.: Discussione: Navigli RONDE Leghiste

Opzioni visualizzazione messaggi

Seleziona la visualizzazione dei messaggi che preferisci e premi "Aggiorna visualizzazione" per attivare i cambiamenti.
:Info Utente:

Luciano Bartoli

:Info Messaggio:
Punteggio: 0
Num.Votanti: 0
Quanto condividi questo messaggio?





Inserito da Luciano Bartoli il 4 Gen 2010 - 09:29
Discussione precedente ยท Discussione successiva
 
In città tornano le ronde leghiste. Un gruppo di “simpatizzanti” del partito di Bossi è pronto a iscriversi all’albo aperto in prefettura per chi voglia «segnalare alle forze dell’ordine le situazioni di rischio». Dell’associazione, registrata dal notaio come “Milano più sicura”, fanno parte anche vigili e poliziotti in pensione.

Aspettando di sapere se il prefetto darà l’ok (il decreto Maroni esclude dalle ronde i gruppi politici) i rondisti hanno già individuato i luoghi da sorvegliare: le scuole elementari, per aiutare i ragazzini ad attraversare la strada, la mensa dell’Opera San Francesco al Gratosoglio, dove la convivenza fra residenti e senzatetto è difficile, e i Navigli, frequentati di notte da spacciatori di droga africani.

Ispiratore del gruppo è Alessandro Morelli, consigliere della Lega in zona 5, che però non parteciperà alle ronde: «In strada non ci saranno nostri tesserati — dice — così, la legge sarà rispettata».

“Milano più sicura” nasce dalle ronde notturne in via Crema e piazza Trento: per anni, decine di iscritti alla Lega e comuni cittadini, con pettorine blu, hanno presidiato i marciapiedi per contrastare la prostituzione maschile. Un’esperienza interrotta la scorsa estate, proprio con l’entrata in vigore del decreto Maroni, che all’articolo 1 dispone che le associazioni «non debbano essere espressione di partiti politici».

Ma la Lega è certa che, avendo escluso i tesserati, arriverà il lasciapassare. «Ogni cittadino ha diritto di avere idee politiche — dice Davide Boni, assessore leghista al Territorio in Regione — escludere qualcuno perché vota un partito sarebbe assurdo. Appoggiamo e promuoviamo l’iniziativa dei nostri simpatizzanti». E Matteo Salvini, capogruppo del Carroccio in consiglio comunale, rilancia: «Sono pronto a combattere politicamente perché questi ragazzi possano scendere in strada — dice — dimostrano impegno civile e incarnano il vero spirito del decreto Maroni».

L’associazione conta di mettere in strada tre gruppi da tre persone, ciascuno composto da un ex agente a riposo e due attivisti. I volontari vestiranno le pettorine previste dal ministero dell’Interno. «Non vogliamo fare gli sceriffi, ma dare una mano dove serve — dice Morelli — i ragazzi sono pronti a partire, attendiamo solo l’ok delle istituzioni».

Il limite per l’iscrizione in prefettura è fine febbraio, e dopo l’e ventuale nulla osta del prefetto sarà necessaria l’approvazione del sindaco. «Sappiamo che al vicesindaco De Corato le ronde non piacciono — continua Morelli — ma ci appelliamo alla Moratti, sicuri che apprezzerà lo sforzo di chi ama la città e ha a cuore la sicurezza di tutti».

A oggi, l’unica associazione registrata all’albo in prefettura è quella dei poliziotti in pensione (Api), che il Comune paga per sorvegliare luoghi “a rischio” come scuole, parchi e metropolitana. Ma la convenzione è a rischio: il decreto Maroni prevede infatti che i servizi di vigilanza affidati alle associazioni «non debbano costituire oneri a carico della finanza pubblica».

Un tentativo di inserire in Finanziaria un “rimborso” ai rondisti è stato bocciato dal parlamento prima di Natale. E gli ex poliziotti, che ancora due settimane fa facevano corsi con gli psicologi per essere “accomodanti” con i cittadini, annunciano ora di non essere disposti a fare vigilanza senza essere rimborsati.

dal quotidiano Repubblica del 4 gennaio 2010
articolo di Franco Vanni