.: Discussione: Il danee questo sconosciuto - la cartanota che circola nella Zona 6

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Anna Di Scipio

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Inserito da Anna Di Scipio il 5 Mar 2010 - 10:35
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http://studimonetari.org/monetanostra.pdf

"La difficoltà non sta nelle nuove idee, ma nello sfuggire a quelle vecchie,che si ramificano - per quanti sono stati educati come molti di noi lo sono stati - in ogni angolo della nostra mente"- John Maynard Keynes

Cara lettrice e/o caro lettore,
avrei voluto buttare la cosa sul comico, dato il clima paradossale che si è creato intorno alla quantità di abusi dell'attuale sistema monetario e del credito che stanno via via venendo alla luce a livello planetario. Avrei voluto scrivere qualcosa di questo genere:
“Come guarire dalla Sindrome dell'ITALIANO IMPOVERITOL'italiano Impoverito si ottiene prelevando dall'Italiano Naturale una percentuale del debito pubblico al momento della nascita e togliendogli potere d'acquisto via via che cresce tramite la sottrazione della rendita monetaria. La ricchezza si aggiunge alla piccolissima parte di italiano rimanente che viene perciò chiamato: Italiano Arricchito. L'Italiano Impoverito è molto meno riccoattivo dell'Italiano Naturale e non esiste una certezza scientifica definitiva rispetto al suo collegamento con varie patologie sociali quali corruzione, suicidi per fallimento, partecipazione a missioni di usurykeeping, furti, rapine, scippi, spacci, prostituzione, etc. Solo una minima parte dell'Italiano che si trova in natura viene arricchito: meno del 7%. Qualcuno sostiene che la sintesi dell'italiano arricchito possa essere facilitata dall'elemento Governio (simbolo Gv). Per avere più certezze sulla particella ultima che è responsabile di tutto ciò, occorre costruire e sperimentare uno strumento costosissimo chiamato Grande Collisore Stolidonico (Large Moron Collider, LMC). "L´Europa deve essere molto fiera di vedere che gli scienziati europei, lavorando insieme, saranno in grado di preparare uno dei più inutili e costosi esperimenti di fisica al mondo," ha commentato Patakkich, il Commissario europeo per la Ricchezza Scientifica...”Ma la situazione si sta oramai deteriorando a vista d'occhio, me ne rendo conto. Quindi – soprattutto per rispetto di chi sta soffrendo mi attengo ad una prosa più chiara, magari meno divertente, ma sicuramente più utile per chi ci legge. Ho elaborato un manuale che rappresenta una specie di scommessa tra l'autore ed il lettore. Ho pensato di rivelare i punti chiave sul tema della moneta e del credito – nei limiti dello spazio disponibile – per mettere il lettore in condizione di capire una materia apparentemente ostile e di sfruttarla a proprio vantaggio. Mi sono impegnato per mettervi in grado, oltreché di difendervi dai cosiddetti “esperti” del settore, di realizzare magari assieme ad una piccola comunità – un vostro esperimento concreto di moneta locale, di moneta “aperta” (open source) o di moneta complementare. Più modestamente, il testo può servire come strumento di orientamento per chi si appresta semplicemente ad aderire a progetti di monete “altre” già in corso in Italia. Infine, il testo sarà utile a chi già professionalmente è un operatore del settore, per conoscere le ultime tendenze dell'economia quasimonetaria del terzo millennio e le strade che si stanno aprendo, nell'interneteconomy pensiero, per coglierne le opportunità. D'altro canto, sarebbe veramente un peccato assistere alla disintegrazione di un sistema senza avere da parte qualche alternativa funzionante da adottare, almeno nel perdurare dello stato d'emergenza.
Ho diviso il testo in tre parti principali: nella prima parte illustro ed analizzo la situazione attuale della moneta e del credito mettendone in evidenza le contraddizioni, le illegalità ed i difetti principali che rendono il sistema precario e malfunzionante, oltreché controproducente, non solo nei confronti del pubblico e dei consumatori, ma ormai addirittura per gli stessi operatori istituzionali (banche, stati, etc.). Questa parte è fondamentale perché mette in evidenza la voluta scarsità di informazioni, tra quelle normalmente disponibili al pubblico, sia dal punto di vista storico e legale che da quello operativo e psicologico. Una indisponibilità mantenuta ad arte al fine di privilegiare pochissimi “iniziati” e di creare quella pericolosa asimmetria di conoscenza che viene utilizzata per abusare della comunità, navigando in acque torbide spesso al limite della criminalità. Lo scopo di questa parte è, quindi, una volta delineata la cornice, quello di rendere evidente la necessità improrogabile di trovare una soluzione legale – o quantomeno una alternativa onesta – che possa permettere di riallineare la società verso il bene collettivo, mantenendo salvi i criteri della proprietà privata e di un lecito profitto . Esiste difatti la necessità di decriminalizzare il sistema monetario e del credito per restituire dignità – dopo una necessaria opera di purificazione – agli stessi operatori del sistema bancario ed alla clientela del sistema creditizio. La mia tesi è che in un sistema piramidale dove il vertice (la élite) viene selezionato attraverso un metodo di arricchimento sociopatico e criminale, molto facilmente le parti basse della piramide verranno anch'esse contagiate, corrotte, ed orientate ad adottare esse stesse atteggiamenti criminali (della serie: rubi chi può). E' un meccanismo automatico ed autoadattivo: in un sistema gerarchico, le parti inferiori della piramide tendono ad ingraziarsi le superiori – imitandole al fine di scalarne la posizione sociale. La novità oggi consiste nell'affermazione di un nuovo paradigma, quello della rete, che si diversifica dal paradigma della piramide. La rete è più resiliente – una parola di moda che indica una somma di abilità, capacità di adattamento attivo e flessibilità – rispetto alla piramide, ed internet ne è la prova più lampante. Con la distribuzione e la democratizzazione del sistema di comunicazione delle informazioni – e quindi della diffusione della conoscenza – diventa inevitabile un aumento di una domanda parallela di distribuzione degli strumenti monetari. Una delle funzioni della moneta è appunto trasportare informazioni: quando acquistiamo qualcosa, stiamo segnalando ai produttori di che cosa abbiamo bisogno, stiamo in un certo senso trasmettendo ordini all'apparato della produzione industriale e dei servizi affinché continuino a metterci a disposizione quel bene o quel servizio. Quindi, questa 3
informazione occorre che non sia manipolata – cosa che invece avviene attualmente – altrimenti si finisce nel “caos dei segnali” e nella dittatura dei consumi forzati, mancando di evidenziare le esigenze reali radicate nelle necessità della gente. Particolarmente importante è il capitolo che illustra il mistero del capitale poiché mette in evidenza l'asimmetria informativa che – negando di fatto l'accesso ai titoli sul patrimonio relega vasta parte della popolazione in uno stato di miseria permanente altrimenti superabile. Nel capitolo “segretissimo” sulle forze speciali, si indica come recentemente, nei vari manuali di controinsorgenza, si sia preso atto dell'influenza delle problematiche relative alla moneta, all'economia ed alla finanza. Le principali agenzie dei servizi segreti stanno riposizionandosi sui pericoli del fondamentalismo del mercato, prendendo finalmente coscienza dei rischi derivanti dal terrorismo economico e dall'anarchia dei banchieri. L'ultimo capitolo di questa prima parte indica gli ostacoli, di carattere soprattutto psicologico, che impediscono alla gente di riconoscere come controproducente ed autolesionista l'attuale sistema economicofinanziariobancario, adottato ed accettato passivamente, e forse un po' troppo ingenuamente.
Nella seconda parte del libro, illustro le situazioni in cui la gestione dell'emissione monetaria può essere attuata a beneficio della società nel suo insieme. Il primo capitolo riguarda la moneta di stato, come è il caso della Cina, di Cuba, dell'Iran, della Corea del Nord – ma anche della Germania, dell'Italia e del Giappone della prima parte del secolo scorso – una soluzione che permette di affidare l'emissione di moneta ad un potere – lo Stato, appunto – che è suscettibile di rispondere al pubblico delle sue azioni. In caso contrario, è accaduto che fosse il popolo a reagire attraverso l'insorgenza e la rivoluzione. Sembra banale, ma il potere monetario attuale, per come è stato conferito, ad esempio, alla Banca Centrale Europea, non può essere messo in discussione per via democratica. Con l'istituzione dell'euro, i giochi sono stati fatti: il parlamento ha assegnato a dei privati irresponsabili l'esercizio della sovranità sull'emissione di una moneta europea A CORSO LEGALE (forzoso). Per quanto io personalmente reputo questa regolamentazione – il Trattato di Maastricht contraria allo spirito costituzionale – e quindi illegale sin dall'inizio, ho comunque voluto inserire un capitolo dove si spiega come lo Stato possa tranquillamente aggirare questo vincolo ed emettere una sua moneta interna – magari a corso libero – sfruttando appieno le prerogative inalienabili della sua sovranità. Questo non è semplicemente un esercizio teorico, perché l'emissione di una moneta interna italiana permetterebbe da subito – e specialmente nella situazione d'emergenza economica in cui ci troviamo – di slegare le mani dello stato. Si potrebbero così mettere in atto tutte quelle iniziative e quegli ammortizzatori sociali necessari per alleviare la situazione disperata, ed apparentemente senza speranza, di gran parte della popolazione. Si propone quindi un'alternativa sensata, immediatamente attuabile dal governo, a situazioni altrimenti penose quali: emigrazione, secessione, moti popolari, etc. Sempre in questa seconda parte, un capitolo è dedicato alla soluzione dell'emissione di una moneta da parte di una società commerciale privata. Anche qui, opportuni accorgimenti permettono tecnicamente e legalmente di aggirare il Trattato di Maastricht. La necessità di questa seconda possibilità, rispetto all'emissione monetaria di stato, diventa ovvia qualora si abbia a che fare con uno stato che rifugge costantemente dalle sue responsabilità monetarie, ad esempio: legando le mani alla magistratura, lasciando decadere senza discutere in parlamento i disegni di legge sulla proprietà popolare della moneta, oppure, ancora, mancando di far rilevare le numerose illegalità del sistema attuale e permanendo complice di quello che sempre più, alla gente comune, appare come il “racket della raccolta della rendita monetaria privata”. Un racket esercitato tramite una tassazione che impedisce lo sviluppo e che è travestito da “debito pubblico”. Subito a seguire, espongo i casi di emissione da parte di piccole comunità e di gruppi noprofit nonché le relative esperienze correnti in Italia ed in Europa. Questa seconda parte del libro, illustrando tecniche progredite di credito sociale, credito mutuale e baratto evoluto, rappresenta il corpo principale e la guida operativa ideale per chi aspiri a diventare un cittadino attore, in prima persona, della riforma economica del sistema.
La terza parte del libro, si occupa di analizzare le riforme monetarie proposte sia in Europa che negli Stati Uniti, nonché di proporre miglioramenti rispetto alle esperienze correnti. Nel fornire suggerimenti per ottimizzare i vari sistemi di emissione ed integrarli tra loro, si arriva a concepire un sistema compiuto e nuovo, isolabile dal sistema tradizionale, in caso di crisi irreversibile, in modo da porre la società al riparo dalle invenzioni finanziarie patologiche di una élite decadente e oramai allo sbando. Questa ultima parte del libro è particolarmente indicata anche per gli operatori istituzionali dell'amministrazione pubblica e per i politici che vi potranno trovare spunti per elaborare una risposta italiana alla minaccia di un globalismo selvaggio e predatorio. Un globalismo imperiale che è espressione diretta di quel governo invisibile ed ultralegale che, dal 1944, dagli accordi di Bretton Woods, sta esercitando, a porte chiuse, il potere reale da dietro le quinte. In questa chiave si fornisce l'esempio di un recente disegno di legge proposto alla regione Lombardia.
Nell'appendice troviamo una significativa serie storica di eventi che illustrano quanto da sempre l'argomento sia stato di attualità e quali siano state le sue conseguenze sull'evolversi della storia stessa dell'umanità.
La mia personale conclusione è che l'emissione della moneta e del credito non conviene mai lasciarla come monopolio esclusivo di una piccola parte della società. Infatti, al di là di leggi e regolamenti, ogni volta che questo è avvenuto si è avverato il rischio di abusi incontrollabili. Viceversa, in un clima di vero libero mercato e di libera concorrenza nell'emissione dei mezzi di pagamento e degli strumenti econometrici, è proprio la concorrenza stessa che assicura che nessun operatore abusi della sua posizione, sottomettendo e vittimizzando tutti gli altri. E' proprio l'attuale architettura dei sistemi di comunicazione interattiva che garantisce il tempo reale ed il basso costo. Sono questi i fattori necessari per l'attuazione della liberalizzazione dei sistemi di emissione di moneta e credito. Una liberalizzazione che, forse per la prima volta nella storia, diventa facilmente attuabile in pratica e su scala globale.
La scommessa che proponevo all'inizio riguarda proprio se, una volta popolarizzati e divulgati al vasto pubblico i trucchi del mestiere del meccanismo alchemicomonetariocreditizio, il cambiamento del sistema si realizzerà per davvero. E' una scommessa speciale perché si può vincere tutti. Al lettore la risposta e, soprattutto, me lo auguro, nei fatti.

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In risposta al messaggio di Anna Di Scipio inserito il 27 Feb 2010 - 06:00
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