.: Discussione: 5.569 nuovi alberi in zona 7

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Oliverio Gentile

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Inserito da Oliverio Gentile il 27 Lug 2010 - 10:33
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Da milano.repubblica.it:

IL CASO

Muore il bosco di Abbado
piante lasciate senz'acqua


Di molti alberi piantati in zona San Siro restano solo i tronchi rinsecchiti dallo stress idrico
di ILARIA CARRA

In via Caldera, zona via Novara, di fronte al casermone che è l’hotel Brun c’è tutta la prima fila che è una sofferenza unica. Alberi che sono solo tronchi e le poche foglie che ancora resistono saranno spazzate via dalla prima folata un po’ robusta, che prima o poi arriva. Stress idrico, si direbbe. Poco più in là, quasi uscendo dalla città, la scena si ripete in via Cusago, arteria di scorrimento che porta verso l’hinterland sud-ovest. È qui che il Comune ha piantato solo quest’anno 1.009 nuovi alberi, tra cui 240 gelsi bianchi, 380 frassini, 150 querce rosse e oltre 200 tigli nostrani. Ma di cui centinaia sono già tutti rinsecchiti.

Piante sotto stress idrico

Una storia che si ripete qua e là, girando per la zona 7: sono 5.569 le piante che tra febbraio e marzo l’amministrazione ha interrato alle spalle di San Siro, nello spicchio di città già, peraltro, più green degli altri. Verde nuovo, che il Comune ha vestito come quegli alberi in più in città per provare a soddisfare “l’ecoricatto” del maestro Abbado — 90mila nuovi alberi — per il suo ritorno alla Scala. A quattro mesi dal loro impianto, a centinaia di quelle betulle, frassini, querce e gelsi è rimasto solo il fusto, qualche foglia accartocciata e zolle di terra aride intorno alle radici. Come in via Tofano o in via Pompeo Marchesi, a due passi dal Parco delle Cave, davanti all’ospedale San Carlo e in piazza Pertini: molti gli alberi che hanno resistito e molti anche quelli sulla via del declino.

In via Venegoni ne spuntano tre, tutti e tre privi di vita. «Sono centinaia quelli già mezzi morti — denuncia Isidoro Spirolazzi, consigliere per Milano civica in zona 7 — è inutile piantare il verde, se poi non lo si cura. E qui manca la manutenzione: serve un’irrigazione più frequente e costante». Condivide Franco Beccari, responsabile dei circoli milanesi di Legambiente e appassionato pollice verde: «È stata una stagione tremenda, questa, con caldo e freddo all’improvviso — osserva — ma proprio per questo sarebbe servito dare loro più acqua, bagnature d’emergenza frequenti. In più si continuano a piantare alberi già avanti con l’età: se ne pianti uno piccolino il ritorno d’immagine con la gente è meno d’impatto. Ma gli alberi hanno bisogno di un tempo fisiologico per crescere».

La manutenzione del verde in città è stata appaltata al Coges (Consorzio gestione servizi), e il costo (pubblico) degli alberi piantati è tra i 150 e i 340 euro, a seconda delle dimensioni. Palazzo Marino ha una rete di controllori che sorvegliano ogni giorno il verde con un palmare e segnalano gli alberi in cattive condizioni. A quel punto, da procedura, entro breve vengono bagnati oppure, se morti, rimossi. Spiega Luigi Vigani, direttore del settore tecnico Arredo urbano e verde del Comune: «Per ogni albero che muore è il consorzio che si occupa del ricambio. Di più: c’è una moria fisiologica del 10 per cento sul totale, e se viene superata pagano una penale. L’obiettivo non è, però, continuamente ripiantare ma far sì che il verde si sviluppi. Il primo anno è il più critico, per gli alberi di primo impianto ma questa è stata un’annata sfortunata con l’estate più calda del secolo. Vedo molti rami secchi in giro ma solo entro l’anno sarà possibile fare i conti».

(27 luglio 2010)

In risposta al messaggio di Simone Sellerio inserito il 25 Lug 2010 - 10:24
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