.: Discussione: Fiume LAMBRO: Milano salvi il suo fiume!

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Antonella Fachin

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Inserito da Antonella Fachin il 4 Mar 2010 - 17:02
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ENPA e WWF dalla parte degli animali, della natura ... dell'ambiente
..... e le istituzioni locali da che parte stanno?
Monza da decenni ha un depuratore insufficiente per lo smaltimento di tutti i reflui che confluiscono nel fiume Lambro; Milano fino a pochi anni fa scaricava quasi tutto nel fiume senza alcun trattamento biologico dei reflui civili ... e che dire dei pochi controlli su concerie, tintorie, aziende galvaniche, allevamenti intensivi di suini che scaricano nel Lambro dalla Brianza in poi?!?!
Vengono fatti seri raffronti tra quantità di materie prime acquistate, lavorazioni effettuate e rifiuti prodotti? o tutto viaggia su binari paralleli e con provvidenziali scarichi  nei fiumi, nelle rogge, sui campi agricoli ecc.?


Qualche info dal WWF, di cui sono socia da quando ero ragazza.


Cordiali saluti a tutte/i
Antonella Fachin
Consigliera di Zona 3
Capogruppo Uniti con Dario Fo per Milano
Facebook: Antonella Fachin
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La vigilanza ambientale WWF sul Lambro

1/3/2010 - Sabato 27 febbraio un gruppo di volontari della vigilanza WWF è stato sulle sponde del Lambro: foto e video
Sabato 27 febbraio un gruppo di volontari della vigilanza ambientale WWF è stato sulle sponde del Lambro per la verifica della situazione. Ecco le loro osservazioni: "L'onda nera è passata e le conseguenze sembrano poco visibili: le sponde non sono sporche, probabilmente per la piena che ha portato velocemente a valle la marea nera e per la natura del materiale, non particolarmente denso. Ma è ancora presto per conoscere i danni e i livelli di assorbimento del terreno. 


Nel corso dell'ispezione è stata rinvenuta una discarica abusiva di rottami di auto e un fusto contenente alcune centinaia di litri presumibilmente di olio motore esausto, in parte percolato sul terreno e messo in sicurezza con la chiusura del tappo. La Polizia Provinciale ha avviato l'iter delle segnalazioni per la rimozione dei rifiuti.
Intanto la Protezione Civile ha costituito un gruppo di lavoro per valutare rischi e azioni da intraprendere per il Delta del Po: c'è anche il WWF.
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Lambro, anche il WWF nella task force

1/3/2010 - Si è costituito un gruppo di lavoro per la valutazione dell'impatto e dei rischi per il Lambro e il Delta del Po. Ne fanno parte Protezione Civile, Parco Delta e WWF
Si è costituito il "Gruppo di lavoro per la valutazione dei possibili impatti sui siti della rete natura 2000 del delta del Po conseguenti al transito degli inquinanti residui provenienti dallo sversamento sul fiume Lambro a Villasanta" costituito da Autorità di Bacino del Fiume Po dai due Enti Parco delle regioni Veneto ed Emilia-Romagna e dal WWF. L'obiettivo è ora lavorare con i due parchi per la definizione di una mappa delle aree sensibili e per individuare alcune situazioni da mettere in sicurezza urgentemente.
La nota ufficiale
"Il gruppo istituito su indicazione del Ministro dell’Ambiente Onorevole Stefania Prestigiacomo e del Sottosegretario alla Protezione Civile Dottor Guido Bertolaso e riunitosi presso la Prefettura di Rovigo il giorno 27 febbraio 2010 alle ore 12,30 e costituito da: Dott. Francesco Puma dell’Autorità di Bacino del Fiume Po dai direttori dei due Enti Parco delle regioni Veneto ed Emilia-Romagna, Emanuela Finesso e Lucilla Previati e da Eddi Boschetti esperto del WWF, ha proceduto ad una prima valutazione del Grado di vulnerabilità dei sistemi ambientali e ad un’analisi delle azioni di presidio da intraprendere a tutela degli ecosistemi. Ci troviamo infatti nel delicato periodo delle migrazioni e sta avendo luogo l’occupazione dei siti riproduttivi da parte di numerose specie di uccelli che frequentano abbondantemente i tratti terminali del fiume, le lagune costiere e i litorali che potrebbero essere investiti da eventuali tracce di idrocarburi. I canneti le lagune e i litorali posti presso i rami terminali del Po (tutti classificati zone SIC e ZPS e alcuni dei quali Riserve Integrali dello Stato) sono infatti sede di nidificazione dell’Airone rosso, del Falco di palude mentre presso gli scanni e le isole lagunari nidificheranno presto specie di fondamentale interesse conservazionistico, quali Fratino, Fraticello e Beccaccia di mare. Si concorda che le prime azioni da intraprendere nell’immediato, oltre a quelle già in atto, sono il monitoraggio post evento, sia in termini di impatti sul paesaggio e fisico-chimici sull’ecosistema. Nel medio periodo si tratta di individuare i fenomeni di bioaccumulo. Il gruppo di lavoro proporrà entro mercoledì della prossima settimana il piano operativo della prima fase di azione".
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I volontari della LAC hanno consegnato alle Guardie WWF alcuni germani reali intrisi di petrolio, prontamente consegnati al Centro recupero animali selvatici WWF di Vanzago per le operazioni di salvataggio.

Le specie più a rischio

Tra le specie maggiormente minacciate dal disastro del Lambro, diverse colonie di aironi (cenerini, garzette, nitticore e aironi bianchi maggiori) e anatre selvatiche come i germani reali. Molte specie ittiche sono a rischio nel tratto di fiume interessato, come il piccolo Cobite (Cobitis taenia bilineata), il ghiozzo padano (Padogobius martensi), la Savetta (Chondrostoma soetta), il barbo (Barbus plebejus) o addirittura specie molto rare come lo Storione cobice (Acipenser naccarii), interessato da recenti progetti di reintroduzione. Anche tra gli anfibi sono a rischio alcune popolazioni dell’endemica Rana di Lataste (Rana latastei) e del raro Pelobate fosco (Pelobates fuscus insubricus) presenti nei siti d’interesse comunitario (SIC) lungo il Po, ovvero il Lancone di Gussola, lo spiaggione del Po a Spinadesco, Bosco Ronchetti e la Lanca di Gerole nel Cremonese oltre che la garzaia di Pomponesco nel mantovano verso cui la macchia nera si sta inesorabilmente dirigendo.
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Lambro, forse sversate altre sostanze
1/3/2010 - Mentre l'onda nera sta arrivando al mare, dalle analisi di questi giorni sembra siano state rinvenute altre sostanze lungo il corso del fiume Lambro
Ciò che resta dell’onda nera, in gran parte bloccata ad Isola Serafini, sta arrivando al mare. Grazie anche alle indicazioni del WWF e dei due parchi del Delta del Po coinvolti nella “cabina di regia” della crisi, sono stati bloccati alcuni dei rami più sensibili per la natura del delta, per la molluschicoltura e per la pesca, ma l’allarme rimane alto. Ogni tragedia pare avere i propri “sciacalli”: sembra, infatti, che, dalle analisi in monitoraggio continuo di questi giorni ed ore, siano state rinvenute altre sostanze lungo il corso del fiume (1.2 dicloroetano' o cloruro di etilene sostanze disinfettanti, solventi di lavanderie…) conseguenti ad altri sversamenti, che hanno obbligato la Protezione Civile a chiudere gli acquedotti del delta, come quello di Porto Tolle, per sicurezza.
Il cloruro di etilene è un composto cancerogeno, molto infiammabile, nocivo ed irritante per le vie respiratorie. Il suo principale utilizzo è come intermedio nella sintesi del cloruro di vinile , a sua volta precursore del PVC (il polivinilcloruro, che è una delle materie plastiche di maggior consumo al mondo), ma è anche usato come agente sgrassante e diluente per vernici.
“Il danno alle popolazioni del Delta, alle attività produttive e alla natura rischia così di essere veramente grave e inaccettabile – ha dichiarato Stefano Leoni, Presidente del WWF Italia – Chiediamo che tutte le istituzioni preposte sul territorio e in particolare Regioni e Province, avviino controlli urgenti su tutte le possibili situazioni a ‘rischio scaricò lungo il Lambro, il  Po e i suoi principali rami per bloccare o individuare i “furbi” che stanno approfittandosi della situazione. In questo  momento è urgente fare un controllo a tappeto su tutte le aziende lungo questi  corsi d’acqua  e avviare un’analisi del rischio eco-tossicologico dei due fiume a partire dagli organismi alla base della catena trofica per verificare lo stato di rischio eco-tossicologico”.
A fronte di questa ulteriore emergenza risulta ancora una volta di più  la necessità di una gestione coordinata ed integrata a livello di bacino idrografico come previsto dalle Direttive Quadro acque (2000/60/CE) e “rischio alluvionale” (2007/60/CE) e per questo il WWF rinnova la richiesta al Ministro dell’Ambiente di procedere velocemente alla definizione e istituzione dei distretti di bacino idrografico e di richiedere adeguate risorse affinché sia possibile riavviare un’azione ordinaria e coordinata di pianificazione e gestione nei nostri fiumi.
Solo in questo modo sarà possibile mettere in cantiere 3 azioni urgenti per i fiumi:
       • realizzare un “catasto degli scarichi” complessivo e aggiornato del bacino del Po
       • individuare le “attività a rischio” nelle “aree a rischio idrogeologico e/o di esondazione” lungo i nostri fiumi
       • provvedere alla  loro urgente delocalizzazione o messa in sicurezza
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Lambro, partire subito con la bonifica
 
26/2/2010 - Purtroppo sarà impossibile fermare l’onda nera che sta già invadendo la catena alimentare. Domani le Guardie WWF lungo il Lambro per recuperare gli animali colpiti
Il WWF si augura davvero che la fase acuta del disastro che ha investito il Lambro e il Po si risolva presto e che la gran parte della massa oleosa sia stata fermata ad Isola Serafini. Purtroppo però sarà impossibile fermare l’onda nera che sta già invadendo la catena alimentare degli ecosistemi lungo i fiumi e colpirà indirettamente molti più animali e ambienti di quelli imbrattati dagli idrocarburi in questi primi giorni.
“L’aver fermato una buona parte degli idrocarburi sversati è un risultato importante, ma la situazione è tutt’altro che sanata – ha dichiarato Stefano Leoni, presidente del WWF Italia – Il danno ormai è stato fatto e se anche passasse solo il 10% della quantità di idrocarburi sversata, le conseguenze dureranno per decenni in zone di estrema delicatezza ambientale. Per questo il WWF chiede che inizi da subito un’accurata opera di bonifica, altrimenti sarà stato come curare una ferita profonda con un cerotto”.
Le sostanze tossiche vengono assorbite dai tessuti di crostacei, molluschi, plancton di cui si nutre la maggior parte dei pesci e delle 400 specie di uccelli acquatici che popolano il delta del Po, un numero nell’ordine di 100.000 uccelli acquatici nella sola area a rischio, ma che può arrivare a picchi di 400.000-500.000 se si contano anche gli uccelli non acquatici che gravitano intorno all’ecosistema.
Domani le guardie volontarie dell’Associazione presteranno servizio lungo il Lambro per recuperare esemplari di fauna selvatica colpiti dal disastro. Allertato il Centro di Recupero Animali Selvatici WWF di Vanzago che in questi giorni ha già accolto diversi esemplari. Il WWF aderisce all'iniziativa simbolica delle associazioni e dei cittadini che Sabato 27 febbraio idealmente abbracceranno il fiume Lambro con una catena umana che si snoderà nel Parco Lambro di Milano.
Ma non solo gli uccelli acquatici sono a rischio: a questi vanno aggiunti mammiferi come faine, volpi e donnole che si nutrono anche di carcasse animali, e roditori come le arvicole che sono la base alimentare di numerose specie di rapaci, in un effetto domino impossibile da controllare. E i rischi potrebbero estendersi anche alle colture di mitili (cozze e vongole) che sono alla base di un’importante fetta dell’economia lagunare, legata anche alla pesca e all’alimentazione umana.  Per questo è importante monitorare già nei prossimi giorni i tessuti di questi organismi. Ma è soprattutto importante isolare i rami laterali del Po evitando che la massa oleosa in arrivo contamini anche i rami laterali del fiume, che ospitano gli ecosistemi più delicati del Delta. “Non è possibile che in Italia, con le normative vigenti in materia di prevenzione, possano accadere ancora questi incidenti – continua Stefano Leoni, presidente del WWF Italia – in particolare in una regione che vanta posizioni d’avanguardia nelle tematiche ambientali. Per questo chiediamo al Ministro dell’Ambiente di emanare una direttiva a tutte le Regioni per effettuare controlli specifici su tutti i siti da sottoporre a normativa Seveso o che ne hanno chiesto l’esclusione”.
In risposta al messaggio di Bruno Alessandro Bertini inserito il 3 Mar 2010 - 16:03
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