.: Legalità e città
:Info Utente:







Inserito da il Inserito da Oliverio Gentile il Gio, 17/09/2009 - 14:12

Da milano.corriere.it:

Da 30 anni il centro sociale è in immobili occupati. il sindaco incontrerà il gruppo del Pdl

Il prefetto: risposte su Leonka e moschea

«Chi ha competenze e responsabilità deve fare i passi necessari. I tempi sono maturi per voltare pagina»

MILANO - Sicurezza. Lavoro. Ma anche questioni sociali. L’agenda del prefetto Gian Valerio Lombardi è fitta e su alcuni temi l’auspicio è che si possa finalmente scrivere la parola fine. È il caso del Leoncavallo. Per Lombardi «i tempi sono maturi per voltare pagina». È il caso della moschea, di cui Milano secondo il prefetto ha un bisogno reale. Su entram­bi i fronti la politica si con­fronta e si scontra da anni, ma potrebbe essere vicino il momento delle soluzioni. È qualcosa di più di una speran­za che arriva dal palazzo di corso Monforte. Lunedì il sindaco Letizia Moratti incontrerà il gruppo di maggioranza sul nuovo pia­no di governo del territorio e si parlerà anche della mo­schea. Già oggi il Pdl si con­fronterà sul tema cercando di mettere d’accordo le diverse anime del centrodestra e di trovare una posizione il più possibile condivisa.

Ma a pochi giorni dalla fi­ne del Ramadan, il prefetto torna a ribadire che è tempo di chiudere la stagione della provvisorietà per la preghie­ra dei fedeli musulmani. «Per costruire una mo­schea occorre che il Comune dia una concessione edilizia per costruire su un terreno che abbia come destinazione d’uso il culto — sottolinea— questo il prefetto non può far­lo». «Io posso sottolineare il problema perché c’è un’emer­genza di ordine pubblico — rimarca — Poi però chi ha le competenze e la responsabili­tà deve fare i passi necessa­ri ». Lombardi rilancia al termi­ne della riunione del comita­to per la sicurezza anche la questione del Leoncavallo, da 31 anni ai margini della legali­tà.

Proprio nei giorni scorsi l’associazione Mamme del Le­oncavallo ha scritto al sinda­co e agli assessori Rizzi e Fi­nazzer Flory per sollecitare un incontro e segnalare che il 22 settembre «è attesa per l’ennesima volta la visita di un ufficiale giudiziario per lo sfratto da via Watteau». Secondo Lombardi anche questo capitolo va chiuso. «Credo ci sia una disponibili­tà — dice — a un ragiona­mento per trovare una solu­zione. Può darsi che i tempi siano maturi per voltare pagi­na. Se si rientra nelle regole credo che questo sia possibi­le». Da anni il centro sociale chiede all’amministrazione di ratificare un accordo con i proprietari dei locali, per po­ter regolarizzare la propria oc­cupazione e pagare un affitto.

«Mi pare che ci sia una dispo­nibilità a parlarne — sostiene il prefetto — Sono passati 30 anni da quando nel 1978 il centro sociale, ora ospitato in via Watteau, fu occupato. E oggi i leoncavallini che allora avevano 25 anni, con 30 anni di più sulle spalle, probabil­mente sono più propensi a trovare una soluzione». In Comune però le divisio­ni restano. Nel Pdl c’è chi è fa­vorevole al dialogo ma anche chi, soprattutto tra gli ex An, fa fatica a digerire l’ipotesi di una regolarizzazione del Le­onka. La proposta sul tavolo è sempre la stessa: il trasferi­mento su un’altra area delle volumetrie spettanti al grup­po Cabassi per via Watteau. Questo passaggio darebbe il via libera all’accordo, già for­mulato tra il Leoncavallo e la proprietà, per l’utilizzo degli spazi dietro pagamento di un affitto.

Rossella Verga
17 settembre 2009

Notizie correlate:

La Lega: no alla moschea

In risposta al messaggio di inserito il
:Info Utente:







Inserito da il Inserito da Alessandro Rizzo il Mer, 29/07/2009 - 17:41
COMUNICATO STAMPA
È nato il Comitato di iniziativa e vigilanza sulla correttezza degli atti
amministrativi e sui fenomeni di infiltrazione di stampo mafioso.
Non ci siamo dimenticati dei ripetuti allarmi di infiltrazioni mafiose
negli appalti Expo, il cui rischio cresce esponenzialmente con i ritardi e
le accelerate in deroga.
Non ci siamo arresi ad una miope e opportunistica volontà politica che ha,
di fatto, assassinato la Commissione Antimafia.
Mercoledì 15 luglio abbiamo incontrato i cittadini e le principali
Associazioni che si impegnano a vario titolo nel creare una cultura di
legalità, nel contrastare i poteri criminali ed utilizzare a scopi
culturali, aggregativi e sociali i beni confiscati.
Abbiamo presentato il fitto programma di lavori che ci porterà a metà
novembre agli Stati Generali dell’Antimafia a Milano.
Abbiamo raccolto suggerimenti e proposte. Le incontreremo nuovamente a fine
settembre.
Lavoreremo in questi mesi per mantenere alta l’attenzione della città; per
valorizzare ed individuare le strategie più efficaci atte ad evitare, negli
appalti, nelle società partecipate, negli esercizi commerciali e pubblici,
infiltrazioni di associazioni di stampo mafioso. Regole da applicare nelle
gare, richieste da fare alle aziende che partecipano, certificazioni di
qualità in termini di trasparenza di bilancio da valorizzare nella
valutazione finale.
Lavoreremo per individuare quali azioni politiche, campagne pubblicitarie e
iniziative pubbliche mettere in atto per fronteggiare l’usura e quali
percorsi pedagogici e progetti urbanistici avviare e sostenere nelle scuole
e nei luoghi della città per contrastare a livello culturale e sociale la
cultura mafiosa.
Come sostenere le tante Associazioni e Cooperative che riutilizzano i beni
confiscati e li rendono luoghi produttivi, luoghi di cultura e
socializzazione.
È nato il Comitato di iniziativa e vigilanza sulla correttezza degli atti
amministrativi e sui fenomeni di infiltrazione di stampo mafioso.
Denominato in questo modo per avere sempre chiaro come modello di
riferimento il Comitato presieduto dal Prof. Carlo Smuraglia nei primi anni
novanta, un Comitato che era e rimane aperto a tutti i consiglieri
comunali.
David Gentili, consigliere comunale PD
Raffaele Grassi, consigliere comunale Gruppo Misto
Giuseppe Landonio, consigliere comunale Gruppo Misto
Francesco Rizzati, consigliere comunale Comunisti Italiani
Basilio Rizzo, consigliere comunale Uniti con Dario Fo
Milly Moratti, consigliere comunale Lista Ferrante

In risposta al messaggio di inserito il
:Info Utente:







Inserito da il Inserito da Oliverio Gentile il Gio, 23/07/2009 - 11:33

Da milano.corriere.it:

Dalla parte del cittadino

«Il sindaco venga di notte alla Darsena»

Lo statista irlandese Edmund Burke, letterato, filosofo e grande oratore, lo aveva scoperto fin dal 1792, quando, in uno storico discorso, disse: «Una vigile e provvida paura è la madre della sicurezza». Questo non significa che si debbano prendere decisioni dettate dalla paura («cattiva consigliera», secondo la saggezza popolare), ma è bene ricordare che la paura è un campanello d'allarme di cui si deve tener conto. È per questo che mi ha colpito la lettera di un lettore quarantenne, Gianni Sibilla, che scrive: «Ieri, per la prima volta in vent'anni da quando vivo sulla Darsena, ho avuto paura e ho rimpianto il quotidiano assedio notturno della movida. Alle 3 di notte, dal garage a casa, ho percorso 50 metri su viale Gorizia seguito dallo sguardo inquietante dei venti e più spacciatori che controllano il territorio palmo a palmo e ho immaginato come possa sentirsi una donna o una ragazza. Dobbiamo aspettare uno stupro o un accoltellamento per vedere un intervento delle istituzioni? Le ultime divise che si sono viste in giro, qualche settimana fa, erano a pattugliare un corteo pacifico di cento residenti che chiedevano al Comune più rispetto per la Darsena. Mi piacerebbe che gli Stati Generali dell'Expo la prossima volta li facessero qua e vorrei che sindaco e vicesindaco venissero a fare un giro in bici intorno alla Darsena, di notte, ma senza scorta». Quest'ultima è ovviamente una provocazione, ma non c'è dubbio che se chi governa provasse a condividere e a sperimentare direttamente i disagi e la paure dei cittadini, sarebbe poi in grado di prendere iniziative più consapevoli e probabilmente più efficaci.

Claudio Schirinzi

23 luglio 2009

In risposta al messaggio di inserito il
:Info Utente:







Inserito da il Inserito da Oliverio Gentile il Ven, 17/07/2009 - 13:49

Dall'Ufficio Stampa del Comune di Milano:

MAPPA DELLA SICUREZZA. DE CORATO: “OLTRE 50 AREE A RISCHIO SOTTO CONTROLLO”

Trecento uomini in servizio nelle zone critiche. Milano più sicura con presidi di militari, forze dell’ordine, vigili e volontari. Prossimi obiettivi: dieci nuove aree da monitorare e volontari su linee superficie Atm

Milano, 17 luglio 2009 - “Oltre 50 aree problematiche della città sono sotto il controllo mirato di 300 uomini tra militari, Forze dell’ordine, Polizia municipale e associazioni di volontari. È questo l’importante risultato che abbiamo raggiunto dalla firma del patto per Milano sicura, grazie all’impegno del Comune, alla collaborazione con la Prefettura e al proficuo dialogo col Governo”.

Così il vice Sindaco e assessore alla Sicurezza Riccardo De Corato che, insieme al vice Comandante della Polizia Municipale Tullio Mastrangelo, ha presentato la mappa della sicurezza della città: uno strumento che permette di visualizzare tutti i presidi attivati nell’ultimo anno nelle zone a rischio di Milano, da militari, Forze dell’Ordine, Polizia Municipale e associazioni di volontari.

“Si tratta di aree – ha spiegato De Corato – che ci sono state segnalate da cittadini, consigli di zona, associazioni di categoria, vigili di quartiere, per criticità diverse. E che abbiamo portato al tavolo del Comitato per l’ordine e la sicurezza, in modo da predisporre interventi adeguati. La cosa importante è che il controllo di queste zone non si sostituisce all’azione di prevenzione e monitoraggio del territorio svolta ogni giorno dalla forza pubblica. Bensì si aggiunge, rendendo più fitta la rete dei presidi e più efficace la capacità di intervento. Con risultati visibili”.

I controlli interforze, ovvero le pattuglie miste formate da Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia municipale, previsti dal patto per Milano sicura grazie al contributo di 2 milioni di euro versato dal Comune, sono presenti oggi in alcune zone centrali, come Duomo, Brera, Navigli, e periferiche, come Cascina Gobba, San Donato, per contrastare il degrado, prevenire i reati (abusivismo commerciale, accattonaggio molesto, prostituzione e spaccio) e contenere i problemi di disturbo della quiete pubblica, ad esempio in zone come le Colonne di San Lorenzo o nei parchi Cassinis, Galli e Trenno.

I militari impegnati nei pattugliamenti, insieme alla Polizia di Stato o ai Carabinieri, sono presenti in 21 aree problematiche tra cui, solo per citarne alcune: Stazione Centrale (dove non si sono più consumati stupri e violenze sessuali e sono stati sventati 5 tentativi di aggressione), via Padova, Quarto Oggiaro, corso Como, viale Monza, quartiere Chiaravalle. Zone colpite da degrado, spaccio, prostituzione che, grazie alla presenza dei militari, hanno registrato un calo del 40% dei reati, come stimato dal ministro della Difesa La Russa. Sono, infatti, 17 mila (di cui 9.515 stranieri) le persone identificate, 80 quelle denunciate in stato di arresto, 57 le perquisizioni e oltre 3 mila i veicoli controllati dalle oltre 10.000 pattuglie miste.

Alle associazioni di volontari, che collaborano con il Comune dal giugno 2007 (City Angels e Associazioni di Poliziotti in pensione) sono state assegnate alcune zone problematiche con il compito di segnalare tempestivamente ai vigili e alle forze dell’ordine le varie emergenze. I principali problemi riscontrati: atti di bullismo e vandalismi all’esterno dei centri anziani, disturbo a pensionati o mamme con bambini in alcuni parchi, litigi tra islamici, ad esempio in via Imbonati, scippi da parte di rom, come si è verificato alla fermata della metropolitana Crescenzago. Nell’ultimo anno, sono stati 957 gli interventi dei Poliziotti in pensione e 657 quelli dei City Angels.

“I poliziotti in pensione – ricorda De Corato – hanno anche iniziato, da lunedì, il servizio sperimentale di controllo delle 3 linee metropolitane. Un servizio che, questo autunno, se darà buona prova, potremmo eventualmente rafforzare e allargare anche ad alcune linee di superficie a rischio, come la 90/91 o la 56. Così come speriamo di allargare ad altre zone il controllo dei militari. Il ministro La Russa, infatti, ha annunciato la proroga dell’operazione ‘strade sicure’. E se a Milano arrivassero nuove ‘divise’, potremmo monitorare almeno un’altra decina di aree critiche”.

In questo caso, i controlli verrebbero estesi a zone come piazza Prealpi, Certosa, la Stazione Fs ex scalo Romana (piazzale Lodi, via Scheiwiller, Gonzales, Longanesi), l’Ortomercato, Vaiano Valle/San Dionigi, il parco Lambro e della Martesana, via Gola/Navigli.

mappa della sicurezza
elenco di vie e quartieri, con relative criticità, monitorati da Forze dell’Ordine, Esercito, Polizia Municipale e associazioni di volontari

In risposta al messaggio di inserito il
:Info Utente:







Inserito da il Inserito da Oliverio Gentile il Ven, 03/07/2009 - 21:13

Dall'Ufficio Stampa del Comune di Milano:

SICUREZZA. MORATTI, "CONFERMATO IMPEGNO GOVERNO A GARANZIA DEI CITTADINI"

Milano, 3 luglio 2009 - "Sono molto soddisfatta per l’approvazione del disegno di legge sulla sicurezza, che testimonia ancora una volta l’impegno del Governo su un tema essenziale per i cittadini".
E' questo il commento del Sindaco di Milano, Letizia Moratti, alla notizia dell'approvazione del Ddl sulla sicurezza.

"Le misure previste per combattere la clandestinità (che diventa reato, e che viene contrastata efficacemente anche conbattendo i “favoreggiatori” degli immigrati irregolari e chi specula su queste situazioni di povertà), il passaggio dei centri di permanenza temporanea in centri di espulsione e il periodo di permanenza massima passato da 2 a 6 mesi, il riconoscimento delle associazioni dei volontari per la sicurezza, il più severo contrasto alla mafia, come anche pene più severe per writers, vandali e chi deturpa le nostre città, come ancora, infine, l’obbligo di revisione della patente per chi guida ubriaco o sotto effetto di droghe, sono un importante segnale dato dal Governo a garanzia della vita quotidiana degli italiani e di chi abita nel nostro Paese".

"Un impegno, questo - è la conclusione di Letizia Moratti - che sono felice segua le tante sollecitazioni fatte dalle città e dai Sindaci, in una battaglia per la sicurezza dei cittadini che ha sempre visto Milano in prima fila".

In risposta al messaggio di inserito il
:Info Utente:







Inserito da il Inserito da Angelo Mandelli il Gio, 02/07/2009 - 12:23

Le catastrofi, tipo quella di Viareggio, ci devono indurre a mettere fine alla irresponsabilita’ e alla ignavia; e intervenire decisamente per sanare le situazioni a rischio,  PRIMA  che i disastri si verifichino..
Un tipico esempio di situazione a rischio e fuori controllo e’ costituito dei  cosiddetti “centri sociali”.
Queste bande di delinquenti si installano abusivamente in edifici industriali dismessi, gia’ in origine insicuri,  e il cui stato viene ulteriormente messo a rischio dalla presenza di gruppi di estranei.
Tutto puo’ succedere. Esplosioni di gas, incendi, crolli, allagamenti, corto-circuiti.
E anche le  abitazioni vicine sono a rischio.
Lasciare prosperare queste situazioni e’ semplicemente pazzesco.
Chi non vuole assumersi la responsabilita’ politica di scacciare i delinquenti che giocano a fare la rivoluzione, si assume delle responsabilita’ ben peggiori di fronte alla cittadinanza.
 
Dott. Mandelli Angelo

In risposta al messaggio di inserito il
:Info Utente:







Inserito da il Inserito da Oliverio Gentile il Ven, 26/06/2009 - 13:16

Dall'Ufficio Stampa del Comune di Milano:

SICUREZZA, DE CORATO: “APPREZZATA PRESENZA SERALE BLUE BERETS SU LINEE METROPOLITANA”

Esperimento avviato ieri sera. Volontari autorizzati dal Prefetto. Associazione selezionata dopo aver vinto regolare bando europeo

Milano, 26 giugno 2009 - “Da ieri sera pattuglie dei Blue Berets controllano le tre linee della metropolitana per garantire maggiore sicurezza ai passeggeri. Il servizio è ancora in prova e viene effettuato in forma ridotta con 4 pattuglie. A regime le pattuglie saranno 13 e i volontari impiegati 26. Se avremo riscontri positivi, dopo l’estate cercheremo di estendere l’esperimento anche su alcune linee di superficie a rischio, come la 90”. Lo comunica il vice Sindaco e assessore alla Sicurezza Riccardo De Corato.

Gli 8 volontari, dotati di un geolocalizzatore che li tiene in contatto con la “control room” della Polizia locale, sono stati destinati al controllo di tutto il tratto milanese della linea gialla; dei tratti Pagano-Bisceglie, Pagano-Molino Dorino e Porta Venezia-Sesto Marelli della linea rossa e Loreto-Cascina Gobba e Cadorna-Famagosta della linea verde. Il servizio sarà svolto dalle 22.30 alle 00.30, sette giorni su sette, per dodici mesi all’anno.

“L’avvio - spiega De Corato - è stato molto positivo. Molti apprezzamenti del servizio sono stati espressi soprattutto dalle donne, che hanno gradito la presenza sui convogli dei berretti blu. Su richiesta, un’anziana, che è scesa alla fermata Primaticcio, è stata accompagnata fino in superficie. Gli operatori hanno poi controllato che arrivasse sotto casa in tutta sicurezza. Nel mezzanino della fermata Lotto i Blue Berets hanno ritrovato un portafoglio con 7 carte di credito che è stato riconsegnato alla proprietaria, una donna olandese. Altri interventi hanno riguardato il contrasto a qualche bravata: in un caso un gruppo di ragazzi aveva scavalcato i tornelli senza pagare il biglietto”.

“I Blue Berets – precisa De Corato - sono stati scelti in quanto già operano in aree critiche della città, come la Stazione Centrale, dopo aver vinto insieme ai City Angels e all’Associazione poliziotti italiani, un regolare bando europeo. Gli operatori sono tutti autorizzati al servizio dal Prefetto Gian Valerio Lombardi. L’affidamento del servizio sulle tre linee della metropolitana ai Blue Berets è stato deciso da Atm sulla base dell’offerta più conveniente. I sospetti su legami con movimenti politici sono quindi destituiti di fondamento”.

“Otto italiani su dieci, secondo un sondaggio di Sky Tg24 – prosegue De Corato - si sono dichiarati favorevoli a un'esperienza come quella dei Blue Berets anche nella propria città. Questa è la migliore risposta a chi parla di spreco di soldi”.

“Attualmente – conclude De Corato - i 30 Blue Berets svolgono attività di monitoraggio e controllo per il settore Sicurezza in cinque aree critiche della città (Centrale, piazzale Ferrara, via Cirié, Maciachini-Imbonati-Jenner e Monluè). Hanno già svolto anche un monitoraggio presso alcune stazioni della metropolitana, come Cascina Gobba, Crescenzago e Centrale. Nell’ultimo anno il loro contributo è stato molto utile con ben 1421 interventi per problematiche legate alla presenza di nomadi, risse, liti, aggressioni, furti e scippi, allontanamenti di persone in stato di ebbrezza o drogati, molestie a passanti o disturbo della quiete pubblica, soccorsi prestati agli anziani. Alla Stazione Centrale sono intervenuti 687 volte, 197 nell’area Maciachini-Imbonati-Jenner, 153 in piazzale Ferrara (zona Corvetto) e 144 alla Stazione di Crescenzago”.

In risposta al messaggio di inserito il
:Info Utente:







Inserito da il Inserito da Angelo Mandelli il Mer, 24/06/2009 - 13:37
E' ora di finirla di tollerare questa vergogna nazionale che sono i centri sociali abusivi.
NON ESISTE CHE SI POSSA CONTINUARE COSI!
Veri e propri stati nello stato.  E come le squadracce fasciste.
Chi, come me, ha vissuto il '68, sa bene che razza di gente sia questa.
Tiranni  senza morale e senza pudore , che purtroppo non muoiono mai.
Sempre con i soliti metodi: falsita', menzogna, ipocrisia... e dittatura.
Occupano (cioe' rubano) edifici altrui e ci stanno per anni.
Pure accampano il "diritto" a starci.
Poi di li' , diventano i padroni del territorio circostante, che imbrattano e devastano.
E se qualcuno cerca di cacciali, ecco la solita pantomima , per cui chi li vuole cacciare passa per il prepotente, mentre loro le "vittime della repressione".
Manifestazioni, urla, scritte minacciose sui muri... per "denunciare la chiusura degli spazi sociali...".
Ovviamente se la prendono con i "fascisti cattivi e prepotenti", dimenticando che loro sono la stessa cosa, se non peggio.
Del resto sbandierare lo spauracchio fascista e' tipico dei regimi.
Hanno la stessa faccia di Hitler, Stalin e Fidel Castro. Non per nulla il loro idolo e' Che Guevara, macellaio assassino.
Poi hanno il coraggio di contestare la "societa' borghese"....
Ma la societa' borghese e capitalistica, con tutti i suoi difetti,  e' infinitamente piu' giusta, onesta e "sociale" di quello che sono loro.
Gente che mette le mani sulla roba degli altri,  ritenendosi i padroni di tutto!
I centri sociali sono la quintessenza dell' abuso delle peggiori societa' borghesi.
E della distruzione della democrazia.
Non per nulla, dove comandano loro  esiste la censura e la repressione totale di ogni dissenso (provate ad attaccare un volantino contro di loro nei pressi di una loro "sede").

Il problema e' che questi dittatori banditi stanno diffondendosi come i funghi, e vanno ad installarsi anche nelle piccole citta'.
Ormai e' un rito: trovare una fabbrica vuota, possibilmente vicino ad una stazione, poi colonizzarla, imbrattare i mri circostanti con scritte "fornace  resiste..." o "telos resiste" (per citare due casi di fascismo rosso a Rho e Saronno....
Cosi' questi falsari vogliono farsi passare come "partigiani" che "resistono"... contro la dittatura fascista.
Peccato che sono loro i fascisti!!  E la resistenza va fatta contro di loro.
Ed e' una vergogna che l' ANPI non dica niente.  Anzi certe volte si allei con questi. CHE SCHIFO!
In una societa' democratica si tollera gente che pratica  e predica la dittatura!

Un' ultima osservazione : ma perche' mandiamo la NATO in Afganistan.
Mandiamoli a chiudere i centri sociali abusivi, e presidiarli.  E poi i Kompagni dittatori, mandiamoli in Afganistan.
E i magistrati, tutti intenti a fare le pulci a Berlusconi, NON HANNO NIENTE DA DIRE CON QUESTE BANDE DI DELINQUENTI ISTITUZIONALIZZATI???
Rubare edifici e fare i prepotenti politici, cos' e'?  Una cosa che deve far parte del paesaggio urbano?
Preghiamo anche la Regina della Pace (Maria, madre di Cristo) , che ci aiuti a liberarci dai centri sociali (come ha fatto fallire anche il regime sovietico).

Angelo Mandelli

In risposta al messaggio di inserito il
:Info Utente:







Inserito da il Inserito da Oliverio Gentile il Ven, 19/06/2009 - 22:27

Dall'Ufficio Stampa del Comune di Milano:

ALCOL, TERZI E DE CORATO: “MULTE DA 450 EURO PER CONTRASTARE DEGRADO E ABUSI”
In vigore anche in corso Como, Arco della Pace e san Siro le nuove ordinanze che dispongono limitazioni e divieti all’uso di contenitori di bevande in vetro. Giro di vite su autonegozi

Milano, 19 giugno 2009 – Da 50 a 450 euro. Per rendere più incisivo il contrasto al degrado causato dall’abuso di alcolici, la Giunta comunale ha approvato una delibera che aumenta le sanzioni amministrative per chi viola le disposizioni delle ordinanze sindacali in tema di somministrazione e vendita di bevande in contenitori di vetro.

Tre le aree interessate: Arco della Pace (e vie limitrofe), corso Como (e vie limitrofe) e stadio di san Siro in occasione dei prossimi concerti. I provvedimenti stabiliscono che dalle ore 21.00 i negozi di vendita al dettaglio, pizzerie d’asporto, gelaterie, gastronomie, take away e simili potranno vendere bevande solo in bicchieri o altri contenitori di carta o plastica.

Nelle vie soggette alla disposizione sarà inoltre vietato il commercio (vendita e somministrazione) in forma itinerante, nell’arco delle 24 ore.
In particolare, nel caso degli autonegozi le sanzioni previste per la violazione dell’ordinanza sul vetro (450 euro) si sommano a quelle stabilite per l’esercizio dell’attività in una zona o in un orario non consentiti (1.000 euro per gli itineranti autorizzati, 3.000 euro per gli abusivi senza licenza, cui si aggiunge il sequestro della merce).

“Con questo provvedimento – dichiara l’assessore alle Attività produttive Giovanni Terzi – l’Amministrazione comunale ha individuato un altro strumento per fronteggiare una delle principali cause di degrado e disordine nella nostra città. Oltre all’aumento delle sanzioni per la vendita di bevande in contenitori di vetro, si stringe il cerchio anche sul commercio itinerante, fonte primaria del disagio, soprattutto nelle ore notturne”.

“Con le nuove e future disposizioni - afferma De Corato - Milano conferma la volontà di essere in primo piano nel contrasto al degrado causato dall’abuso di alcol che comporta enormi costi in virtù dell’abbandono di grandi quantità di rifiuti e rischi per la sicurezza per l’uso sconsiderato di contenitori di vetro allorché si scatenano liti e risse soprattutto nei luoghi di maggiore ritrovo dei giovani”.

“In un incontro avvenuto in Prefettura – aggiunge De Corato - è anche emerso che una parte dei problemi è causata dalla presenza di venditori ambulanti di bevande alcoliche che non rispettano gli orari di vendita e violano diverse disposizioni. Basti dire che da inizio anno, solo nella zona di San Siro, sono state complessivamente 252 le sanzioni elevate dalla Polizia Locale agli autonegozi. Naturalmente per far rispettare le ordinanze occorre la presenza di agenti. Per l’isola pedonale temporanea dei Navigli l’associazione dei commercianti ‘Navigli domani’ non ha però ancora pagato le spese per gli straordinari del personale della Polizia Locale, contrariamente agli impegni assunti. Spese che sono state anticipate dal Comune. Ci auguriamo pertanto che si arrivi al più presto al saldo del debito, altrimenti saremo costretti a rivedere la modalità del servizio”.

Stadio di San Siro
In occasione dei prossimi concerti (Amiche per l’Abruzzo del 21 giugno, U2 del 7 e 8 luglio, Madonna del 14 luglio) le sanzioni di 450 euro verranno applicate, oltre che per la vendita di bevande in contenitori di vetro, anche per le seguenti violazioni:
1) nei punti di ristoro situati all’interno dello stadio, nonché negli esercizi situati nelle immediate vicinanze, nelle aree pubbliche o private, interessate dalle manifestazioni, sono temporaneamente vietate:
- la somministrazione e la vendita per asporto di bevande superalcoliche;
- la somministrazione e la vendita per asporto di bevande alcoliche di titolo alcolometrico superiore al 5%;
- la vendita delle bevande analcoliche e alcoliche fino al 5% di titolo alcolometrico in contenitori di vetro e lattine.

Arco della Pace e corso Como
Dalle ore 21.00 i negozi di vendita al dettaglio, pizzerie d’asporto, gelaterie, gastronomie, take away e simili potranno vendere bevande solo in bicchieri o altri contenitori di carta o plastica. Nelle vie soggette alla disposizione sarà inoltre vietato il commercio (vendita e somministrazione) in forma itinerante nell’arco delle 24 ore.

Vie limitrofe Arco della Pace Vie limitrofe corso Como
via Mario Pagano (tratto da piazza Sempione a viale Milton) via Tocqueville
piazza Sempione via Bonnet
corso Sempione (tratto da piazza Sempione a via Melzi d’Eril/via Canova) viale Pasubio
via Bertani piazza XXV aprile
via Melzi D'Eril viale Crispi
via Cirillo bastioni Porta Nuova
via Sangiorgio (tratto da piazza Sempione a via Canova) viale Monte Grappa
via Piermarini via Rosales
via Gherardini via Vigano
via Guerrazzi via Melchiorre Gioia, tratto da bastioni di Porta Nuova a via Monte Grappa
piazza dei Volonatari
via Cagnola
via Peschiera

via Canova

scheda sulle disposizioni relative agli autonegozi

In risposta al messaggio di inserito il
:Info Utente:







Inserito da il Inserito da Alessandro Rizzo il Mer, 17/06/2009 - 16:26
Via Sammartini viene denominata la Gay Street di Milano. Diversi locali gay e gay friendly si trovano in questa parte della città, affiancante sul lato destro la Stazione Centrale, sottoposta da tempo a un progetto complessivo di riqualificazione. Sono luoghi di aggregazione frequentati e spesso spazi di espressione del movimento, con iniziative, eventi, attività. Da qualche sera a questa parte sassi vengono lanciati per mano di sconosciuti contro le macchine posteggiate e, l'altra sera, come denuncia Felix Cossolo proprietario dell'After Line, si è rischiato di vedere avventori e frequentatori clienti del locale feriti da tale atto violento e ignobile.
Da troppo tempo ormai si registrano azioni violente, omofobiche, di intolleranza e di persecuzioni nei confronti della comunità glbtq, tanto da rendere tra poco difficile la frequentazione di spazi dove incontrarsi e dialogare. E' un indice allarmante anche in riferimento a diverse vessazioni a cui è stata sottoposta una coppia che, passeggiando per Corso Vittorio Emanuele, accettando un volantino distribuito da un ragazzo del gazebo del PdL, è stata aggredita verbalmente e fisicamente in quanto uno dei due ha per errore lasciato cadere il volantino stesso. Ricordiamo qualche mese fa la sede dell'Arcigay essere stata coperta da scritte di natura omofobica.
Il clima è allarmante e richiederebbe in uno stato di diritto l'istituzione un provvedimento finalizzato a reprimere e a prevenire simili atti efferati e persecutori. La situazione complessiva, però, non rende facile il raggiungimento di questo, date dichiarazioni che si sono susseguite da parte di rappresentanti in sede regionale che, tramite il loro atteggiamento, hanno alimentato e "legittimato" qualsiasi comportamento di violenza contro omosessuali, transessuali, transgender.
In alcuni stati e città europee, ricordo Stoccolma e Londra, è stata istituita una sezione della Polizia di Stato finalizzata alla repressione e alla perseguibilità di comportamenti omofobici contro la comunità glbtq. In Italia da tempo le organizzazioni per i diritti degli appartenenti alla comunità glbtq, in primis Arcigay Nazionale, chiede al ministero degli Interni un simile provvedimento, senza alcun risultato finora ottenuto, nè risposta. E' importante la richiesta espressa dal Presidente Nazionale Arcigay, Aurelio Mancuso, di incontrare il Ministro degli Interni per chiedere misure adeguate a reprimere, denunciare e perseguire episodi di questo genere, intollerabili e irricevibili in uno stato di diritto. Attendiamo risposte onde evitare che la situazione degeneri in un'assuefazione di fatto e in un'accettazione inconsapevole di simili violenze ed efferatezze barbare.
Il Comune di Milano non può rimanere inerte difronte a un'escalation preoccupante di questa portata, che rende la nostra città un luogo impervio per chi esprime una propria diversità, portandola decisamente fuori da ogni contesto civile e culturale europeo. Deve l'amministrazione disporre misure e provvedimenti che aiutino e sostengano psicologicamente e giuridicamente le vittime di comportamenti omofobici, nonchè prevengano con maggiori controlli da parte della Polizia Municipale, radicati sul territorio e capillarmente distribuiti, atti di tale portata. Il Comune di Milano parla di sicurezza come priorità della propria azione amministrativa: mi chiedo se alcuni debbano essere più sicuri di altri, o se tali atti debbano essere liquidati come secondari rispetto ad altri, su cui strumentalmente si costruiscono campagne elettorali populistiche.
Alessandro Rizzo
Consigliere Lista Uniti con Dario Fo - GRUPPO LA SINISTRA
Consiglio di Zona 4 Milano
In risposta al messaggio di inserito il
2 3 4 5 6 7 8 9
...
RSS feed