Da milano.corriere.it:

replica al carroccio sui candidati per le comunali: «siamo 36 a 14»

Moratti e la protesta dei sindaci lombardi
«Non andrò in piazza contro l'esecutivo»

Oldrini (Sesto S.G.): «Non è la prima volta che fa un voltafaccia. Il suo credo sia un problema di coerenza»

MILANO - I sindaci lombardi, quattrocento sindaci, marceranno sulla prefettura di Milano giovedì mattina. Per protestare contro il patto di stabilità e reclamare l’attenzione del governo sul Nord restituiranno il tricolore. Protesta trasversale e bipartisan promossa dall’Anci regionale. Dalla quale però, all’ultimo minuto, prende le distanze il sindaco di Milano, Letizia Moratti. Perché, fa sapere parlando a margine di una cerimonia presso il comando dei Vigili del Fuoco cittadino, per discutere di finanze e di bilanci «prediligo le sedi istituzionali». E perché ci sono già dei «tavoli che l’Anci ha con il governo».

Non è fantapolitica immaginare che a dettare la retromarcia di Letizia Moratti, alle cinque e mezza del pomeriggio di martedì, sia stato il clima teso nella maggioranza che guida Palazzo Marino. In serata, poi, c’è stato l’incontro tra i leader della Lega e del Pdl ad Arcore. Con il Carroccio che chiede il conto dopo il successo elettorale: poltrone nella stanza dei bottoni della Regione, il sindaco del capoluogo alle prossime comunali. La Moratti, in mattinata, ha replicato alle parole di Maroni che aveva rivendicato per la Lega la carica di sindaco. «Trentasei a quattordici», ha tagliato corto la Moratti, ricordando le percentuali di voto raccolte a Milano da Pdl e Lega. La defezione del sindaco di Milano alla manifestazione dell’Anci, però, suona come uno schiaffo al primo cittadino di Varese, Attilio Fontana, che ha organizzato la marcia di domani in quanto presidente dell’associazione dei comuni in Lombardia.

«Quando leggiamo che i primi soldi, 80 milioni, recuperati dallo scudo fiscale vengono subito stanziati per Roma, e alla Lombardia tagliano 20 milioni sul fondo sociale - spiega Fontana -, quando i comuni più virtuosi, quelli che rispettano il patto di stabilità, finiscono per essere i più penalizzati, non possiamo non ribellarci al sistema centralistico romano». Quanto alla Moratti: «Non gliene avessi parlato, ma ho chiamato lei per prima - spiega -. Non solo mi ha assicurato di condividere la nostra preoccupazione. Ha dato anche la sua disponibilità». E quale sede, gli fa eco un altro sindaco della Lega, il monzese Marco Mariani, «è più istituzionale della prefettura? Immagino che stiano arrivando messaggi per boicottare la manifestazione. Ma non ci fermeremo». Certo che no, conferma Giorgio Oldrini, sindaco che indossa la maglia del Partito Democratico e governa la ex Stalingrado del Nord, Sesto San Giovanni.

«Non è la prima volta che Letizia Moratti fa un voltafaccia. È indubbio che ha una situazione politica molto tesa alle spalle. Ma quando si prende una decisione all’unanimità, ci si aspetta coerenza e serietà». In piazza San Babila, alle 10 e 30, i sindaci giovedì parleranno alla cittadinanza. Alle 11 saranno davanti alla prefettura. Con loro anche i consiglieri di opposizione a Palazzo Marino. «L’assenza del sindaco di Milano la dice lunga sulla sua debolezza politica. Ma quando parla di sedi istituzionali sfiora il ridicolo - commenta Pierfrancesco Majorino, capogruppo Pd in Consiglio comunale -. Fu proprio Letizia Moratti a guidare un corteo contro il governo Prodi per ottenere 500 poliziotti per la sua città».

Paola D'Amico
06 aprile 2010(ultima modifica: 07 aprile 2010)

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