.: Discussione: Una via a Craxi: non è momento di riabilitazioni

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Alberto Liati

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Inserito da Alberto Liati il 5 Gen 2010 - 04:28
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Prendo spunto dalla frase detta da craxi per fare alcune domande ai politici, alla figlia di craxi, al sindaco o a chiunque avesse la compiacenza di rispondere:
«È un’ingiustizia impressionante che un Paese civile, un paese libero, un Paese democratico, un Paese cristiano, non dovrebbe consentire nei confronti di chi ha dato la sua vita al Paese. In Italia c’era una civiltà del diritto che per certe forme e certi eccessi di clan giudiziari è rotolata indietro di secoli».

L'ingiustizia deriva dalla condanna dopo i canonici 3 gradi di giudizio: si può chiamare ingiustizia? O forse sarebbe più corretto chiamarla giustizia?
E' un'ingiustizia per il fatto che il condannato ha dedicato la sua vita al paese?
Oppure è un'ingiustizia perchè tutti gli altri non sono stati coinvolti?
Questo significa che lo stesso trattamento di "favore" potrebbero chiederlo anche altri politici che hanno "dedicato" la vita al paese?
Da quale livello scatta la teorica impunità meritocratica?
Vale anche per assessori plurieletti?
Vale per sindaci, presidenti di regione o di provincia?
E dopo quanto tempo si può definire una vita "dedicata" al paese? (un mandato? Due? Tre? Una percentuale dell'età anagrafica? Un numero fisso di anni?)
La "dedica" (con conseguente impunità) vale anche se si sono sottratti soldi e risorse (per uso personale) al paese al quale si è dedicata la vita?
Ma se si sono sottratti soldi, la vita era dedicata al paese o al proprio interesse personale che, incidentalmente, era anche e per ovvi motivi legato al paese che "finanziava"?

E ancora, prendendo spunto da quanto detto dalla figlia:
E' sufficiente essere orgogliosi, garibaldini e allergici all'umiliazione per poter scappare "a testa alta" trasformando una latitanza in un esilio?
Se, a seguito di un reato, io dovessi ritenere "giusto non farmi processare", potrei evitare anche io, libero ed onesto cittadino, il processo e le eventuali condanne?
Se decido di difendere la libertà di tutti (e quindi anche la mia), posso evitare la condanna espatriando senza che nessuno mi fermi al confine?

Su una cosa sola sono assolutamente d'accordo: da una ventina d'anni a questa parte la giustizia è effettivamente rotolata indietro di secoli.
Non a causa di "eccessi di clan giudiziari" ma per colpa di "eccessi di clan politici" che hanno trasformato la legislazione e la giustizia in un gomitolo di leggi e leggine che garantiscono impunità e totale assenza di pena (solo per alcuni, ben selezionati elementi ovviamente, mica per tutti).

Chissà se qualcuno risponderà!

Saluti
In risposta al messaggio di Oliverio Gentile inserito il 4 Gen 2010 - 11:17
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