Uno dei motivi che mi aveva fatto scegiere Albertini nel primo mandato era la promessa, poi mantenuta, di chiudere il Parco-Giardino di Piazza Vetra e quello della Basiliche. Peccato che non si sia continuato su questa strada. Ci sono aree, non certamente parchi, che potrebbero essere benissimo cintate e chiuse durante la notte facilitando così un migliore mantenimento ed evitando che diventino mini discariche e diano adito a frequentazioni non consone. Se poi potessimo coinvolgere i nostri anziani o pensionati per il controllo del giardino durante le ore diurne forse renderemmo partecipi anche loro e chissà che ci ringrazierebbero. Altro che Viagra.
18 Dicembre 2004 - 18 Dicembre 2005
esattamente un anno fa scrivevo una lettera che, pubblicata sulla rubrica “Dalla parte del cittadino” del Corriere Milano, scatenava una grande energia latente nella nostra città.
Nasceva infatti da lì il primo seme del futuro Movimento VivereMilano.
Ripercorro brevemente le tappe più importanti : immediatamente dopo la pubblicazione della lettera e la creazione del blog che ci ha aggregato, ci troviamo in 200 in Piazza del Duomo, dove iniziamo a confrontarci e a discutere.
Si forma il primo gruppo compatto che porta il movimento al battesimo il 20 Marzo in Triennale, di fronte a 400 persone, con alcune idee e progetti precisi per migliorare la qualità della vita di Milano.
L’Oasi Anziani, il City Report, l’Happy Road di Paolo Sarpi, il Safari Urbano e il conseguente tour del Parco Orbitale ci impegnano, insieme alla nascita della Fondazione di Partecipazione VivereMilano, nostra forma giuridica, fino a Luglio.
Il crescente consenso intorno al movimento, sempre meno legato all’originaria generazione dei trenta-quarantenni, ci porta ad interrogarci su quali siano le migliori modalità per non tradire la fiducia e l’entusiasmo intorno ad esso.
Il 14 luglio 2005 VivereMilano annuncia la propria “Presa di Responsabilità” nei confronti della città: lo sforzo di elaborare una nuova visione, un nuovo progetto per la città, capace di incontrare e soddisfare tutte le istanze, i sogni e le esigenze raccolte nei primi mesi di vita del movimento.
A Settembre, VivereMilano con i suoi più di cento iscritti alla Consulta si interroga e all’unanimità decide di impegnarsi direttamente in politica.
L’attuale sistema partitico, a cui da pochi giorni sono stati ridati a livello nazionale pieni poteri di imposizione dei candidati con la “nuova” legge elettorale è a nostro parere in una crisi profonda e irreversibile che lo rende inadeguato alla guida del nostro Paese.
Il gioco dei poteri forti, degli interessi particolari, delle pressioni delle lobbies è capace di annullare anche le migliori persone, le migliori intenzioni, le migliori energie.
Di sicuro l’interesse della collettività è inevitabilmente spesso tenuto fuori considerazione.
VivereMilano auspica un Rinascimento della Politica: vuole unire e non dividere, desidera ascoltare e non gridare, secondo una logica trasversale e lontana da ogni ideologia partitica tradizionale.
Per questo ha inserito nei propri principi di base il concetto di non appartenenza ad alcuno dei due schieramenti partitici esistenti. Tale posizione non è un astratto “salire su un albero”, ignorando la realtà; rappresenta anzi l’unico modo per poter far accadere le cose senza restare impantanati nel sistema politico che vogliamo cambiare.
Il metodo
Milano ha bisogno di un progetto forte e condiviso per costruirsi un nuovo futuro.
Purtroppo questo progetto non esiste perché le proposte politiche ufficiali (di destra e di sinistra) sono generiche richieste di potere capaci di legittimarsi solo attraverso la contrapposizione all’avversario. Se non esiste un progetto forte e condiviso è necessario costruirlo, ma come ?
VivereMilano ha elaborato il metodo a “SorgenteAperta”: coinvolgere tutte le componenti vive ed attive della città (persone, movimenti, popoli, generazioni, istituzioni) affinché i vari frammenti possano trovare una sintesi di tutti i sogni di futuro; una sintesi che non deve negoziare, ridurre o escludere, ma contenere e valorizzare ogni contributo.
Il processo progettuale prevede la redazione di quattro documenti introduttivi (contenenti anche le “domande scomode”) uno per ognuna delle aree progettuali, che verranno inviati a movimenti, associazioni, istituzioni, persone rappresentative dei diversi “frammenti” della realtà milanese. Si solleciterà una loro risposta che verrà pubblicata sul sito di Vivere Milano. Il sito sarà aperto ad un dibattito pubblico, e VivereMilano si farà carico della costruzione di una sintesi di tutte le opinioni, proposte e istanze che costituirà il progetto condiviso per la città del futuro.
Il metodo non sarà solo finalizzato alla costruzione del progetto e del programma per Milano, ma sarà la prassi continua, il quotidiano metodo lavorativo di VivereMilano.
VivereMilano ha studiato, ha ascoltato, e ha intuito che la frammentazione della realtà odierna necessità di una nuova visione della città, a partire dal modo nel quale la si amministra.
Non più la sola città-condominio di G. Albertini; non solo la città-partecipata di B. Ferrante; non solo la possibile città-eccellente di U. Veronesi.
VivereMilano cambierà il modello di governo della città, affinché tutte le decisioni strategiche vengano prese solo ed esclusivamente con l’accordo delle quattro sensibilità che abbiamo identificato come comuni ad ogni città:
- la città dei Ricavi (o sviluppo economico)
- la città Profetica (o sviluppo creativo e culturale)
- la città a misura d’Uomo (o sviluppo sociale)
- la città che Funziona (o sviluppo funzionale)
Ad ognuna di queste sensibilità VivereMilano propone l’assegnazione di una figura specifica, un META-ASSESSORE, e immagina quindi una squadra di governo formata da un Sindaco e dai 4 Meta Assessori, che deliberino congiuntamente ogni decisione strategicamente importante per la città, al fine di ottenere che ogni decisione strategica tenga conto delle 4 anime della città.
Le domande scomode
Milano non ha più tempo per aspettare i tempi della politica; occorre farsi delle domande “scomode”, al di là dei tempi elettorali e delle regole di consenso partitico. E poi rispondere a queste domande.
Un progetto ed un programma per Milano non possono seriamente nascere se nessuno si pone queste domande: VivereMilano lo sta facendo.
Eccone alcune esempi delle domande contenute nei documenti di SorgenteAperta:
1. Quali saranno le aziende, quali i posti di lavoro, di che cosa vivrà Milano fra cinque - dieci – vent’anni ?
2. Quali saranno le eccellenze di Milano, e in quali aree dovrà investire l’Amministrazione Comunale ?
3. Quale deve essere il modello di integrazione tra i 161 popoli presenti a Milano ? Come – se - preservare le identità ?
4. Uso delle risorse economiche: meglio seguire la logica delle macro-categorie (progetti di tipo generale rivolti a grandi temi), o del micro-intervento (piccola portata ma grande urgenza e necessità) ?
5. Come convivono oggi uomini e donne a Milano? Come conciliare i ruoli con i percorsi esistenziali e il diritto di tutti i cittadini alla crescita e alla realizzazione individuale?
6. Chi sono, oggi, le persone sole a Milano? Come viene affrontata la solitudine anche all’interno dei gruppi sociali tradizionali (famiglia, ambiente di lavoro, ecc.,..)? I soli sono più “vittime” dell’incapacità e dell’impossibilità di entrare in relazione o “colpevoli” di sostenere i valori individualistici ?
7. Una città deve preservare e sviluppare i cinque sensi dei propri abitanti o sacrificarli al progresso? C’è necessaria antitesi tra sviluppo e natura ?
8. Il diritto alla libera mobilità automobilistica può essere ridotto e sacrificato ?
9. E’ un diritto per tutti, sempre e ovunque, parcheggiare la propria auto in strada, sotto casa ?
10. Ogni uomo e donna dovrebbe avere un sogno da realizzare. Qual’è il sogno di Milano ?
Una rinnovata conoscenza della città
VivereMilano ha studiato e toccato con mano anche gli aspetti positivi della città, poiché quelli negativi si descrivono da soli, contrapponendo ad una mera elencazione di problemi e divisioni, una più classica e mediterranea passione per l’eccellenza e per l’aggregazione di fattori costruttivi e unificanti.
Ecco che cosa è nato dopo che per poche decine di minuti ci siamo chiesti “A Milano, hai mai visto … ?”, cercando di evitare ciò che tutti già conoscono (la Scala, la nuova Fiera, etc)
1. La collina dei Ciliegi?
2. Via Cornaggia?
3. Breakdancer esibirsi nella più grande stazione sotterranea d’Europa (P.ta Venezia?)
4. Una stalla con 40 mucche a 10 minuti dal Duomo (MM Abbiategrasso, Cascina Campazzo)?
5. Il mare da Milano (103 m. della torre Branca)?
6. L’Hangar Bicocca?
7. 10 scimmie di pietra e un citofono a forma di orecchio?
8. I resti di un’arena più grandi di quella di Verona?
9. Una casa di plastica (Sesto San Giovanni)?
10. Una scuola all’aperto?
11. I resti della più antica chiesa di Milano? (Cascina S.Ambrogio)
12. Le cinque basiliche di Milano? (San Nazaro in Brolo, San Lorenzo, San Ambrogio, San Vittore in ciel d’oro, San Simpliciano)
13. Le cinque opere di Leonardo? (Le chiuse di San Marco, Il cenacolo, Il musico della pinacoteca ambrosiana, La sala delle assi del castello, I navigli?)
14. Il più grande cinema d’Italia? (Europlex)
15. Un parco sotto l’autostrada?
16. Un supermarket gratuito?
17. Un parco patrimonio dell’Unesco?
18. La meridiana del Duomo?
19. Il villaggio Barona?
20. Il tunnel tranviario più lungo d’Europa?
21. I primi quartieri popolari del mondo (Mazzini, Selinunte)?
22. Il progetto dell’unica centrale idroelettrica urbana d’Europa (Conca Fallata)?
VIVEREMILANO comincia il percorso per presentare una LISTA CIVICA INDIPENDENTE alle prossime comunali.
La raccolta delle firme necessarie sarà il primo scoglio importante che, senza i finanziamenti e le strutture dei partiti, VivereMilano cercherà di superare ( le difficoltà logistiche e burocratiche sono enormi ).
Noi ci proviamo, ci buttiamo con il cuore e con la testa sperando di abbracciare tutti coloro che condividono questo grande sogno che stiamo costruendo insieme.
A Gennaio.
A Milano.
Per cominciare la rinnovazione.
Cesare Fracca
Mi piacerebbe parlare delle condizioni pietose (dir poco!) nelle quali versano TUTTE le vie adiacenti a corso Como (compresa quella nella quale abito), condizioni che riescono persino a peggiorare durante il fine settimana.
Se fino all'anno scorso, infatti, la cosa era quasi (!!) accettabile, da quest'atunno la situazione è diventata davvero intollerabile.
La domenica mattina esco di casa e mi trovo a passeggiare tra escrementi umani (espletati anche accanto al portone di casa), bottiglie rotte, vomito, preservativi usati, ecc. ecc. Il tutto condito con il prevedibile "aroma".
La cosa è anche peggiore intorno all'asilo di mia figlia (via Quadrio, di fornte al Dixieland) e negli adiacenti giardinetti con giochi per i bimbi, dove il lunedi mattina è davvero problematico anche solo capire dove appoggiare i piedi. Infatti quell'area (e l'adiacente cavalcavia sopra la ferrovia) sono completamente deserte di sera, offrendo un' "ottima" soluzione per creare una latrna a cielo aperto....
Non solo: la latrina prosegue anche dentro il giardino dell'asilo (con l'immaginabile gioia delle addette alle pulizie), visto che i beneducati frequentatori dei locali di zona si premurano di scavalcare il cancello per avere maggior privacy nel liberarsi dei loro escrementi.
Continue lamentele di insegnanti e genitori per ora non hanno sortito alcun effetto rilevante.
Vorrei precisare che non ho proprio nulla contro i locali della zona (ad eccezione di Casablanca & Gilli Cube, che durante l'esatate rendono spesso impossibile dormire). Mi sembra tuttavia ASSURDO da parte del comune concedere delle licenze per dei locali senza, a quanto pare, porsi minimamente il problema di come alleviare i prevedibili disagi degli abitanti della zona (ho parlato della sporcizia perchè è quella che mi fa più schifo, ma si potrebbe aprire un grosso capitolo anche sul problema dei parcheggi, degli schiamazzi notturni di chi frequenta i locali e ne esce ubriaco, del fatto che sia impossibile fare la spesa perchè non esistono più negozi di alimentari in zona, ecc.).
Ok, scusate lo sfogo, ma quando ce vo' ce vo!
Laura