.: Discussione: Disordini in Via Padova

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Oliverio Gentile

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Inserito da Oliverio Gentile il 23 Mar 2010 - 12:59
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Da milano.corriere.it:

dalla parte del cittadino

I luoghi comuni su via Padova
Ci sono problemi, ma non è il Bronx


Un comune fatto di sangue, che sarebbe potuto accadere in una qualunque via di Milano, ha dato la stura a una campagna di stampa che ha descritto via Padova come un coacervo di brutture, di promiscuità con popoli di ogni razza, di palazzi fatiscenti, una casbah insicura e invivibile. Grazie a questa campagna di stampa, noi abitanti di questa malfamata via ci siamo sentiti colpevolmente non all'altezza di vivere in una città civile come Milano, capitati in un Bronx dove l’illegalità è la norma. Non è vero: via Padova è una via lunga oltre quattro chilometri, a due passi da corso Buenos Aires e con caratteristiche profondamente diverse secondo le zone, alcune delle quali costituite da nuclei che hanno ancora le caratteristiche dei paesini di una volta. Dove abito io c'è la Parrocchia, il Comune, la Polisportiva, il campo da bocce, i campi da tennis, la scuola, il supermercato, i giardinetti e tanti piccoli negozi ancora gestiti da italiani; i residenti perlopiù si conoscono tra loro perché abitano qui da tanti anni. Più avanti c’è Crescenzago, più avanti ancora il Naviglio e la splendida Chiesa Rossa. Certo, come ovunque in città, esistono case fatiscenti che si sono riempite di stranieri, c’è una moschea che attira fedeli musulmani da altri quartieri ed è previsto l’aumento delle presenze nel campo nomadi di via Idro. L’ente locale fino a oggi nulla ha fatto per impedire che si continuassero ad aprire negozi multietnici fino a soffocare la via. In questo momento, inoltre, siamo militarizzati; polizia, carabinieri, esercito stazionano nella via in numero tale da farci sentire assediati. A quando provvedimenti seri di riqualificazione e di abbellimento? Chissà se, per risarcire gli abitanti e invogliare esercenti italiani a rimanere nella via, sono previste azioni di contenimento dell’invasione di stranieri che, se in numero eccessivo, è difficile integrare? E qualche albero del maestro Abbado non potrà essere piantato anche in via Padova?
Paolo e Franca De Negri


In effetti, i luoghi comuni sono per lo più una fuorviante semplificazione dei fatti, che tendono a congelare le situazioni in un immobile e ingannevole status quo. Così, per noi giornalisti come per l’Amministrazione, via Padova è diventata una specie di Bronx: del quale, per parte nostra, tutto è già stato scritto e, da parte di chi governa la città, si pensa di aver sostanzialmente risolto i problemi con l’invio di carabinieri, poliziotti, soldati. Grazie per ricordarci che, nella realtà, i vostri luoghi non sono affatto comuni e prevedibili!

Isabella Bossi Fedrigotti
23 marzo 2010
In risposta al messaggio di Marco Righetti inserito il 15 Feb 2010 - 15:18
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