.: Discussione: Corruzione, torna la questione morale - La sfida di Tettamanzi e della Moratti

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Oliverio Gentile

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Inserito da Oliverio Gentile il 22 Feb 2010 - 11:55
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Da milano.corriere.it:

MENTRE I PARTITI SCELGONO I CANDIDATI PER LE REGIONALI

Corruzione, torna la questione morale
La sfida di Tettamanzi e della Moratti


Il cardinale: reagire al clima di illegalità e immoralità. «C'è in gioco il patto di fiducia della convivenza civile»

MILANO - «Reagire al diffuso e contagiante clima di illegalità e immoralità che disorienta i cittadini ». È l’ennesimo appello del cardinale Dionigi Tettamanzi, e se si volesse davvero metterlo in pratica non sarebbe neppure necessario il codice penale: in teoria, per usare le sue parole, dovrebbero bastare i comandamenti... È la terza volta in due settimane— prima il discorso sulla cima del nuovo Pirellone, poi l’incontro con gli amministratori pubblici della Diocesi —che l’arcivescovo torna sull’argomento «questione morale », e in realtà non si sa più quante siano state nell’ultimo anno. Tuttavia, se le circostanze delle esternazioni più recenti erano state di natura civile più che religiosa, quella di ieri assume forse una rilevanza ancora maggiore perché pronunciata dal pulpito del Duomo, inserita dentro l’omelia di inizio Quaresima.

E così, parlando di quel che servirebbe per «realizzare il bene personale e dell’intera società», Tettamanzi riparte semplicemente dai comandamenti che «tutti abbiamo imparato a memoria sin da piccoli », ricordate?, «non uccidere, non fornicare, non rubare, non dire falsa testimonianza» e così via: serve altro? Eppure la posta è altissima, ripete il cardinale: «In gioco c'è il bene di ciascuno e il bene comune, in gioco c'è il patto di fiducia che rende possibile, umana e umanizzante la convivenza civile».

L’arcivescovo insiste, non si tratta solo di guadagnarsi il Paradiso e infatti «i Comandamenti non costituiscono un generico regolamento religioso », di più, sarebbe «limitante identificarli come un dovere » perché possono invece essere, laddove «concretamente vissuti», un «esempio per la società civile troppo spesso lacerata, divisa, animata da contrapposizioni »: e «chi non desidera— chiede retoricamente il cardinale — una società più onesta, più giusta, più incorrotta, più solidale, più libera, in una parola più umana? ».

Per questo, due ore prima della celebrazione Quaresimale, non aveva rinunciato a tornare sulle riflessioni già proposte in settimana attraverso l’editoriale sul sito della Diocesi in merito ai fatti di via Padova: realtà che richiede risposte «sociali», ha ribadito. Lo ha fatto a margine di un’altra cerimonia presieduta sempre ieri nella basilica di Sant’Ambrogio dove 130 persone adulte (83 donne e 47 uomini) hanno proclamato la loro conversione al cristianesimo dall’ateismo o dalle religioni più diverse. Ottantasei di loro sono di origine straniera, con provenienze che vanno dalla Costa d’Avorio al Sudamerica.

Paolo Foschini
22 febbraio 2010