuguri umidi e maleodoranti. Una bambina si butta su un materasso gettato nel fango, tutto attorno è emergenza sanitaria.
La cucina è una griglia improvvisata in mezzo ad una discarica a cielo aperto: fango, escrementi umani ovunque e un cimitero di rifiuti arrugginiti. (…)"

Se solo venisse denunciato da chiunque un decimo di quello che avete letto, che però riguardasse “bambini italiani”, i bambini verrebbero immeditamente portati via dagli assistenti sociali… Di questi bambini invece, NON IMPORTA NIENTE A NESSUNO…In un nostro articolo che titolava “ZINGARI”, ( che vi consigliamo caldamente di rileggere) questo Comitato denunciava che da una segnalazione fatta alla Questura di Bologna dalla nostra Ambasciatrice Dott.ssa Maria Rosa Dominici , si scoprì che in varie famiglie nomadi della stessa città:

Su 11 bambini
3 erano realmente i figli dei genitori…
5 erano “in affitto”
e dei restanti 3 non si sapeva nulla
Quindi partendo da questa esperienza questo Comitato, lancia un appello alle AUTORITA’ COMPETENTI:
Mentre “smantellate” fate un controllino anche sui loro bambini ?
Vogliamo controllare gentilmente se quelli che hanno sono i loro?
E se risulterà che “alcuni” non saranno i loro, porre loro una domandina semplice semplice tipo:
Dove hai trovato questo bambino/a?
E se risulteranno i loro, che fine faranno?
I bambini NON DELINQUONO, i bambini sono vittime…
Questo appello viene “lanciato” :
Al Presidente della Repubblica On. Giorgio Napolitano
Al Presidente della Camera On. Fausto Bertinotti
Al Presidente del Senato On Franco Marini
All’ UNICEF
All’ ONU
Ad Amnesty International

seguendo il link sottostante potrete trovare la petizione sul sito di Grillo e cliccando dove viene indicato, mandare una mail a tutti coloro che sono sopra indicati. Ossia al nostro Presidente della Repubblica e ai Presidenti di Camera e Senato, all'Unicef, Onu ed Amnesty International. Grazie.
A. Bauer

http://www.beppegrillo.it/petizioni/wimax.php

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Inserito da il Inserito da Angelo Valdameri il Mer, 26/09/2007 - 14:09

APPELLO AI BUONI

In questa città ricca, opulenta, ambiziosa, piove.

Se non fosse per l’incattivirsi del traffico, per un appesantirsi dell’abbigliamento che problema sarebbe? Le case, gli uffici, i bar, i ristoranti e i negozi della nostra città sono comunque caldi e accoglienti.

Ma non per tutti. C’è un popolo di reietti da questa città, marginali ed emarginati per i quali la pioggia diventa non un fastidio passeggero ma un problema di sopravvivenza. Tra questi ci sono gli oltre 500 rom sgomberati  negli ultimi mesi: uomini, donne, bambini senza un ricovero, senza un riparo se non il telo di una tenda appoggiata per terra, terra che diventa fango ai margini di una discarica, di un terrapieno ferroviario.

Questi esseri umani, venuti da una terra infelice per cercare un brandello di felicità nel paese dei ricchi, sono oggi oggetto di una campagna violenta in cui si scarica l’egoismo e la solitudine di una città che sembra aver perso la propria identità e il senso di essere una comunità accogliente e fraterna soprattutto nei confronti dei più deboli e infelici.

Le istituzioni devono applicare e far rispettare le leggi e questo è il loro compito ma hanno anche la responsabilità del bene di una collettività più ampia che non può escludere, cancellare persone che sono nostri concittadini, nostri fratelli.

Ma oggi le istituzioni non si occupano di chi vive nel fango e non ha un tetto sotto il quale riparare i propri figli.

Per questo faccio un appello ai buoni di questa città, a quelli che non chiudono gli occhi di fronte a chi sta male perché si compia un gesto di semplice solidarietà umana. Non permettete di essere vittime di ipocrisia, a quella ci sta già pensando la politica. Non preoccupatevi dei bambini Rom solo quando li vedete nella metropolitana e sui telegiornali guadagnarsi qualche spicciolo per un panino suonando, elemosinando e anche rubando. Pensate al fatto che una volta finito il loro “lavoro” vanno a dormire nel fango e al freddo e che il loro benessere dipende dal benessere dei loro genitori. Per questo popolo che soffre, per il mio popolo, qualcuno trovi, adesso, un riparo, provvisorio ma sicuro che lo aiuti ad affrontare una stagione che può essere crudele per chi tra loro è più debole come le donne e i bambini.

 

Dijana Pavlovic, cittadina italiana e rom

dijana.pavlovic@fastwebnet.it

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Inserito da il Inserito da Corrado Angione il Mar, 25/09/2007 - 23:26
Due notizie di oggi:
la prima da Bologna.
12 immigrati moldavi senza permesso di soggiorno raccolsero l’invito del sindaco Cofferati, durante gli sgomberi del 2005, a denunciare i propri caporali, in cambio dell’impegno del sindaco ad attivarsi per fare ottenere loro lo speciale permesso di soggiorno per motivi di protezione sociale.
Si trattava di estendere allo sfruttamento del lavoro nero le condizioni previste dall’art. 18 della legge Turco Napolitano per le donne (e gli uomini) vittime dello sfruttamento, che decidano di affrancarsi dalla tratta deenunciando i propri sfruttatori.
Anche a seguito del patto sulla sicurezza firmato con il ministro Amato, e dopo un non semplice percorso legale, il risultato è stato raggiunto e il permesso di soggiorno riconosciuto ai 12 immigrati moldavi non più irregolari dal questore di Bologna.
La seconda è da Corsico.
Dopo una rapina in un supermercato, i rapinatori sono stati bloccati all’uscita da tre senegalesi (di cui due irregolari), che vendevano mercanzie, e consegnati ai carabinieri.
La legge dovrebbe prevedere, con uno speciale permesso di soggiorno, un giusto riconoscimento per l'impegno civile dei due senegalesi.
I due fatti rimandano, a mio parere, a una concenzione della legalità, che condivido molto, intesa come maggiore opportunità di inclusione sociale, che supera sia la legalità astratta, sia quella semplicemente solidaristica (io ti do i servizi se tu rispetti la legge).
Rimandano piuttosto a come, attraverso il rispetto più rigoroso della legge si possano declinare ed estendere i diritti civili.
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Inserito da il Inserito da Germana Pisa il Sab, 08/09/2007 - 16:07
Una lettera a ‘Repubblica’, (nella rubrica "Lettere" di Corrado Augias), scritta da Fulco Pratesi, e presentata col titolo: "Legalità e senso civico a cominciare dal casco’ (allegato),  mi ha sollecitato a proporre una specie di ‘gara’ tra noi: la segnalazione delle illegalità che vediamo in giro. Nella lettera di Fulco Pratesi si fa riferimento ad una illegalità frequente – segnala - nel meridione d'Italia. Spostiamoci un momento al Nord.
Personalmente comincio con l’ultima illegalità vista, poco fa: un' auto parcheggiata davanti un bar, in curva e parzialmente sulle strisce pedonali presenti all’attraversamento semaforico. Località: via Boni. Una signora anziana traversava faticosamente e – poiché entrambe abbiamo sussultato per un micidiale motorino che aveva appena girato a velocità elevata, del tutto insensibile alle strisce pedonali -, abbiamo scambiato le nostre osservazioni sul triplice esempio di illegalità oltre che cafonaggine in pochi metri (e sui pericoli, quello scampato e quello potenziale: l'auto)

Esempio illegalità (1)

- auto parcheggiata in curva, sulle strisce pedonali (ostruendo anche il passaggio dalla strada attraversata al marciapiede

 (2)  motorino folle il cui rumore esagerato – volendo - costituiva causa di ulteriore disagio oltre che di presumibile consueta – purtroppo – illegalità (3 e 4). O - se vogliamo – alla voce: disturbo di quiete pubblica (5) oltre che pericolo (6) per l’azzardo di girare a velocità elevata incurante del fatto che il veicolo a motore dovrebbe dare la precedenza (7), al semaforo, al pedone che sta attraversando.

Unico commento (della signora) con cui concordo nel dolore: "ma dove sono i vigili? Yell
Volendo, si potrebbero dire molte altre cose sconfinando nell’argomento ‘sicurezza’ eccetera.
Vogliamo provare a fare un elenco delle illegalità diffuse?
Cito un altro esempio: il troppo comune fenomeno di automobilista che telefona (8) tenendo il volante con una sola mano, magari assorto in telefonata partecipe – o/e senza cintura di sicurezza (9) - o/e senza rispettare i limiti di velocità dell’ambito cittadino (10).
La vogliamo fare la gara? Così, tanto per arricchire la casistica, tanto per non parlare solo di nomadi e lavavetri...Sono cose che vediamo tutti i giorni quelle che ho segnalato, non sono considerate piu' illegalità..E' vero o no? Ci si e' fatta l'abitudine. Ai nomadi no ma tanto lìci pensano i tutori dell'ordine pubblico a periodiche azioni vandaliche, chissenefrega se sono nomadi che lavorano e in regola e se i bambini vanno a scuola regolari. Sono nomadi no?Quindi brutti a prescindere, lo ha ha detto anche Penati che ci vuole il  pugno di ferro e ha anche licenziato un suo assessore che aveva osato dire qualcosa come 'Penati sbanda a destra' (mi spiace per Barzaghi, era una grande grande assessore e stava facendo cose egregie Peccato!).. neanche ai graffiti. Sacrosanto. Alcuni sono proprio brutti oltre tutto (graffiti). Peccato per quelli belli. I lavavetri in genere disturbano un po' ma non rischiano di arrotarmi a un semaforo. Di solito basta un cenno di no per dissuaderli, oppure si sceglie di dare loro una moneta o piu'per fargli portare a casa qualcosa.Oppure vengono a fagiolo che ilparabrezzaèproprio sporco e si vede male (illegalità 11) . Un certo pericolo lo costituiscono anche loro ma è un fatto che qualcuno dice - esagerando - che bisogna mandarli in carcere per tre mesi e intanto degli arrotatori potenziali - degli automobilisti arroganti e dei telefonisti troppo loquaci girano indisturbati.

Già, e i vigili dove sono? E il buon senso? E quello di giustizia e solidarietà?  Nel  coeur (come diavolo si scrive!) dei milanesi che - come diceva una mia amica ospite di Milano: "c'hanno ilcoeur in man è vero, ma  se lo tengono ben stretto?"...

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Inserito da il Inserito da Germana Pisa il Dom, 26/08/2007 - 20:23

Fu un giorno che aspettavo alla fermata dell'autobus 58 che..- prolungandosi l'attesa - il mio sguardo cadde su un negozio con la saracinesca chiusa, di quelle che lasciano visibile la vetrina. E sulla vetrina si potevano anzi si possono vedere appiccicati foglio scritti a mano o ritagli di giornale incitanti all'odio razziale, verso diverse Realtà. Vorrei mostrare un po' di queste scritte, che ho fotografato.

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Inserito da il Inserito da Giuseppe Chimienti il Sab, 14/07/2007 - 20:03

Buongiorno a tutti.
Mi presento visto che sono nuovo di questo Forum. Mi chiamo Giuseppe, faccio il Carabiniere motociclista a Milano e mi capita di avere a che fare, visto che il mio servizio è di pronto intervento, con situazioni in cui mi rendo conto che la gente ha molta paura.
Mi capita anche di notare che molti Cittadini non hanno più fiducia nelle Forze di Polizia che operano nel territorio Cittadino. E non riesco a capire se questa mancanza di fiducia sia da attribuire alla nostra scarsa presenza sul territorio, al fatto che la gente pensi che non siamo professionali o alla rassegnazione che i Cittadini di Milano provano difronte a varie situazioni di criminalità.
Non capisco il motivo per cui i Cittadini collaborino poco con noi spesso evitando di chiamare il 112 o il 113 in quanto pensano sia inutile... Diventa inutile nel momento in cui perdiamo il nostro senso civico, nel momento in cui ci giriamo per evitare di assistere ad un reato che tanto "non ci tocca".
Siamo tutti toccati dalla microcriminalità diffusa nella Città in cui viviamo (e in cui molti di voi sono nati).
Non viene toccato solo chi patisce il furto, lo scippo, la rapina o la truffa. Viene colpita tutta la società civile che in un modo o in un altro vorrebbe che questi reati vengano fermati.
Delle volte sento dire che la nostra presenza sul Territorio è scarsa.
Do ragione a chi mi muove queste contestazioni ma vorrei specificare che noi che lavoriamo per strada ce la mettiamo tutta per essere ovunque, ma siamo pochi.
Non perchè manchi gente ma perchè gran parte di noi non è fuori.
Ho aperto questa discussione per capire cosa ne pansiate della situazione e per cercare di fare il mio lavoro ancora meglio imparando dagli errori che mi farete notare.
Grazie.

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Inserito da il Inserito da Alessandro Rizzo il Mer, 04/07/2007 - 13:24

Via Cassinis: si ritorna alla Milano di Bava Beccaris?

Credo che scene di guerriglia così non se ne siano mai viste a Milano. Uno stato di allarme mai raggiunto, ma preventivabile, chiaramente. Sto parlando dei fatti che hanno coinvolto Via Cassinis la scorsa domenica 3 luglio, dove all'interno di una rivolta collettiva e di aggressioni contro i vigili urbani da parte delle comunità peruviane e sudamericane presenti nei giardini qui collocati. Penso che ancora una volta siamo difronte a uno stato di incapacità dell'amministrazione, da 15 anni al governo della città, di prevenire questi fenomeni e di governare la questione dell'immigrazione, nella consapevolezza del dialogo continuativo e costruttivo. Penso che sia oltremodo necessario sottolineare come la riforma prevista al regolamento della Polizia Municipale di Milano che consente agli agenti di utilizzare la pistola e di essere impiegati in situazione che esulano dalle loro competenze ordinarie, sia la causa di un malessere che coinvolge pienamente e direttamente gli stessi agenti, che si trovano in situazioni ingovernabili per le quali la loro professionalità non può prevedere soluzioni di pronto intervento. Fabio Parenti, l'agente che ha sparato un colpo per aria per cercare di aiutare i propri colleghi e disperdere la folla accanita e avversa di alcuni soggetti della comunità, è stato chiaro e deciso nel sottolineare l'assoluta inadeguatezza della loro attività nel sostenere situazioni di questa portata e di questo genere. Non è possibile che la vigilanza urbana, che dovrebbe essere preposta al traffico e al governo della viabilità, venga predisposta per azioni riguardanti la sicurezza pubblica, che rientra nella competenza della polizia e della pubblica sicurezza. Credo che sia opportuno comprendere l'inadeguatezza di questi agenti che si trovano veramente a essere utilizzati come "carne da cannone" per interventi che sono inadeguati e per i quali sono giustamente impreparati, in quanto formati per altre tipologie di attività e di funzioni, utili e importanti. Il carico di lavoro e l'onere, l'alto livello di responsabilità che si trovano ad avere ulteriormente, determinano queste situazioni e avvenimenti che sono alquanto sconcertanti e che registrano l'inefficacia e la sporvvedutezza di alcune delibere di riforma dei regolamenti che l'amministrazione ha provveduto a licenziare senza la minima cognizione delle conseguenze che sarebbero necessariamente e naturalmente derivate. Bene ha fatto Rifondazione Comunista al Comune di Milano, tramite i suoi consiglieri, di inviare un'interrogiazione al Ministro degli Interni Amato per conoscere «quali misure intenda prendere per evitare l´uso improprio della polizia locale». Ma io formulerei la domanda alla Giunta, alla maggioranza di centrodestra, nonchè al diretto responsabile, l'assessore De Corato, e chiederei la motivazione del fatto che abbiano provveduto a destinare le risorse umane della vigilanza urbana per interventi di questo genere che competono alla pubblica sicurezza, unico organo destinato a risolvere questioni di ordine pubblico. Signor De Corato, quale è la ratio che ha determinato questa modifica insensata del Regolamento? Non comprende le conseguenze che potrebbero derivare da questo provvedimento, come è stato palesato negli ultimi fatti registratisi? E quali sono le misure che intende apportare per risolvere questo disagio diffuso, che riguarda la cittadinanza residente e le stesse comunità di stranieri, versanti spesso in sistuazione di estrema emarginazione, di esclusione, fonti sociologiche, queste, che comportano fenomeni malavitosi e di crimine di piccola e media portata? Vogliamo prevenire i fenomeni, cercare di incanalare l'azione amministrativa verso giuste direzioni che possano riportare a uno stato di normalità del governo degli spazi pubblici, soprattutto la preservazione dei parchi e il rispetto del regolamento stesso, tramite anche attività di condivisione e di coinvolgimento di soggetti diversi nella valorizzazione di questi spazi comuni fino a oggi abbandonati? Non può essere pensabile che ancora oggi abbiamo difronte situazioni di guerriglia urbana che potrebbe apportare gravi problemi alla convivenza civile e sociale: domenica lo sparo poteva avere come destinatario non il cielo, come è stato, ma un soggetto presente e vivo, un essere umano, magari un bambino, magari una donna. E come si sarebbe potuto proseguire se fosse avvenuto questo grave avvenimento? Io penso che sia doveroso anticipare gli eventi, cercare di non rendere la cultura dell'emergenza continua come prassi metodologica che apporta chiari interventi irresponsabilmente pensati, avventati, alquanto inadeguati, poco ponderati. Siamo sempre sottoposti a un'urgenza degli interventi per situazioni ormai sedimentate e difficili da risolvere: non possiamo chiudere le stalle quando i buoi sono scappati e usciti. Dobbiamo cercare di intervenire prima con un progetto amministrativo adeguato: questo elemento indica come sia assente una visione di lungo periodo nel governo delle problematiche che concernono la città. Sono molte ed è chiaro che il disagio siociale ormai diffuso aumenti uno stato di conflittualità e avversione mai avuta prima, con una rottura del patto di convivenza civile e sociale. L'integrazione, e domenica ne è un esempio, chiarisce che è la strada primaria da battere e percorrere, con un dialogo continuo e coerente con le comunità, coinvolgendole nell'aministrazione della cosa pubblica, del patrimonio pubblico, facendo sentire quel patrimonio come un valore cittadino, come un dono municipale, che deve essere tutelato e difeso, perchè di tutte e di tutti. I giardini e i parchi a Milano sono in uno stato di abbandono assoluto: versano in queste condizioni da anni ormai. E lei, signor De Corato, è al governo della città da ben 10 anni. La sicurezza è anche sicurezza sociale, che tramite la prevenzione può cercare di bloccare un aggravarsi di fenomeni che si reiterano da tempo. Milano come nel 1899, coi fatti di Bava Beccaris: la situazione è diversa, chiaramente, il caso è di genesi differenti, ma le cannonate sparate non sono poi così lontane dal caso odierno. Non è colpa dell'agente Parenti, anzi: ma è causa di una situazione per cui queste persone vengono preposte per servizi inadeguati alla loro professionalità. Sono in stato di disagio, di imbarazzo, di assenza di direttive, di mancanza di esperienza: e gli interventi possono essere estemporanei, assolutamente immediati, quindi non meditati, dovuti all'irrazionalità dettata dalla paura, dalla subordinazione a uno stato di alta emotività. Le pare adeguata questa situazione? Le pare necessario porre persone con una certa dignità, quali gli agenti della vigilanza urbana, in questo stato e in questa condizione? Penso che sia assolutamente inconcepibile questo stato di cose. Occorre cambiare rotta. Non si può accorgersi dell'esistenza del disagio sociale di alcune comunità, per motivi diversi, solo quanto la pentola a pressione da anni in ebollizione scoppia, causando devastazioni di diversa natura e nell'ambito prossimo. E' successo per Via Sarpi, dove ci si è accorti come amministrazione municipale solamente a guerriglia avanzata; è successo per i fatti di Via Triboniano; succede nuovamente adesso. Vogliamo proseguire su questa strada improduttiva e assolutamente logorante anche l'aspetto di una città europea che deve essere metropolitana e della convienza solidale?
Alessandro Rizzo
Capogruppo Lista Uniti con Dario Fo per Milano
Consiglio di Zona 4 Milano
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