.: Discussione: FONDI IMMOBILIARI: siorri e siorre venghino qui si svende!!

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Antonella Fachin

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Inserito da Antonella Fachin il 11 Dic 2009 - 19:10
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Una domanda al nostro Comune che continua a mettere in vendita i suoi beni immobiliari:
Per venderli, il Comune si affida a un privato: possibile che il Comune sia l'unico soggetto che non sappia valorizzare il mattone, mentre le immobiliari si arricchiscono comprando a 10 e vendendo a 100?!?

La giornalista giustamente osserva: "La costituzione di un nuovo Fondo, in un momento di difficoltà economica come quello che sta attraversando l’Amministrazione, sembrerebbe rispondere più ad una logica di cassa che ad una reale volontà di investire un domani nell’edilizia residenziale pubblica."

Quando il Comune  avrà (s)venduto tutto, cosa farà per mantenere in piedi la struttura comunale? ... venderà le sedie?!?!

Cordiali saluti a tutte/i
Antonella Fachin
Consigliere Zona 3
Capogruppo Uniti con Dario Fo per Milano
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DISMISSIONE FOND-AMENTALE
Quasi pronto il nuovo fondo immobiliare del Comune che genererà un’entrata importantissima per le casse piangenti.

Molti sapranno che il Comune di Milano è intestatario di diversi immobili distribuiti in varie zone della città: appartamenti, uffici, magazzini, appezzamenti di terra, edifici industriali, scuole. Sapranno anche che periodicamente alcuni di questi immobili, quando per diversi motivi smettono di costituire una rendita, vengono messi sul mercato. Accade ad esempio quando i costi fissi di mantenimento dell’immobile sono troppo alti, e per il Comune diventa poco vantaggioso l’investimento.  
Pochi, forse, sapranno che nel 2007 il Comune ha istituito un Fondo Immobiliare I, cui verrà presto affiancato un Fondo Immobiliare II.
Di che si tratta?
E’ un paniere di immobili che l’Amministrazione ha deciso di dismettere, affidandoli ad un Fondo privato che provveda alla valorizzazione e alla successiva vendita. In poche parole il Comune si disfa degli immobili che rendono poco cedendoli al Fondo, in cambio di una contropartita di denaro.
Da quel momento spetta al fondo provvedere ad incrementare il valore degli immobili rispetto a quello originariamente stimato -attraverso la ristrutturazione ed eventualmente il cambio di destinazione d’uso- e alla successiva vendita ai privati.
Il Primo fondo è stato affidato a BNP Paribas Reim SGR S.p.A.
I 76 immobili ceduti hanno fruttato nel luglio 2008  un introito di 255 milioni di euro, pari al 75% del valore di mercato (340 milioni).  Il 60% di questo incasso (153 milioni) è monetario, il 40% (102 milioni)  è stato girato sotto forma di quote, affidate consecutivamente dal Comune alla Royal Bank of Scotland. Parte di queste quote verranno vendute dalla banca ad investitori qualificati, le restanti verranno mantenute dal Comune fino alla scadenza del Fondo, nel 2013. Questo darà all’Amministrazione il diritto di incassare, a vendita effettuata, il 12% dei proventi.
Il Fondo è diventato proprietario degli immobili. “Il rischio ora passa a noi - spiega Andrea Miglio, Found Manager dell’Sgr che si occupa dell’operazione- Il Comune si è liberato dell’onere di gestione. Sta al fondo, in un momento di stallo del mercato, riuscire a generare profitti attraverso la valorizzazione e la successiva cessione”.
Difficile credere che per il Fondo ci sia un rischio effettivo: solo una società sprovveduta farebbe beneficenza al Comune sborsando 250 milioni e rotti senza una concreta previsione di guadagno.
Il Comune, d’altra parte, continuando a mantenere le quote del Fondo rimane parte attiva vigilando sui processi di gestione degli immobili e fissando le regole del gioco. Una regola è ad esempio è il diritto di prelazione: “I primi interlocutori a cui proponiamo l’acquisto delle proprietà sono gli occupanti. Hanno diritto al 30% di sconto sul valore di mercato -spiega Miglio- L’immobile dovrà essere utilizzato effettivamente dagli acquirenti, che non potranno venderlo prima di 10 anni. Questo per evitare speculazioni”.
E se gli occupanti decidessero di non acquistare, che ne sarebbe di loro? Che succederà alle associazioni sfrattate dal Comune come l’Anpi (Associazione Nazionale Partigiani in Italia), la cui sede in via Mascagni è compresa nel Fondo?
Sono domande che è giusto porsi, dal momento in cui il Comune ha scelto di sbarazzarsi di un patrimonio immobiliare importante. Come è giusto domandarsi come vengano utilizzati i quattrini incassati dalla vendita.
Ai tempi della stipula l’Assessore al Demanio Gianni Verga dichiarava che i ricavi sarebbero stati “destinati ad opere di edilizia sociale residenziale ed infrastrutture”. Dal suo ufficio stampa, ci arriva notizia di cos’è stato dei 155 milioni di euro già incassati: il 50% è stato utilizzato per opere pubbliche varie, quindi non sono stati gestiti dal Demanio, l'altro 50% invece è stato utilizzato nel campo dell’edilizia residenziale pubblica: rimozione dell'amianto, sistemazione di alloggi sfitti, altre manutenzioni.
Oggi l’Assessore al Bilancio Giacomo Beretta, annunciando la costituzione di un secondo Fondo, sottolinea che “questa scelta rappresenta a tutt’oggi la risposta più efficace alla crisi dei tradizionali meccanismi di finanziamento, senza la quale sarebbe impensabile far fronte al soddisfacimento dei sempre crescenti bisogni dei cittadini a fronte dei, purtroppo, sempre più esigui trasferimenti statali".
Se i soldi da Roma non arrivano, da qualche parte il Comune deve tirarli fuori.
La costituzione di un nuovo Fondo, in un momento di difficoltà economica come quello che sta attraversando l’Amministrazione, sembrerebbe rispondere più ad una logica di cassa che ad una reale volontà di investire un domani nell’edilizia residenziale pubblica.

Giulia Cusumano