.: Discussione: Garantire alle aree dell’Expo un futuro verde dopo il 2015

Opzioni visualizzazione messaggi

Seleziona la visualizzazione dei messaggi che preferisci e premi "Aggiorna visualizzazione" per attivare i cambiamenti.
:Info Utente:

Oliverio Gentile

:Info Messaggio:
Punteggio: 0
Num.Votanti: 0
Quanto condividi questo messaggio?





Inserito da Oliverio Gentile il 26 Apr 2010 - 09:41
Leggi la risposta a questo messaggio Discussione precedente · Discussione successiva

Da milano.corriere.it:

dalla parte del cittadino

Garantire alle aree dell’Expo un futuro verde dopo il 2015

Gentilissima Isabella Bossi Fedrigotti, concordo pienamente con il lettore Mauro De Mario secondo il quale, come ad Hannover, non deve essere Milano a pagare i debiti che certamente lascerà la gestione dell'evento Expo. Così accadrebbe, invece, se dopo il 2015 l'area venisse resa edificabile: l'area non è vocata ad uso residenziale (come dimostra la persistente destinazione agricola attribuitale nel tempo dai Prg), chiusa com'è tra pesanti infrastrutture ferro-viabilistiche. Chiunque andasse ad abitarvi avrebbe una ben misera qualità della vita e vani sarebbero i costi addossati alla città per cercare di porvi rimedio. È quello che vogliono fare, invece, sia Fondazione Fiera che Soge, che si contendono la prospettiva di lauti guadagni speculativi dalla differenza tra valore agricolo di acquisizione e valore edificatorio atteso. Dopo l'Expo l'area deve invece restare a uso pubblico: nel campo dell'orientamento agro-alimentare se Milano saprà conquistarsi un ruolo permanente in tal senso (ma la Fao è a Roma e il Centro europeo per l'industria alimentare a Parma e non sarebbe facile spostarli), altrimenti in altri settori di moderna direzionalità pubblica in cui sappia primeggiare. Il nuovo Centro direzionale metropolitano del XXI secolo! Come remunerare le proprietà per acquisirne stabilmente l'uso pubblico? Con diritti edificatori da perequare su aree urbanisticamente più adatte all'uso residenziale: ma non per 0,60 mq/mq che porterebbe loro un guadagno di quasi 600-700 milioni (contro un valore iniziale di poco più di 100 milioni) e renderebbe problematica la perequazione. Un'equa remunerazione (circa 200 milioni) ai prezzi correnti della rendita fondiaria si ottiene con un indice di 0,12-0,16 mq/mq, che al limite potrebbe concentrarsi su un'area pari a non più del 15-20% di quella ceduta per Expo e il futuro Centro di direzionalità. L'avevo già detto agli stati generali e ripetuto qualche tempo fa al Forum/Vas: ma sembra che nessuno voglia ascoltare.

Prof. Sergio Brenna ordinario di Urbanistica Facoltà di architettura civile - Politecnico di Milano

Non ho nulla da aggiungere, gentile professore, perché la sua lettera mi pare dettagliata ed esauriente. Soltanto mi auguro che, per il bene, non solo finanziario, della nostra città, nonostante tutto finiscano per ascoltarla: in molti, però, perché contrastare un progetto, pur fuori luogo, che tuttavia implica lauti guadagni, è impresa, lo sappiamo, che ha bisogno di straordinaria forza e coesione.

Isabella Bossi Fedrigotti
24 aprile 2010(ultima modifica: 26 aprile 2010)