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Sabato, 12 Dicembre, 2009 - 18:16

Arcigay riconosciuta istituzione di tutela dei diritti gay

10/12/2009 - Ufficio stampa Arcigay

Il 10 dicembre 2009 il GIP del Tribunale di Pordenone, Alberto Rossi, ha ammesso la costituzione di parte civile di Arcigay in relazione alla grave aggressione omofoba accaduta il 23 gennaio scorso nel centro della città friulana ai danni di un ragazzo gay disabile da parte di tre giovani.

Il processo avrà inizio il 22 febbraio 2010.

Il GIP, sostenendo l’interesse proprio e diretto nel procedimento della nostra Associazione, anche in virtù della recente omologa decisione del Tribunale di Roma in relazione alla vicenda Svastichella, ha accolto la richiesta di costituzione come parte civile di Arcigay, parallelamente a quella del Comune di Pordenone.

La vittima, non vedente e con notevoli difficoltà deambulatorie, si trovava in Piazza XX Settembre un venerdì sera, l'ora di punta dell’aperitivo, ad attendere il padre e venne improvvisamente aggredito, davanti a centinaia di persone, dai tre imputati che incominciarono a schiaffeggiarlo e spintonarlo fino a gettarlo a terra dove venne preso ripetutamente a calci in faccia e sulla schiena ed apostrofato con espressione del tipo "Frocio bastardo, frocio di merda, pedofilo". Gli venne addirittura scaraventato addosso un espositore metallico di giornali. I tre successivamente si dileguarono sghignazzando e urlando che stavano andando a "dare una bella lezione ai froci”.

"È con estrema soddisfazione che accogliamo la decisione del GIP” - ha dichiarato l'Avvocato Francesco Furlan – “Ritengo, inoltre, estremamente positiva la valutazione svolta dal Magistrato sull'interesse di Arcigay a partecipare al procedimento penale, non tanto quanto in rappresentanza della persona offesa alla quale, vanno tutta la nostra vicinanza e affetto, ma per un interesse specifico dell'Associazione che vede finalmente riconosciuto, dopo il caso romano, un proprio ruolo istituzionale nella tutela e riconoscimento dei diritti delle persone lgbt".

“Si tratta di un grande passo in avanti per la civiltà del nostro Paese.” – dichiara il presidente nazionale Arcigay Aurelio Mancuso – “Arcigay persegue con tenacia da anni e con successo la via giudiziaria per difendere la tutela fisica e la dignità delle persone omosessuali e crede fermamente che queste battaglie possano dare una svolta culturale per l’affermazione dei nostri diritti di pari dignità.”

“Il magistrato di Udine ha dato una grande lezione alla nostra politica. Non possiamo permettere che le violenze ai danni delle persone lgbt restino ancora impunite o addirittura sommerse nel silenzio causato dal vuoto legislativo che legittima un clima culturale di pregiudizio e odio verso l’altro.”

“Negli ultimi due anni sono quasi 200 solo gli episodi emersi di violenza omofobica e transfobica in Italia: proprio oggi la Commissione Giustizia della Camera riprende un nuovo dibattito su una legge sul tema, dopo il vergognoso stop di ottobre” – conclude Mancuso – “è necessario che in tempi brevissimi il nostro parlamento apra gli occhi su questi episodi e approvi una legge per l’estensione dei reati di odio, per la tutela fisica e morale delle persone.”