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Domenica, 14 Febbraio, 2010 - 20:54

Arcigay: richiediamo con forza il matrimonio

Si conclude a Perugia il XIII Congresso nazionale. Standing ovation per l'approdo della Binetti all'UDC. Eletto il nuovo presidente Paolo Patanè

14/02/2010 - Ufficio Stampa Arcigay

Si conclude oggi a Perugia il XIII Congresso nazionale di Arcigay, da 25 anni la maggiore Associazione lesbica egay italiana, che conta più di 180.000 soci.

I circa 200 delegati hanno ribadito conforza nella mozione programmatica approvata e in più documenti politicil'urgenza delle persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender italiane di vedere riconosciuta la parità di diritti per tutti i cittadini. In particolare si è riaffermata la richiesta dell'accesso al matrimonio anche per le coppie dello stesso sesso, anche attraverso la programmazione di iniziative e campagne nei prossimi mesi.

All'inizio dei lavori della giornata, il congresso ha accolto con una standing ovation il passaggio di Paola Binetti, contro cui l'associazione ha in corso una causa civile per le sue affermazioni omofobiche, nel suo giusto partito, l'UDC responsabile della vergognosa votazione del Parlamento che in ottobre ha promosso la pregiudiziale contro i differenti orientamenti sessuali, paragonandoli a zoofilia, incesto e pedofilia.

Sono stati eletti i nuovi organidirigenti. Il siciliano Paolo Patanè ha sostituito Aurelio Mancuso come presidente nazionale, mentre il bresciano Luca Trentini prende il posto di Riccardo Gottardi come segretario nazionale. Patanè, primo firmatario della mozione approvata, Essere Futuro, è da tre anni coordinatore di Arcigay Sicilia e responsabile Salute. Il congresso ha inoltre eletto il nuovo consiglio nazionale, composto da 73 persone, esponenti di tutti i 46 comitati territoriali e ha riconfermato l'udinese Alberto Baliello come presidente del Collegio Garanti

Nonostante l'acceso dibattito tra le due mozioni che si confrontavano, il congresso ha approvato in maniera condivisa una serie di ordini del giorno che impegnano l'associazione in differenti priorità: un fondamentale impegno nelle politiche di prevenzione da HIV, la costruzione di nuovi strumenti di formazione e relazione per la socializzazione delle persone lgbt, la messa in rete delle buone pratiche per lo sviluppo dei comitati provinciali e dei circoli, il proseguimento della lotta contro lo sviluppo delle antiscientifiche teorie riparative, che con la collusione delle gerarchie ecclesiastiche vorrebbero riportare le persone lgbt nell'invisibilità e nella sofferenza.