.: Discussione: Suicidi giovanili. Landi: “Focus group per i genitori”

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Oliverio Gentile

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Inserito da Oliverio Gentile il 13 Gen 2010 - 22:13
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Dall'Ufficio Stampa del Comune di Milano:

SUICIDI GIOVANILI. LANDI: “FOCUS GROUP PER I GENITORI”

Milano, 13 gennaio 2010 – “Un recente studio inglese ha evidenziato che i ragazzi hanno ridotto drasticamente il numero delle parole usate nei loro colloqui, da un minimo di 20 a un massimo di 800. Ecco, in quelle 20 o 800 parole è racchiuso il segreto del loro benessere o del loro malessere: avere fretta di comunicare con parole contratte, sigle, neologismi evidenzia una difficoltà a tollerare l'attesa, tutto deve avvenire subito, niente vuoti, niente frustrazioni, se possibile niente pensieri, riflessioni, ma azioni, troppe volte drammatici ‘agiti’, come quelli di questi giorni, con i quali si può arrivare anche a togliersi la vita”. Lo afferma l’assessore alla Salute Gianpaolo Landi di Chiavenna.

“Di fronte a  notizie su questo tema è molto difficile promettere qualcosa. Dico promettere perché ci si aspetta, e legittimamente, che le istituzioni forniscano risposte immediate a queste manifestazioni estreme di disagio, di disadattamento, di angoscia”.

“Da tempo – spiega Landi - l’Assessorato alla Salute sta cercando di costruire un percorso di vita sereno per i nostri figli. Cerchiamo di combattere l'uso e l'abuso delle droghe, il consumo eccessivo di alcol, l'aumento del tabagismo, il crescere delle malattie sessualmente trasmesse: ognuna di queste battaglie è una battaglia epocale perché questi nemici della vita insidiano e assediano proprio le giovani generazioni. 

“Proprio in queste settimane - ha reso noto l’assessore - stiamo terminando un lunghissimo e impegnativo lavoro di analisi del disagio psichico e psicologico nella nostra città, partendo dallo stress per arrivare alle nuove dipendenze psicofisiche, lavoro che troverà il suo sbocco finale nella pubblicazione del ‘Libro bianco sullo stress a Milano’”. 

“Ma tutto questo non basta, e ne siamo consapevoli. Avvertiamo intorno a noi un aumento del disagio della vita quotidiana e abbiamo cercato di dare una prima concreta risposta istituendo la figura dello ‘psicologo di quartiere’ che opera nelle farmacie”.

“Esisteva, ed esiste, la figura dello psicologo scolastico, ma è necessario, e noi stiamo ragionando in questa direzione, trovare figure meno convenzionali o meglio luoghi meno convenzionali per indurre i ragazzi a denunciare il loro malessere”.
“Dobbiamo costruire nuove piattaforme di comunicazione – ha concluso -: probabilmente  le famiglie non ascoltano a sufficienza la voce dei loro figli, o forse non sono in grado di ascoltarle, non riescono a percepire il sorgere di eventuali malessere, lievi o gravi che siano. Eppure i segnali ci sono: l'anoressia, ad esempio, che altro non è che una disperata forma di comunicazione. I giovani comunicano attraverso Facebook, i cellulari, i social network, le chat. Siamo noi che dobbiamo imparare da loro a parlare con loro. Per questo stiamo studiando la possibilità di istituire dei ‘focus group’ per i genitori, gruppi condotti da esperti che implementino le capacità dei genitori di fronteggiare le difficoltà relazionali con i ragazzi”.