.: Discussione: Abolizione dei Consigli di Zona: Appello al Ministro - eliminiamo i costi non la democrazia
:Info Utente:
![]()
:Info Messaggio:
Punteggio: 0
Num.Votanti: 0 Quanto condividi questo messaggio?
|
![]() ![]() |
|||||
Riporto di seguito e in allegato l'articolo "Consigli di Zona, il tasto dolente" pubblicato sul free-press EPolis Milano in distribuzione oggi (pag. 6 – sezione Argomenti, rubrica PeriferiePolis – visibile anche sul sito http://www.epolismilano.it):
PeriferiePolis Consigli di Zona: il tasto dolente Walter Cherubini Qualcuno se ne sarà accorto: i Consigli di Zona sono balzati agli onori della cronaca. Il motivo? Un nuovo ruolo nell’organizzazione del Comune di Milano? L’assegnazione di nuovi poteri per risolvere i problemi, magari quelli delle periferie? Tranquilli, nulla di tutto ciò. Più semplicemente, la Legge Finanziaria 2010 ha previsto la “soppressione” dei Consigli di Zona dal 2011, scavalcando anche un Disegno di legge governativo che, per una città come Milano, proponeva la riduzione a 12 consiglieri per ogni Consiglio di Zona, rispetto ai 41 attuali. Per i 359 consiglieri milanesi è stato uno scossone, rispetto al sostanziale oblio al quale sono relegati dalla politica cittadina. Quindi, si è innescato un certo sommovimento. Ma per fare cosa? Perché lo dicono tutti: così come sono adesso i Consigli di Zona servono a poco! Sostanzialmente, possono decidere di stampare manifesti ed opuscoli o di organizzare o sostenere iniziative culturali, sportive e ricreative. Poi, possono fare proposte, chiedere interventi, dare pareri al Comune, come peraltro già fanno numerosi comitati ed associazioni. Nella sostanza, non possono mai agire, passare ai fatti. Anche se hanno i soldi, peraltro pochi (circa 200mila euro all’anno). Allora, non si tratta di “salvare il Decentramento”, come qualcuno dice. Il problema è che manca un pezzo di Amministrazione, particolarmente nelle Periferie, dove il Comune è visto come una cosa lontana, che non arriva mai. Ma è difficile che possano intervenire il Sindaco o gli Assessori. Infatti, Milano non può sperare di essere efficiente con la medesima organizzazione di un piccolo comune. Quindi, bisogna porre mano a soluzioni organizzative che superino l’attuale “centralismo” comunale, che ha favorito la proliferazione delle emergenze, non consentendo di affrontarle in via preventiva al loro emergere sul territorio. Tutto ciò, senza costi aggiuntivi. Anzi, si migliorerebbe l’utilizzo di quelle sempre lamentate scarse risorse. Se poi questa amministrazione “vicina” (i Consigli di Zona) non sarà in grado di rispondere alle richieste, interverrà il “centro” (questo meccanismo si chiama “sussidiarietà”). Allora, se i Consigli di Zona vogliono continuare ad esistere, questa è la strada da intraprendere. E chissà che la prospettata chiusura non diventi la leva per cambiarli davvero e renderli utili. Alle periferie in primo luogo. * Consulta Periferie Milano
|
||||||
![]() ![]() ![]() |
||||||