Mi sento combattuto nel trovare le giuste parole per esprimere ciò che penso.
Di certo la sua risposta, sig. Rizzo, è ben motivata e non posso che ringraziarla per aver dato riscontro alle mie perplessità in così breve tempo.
Eppure una parte di me non si è convinta che avere un altro grattacielo qui a pochi passi da dove abito sia una bella cosa.
Capisco che Milano possa trarne giovamento, ma io no: io preferisco di gran lunga un'area aperta, non edificata, destinata a verde o a parcheggio, e che non aumenti la densità abitativa di una zona che ritengo già popolata a sufficienza.
Tanto più che tutte queste nuove costruzioni sono molto brutte anche a vedersi.
Come cittadino di Milano "proprietario" di questa area che qualcuno ha deciso di edificare, mi sento scavalcato nel mio diritto di difendere qualcosa che ritengo più utile così come è ora, e rinnovo quindi l'invito a chiunque non gradisca la decisione di edificare un palazzo che porta più auto, affollamento sui mezzi e inquinamento (sì, perchè in città non sono solo le auto che inquinano ma anche il riscaldamento d'inverno e il condizionamento d'estate) a farsi sentire per manifestare compatti la volontà di difendere il territorio e la proprietà pubblica.
Quando tra venti anni scadranno le convenzioni col costruttore e il terreno sarà perso per sempre cosa farà il comune?
Non è che ricomincerà da capo la solfa, e su con un nuovo grattacielo al posto del poco rimasto, magari sacrificando i cortili delle scuole pubbliche?
Milano ha sempre accolto gli studenti universitari, che coi loro affitti davano respiro all'economia.
Questo vuol dire che oltre alla beffa di veder sorgere un grattacielo in deroga a tutti i vincoli urbanistici, senza che sia creato un millimetro di area verde ma, anzi, al posto di aree aperte e di pubblica utilità; avremo anche la beffa di veder scendere la possibilità di affittare le case in questa zona, a causa di una concorrenza sleale.