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Anna Di Scipio

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Inserito da Anna Di Scipio il 6 Mar 2010 - 21:16
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UNA PROPOSTA: LA BANCA DEI LAVORATORI
di Marco Saba (1), 23 marzo 2009
(bozza ufficiosa, utilizzabile per essere trasformata in un trattato tecnico, voluminoso, erudito e praticamente incomprensibile)

 

Premessa
La situazione attuale è drammatica, a parte per quello che si evince dai media, per almeno due considerazioni: abbiamo un tipo di sistema monetario disfunzionale come quello americano prima della rivoluzione americana - 1770 - e abbiamo un debito pubblico che assorbe oltre il 50% delle entrate dello stato, come in Francia nel 1780, poco prima della rivoluzione francese. Nel 1763 Benjamin Franklin si trovava in visita in Inghilterra e venne interrogato dalla banca d’Inghilterra riguardo la sorprendente prosperità economica delle colonie. Franklin rispose: “E’ molto semplice. Nelle colonie stampiamo i nostri soldi. Si chiamano Buoni Coloniali (Colonial script). Li emettiamo in proporzione diretta alle necessità dell’industria e del commercio per rendere facile lo scambio fra produttori e consumatori. In questo modo, creiamo la carta moneta propria delle colonie, ne controlliamo il potere d’acquisto e non abbiamo da pagare interessi a nessuno”. La banca d’Inghilterra inorridì nell’apprendere che l’America aveva scoperto il segreto del denaro. La banca utilizzò tutta la sua influenza per far passare subito una legge in parlamento, il ”Currency act of 1764”. Questa legge precludeva l’emissione di denaro da parte delle colonie ritenendola fuori legge. Lo spettro della povertà invase le colonie e scoppiò la rivoluzione. Per quanto riguarda il superamento della fatidica soglia del 50% delle entrate per servire il debito pubblico della Francia prerivoluzionaria, basta ricordare che l'Italia pagò ben 307 miliardi di euro nel solo 2008 (53% delle entrate). Per un esempio di quello che può succedere oggi in Italia, si può guardare a come risolse il problema l'Argentina nel periodo 2001-2003: una diffusa nascita di monete locali emesse da organizzazioni private, provincie e comuni, occupazione ed autogestione delle fabbriche. Come possono i sindacati tentare di proteggere il mondo del lavoro dalle conseguenze della crisi attuale e trarre vantaggio dal sistema? Il solo meccanismo dell'entrata dei sindacati nella quota proprietaria delle aziende - attraverso i fondi pensione - non è sufficiente ed ha evidenziato il rischio di un cannibalismo tra lavoratori (2) proprio per l'alto costo dell'asservimento delle imprese agli interessi del sistema bancario. Un sistema bancario che non redistribuisce alla società ma solo ai suoi soci (la rendita monetaria viene occultata nei bilanci e risulta esentasse). La prova del nove sta in questa semplice constatazione: negli ultimi 30-40 anni la capacità produttiva è decuplicata ma il potere d'acquisto dei salari si è almeno dimezzato. Dove è andata a finire la differenza di valore?
La Banca dei Lavoratori (BDL)
La BDL rappresenta una chiave di volta per gli interessi dei lavoratori perché li immette direttamente in possesso del meccanismo di creazione del capitale "dal nulla": la riserva frazionaria. Secondo la convenzione bancaria vigente, i depositi possono essere moltiplicati di 50 volte rimanendo nei requisti della riserva minima obbligatoria. Ciò vuol dire che se le entrate annue dei sindacati (diciamo due miliardo di euro) fossero versate sui conti nella BDL, e da qui trasferite nel conto della riserva, potrebbero generare una cifra di circa 100 miliardi di euro annui. Questa "rendita monetaria" - senza nemmeno considerare gli interessi (3) - èleva i sindacati a "potere forte" e potrebbe essere utilizzata per supportare, durante la crisi, qualsiasi iniziativa di interesse dei lavoratori. Ad esempio, per finanziare quei lavoratori che intendessero aprire PMI in proprio, per finanziare attività industriali in autogestione ai lavoratori, per finanziare la riconversione di industrie obsolete, per finanziare un lungamente dovuto programma di alfabetizzazione dei lavoratori stessi sul tema "moneta e credito". E, nel caso i lavoratori stessi - iscritti ai sindacati - fossero soci della loro banca, per distribuire dividendi che integrerebbero le buste-paga. Volendo continuare il ragionamento ed espandere massimamente l'influenza di questa banca, basterebbe cartolarizzare la somma delle rendite monetarie sino ad oggi sottratta ai lavoratori dal sistema ed aumentare di conseguenza il capitale della BDL (4). In quest'ultimo caso però la BDL rischierebbe di fagocitare l'intero sistema bancario del paese.
In sostanza, visto che alla fine la vera garanzia del denaro non è l'oro ma il lavoro, non si vede perché i lavoratori non dovrebbero - attraverso il sindacato - proteggersi dalle azioni delle banche private dotandosi a loro volta dello strumento "banca" - come, ad esempio, hanno fatto i tabaccai (5).
L'autore si rende disponibile per eventuali ulteriori approfondimenti, auspicando una sua collaborazione professionale qualora il progetto BDL dovesse diventare operativo.
Note:
1) Marco Saba, l'autore di "Bankenstein" (ed.Nexus, 2006) e di "O la banca o la vita" (Arianna Editrice 2008), è un ricercatore del Centro Studi Monetari (http://studimonetari.org)
2) L'economista Nino Galloni descrive questo fenomeno di cannibalismo in "Misteri dell'Euro - Misfatti della finanza" (ed. Rubbettino, 2005)
3) Il meccanismo degli interessi serve principalmente per nascondere alla clientela il processo di creazione del capitale (dal nulla, per poi riaddebitarlo alla collettività). La BDL potrebbe fare semplicemente a meno di qualsiasi prelievo di interessi e prosperare lo stesso per secoli, senza danneggiare la comunità.
4) Si tratta di circa 1,3 milioni di euro per ogni lavoratore iscritto.
5) Banche: arriva quella dei tabaccai - ANSA, 19 Marzo 2009

http://www.bancaitb.it/ChiSiamo/News/Pagine/Default.aspx

 

(19 marzo 2009)

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In risposta al messaggio di Anna Di Scipio inserito il 6 Mar 2010 - 05:29
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