.: Discussione: Fiume LAMBRO: Milano salvi il suo fiume!

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Oliverio Gentile

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Inserito da Oliverio Gentile il 26 Feb 2010 - 17:25
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Da milano.corriere.it:

Il presidente della Lombardia: «Cause poco chiare, chiedo pene esemplari»

Bertolaso: «Il Lambro? Va meglio»
Formigoni: «Come l'attentato a Firenze»


La barriera di Isola Serafini ha fermato gran parte della massa oleosa, ma 125-250 mila litri sono finiti nel Po

PIACENZA - La situazione della marea nera che dal Lambro è giunta al Po «è molto migliorata». Lo ha assicurato il capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, giunto a Piacenza per un incontro in prefettura. Alle 16 è previsto un altro incontro nella prefettura a Milano con le autorità lombarde. Il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, ha paragonato lo sversamento di oli combustibili nel Lambro all'attentato compiuto dalla mafia nel maggio 1993 in via dei Georgofili a Firenze, presso il museo degli Uffizi, e ha chiesto «pene esemplari» per i responsabili. Formigoni ha anche denunciato i ritardi nel lanciare l'allarme e ha chiesto che siano «individuate le cause di quanto accaduto perché non appaiono chiare».

SITUAZIONE - «Abbiamo continuato il monitoraggio durante tutta la notte e abbiamo potuto verificare che dal Lambro non arriva quasi più nulla», ha detto Bertolaso. «Tutta la massa oleosa che è stata rilasciata è ora sotto controllo, nel senso che nel Lambro dovremo semplicemente fare un intervento importante di bonifica. Adesso raccoglieremo ciò che è stato ben contenuto dalla barriera di Isola Serafini. Credo che al massimo sia sfuggito da questa barriera tra il 5 e il 10 per cento della massa complessiva», ha detto Bertolaso. Un dato che equivale quindi a 125-250 metri cubi, pari a 125-250 mila litri che sarebbero passati attraverso le barriere di Isola Serafini e avrebbero raggiunto il Po se il dato iniziale di 10 milioni di litri sversati è corretto, ma qui le cifre divergono tra le varie fonti. Altre due barriere sono state realizzate a Roncarolo e Ponte San Nazzaro per impedire che la massa oleosa arrivi alle foci del Po e si scarichi in Adriatico con gravi conseguenza all'ambiente e alle attività economiche. Due imbarcazione dell'Agenzia interregionale per il Po sono state già dislocate tra Ferrara e Rovigo, dove stanno arrivando le prime chiazze oleose. È di 1.650 tonnellate il materiale già recuperato e avviato allo smaltimento. «Per quello che riguarda il delta, dove c'è l'ecosistema più delicato, al momento siamo tranquilli in virtù di tutto quello che è stato predisposto a monte», ha concluso il capo della Protezione civile.

MIASMI - L'onda nera, lunga circa 50 chilometri e spessa 10-15 centimetri, impiega 12-13 ore per passare in un tratto di fiume. Il nauseante odore che accompagna la marea nera dal tardo pomeriggio di giovedì ha iniziato ad ammorbare le rive del Po in provincia di Parma. L'attenzione della protezione civile in queste ore è quello di preservare le sponde dall'onda nera. «Il primo compito in questo momento è evitare la contaminazione delle rive», ha spiegato l'assessore provinciale alla Protezione civile, Gabriele Ferrari. «Ci stiamo attivando per posizionare le barriere di difesa in grado di assorbire il petrolio prima che si depositi su argini e terreni». I Comuni rivieraschi della provincia di Parma hanno vietato il prelievo di acqua superficiale dal Po e dagli irrigui. Massima attenzione anche nei pozzi privati e divieto assoluto di pesca. Il Comune di Piacenza in una nota ha chiarito che l'acqua potabile si può bere senza problemi. «Il nostro reticolo idraulico è separato nei punti di prelievo dal Po e non c'è rischio di eventuali ingressi di acque contaminate», ha spiegato Claudio Negrini, direttore del Consorzio di bonifica Burana, i cui canali interessano le province di Mantova, Modena e Ferrara. «Gli ecosistemi che si formano attorno ai nostri canali non verranno pregiudicati da questo disastro».

Redazione online
26 febbraio 2010
In risposta al messaggio di Antonella Fachin inserito il 8 Dic 2009 - 23:27
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