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Inserito da Luciano Bartoli il 7 Gen 2010 - 10:38
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Ma chi c’è dietro questi gruppi che hanno trasformato la contestazione in un secondo mestiere, chi sono i loro «capipopolo»?
------------------------------------------------------ C’è San Siro Vivibile che appena comincia la bella stagione, inizia la battaglia contro i concerti al Meazza e l’anno passato è riuscita a mettere in fuga persino il Boss, Bruce Springsteen. La Cittadella invece raccoglie intorno a sé gli abitanti delle Colonne di San Lorenzo. E poi i più «anziani», quelli dell’Alzaia Naviglio Pavese che per primi hanno iniziato a combattere contro il rumore dei locali notturni. Eccoli i comitati cittadini, le associazioni di residenti che hanno deciso di unirsi in gruppo per portare avanti le proprie rivendicazioni contro l’amministrazione comunale. Saranno un centinaio a Milano o poco più a spartirsi la città zona per zona, quartiere per quartiere. A colpi di ricorsi, diffide, esposti e denunce. L’ultima, dopo quella sull’inquinamento ambientale presentata dal Codacons, l’ha firmata l’associazione ProArcoSempione procurando al sindaco Letizia Moratti l’iscrizione nel registro degli indagati per omissione di atti d’ufficio per il caso delle ore piccole all’Arco della Pace. La movida, per intenderci. Ma chi c’è dietro questi gruppi che hanno trasformato la contestazione in un secondo mestiere, chi sono i loro «capipopolo»? Aspiranti politici che hanno tentato la fortuna alle scorse elezioni provinciali e poi non ci sono riusciti, compagne di ex rappresentanti delle istituzioni cittadine, professionisti illuminati che «la città deve cambiare, ma non nel mio giardino». «A volte ci sono consiglieri comunali o ex consiglieri che usano il comitato per una propria ambizione politica e in alcuni casi ne fanno un motivo di consenso politico». Da cercare nell’elettorato di centrosinistra, per l’esattezza. Liberi professionisti, ex imprenditori o manager d’aziende e giornalisti: lo zoccolo duro sono una ventina di persone non di più che si riuniscono una volta alla settimana per decidere la linea da tenere sulle varie questioni che riguardano il loro quartiere. (Articolo di Giulia Guerri tratto dal quotidiano il Giornale del 7 gennaio 2009) |
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