.: Discussione: Fiume LAMBRO: Milano salvi il suo fiume!

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Oliverio Gentile

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Inserito da Oliverio Gentile il 13 Apr 2010 - 10:44
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Da milano.repubblica.it:

Lambro, svolta nelle indagini
c'è il Dna di uno dei sabotatori


Trovato su una pila rinvenuta alla Lombarda Petroli, ora sarà comparato con quello dei sospettati
di GABRIELE CEREDA

L'inchiesta sull'inquinamento del Lambro potrebbe essere alla svolta. È stato trovato il Dna di uno dei possibili sabotatori della Lombarda Petroli, l'ex raffineria di Villasanta da dove sono usciti 8mila metri cubi di idrocarburi finiti nel Lambro, e poi nel Po, nella notte tra il 23 e il 24 febbraio.

La svolta nell'inchiesta arriva dai laboratori del Ris di Parma. I carabinieri del Reparto investigazioni scientifiche hanno isolato un profilo genetico rinvenuto su una torcia elettrica. Si tratta di uno degli oggetti recuperati dai militari di Monza a pochi passi dalle cisterne manomesse nelle ore immediatamente successive al disastro ecologico. Con ogni probabilità la torcia è servita al commando, composto da almeno due persone, che si sono introdotte nell'impianto, eludendo l'unica telecamera di videosorveglianza in funzione quella notte.

Emma Gambardella e Donata Costa, i due pm della Procura di Monza che stanno cercando di inchiodare i responsabili del sabotaggio, sono chiuse nei loro uffici per decidere come utilizzare il reperto. Di certo c'è la necessità di confrontare la traccia isolata con il Dna di tutti i sospettati. Tra di loro ci sono gli ex dipendenti e gli autisti che avevano accesso al deposito per stoccare e prelevare il gasolio, tutti lavoratori che hanno le capacità tecniche per manovrare quel tipo di impianti. Sono già stati ascoltati tutti come persone informate sui fatti, ma a breve qualcuno potrebbe essere iscritto nel registro degli indagati.

Dalla caserma dei carabinieri di Monza, titolari delle indagini, trapela un cauto ottimismo: dall'incrocio dei dati si potrebbe risalire alla mano che ha agito e da qui al movente. L'ipotesi della speculazione edilizia rimane quella più accreditata. Sull'area, 187mila metri quadri, era in atto un maxi progetto di riqualificazione del valori di mezzo miliardo di euro, arenatosi ben prima del sabotaggio per la mancanza di liquidità della Addamiano Engineering, la società titolare dei lavori.

Intanto i valori degli idrocarburi nell'acqua sono tornati sotto la soglia di guardia, tanto che la giunta provinciale di Milano ha dato il via libera per attingere dal Lambro per l'irrigazione dei campi che corrono lungo la stecca del fiume.

(13 aprile 2010)


Da milano.corriere.it:

Due mesi fa L'attentato allaLombarda Petroli

Gasolio versato nel Lambro
C’è il Dna del sabotatore


Svolta nelle indagini grazie alla traccia lasciata su una torcia. Tutti morti gli animali ripescati


MILANO -
C’era da faticare, da sfacchinare, quella notte, una notte rigorosamente a luci spente. Girare i rubinetti, aprire le valvole, tenere sotto controllo le cisterne; innescare una bomba ambientale, realizzare un attentato, oppure firmare un regolamento di conti, vendicarsi, insomma farla pagare. Chi ha fatto fuoriuscire dall’ex azienda petrolifera «Lombarda Petroli» tonnellate di olio combustibile e gasolio alle 2.30 del 23 febbraio, si è dimenticato una cosa, rinvenuta proprio vicino a una cisterna: una torcia, con un manico ricoperto di materiale poroso. Molto poroso: ha assorbito del sudore, e grazie a questo è stato individuato il Dna (appartiene a un uomo) di chi ha usato la torcia. È il sabotatore, è l’attentatore, sono convinti gli inquirenti. Era da solo? Quanti erano? Son passati quasi due mesi, e quanti misteri. La quantità di idrocarburi finiti prima nel Lambro poi nel Po, a esempio: all’inizio si è parlato di 2.600 tonnellate; ultime stime portano la cifra a 3mila. Vuol dire che, escluse le 2.200 tonnellate recuperate, pescate e rivendute alle raffinerie, ne rimangono almeno 800. Dove sono finite? Si sono depositate su sponde e alvei, dicono ambientalisti e animalisti, Wwf e Lipu in testa, con «conseguenze devastanti, nei prossimi anni, per fauna e flora». Gli ultimi valori, emersi dai rilievi nel Po, parlano di inquinamento da idrocarburi vicini alla norma, comunque sotto la soglia massima.

NUOVI VANDALI -
Diversa la sorte del Lambro. Qui, dopo una pausa di qualche settimana, più che altro per paura dei controlli, potenziati, ditte e incivili vari hanno ripreso l’antico costume: riversare in acqua, soprattutto quando piove, vernici, rifiuti, tanto che la polizia provinciale, riscontrate tracce di sversamenti, si è rimessa alla caccia dei nuovi vandali. La torcia è stata esaminata dagli esperti dei Ris, i quali, dicevamo, hanno rinvenuto elementi utili. Non tanti, però utili. Determinanti? Forse. Qualcheduno continua a evocare mente e mano della ’ndrangheta; gli investigatori — operativi anche i carabinieri del Noe, il nucleo per la tutela dell’ambiente — non vanno lontano. Nel senso che restano addosso alla «Lombarda Petroli» (con i suoi operai, alcuni in mobilità) e al Gruppo Addamiano, che dovrebbe acquistare l’area dell’ex ditta petrolifera, ormai verso la dismissione, e aggiungere il terreno alla cittadella, case più servizi commerciali, in costruzione a Villasanta.

TERRENO CONTAMINATO -
È un terreno contaminato, riempitosi di idrocarburi, scesi quella notte nel sottosuolo della «Lombarda Petroli», fino alle fogne, che li hanno trasportati nel Lambro. Contaminato da cosa? Soltanto da olio combustibile e gasolio? Cosa c’era, nelle cisterne? Delle anatre recuperate qualche giorno dopo il disastro e ricoverate in un’oasi naturalistica, non ne è sopravvissuta una. Le autopsie fin qui svolte su altri animali, animali deceduti nei primissimi giorni, hanno rivelato emorragie, fegato distrutto, danni neurologici, ma nessuna traccia di idrocarburi, che, spiegano dalla Lipu, «essendo indigeribili non possono svanire».

Andrea Galli
13 aprile 2010
In risposta al messaggio di Antonella Fachin inserito il 8 Dic 2009 - 23:27
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