.: Discussione: Fiume LAMBRO: Milano salvi il suo fiume!

Opzioni visualizzazione messaggi

Seleziona la visualizzazione dei messaggi che preferisci e premi "Aggiorna visualizzazione" per attivare i cambiamenti.
:Info Utente:

Oliverio Gentile

:Info Messaggio:
Punteggio: 0
Num.Votanti: 0
Quanto condividi questo messaggio?





Inserito da Oliverio Gentile il 2 Mar 2010 - 11:36
accedi per inviare commenti
Da milano.corriere.it:

Strage di cormorani. Il Wwf: animali stroncati dai veleni

Lambro, indagato a.d.Lombarda Petroli


Dichiarando quantità di prodotti inferiori al reale l'ex raffineria avrebbe eluso i controlli di sicurezza

MILANO - In un certo modo, in un certo senso, erano venuti qui in vacanza. Se ne sono andati così, i cormorani: le ali nerissime, annerite e appesantite dal gasolio, un ostacolo anziché un peso, non si aprivano più; il becco intriso di veleni, e i veleni poi sono avanzati, fino al fegato, l’hanno fatto esplodere; una morte in fuga dai vigili del fuoco e dai volontari che li inseguivano, per salvarli, li hanno inseguiti fuori e dentro l’acqua, ma niente, sono animali che non si fanno prendere.

Tre, quattro, cinque giorni di agonia, in qualche prato, su qualche albero, da qualche parte. Sempre in solitaria, però. In fondo sono dei tipi molto indipendenti, e in più, dice chi li studia e conosce bene, intelligenti: si adattano a tutto. Infatti, per svernare, dalla Scandinavia, specie Danimarca e Norvegia, dove sarebbero tornati più avanti per nidificare, erano scesi a Milano, la sporca Milano, al parco Lambro, lungo il Lambro. L’olio e il gasolio li hanno ammazzati. Una strage di cormorani. Almeno cento vittime, di certo il doppio, il quadruplo, dicono gli esperti di Wwf ed Enpa. Gli ultimi sopravvissuti stanno morendo in queste ore. Cormorani, e poi germani reali, anatre, gallinelle. Ce ne sono altri ancora, di animali, che hanno nuotato e bevuto nel Lambro impregnato dell’olio e dal gasolio fuoriusciti dalla Lombarda Petroli, a Villasanta, tra lunedì e martedì scorsi.

C’è un avviso di garanzia per Giuseppe Tagliabue, l’amministratore delegato, novità di queste ore sul fronte dell’inchiesta. Alla Lombarda Petroli tenevano nelle cisterne quantità superiori a quanto consentito, violando la normativa di Seveso, una direttiva che regolamenta l’attività delle ditte a rischio. I Tagliabue non avrebbero comunicato alle autorità competenti la reale quantità di materiale pericoloso stoccato. A che pro? Per esempio, a evitare adempimenti burocratici e finanziari, misure di sicurezza e controlli obbligatori.

Già in fin di vita di suo, ben prima del disastro, adesso cosa mai ne sarà del Lambro? Le istituzioni, in queste ore, si superano nel promettere una rapida rinascita, anzi addirittura un futuro ricco di gloria, in tempo per il 2015, per l’Expo, sia mai. Acque chiare, sponde limpide, una fauna che nemmeno a immaginarla... Antonio Delle Monache, del Wwf, ricorda che gli idrocarburi ci vorranno anni per scrostarli dai fondali e dalle rive, e intanto continua a domandarsi perché mai, in quelle prime ore, la marea nera prima del Po non è stata fermata sul Lambro, un fiume che più che altro, tanto è stretto, è un fosso, dice Delle Monache. Domanda «perché gli interventi sono partiti dopo». L’hanno domandato anche altri, ma nessuno ha mai dato risposta. L’Arpa è arrivata alla Lombarda Petroli che erano le 8.25. I vigili del fuoco hanno ricevuto le chiamate di allerta soltanto tra le 10.30 e le 11. Un buco di due e più ore. Chi ha sbagliato? Chi ha sottovalutato? Chi ha mal informato, mal consigliato? Quale le responsabilità della Regione? E i Comuni? E le Province? Dall’Enpa raccontano che anche ieri, in sede, s’è presentato qualche cittadino con un animale in braccio, lordato di gasolio, un caso disperato, difficile da tenere in vita. Era uno dei pochi cormorani non caduti, sfiniti, in acqua e trascinati lontano, uno dei pochi planati senza forze in qualche campo della periferia in cerca d’aiuto.

Oggi i carabinieri torneranno ad ascoltare gli operai. I cinque in mobilità, e gli altri cinque ancora dipendenti. Chi ha aperto le cisterne? Era una mano esperta, espertissima. L’Enpa fa sapere, con un comunicato: «Resta appesa ad un filo la possibilità di sopravvivenza per gli ultimi uccelli in un primo momento sfuggiti alla cattura dei volontari. Da diversi giorni sperano di riuscire a togliersi di dosso quella patina di olio combustibile tossico per poter volare in cerca di acqua e cibo. Ma purtroppo senza successo». Sul tratto in cui il Po avanza verso il Delta, le analisi dell’acqua hanno riscontrato la presenza di cloruro di etilene. C’erano davvero olio e gasolio, nei milioni di litri della Lombarda Petroli? Sempre Delle Monache spiega che molti animali sono morti di ipotermia: i veleni hanno impregnato le penne, che di solito fungono da impermeabile e da protezione per la temperatura interna. La fine è avvenuta per congelamento, e pensare che non sta facendo nemmeno troppo freddo, questi giorni.

Federico Berni
Andrea Galli

02 marzo 2010


Da Milano 2.0:

Disastro Lambro, le conseguenze sull'ecosistema: intervista a Umberto Di Bonaventura dell' Enpa
Pubblicato da Arianna Ascione, Blogosfere staff alle 08:00 in Milano cronaca

enpalavoro.JPG

L'agenzia regionale per l'ambiente ha provato a rassicurare sulle condizioni dell'acqua nel Lambro come leggiamo su Repubblica. Il direttore provinciale Giuseppe Sgorbati ha spiegato:

"Per ora non ci sono tracce ma non si può escludere che in futuro qualche infiltrazione possa esserci"

Sul Lambro è stato allestito un nuovo sbarramento all'altezza dell'immissione nel Po (nel territorio di Chignolo Po e Orio Litta) per intercettare i residui del materiale che la settimana scorsa è stato riversato dalle cisterne della Lombarda Petroli nel corso d'acqua.

La Regione ha messo a disposizione 20 milioni di euro per il recupero del Lambro entro il 2015, ma secondo la stima del Dipartimento di riqualificazione fluviale solo per dragare il fondo serviranno 100 milioni di euro.

Ma è solo l'inizio: con il passare del tempo infatti si vedranno più concretamente i danni pensanti a tutto l'ecosistema del fiume Lambro, che versava in condizioni critiche anche prima del disastro. Abbiamo sentito telefonicamente Umberto di Bonaventura, coordinatore della sezione milanese dell'Enpa (immagini tratte dal sito).

Come vi siete mossi non appena avuta notizia del disastro del Lambro?

Ci siamo mossi subito. Il giorno stesso del disastro ci hanno segnalato più punti del Lambro contaminati, in corrispondenza del Parco Lambro principalmente (quindi nella zona est del comune di Milano). Mano a mano ci siamo spostati verso San Giuliano Milanese.

Avete ritrovato animali in difficoltà?

Ci sono state segnalate anatre, germani e cormorani, sporchi o già morti. Abbiamo ricevuto l'appoggio dei vigili del fuoco che ci hanno messo a disposizione i loro mezzi per lavorare e abbiamo inviato alcune squadre per presidiare l'area.

Quali sono gli uccelli più colpiti?

I più colpiti sono i cormorani perchè non hanno le piume impermeabili e quindi assorbono tutti gli idrocarburi. Purtroppo molti sono condannati a morte, nonostante le pulizie, le cure e l'alimentazione con il sondino.

Come operate?

Noi proviamo a salvarli pulendoli con la farina, o con acqua e sapone, ma le sostanze rilasciate nelle acque sono troppo tossiche per cui il numero dei volatili deceduti è altissimo. Ci siamo recati molte volte nei luoghi delle segnalazioni, ma non abbiamo trovato gli animali che ci sono stati segnalati. Probabilmente sono morti e la corrente ha portato via le carcasse.

Quanti volontari sono stati mobilitati?

Nell'area tra Milano e San Giuliano Milanese siamo in 36 volontari più una decina di vigili del fuoco. Ci tengo a lanciare un appello e un ringraziamento a tutti coloro che ci stanno aiutando e che si sono 'accorti' di noi, che siamo sempre in prima linea per la difesa degli animali e dell'ambiente.

La Protezione Civile ha parlato di "disastro sventato", ma a quanto mi racconta lei non è così.

Ci saranno moltissimi problemi a lungo termine. Questa 'onda nera' ha distrutto un intero ecosistema e ci vorrà molto tempo per far tornare la situazione come prima. Anche se a dire il vero il Lambro è sempre stato molto inquinato: noi stessi abbiamo trovato nei mesi scorsi lavatrici, auto e rifiuti di ogni genere abbandonati nelle acque. Il Lambro purtroppo da anni è una vera e propria discarica a cielo aperto e questo disastro ha solo peggiorato la situazione.

In risposta al messaggio di Antonella Fachin inserito il 8 Dic 2009 - 23:27
[ risposta precedente] [ torna al messaggio] [risposta successiva ]
[Torna alla lista dei messaggi]