L'acero campestre bene si adatta al clima milanese, meno le altre tipologie di acero che necessitano di zone parzialmente ombreggiate. Concordo sul bagolaro che radica bene e oltre ad avere un buon equilibrio idrico anche in stagioni siccitose (dopo i primi 3 anni dall'impianto dove le cure servono sempre) offre una ottima resistenza alle intemperie (forti temporali). Se si son fatti errori con alberi troppo vicini, occorre rimediare e rimboschire in maniera ancora più intensa tutt'attorno, rendendo più armonioso l'ambiente e preservalo così da difetti estetico-funzionali. Certo studiare meglio i nuovi impianti dovrebbe essere una scelta logica di cui tenere sempre conto. Concludo col dire che i moltissime zone le querce vivono, vegetano e allignano magnificamente, più aumenta il verde arboreo in città, più le condizioni per la sopravvivenza degli impianti ayumentan, è un circolo virtuoso da percorrere con convinzione, ma oggi siamo solo agli inizi ed i difetti sono ancora troppo evidenti, crediamoci e facciamo di più, non dimenticando cespugli ed alberi sempreverdi, togliendo quei troppi falsi pregiudizi che si tramandano tra gli addetti ai lavori, i tanti uccelli che vivono in città e nelle periferie (che ci aiutano a tenere lontane le zanzare dalle nostre case) ne hanno bisogno per nidificare. Concludo che la città sta sempre aspettando il bosco di cintura per isolare le risaie dai centri abitati, troppe leggi vengono ancora disattese e la salute dei cittadini rimane ancora troppo minacciata. Su questo c'è poca tensione e scarsa attenzione, occorre porvi rimedio.

Enrico Vigo