.: Spazi pubblici ed effetti pubblici
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Inserito da il Inserito da Oliverio Gentile il Mar, 21/06/2011 - 23:15

... vedi la relativa news per saperne di più e partecipa subito al nuovo forum (magari trasferendo lì le tematiche che ti stanno a cuore)!
Smile
Oliverio

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Inserito da il Inserito da Alessandro Savioli il Mer, 12/05/2010 - 22:24
La Cooperativa Sociale Aldia negli ultimi mesi ha creato, vincendo un bando del Settore servizi all'infanzia del Comune, una bellissima e utilissima struttura, con lo scopo di raccogliere e catalogare il materiale proveniente da tutte le scuole del Comune realizzato in decenni di tecniche e sperimentazioni didattiche e pedagogiche, per metterle al servizio degli insegnanti come spunto e percorso di formazione e crescita professionale.
Per ora questa struttura è aperta a supporto dei docenti della fascia 0-6 poi si spera possa essere fruita anche dai cittadini.
In un momento storico nel quale l'Istruzione è sottoposta ad una preoccupante riduzione concettuale e sostanziale, credo sia importante che gli operatori possano avere uno strumento concreto e facilmente accessibile per l'accrescimento professionale, attingendo ad un bagaglio pedagogico e culturale di così ampia portata.
Il centro ha organizzato una mostra internazionale dei libri per Bambini da 0 a 3 anni (allego locandina) aperta anche al pubblico.
Invito tutti coloro che riceveranno questo messaggio a darne diffusione a loro volta, affinchè il successo di questa iniziativa possa giungere in primis all'Amministrazione Comunale come segnale che iniziative volte allo sviluppo e approfondimento della  professionalità di chi ogni giorno lavora a contatto con bambini e ragazzi non debbano avere carattere di straordinarietà ma di quotidianità ... e questo anche in previsione della prossimo imminente bando per il rinnovo della gestione del centro che il buon senso vorrebbe prorogata a chi ha così bene operato per l'avvio di questa struttura.
La mostra avrà i seguenti giorni e orari di apertura :
da LUN. 24/05 a MAR. 01/06
dalle 10:00 alle 18:00.
Centro di Documentazione Milano 0-6
Via Delle Forze Armate, 175/a - 20152 Milano
@: centro.documentazionecomunemi@aldia.it
Tel.: 02-48751727
Un caro saluto a tutti.
Alessandro Savioli
Consigliere CdZ6
Capogruppo lista Uniti con Dario Fo per Milano
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Inserito da il Inserito da Dodo Ribas il Lun, 15/03/2010 - 23:52
Un rifugio balneare in città. A Milano Scalo Farini .
Da tempo dismesso, tutta l'area verrà presto trasformata, i pochi binari che rimarranno per giungere a Stazione Garibaldi e proseguire nel passante ferroviario potrebbero essere interrati.
Il grande spazio libero che ne deriva (circa 550.000 metri quadrati) sembra fatto apposta per accogliere il "mare a Milano", un bacino d'acqua che diventerebbe un "rifugio balneare" prossimo al centro della città .
Con la sua acqua balneabile il mare a Scalo Farini potrebbe occupare circa 350.000 metri quadrati, comprese spiagge, prati, boschi e un approdo, lungo il perimetro.
Altri 100.000 metri quadrati nel progetto sono dedicati a un altro spazio pubblico, dove far sorgere una collina verdeggiante, abbastanza alta da fornire un punto di vista panoramico sulla città.
 Puoi vedere il progetto a cui si riferisce questa petizione su 
http://ilmareascalofarini.blogspot.com

 Se ritieni indispensabile che a Milano vi sia un rifugio naturale e balneare, sottoscrivi questa petizione.
 Maggio 2009 ZUCCA ARCHITETTURA
 http://www.nopalmoil.it/ChiSono/CEG.htm

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Inserito da il Inserito da Alessandro Rizzo il Mar, 13/10/2009 - 13:33

Un botellon di matrice spagnola può avvenire a Milano? La domanda sorge spontanea nell'apprendere le intenzioni del Vicesindaco De Corato di dedicare piazze e spazi pubblici affinchè giovani di ogni fascia sociale e culturale possano trovarsi autonomamente, bevendo, cantando, parlando, confrontandosi liberamente, senza necessità di transitare da un locale all'altro, spendendo cifre pesanti ogni sera in contesti spesso ostili, data la presenza prossima di residenti lamentanti l'eccessivo chiasso. 
La proposta potrebbe avere un senso a Milano, ma i luoghi che l'amministrazione sarebbe intenzionata, siamo ancora nella fase dell'idealismo, a concedere sono alquanto singolari nell'attuale conformazione socio culturale della metropoli. De Corato parla di Piazza Duomo, Piazza Cordusio, Piazzetta Affari fino ad arrivare a Piazza San Babila come spazi deputati e recepire questa richiesta, ormai divenuta molto sostanziosa e pressante, derivante dalle fasce generazionali più giovani. Qualche giorno fa alcuni ragazzi si sono dati appuntamento a Piazza Leonardo da Vinci tramite messaggi via rete, via cellulare, aprendo gruppi di eventi su facebook, invitando tramite twitter e skype diversi propri coetanei al raduno. Era, questa, una risposta alla politica "law and order" che ha sempre visto un vicesindaco impegnato a recintare piazze pubbliche e luoghi aperti onde evitare "ragruppamenti" e "crocchi" di persone, recanti nocumento ai tranquilli sogni dei residenti. A questo dato di fatto l'amministrazione ha risposto di essere disponibile a dare avvio istituzionale a questa pratica. Peccato, però, che i luoghi individuati non siano molto appetibili per la tipologia di incontri notturni dei giovani: sono prettamente deserti durante le ore notturne, privi di locali aperti, totalmente inarrivabili per chi, sono molti, vengono dalle città della provincia o della prossima periferia attraverso l'auto privata, dato che il servizio di trasporto pubblico a Milano è totalmente assente da una certa ora della sera (l'una circa, con un rarefarsi dei passaggi dei mezzi pubblici su diverse linee già a partire dalle 20,30, come testimonia negli ultimi mesi il peggioramento del servizio persino sulle linee metropolitane).
Qualcuno dall'opposizione aveva proposto il bus notturno di servizio di trasporto per giovani che abitano in zone non beneficiate da un adeguato servizio di trasporto pubblico notturno (l'80% minimo dei casi). Questa proposta è stata assolutamente inevasa dall'amministrazione, che ha proseguito a risolvere, ma è un problema mi domando, la questione della Movida con proposte che favorivano una parte in causa, residenti disturbati e infastiditi dall'eccesso di rumore, a discapito di una copiosa porzione di popolazione giovanile che vive la notte come opportunità di incontro e di divertimento.
Il centro della città, caso strano che accade solo in una città come Milano da definirsi fuori dall'Europa in ambito di vivibilità, non è copetro da un servizio continuativo ed efficiente di servizio pubblico di trasporto nelle ore notturne, a differenza di Londra, Berlino, Parigi, Barcellona, dove certamente il costo dei biglietti è sostenuto; dove certamente le metropolitane cessano di funzionare alle 00,30/01.00, anche se le corse sono frequenti e sono distanziate da massimo 2 minuti di attesa; dove, infine, esiste un servizio sostitutivo efficiente e puntuale che garantisce la copertura del servizio di trasporto lungo l'arco di tutta la giornata composta da 24 ore. Il centro della città non è attraversabile, rebus sic stantibus la disfunzione del servizio di trasporto pubblico, neppure dall'unico mezzo di trasporto assicurabile per tutta la notte: l'automobile.
Penso che un'ipotesi di questo tipo sia stata fatta senza previamente:
a. sentire le esigenze dei diretti interessati, i giovani, che vengono sempre più estromessi dalla responsabilità di condividere scelte che riguardano la città e la collettività, nonostante le promesse di tavoli di confronto, il cui esito ancora non è dato sapersi;
b. prevedere un monitoraggio delle esigenze e delle necessità, al fine di calibrare interventi che possano rendere attuative certe proposte (l'efficienza del mezzo di trasporto pubblico, la copertura di un'adeguata mobilità sostenibile e accessibile a livello sociale, oltre che ecologico" e umano, la presenza di spazi di aggregazione che non siano solamente commerciali, così come anche di iniziative pubbliche collettive che possano garantire un contenuto sociale e culturale al condividere insieme diverse ore in necessario e plausibile divertimento);
c. dare avvio a una cessione di responsabilità alle nuove generazioni che devono essere le protagoniste primarie di un governo della notte cittadina e metropolitana, dato che la richiesta di vivere la notte è ormai un dato di fatto ineludibile, e dato l'aumento esponenziale di plusvalore derivante e derivabile in termini di qualità di vita della città.

Accolgo con favore un punto positivo della questione: la minima e direi ancora ipotetica intenzione, non riscontrabile comunque da parte di nessun provvedimento concreto, del vicesindaco di sospendere la politica degli interventi a effetto, quindi superficiali nella loro portata e, pertanto, fallimentari, delle recinzioni e degli sbarramenti. Ma è un minimo e timido passo che ancora necessita di perfezionamento, miglioramento, di un'adeguata analisi e ponderazione, nonchè di una doverosa condivisione nel metodo.

Alessandro Rizzo
Consigliere Lista Uniti con Dario Fo - Gruppo La Sinistra
Consiglio di Zona 4 Milano

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Inserito da il Inserito da Sara Eco il Mar, 15/09/2009 - 10:30

1a Edizione Concorso Nazionale di ideecostruttive - Premio ImmobiliaRe 2010.

Il Concorso di Ideecostruttive richiama energie mentali, suggestioni dell’anima, competenze specifiche per la realizzazione di opere e progetti che promuovano l’Ecosistema nel suo equilibrio Uomo - Casa - Ambiente. L’obiettivo è quello di coinvolgere artisti o aspiranti tali, e futuri o attuali professionisti in Architettura - Ingegneria e Design perché investano creatività e talento.
House Company ha una visione meritocratica accessibile per l’affermazione di nuove idee e nuove eccellenze; lo scopo è promuovere e sospingere progetti e opere di talenti nuovi o già affermati per creare nuove opportunità di relazione culturale, artistica, economica nella realtà in cui viviamo.
“ECOHOUSING ART - PROGETTI PER ABITARE GLI SPAZI”, intende far “mettere in gioco” e rendere accessibile agli utenti il processo creativo dei partecipanti al Concorso allo scopo di far condividere e valutare in itinere il prodotto creativo attraverso 3 fasi: work in progress, award in progress, art show in progress.
I prodotti migliori parteciperanno alla mostra a Mostra “ECOHOUSING ART - PROGETTI PER ABITARE GLI SPAZI”, che sarà organizzata presso un importante spazio espositivo pubblico della città di Milano (sono al vaglio “Palazzo Reale” - “Triennale” - “Rotonda della Besana” - “Palazzo delle Stelline” - “Fiera di Milano”) e avrà luogo nei mesi di aprile o maggio 2010.

http://www.ecohousing-art.it/

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Inserito da il Inserito da Elena Paredi il Lun, 14/09/2009 - 09:40

Così bella che le manca solo la parola. Anzi un nome, per il quale si potrebbe anche indire un concorso: intanto però sotto l’albero di Natale Milano si regala una ruota panoramica, la prima del genere in Italia a «girare» in un contesto urbano e non in un luna park. Sarà costruita accanto all’Arena nel verde di Viale Malta. Appoggiata e non ancorata al suolo, il Comune ha trovato la quadra per far coesistere la ruota con il vincolo sul Parco, anche spostandone leggermente la posizione dal progetto iniziale. Così Milano «farà» la ruota che svetterà nel cielo per 60 metri ed un diametro di 50. Le sue 42 cabine permetteranno, in 15 minuti e tre giri, un colpo d’occhio su Milano alla velocità di 4 metri al secondo e ospiteranno, ognuna, dalle 6 alle 8 persone che vi potranno anche pranzare, in occasione particolari. Il progetto fortemente voluto ai tempi dell’assessorato di Vittorio Sgarbi, è stato portato avanti con tenacia da Maurizio Cadeo, che da assessore all’arredo urbano ha un’idea precisa di questo «Milan eye»: «Il sogno era duplice: dotare Milano di una ruota, come le grandi città e per una volta, sollevare lo sguardo da certi brutti dettagli urbani da correggere, per ammirare il bello globale della città del futuro dall’alto». Ad aggiudicarsi il bando è stata ieri la Wonder Wheel di Fulvio Pelucchi, già concessionaria della ruota di Gardaland e delle Ex varesine e soprattutto promotrice a Palazzo Marino di un progetto che diede lo spunto per lanciare il bando. La competenza di lungo corso del vincitore ha portato ai 75 punti con cui sbaragliare la concorrenza degli altri quattro progetti, dopo che già uno era stato escluso per essere arrivato tardi alla consegna del progetto. Dal punto di vista tecnico sono piaciute le cabine, fra cui due «vip» accessoriata per mini feste: lo stile modernissimo creerà un contrasto affascinante con lo stile del parco e la torre Velasca. Dal punto di vista economico ha convinto l’offerta: la base d’asta era di 112 euro al metro quadro. I vincitori hanno offerto un rialzo del 100 per cento per un totale di poco più di 220 mila euro, mentre le altre proposte praticavano rialzi maggiori ma «poco imprenditoriali - spiega Fulvio Pelucchi -: noi siamo stati realistici e questa è una bella scommessa». A fronte di un investimento di quasi 7 milioni, infatti, il vincitore avrà in concessione la ruota per nove anni: «Stimiamo di poter avere 100mila visitatori l’anno e con biglietti che costeranno dai 4 ai 7 euro, calcoliamo un introito di 500mila euro l’anno». Il Comune, secondo il bando, guadagnerà anche - come minimo - il 10% dalle sponsorizzazione che rivestiranno la ruota, con la promessa, però, di non trasformare l’area in un «fenomeno da baraccone» che stonerebbe col parco. «La brandizzeremo, gli sponsor potranno variare - aggiunge Pelucchi - ma pensiamo ad aziende fortemente connotate sul territorio e alla Moda». Ora l’assegnazione del bando dovrà essere ratificata dalla Giunta, ma passerà anche al vaglio del Tar perché una delle società escluse ha annunciato ricorso per presunte irregolarità nelle procedure di assegnazione. Intanto, per montare la ruota, che è firmata da tedeschi e svizzeri ed arriverà a bordo di 40 container, basteranno 15 giorni. E poi tutto comincerà finalmente a girare.
Fonte: www.ilgiorno.it

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Inserito da il Inserito da Alessandro Rizzo il Gio, 23/07/2009 - 09:11

La Libreria Babele torna ad aprire le sue porte al pubblico. Dopo mesi di dubbi circa le sorti del celebre punto di riferimento della cultura LGBT milanese, oggi alle 18,30 la Babele riapre i battenti, grazie alla tenace volontà della nuova proprietà, in Viale Regina Giovanna 24/b, con un vernissage affollato di amici, personaggi, autori.
L’intricata vicenda della chiusura era stata sulla bocca dei milanesi fino a poco tempo fa e le voci di una prossima riapertura si facevano sempre più insistenti, finché l’atteso annuncio non è giunto attraverso la rete. Con la pagina La Babele GLBT Bookshop & More, che ha già raccolto un migliaio di “amici” su Facebook in meno di un mese, Christian, uno dei nuovi animatori della Babele, ha invitato tutti alla felice riapertura nella nuova sede. Babele release 3.0 è stata subito rinominata da Daniele sul suo blog, per ricordare che la prima libreria fu aperta da Felix Cossolo in Via Sammartini, per poi essere trasferita una decina di anni fa da Gianni Delle Foglie in un grande spazio a due passi da Piazza Cadorna, nello stesso edificio in cui si scriveva anche la rivista Pride.
Oggi la Babele si trasferisce e si rinnova, va ad offrire i suoi scaffali in uno dei quartieri più gai della città, Porta Venezia, carica della storia di cui si è resa protagonista e della consapevolezza di non essere semplicemente un negozio in cui si vendono libri, ma un punto di riferimento per tutti coloro i quali vogliono leggere della ricchezza della differenza e vogliono avvicinarsi al mondo LGBT in un modo diverso dal rutilante e scintillante mondo dell’enterteinment.
Alla Babele per tanti anni hanno scintillato gli occhi di Gianni che con lo sguardo era come se ti accarezzasse e ti accompagnava con amore a scegliere il libro da portar via, fosse un classico latino o uno di quei libri che si leggono con una mano sola.
La Libreria Babele è anche questo.

Marco Volante
da Gaynews.it

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Inserito da il Inserito da Antonella Fachin il Mer, 22/04/2009 - 15:39

Sapevo del progetto di diffondere il wireless in tutti i parchi cittadini. L’assessore alla Ricerca e Innovazione Luigi Rossi Bernardi prometteva oltre 4000 punti di accesso wireless diffusi in tutta la città.
In zona 3 avevamo ovviamente segnalato il parco Lambro, il parco del quartiere Rubattino, piazza Leonardo da Vinci (frequentata da molti studenti universitari).

Ora apprendo dal notiziario ChiamaMilano del 21 aprile scorso che questo progetto  è stato archiviato. Perchè?

Non mi si venga a dire che Milano è una città europea!!!!
La risposta dell'assessore è veramente frustrante: “il progetto deve essere dimensionato sul fattivo uso che se ne fa a Milano” e che in fondo, a Milano, sarebbero in pochi a usarlo."
ecco il solito dilemma: prima l'uovo o la gallina?!? Mi spiego:
come fai a creare la domanda se non c'è offerta?!?!
Perche la Giunta del sindaco Brichetto Moratti non sa apprendere dall'esperienza? v. il bike sharing che è un grande successo, così imprevisto da questa amministrazione che forse le adesioni al servizio dovranno essere sospese per saturazione!!! (ossia sotto-dimensionamento del numero di biciclette necessarie). Questo successo, invece, era da anni previsto da Fiab-Ciclobby e da tutti coloro che credono nel trasporto eco-sostenibile.
Ma i nostri amministartori sono culturalemte VECCHI e CONSERVATORI, non sanno quale è la VERA MODERNITA' ai giorni nostri!

Questa amministrazione, inoltre, continua a fare proclami e annunci ad effetto ma poi non sa mantenere fede agli annunci.... (Si veda ad esempio:
- le promesse ai comitati dei navigli da parte della sig.ra Brichetto Moratti prima delle elezioni ... ma la totale indifferenza poi,
- le fiaccolate per la sicurezza e i contestuali tagli alla polizia locale,
- i proclami per il sostegno alla famiglia e i contestuali tagli agli asili nido e alle scuole materne,
- il progetto dei raggi verdi e i tagli degli alberi di molte piazze di Milano,

.... del resto i cittadini di Milano non sanno ricordarsi delle promesse non mantenute e premia da 18 anni chi continua a fare annunci ma è responsabile del mal governo di questa città!

Cordiali saluti a tutti/e
Antonella Fachin
Consigliera Zona 3
Capogruppo Uniti con Dario Fo per Milano
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NAVIGARE GRATIS? NO, NAUFRAGARE
Ecco cos’è rimasto del progetto Milano Wireless: doveva consentire la navigazione tramite Wi-Fi in tutta la città…è stato messo in soffitta

La prima città è Parigi, con più di 105 hotspot accessibili gratuitamente, nei pressi di musei, biblioteche, parchi, con accesso consentito tra le 7 e le 23. Si chiama Paris Wi Fi.
Poi vengono Londra, Dublino, Barcellona, Brighton, Monaco, Amsterdam, Vienna, Marsiglia e Colonia. Lo scorso febbraio, la città di Berlino ha annunciato un progetto per fornire accesso gratuito a Internet per l’intero centro di Berlino, usando antenne montate sui semafori, ed è attualmente in corso una fase pilota di 3 mesi.
A Milano c’è Wireless Castle, cioè il progetto di connessione gratuita e senza  fili a Internet all’interno del Parco Sempione: partito alla fine del 2007, avrebbe dovuto essere solo un assaggio del progetto Milano Wireless, con cui l’assessore alla Ricerca e Innovazione Luigi Rossi Bernardi prometteva oltre 4000 punti di accesso wireless diffusi in tutta la città, a loro volta punto di partenza verso gli oltre 13000 che il Comune aveva previsto di realizzare entro il 2015, data di inizio dell’Expo.
Ma come ormai è noto, quando si parla di Expo e di progetti legati all’Expo, c’è sempre un «però» con cui fare i conti.
A oggi, oltre al Parco Sempione, secondo il sito Hotspot-wifi ci sono meno di 700 hot spot gratuiti in città, e solo una minima parte di questi sono pubblici.
E i 4000 punti di accesso che avrebbero dovuto costellare la città, tra scuole, sedi universitarie, biblioteche, punti di ritrovo di giovani e anziani, centri sportivi, parchi e giardini pubblici, fermate ATM e nelle linee metropolitane?
Si potrebbe obiettare che questo tipo di servizio riveste un’importanza minore rispetto magari ad una rete di trasporti pubblici ramificata ed efficiente, o al corretto funzionamento dei servizi sociali. Ma è anche vero che, in un mondo in cui la comunicazione passa soprattutto attraverso la rete, ancora una volta e anche su questo fronte, Milano, città che dovrebbe ospitare un’Expo mondiale, ad oggi è molto indietro rispetto al resto d’Europa.
La conferma che il progetto Wirelss Milano, uno dei fiori all’occhiello del Dossier Expo, è praticamente naufragato è arrivata dall’Assessorato stesso nel corso dell’ultimo Innovation Forum di Idc dedicato alla città digitale (tenutosi 3 settimane fa), quando Rossi Bernardi ha spiegato che “il progetto deve essere dimensionato sul fattivo uso che se ne fa a Milano” e che in fondo, a Milano, sarebbero in pochi a usarlo.
Ne consegue che dalla copertura totale della città si passerebbe a una copertura molto parziale limitata a poche zone selezionate soprattutto del centro come è stato fatto con il parco Sempione.
Indovinate un po’, il problema principale è il costo: se in alcune città degli Stati Uniti progetti simili si sono dimostrati non sostenibili dal punto di vista economico, a Milano non può essere certo il Comune a fornire questo tipo di servizio.
Ma perché questo lo scoprono solo adesso? Quando si presenta un progetto non si fanno anche degli studi sulla fattibilità economica? E come mai nelle altre città europee il Wi Fi gratis ce l’hanno sparso un po’ ovunque?
Al momento queste domande non hanno risposta, né a oggi l’Assessorato è in grado di fornire ulteriori informazioni su tempi e grado di sviluppo di quanto è rimasto del progetto iniziale.

Antiniska Pozzi

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Inserito da il Inserito da Elena Paredi il Mar, 14/10/2008 - 12:08
Nel 1884, nelle vicinanze del paese di Magenta, venne ritrovata un'intera necropoli attribuibile al periodo La Tène medio (III - II sec a. C.). All'interno della necropoli furono rinvenuti i frammenti di tre spade di cui due aventi la lama riccamente decorata tra le cui incisioni risaltava quella di un cinghiale (animale sacro a Milano).
Altri esemplari di spade sempre dello stesso periodo vennero successivamente rinvenute per la maggior parte in scavi effettuati all'interno del confine urbano di Milano.
Non lontano da Milano, a Nosate, agli inizi del ventesimo secolo fu rinvenuta un'altra vasta necropoli che restituì altro materiale lateniano, ma anche di epoca romana e longobarda. Anche in questo caso furono ritrovate due spade celtiche con la lama decorata da incisioni molto interessanti. Su una era riportata una mezza luna con tre protuberanze all'interno, di difficile interpretazione, mentre sull'altra lama si trovava un cinghiale.
Da fonti attendibili (gruppi di ricerca archeologica e sovrintentenza dei Beni Culturali della Lombardia), abbiamo saputo che tali reperti non solo non sono inseriti fra quelli ritenuti "significanti" dal museo archeologico di corso Magenta, ma che sono addirittura tenute chiuse in degli scatoloni conservati nei sotterranei del Castello Sforzesco !
Ora, ritengo che i cittadini milanesi, tanto quanto tutti i cittadini che sono interessati all'archeologia, debbano avere il sacrosanto diritto a vedere in mostra anche queste spade che rappresentano secoli di storia della nostra amata città.
Non capisco come ancora oggi raggiunto ormai il 3° millennio, arrivati in una società che si definisce "civile" e votata alla conoscenza culturale, si possa tenere "nascosti" questi tesori !!!!
Chi può fare qualcosa ?
chi si interessa della catalogazione ?
penso che costituista un grave reato per la conoscenza archeologica, e soprattutto un gravissimo reato verso tutta la comunità !!! 

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Inserito da il Inserito da Alessandro Rizzo il Lun, 14/07/2008 - 16:08
E' strano che a Milano si ripetano annualmente, stagionalmente, le stesse situazioni, con le stesse problematiche, le stesse circostanze, le stesse reazioni. Mi sembra di vedere una pubblicità di inizio estate, dove ogni giugno si apre il ciclo degli spot dedicati alle creme solari o ai gelati confezionati. Per, poi, arrivare a fine ottobre per aprire la stagione degli spot dedicati ai profumi o ai cioccolatini in attesa degli acquisti di Natale. E' un ennesimo deja vue che si ripete costantemente: se riprendessi le cronache milanesi delle pagine dei maggiori quotidiani della città, di un anno fa, leggerei gli stessi articoli, le stesse testimonianze, le stesse doglianze, le stesse vicende. Mi riferisco al dibattito, spesso abbastanza animato, che si presenta sulle conseguenze derivanti dalla Movida notturna milanese. I residenti si lamentano del rumore elevato fino a notte tarda e della presenza di rifiuti di vario tipo e genere presenti l'indomani mattina, domenica o sabato, per le strade dei propri quartieri. Gli esercenti si lamentano dell'assenza dell'amministrazione, in quanto scarseggiano le risorse adibite alla sicurezza e alla repressione di violazioni del codice della strada, garantendosi, così, la possibilità di esercitare la propria attività commerciale per tutta la serata. I clienti dei locali, maggiormente appartenenti a una fascia di età molto giovane, rivendicano il diritto a rimanere per strada fino a notte tarda e liberamente divertirsi all'aperto, magari accompagnati da allegre note di musica. Tre diversi interessi che si ripresentano ogni inizio estate. Tra interessi che costantemente sono evasi e non discussi preliminarmente, al fine di prevenire ogni forma di contrasto e conflittualità, spesso poco piacevole e sostenibile dal punto di vista sociale e culturale.
La mappa delle zone che sono interessate dal dilagare della Movida milanese notturna si estende sempre di più: prima si parlava solamente della cerchia dei Navigli, oggi si parla anche di Viale Papiniano, Viale Monte Nero, Corso Como, il quartiere Isola, le storiche Colonne di San Lorenzo.
Il fenomeno aumenta di portata e coinvolge zone differenti, spesso lontane le une rispetto alle altre. Ma il Comune di Milano che cosa propone? De Corato ha deliberato per motivi di ordine pubblico il divieto di vendere bottiglie in vetro o versare bevande in bicchieri di vetro da parte dei locali ai clienti che si fermano lungo la strada nelle ore serali e notturne. Ma come bene si può comprendere se a delibera avanzata, o a disposizione emanata, o a provvedimento urgente emesso, non conseguono misure e criteri di applicazione e attuazione, difficile potrebbe esserne l'amministrazione e l'eseguibilità della stessa disposizione. Dai criteri generali devono seguire provvedimenti esecutivi particolareggiati, di natura amministrativa. Penso che se non sussistono le risorse umane utili a garantire la prevenzione dei fenomeni che mettono a rischio la quiete pubblica, l'ordine pubblico, la pace civile, utili a garantire, pertanto, la perseguibilità di reati e violazioni del codice della strada, del regolamento per l'orario di apertura degli esercizi pubblici, di varia natura e tipologia, anche penali, lo stesso provvedimento adottato diventa vano. Come testimonia il caso specifico in questione. Il divieto di vendere bottiglie di vetro per gli esercizi commerciali ha favorito, come era pensabile, l'aumento di un commercio illegale diffuso che si avvantaggia della proibizione per assicurarsi un mercato lasciato libero dalla disposizione. E' utile avere vietato il commercio di bottiglie in vetro o di bevande in bicchieri di vetro? Io credo che ci si debba domandare se è stato utile non disporre armonicamente di un disegno strutturale che avesse previsto ogni forma di prevenzione di situazioni di disagio e di forte pericolo per la quiete pubblica. Ancora sabato sera, presso le Colonne di San Lorenzo, si è avuto il lancio della bottiglia di vetro contro la folla da parte di un giovane. Quale strada sarebbe necessario perseguire? La partecipazione e il coinvolgimento delle persone interessate per disegnare un nuovo disegno di città che valorizzi i propri spazi e dimensioni lo spazio pubblico all'utilizzo da parte di tutte e di tutti, in una visione di "bene comune" fondato sulla non rivalità come definito dal Premio Nobel per l'economia, Paul Samuelson.
E' possibile che il Comune si faccia interprete dell'istituzione di un tavolo di concertazione dove rappresentanze della clientela, rappresentanze delle associazioni dei commercianti e i comitati dei residenti si trovino, si confrontino e dialoghino per rendere questa città vivibile, usufruibile e pubblica. Vorrei una città che sappia convogliare la bellezza della vitalità, della creatività, dello stare insieme, del condividere iniziative ed eventi, dell'aggregazione culturale e non meramente "commerciale" con la vivibilità, la sostenibilità, il rispetto delle libertà altrui, delle dignità altrui, dei diritti di tutte e di tutti. Il Comune appronta interventi che riguardano solo la cerchia dei Navigli: oltre ad avere una dimensione un po' ristretta di campo d'azione per risolvere la questione, siamo in presenza di una ristrettezza nel campo di applicazione e interessamento della stessa disposizione. Il problema non riguarda solo i Navigli e ha radici più profonde. Avevo tempo fa lanciato la proposta da queste pagine di creare agorà pubbliche, dove l'aggregazione culturale, il piacere di stare insieme, il rispetto civico, che conseguentemente deriva se si creano condizioni di arricchimento civile e sociale delle iniziative e dei motivi del condividere spazi e tempi della città, abbiano ampio diritto di cittadinanza. Oggi come oggi, invece, siamo in presenza di una esasperante rincorsa al consumismo fin a sè stesso, senza finalità alcune e senza obiettivi collettivi. Abbiamo una logica del rapporto individuale di consumatrici e consumatori di beni e non di servizi. Bisogna agire con la concertazione e con la partecipazione, rendendo interagibili e convergenti interessi che, apparentemente, sembrano oltremodo divergenti.
Questa è la prospettiva politica che potrebbe arricchire questa città, rendendola vera capitale europea della cultura e dell'aggregazione, del senso comune e collettivo degli spazi ubani. Perchè invece di mettere nuove barriere, nuove transenne, nuovi divieti non si parla di serate culturali, dove compagnie giovanili teatrali e musicali possano esibirsi per un interesse collettivo. Perchè non si procede a deroghe da assicurare nei mesi estivi per garantire concerti e kermesse teatrali e musicali che sono patrimonio di una città vitale e vivace, comune in senso letterale e reale, sociale. Il Comune, nella fattispecie, ha valutato i livelli di emissioni acustiche presenti nelle zone interessate dalla presenza dei locali? Quale livello si è riscontrato? Si è predisposto un provvedimento di accertamento degli orari di apertura dei locali, nel rispetto del regolamento comunale per gli esercizi commerciali notturni? Si sono adeguatamente penalizzate le infrazioni a riguardo? Quante risorse umane, in termini di agenti di Polizia Locale, sono state disposte per garantire forme di controllo dei territori al fine di prevenire forme e situazioni di violazione del codice della strada? Quale programma generale il Comune ha predisposto nei mesi estivi, e come è stato predisposto, secondo quali canali, strumenti, modalità, per garantire l'arricchimento sociale e culturale degli spazi pubblici e municipali presenti in città? Leggo manifesti che promuovono la città considerandola occasione estiva per chi rimane nei mesi estivi, ormai appartenente a una popolazione sempre più numerosa, tramite titoli invoglianti e allettanti, giochi di parole simpatici: E-state a Milano. Ma la programmazione come è avvenuta? Come vengono disposti i siti dove dare ospitalità a questi importanti eventi? E' possibile che vediamo grandi eventi e manifestazioni nelle zone centrali o, spesso, nelle stesse consuete zone già beneficiate da una ricca programmazione cultuale pubblica annuale. Perchè non coinvolgere in modo completo i vari attori sociali e istituzionali consiliari circoscrizionali nel predisporre, in fase preparatoria e in fase esecutiva e applicativa, una programmazione compiuta e coerente di manifestazioni culturali e artistici? Il Comune è bene comune, un patrimonio inalienabile, non rivale e non esclusivo. Rendiamolo tale già nel disporre misure e modi di intervento risolutivi di questa annosa disputa poco conveniente per l'immagine della nostra città. Provvederò a partire dal consiglio di zona dove sono consigliere a recepire le questioni qui formulate predisponendo una parte dispositiva della stessa interrogazione che proponga vie alternative di partecipata gestione degli spazi pubblici nelle ore serali e notturne nei mesi estivi, coinvolgendo residenti, commercianti, clienti, utenti cittadini, istituzioni locali e zonali.

Alessandro Rizzo
Capogruppo Lista Uniti con Dario Fo per Milano
Consiglio di Zona 4 Milano

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