.: Discussione: Fiume LAMBRO: Milano salvi il suo fiume!

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Oliverio Gentile

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Inserito da Oliverio Gentile il 25 Feb 2010 - 13:02
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Da milano.corriere.it:

Prestigiacomo: lunedì in Consiglio dei ministri la dichiarazione di stato d'emergenza

L'onda nera dal Po verso il mare
Si indaga per disastro ambientale


In meno di tre giorni gli oli inquinanti raggiungeranno l'Adriatico. «L'intero ecosistema a rischio»

MILANO - L'onda nera avanza inesorabile. I migliaia di metri cubi di idrocarburi fuoriusciti dall'ex raffineria Lombarda Petroli della Brianza, anche se in parte contenuti dagli sbarramenti, hanno percorso tutto il fiume Lambro, sono arrivati al Po in provincia di Piacenza, all'alba di martedì arriveranno in quella di Parma e presto, in poco meno di tre giorni, raggiungeranno il mare Adriatico. Il ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, che giovedì mattina ha sorvolato la zona interessata dal disastro ambientale, ha spiegato che «la movimentazione lungo il Po ci sarà ancora per 70 ore», poi la chiazza arriverà all'Adriatico. Per questo motivo il ministero dell'Ambiente ha allertato anche la guardia costiera, che è presente con navi davanti alla foce del Po. Allertato anche il servizio disinquinamento marino, che dovrà continuare quando parte della chiazza arriverà nell'Adriatico. La dichiarazione di stato d'emergenza per l'inquinamento del Lambro sarà presentata dal ministro Prestigiacomo al Consiglio dei ministri in programma lunedì prossimo.

Petrolio nel Lambro

Petrolio nel Lambro   Petrolio nel Lambro   Petrolio nel Lambro   Petrolio nel Lambro   Petrolio nel Lambro   Petrolio nel Lambro   Petrolio nel Lambro

LE INDAGINI - Nel frattempo la procura di Monza ha aperto un fascicolo per disastro ambientale e inquinamento delle acque. Secondo indiscrezioni, ci potrebbe essere un giro di speculazione edilizia sull'area della vecchia raffineria. I fratelli Addamiano (Giosuè, Rosario e Matteo), gli artefici di «Ecocity, il più grande progetto multifunzionale della Brianza», originari di Cerignola, in provincia di Foggia, ieri erano irreperibili. Come del resto Enzo Tagliabue, il proprietario della ex raffineria Lombarda Petroli. C'è chi parla di un avvertimento mafioso: le infiltrazioni della ’ndrangheta a Buccinasco sono note, ma anche Desio non è estranea al fenomeno. Il primo punto da chiarire riguarda la quantità di olio combustibile presente nelle cisterne: la Lombarda petroli aveva autocertificato meno di 5 milioni, una soglia che permetteva una semplificazione delle procedure di sicurezza, ma ce n'era molto di più.

GLI INTERVENTI NEL PIACENTINO - Per arginare l'onda nera giovedì pomeriggio sono state realizzate due barriere, una sul ponte provvisorio a Piacenza e l'altra sul San Nazzaro. I vigili del fuoco hanno montato le attrezzature skimmer che, abbinate ad autospurghi messi a disposizione tramite Enia, provvedono ad estrarre la massa oleosa intercettata dalle barriere, per separare l'acqua dagli idrocarburi. L'Agenzia regionale di protezione civile ha emanato l'allerta, con fase di preallarme, a tutti i Comuni rivieraschi, per il divieto di uso e prelievo delle acque. Intanto l'Arpa sta effettuando una serie di campionamenti per controllare e verificare la percentuale di idrocarburi presenti nelle acque del Po, monitorando in particolare la situazione nel ferrarese. Nel pomeriggio sono arrivati a Piacenza il presidente della Regione Vasco Errani e il capo dipartimento della Protezione civile nazionale Guido Bertolaso. Nelle stesse ore è stata convocata nella sede della protezione civile regionale, a Bologna, la Commissione regionale per la previsione e la prevenzione di grandi rischi, che riunisce i massimi esperti in materia della comunità scientifica, «per analizzare gli scenari del fenomeno in tutti i suoi aspetti».

L'ULTIMA DIGA - Le tre barriere posizionate nel Piacentino a Emanuella, Cá del Bosco e Boscone Cusani sono risultate efficaci; ora si gioca tutto sullo sbarramento della centrale Enel a Isola Serafini, ultimo presidio strutturale per trattenere e aspirare la maggior quantità possibile di materiale inquinante. Purtroppo l'enorme macchia, molto densa, si è intanto frammentata, rendendo più difficoltose le operazioni di pompaggio. Il Po è in magra, per fortuna, e il livello basso dovrebbe evitare che l'onda si avvicini alle due zone più sensibili, l'impianto di pompaggio della Bonifica a Boretto e l'area di rinaturalizzazione all'Isola degli internati a Gualtieri. Pronti ad intervenire i circa 400 volontari delle associazioni rivierasche di protezione civile. Nelle prossime ore i sindaci emaneranno ordinanze di divieto di prelievo di acque per qualsiasi uso, di pesca e balneazione, mentre l'Arni provvederà a vietare la navigazione nel tratto reggiano del Po.

ECOSISTEMA A RISCHIO - La marea di olio combustibile sta mettendo a rischio un intero sistema ecologico ed economico. «Tutto l'ecosistema fluviale è in pericolo ed ora si pensa anche al Delta del Po, una delle zone umide più importanti d'Italia e d'Europa per la migrazione e lo svernamento degli uccelli acquatici», denuncia il Wwf in un comunicato. «Il Delta del Po in questo momento è estremamente vulnerabile - spiega il Wwf - anche a causa del livello delle acque del fiume che permette una connessione diretta con molti rami laterali e con le aree di maggiore interesse naturalistico. In questa stagione, nelle zone umide deltizie vi sono migliaia di uccelli alla vigilia della cova e della stagione di riproduzione: anatre (germani reali, morette, moriglioni, mestoloni, alzavole), aironi (aironi cenerini, aironi bianchi maggiori, garzette, aironi guardabuoi), limicoli (avocette, pantane, piro piro). Inoltre quest'area è fondamentale per la presenza di molte specie di pesci che si riproducono, transitano o trovano qui rifugio come l'anguilla, la cheppia, la savetta, il muggine calamita, o, nelle zone umide tra i canneti, come il luccio e la tinca. Non vanno poi dimenticati anfibi e rettili come ad esempio la testuggine palustre». Il Wwf si augura quindi che vengano adottate tutte le misure necessarie ed utili a scongiurare che l'ondata di petrolio arrivi al Delta del Po, altrimenti gli effetti su golene, canneti di foce, lagune e tratti costieri potrebbero essere devastanti.

Redazione online
25 febbraio 2010

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Da milano.corriere.it:

gli immobiliaristi originari di Cerignola, in provincia di Foggia, ieri erano irreperibili

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Amianto e degrado dappertutto. «Attentato per fare pressioni». Si parla anche di «avvertimento» mafioso

MILANO — «Ecocity, il più grande progetto multifunzionale della Brianza». Dove oggi ci sono le sette cisterne violate della Lombarda Petroli sorgeranno a breve villette, uffici e centri commerciali. Lo annunciano gli enormi cartelli che costeggiano la strada che porta allo stabilimento. In fondo ci sono già i numeri a cui telefonare per prendere informazioni. Una città ecologica su terreni satolli di gasolio? Bella grana per i fratelli Addamiano (Giosuè, Rosario e Matteo), gli artefici del progetto. Ma tant’è, gli immobiliaristi originari di Cerignola, in provincia di Foggia, ieri erano irreperibili. Come del resto Enzo Tagliabue, il proprietario della Lombarda Petroli. Gli Addamiano hanno precisato soltanto che il terreno su cui sorge la Lombarda Petroli è ancora di Tagliabue. Come dire: noi con questo disastro non c’entriamo nulla.

Qui alle porte di Monza tutti sanno che gli Addamiano e Tagliabue si sono intesi da tempo sul futuro dell’area. Una parte dei terreni che erano della Lombarda Petroli sono già passati di mano e ora ospitano una fila di capannoni. Insomma, le sette cisterne svuotate con le cattive avevano i giorni contati. Come testimonia lo stato complessivo del sito: amianto e degrado dappertutto. Del resto il 15 aprile del 2009 il progetto «multifunzionale» è stato approvato dal consiglio comunale. Insomma, si potrebbe partire a suon di fondamenta e calcestruzzo per costruire 172 mila metri quadrati dedicati a uffici, residenza, commerciale e produttivo. Il tutto — recitano le brochure— «immerso in un grande parco di 80 mila metri quadrati».

Ma ora è l’immobiliare a tardare nella firma della convenzione. D’altra parte il mercato del mattone è ingessato dalla crisi. Sottoscrivere il documento vorrebbe dire mettere liquidità nel nuovo progetto. E gli Addamiano adesso sono impegnati su un altro fronte, la commercializzazione del polo tecnologico di Desio sull’ex area Autobianchi. Cui prodest? A chi conveniva avventurarsi di notte dentro il perimetro della Lombarda Petroli (operazione peraltro semplice, la sorveglianza delle telecamere pare fosse limitata al cancello d’ingresso)? Qualcuno sussurra che la responsabilità potrebbe essere dei vecchi dipendenti dell’azienda, cacciati via ad uno ad uno (oggi sono rimasti solo in cinque).

Ma l’assessore regionale al Territorio della Lombardia lascia intuire altre ipotesi. «Questo è un atto doloso di gravità eccezionale — ha detto ieri Davide Boni —. E se qualcuno pensa che così facendo si possa avere qualche agevolazione urbanistica ha sbagliato Regione». Il presidente delle Provincia di Milano, Guido Podestà, si è addirittura spinto oltre: « Potremmo pensare a un vincolo perenne». «E se si trattasse di un avvertimento mafioso?», sussurrano altri. Le infiltrazioni della ’ndrangheta a Buccinasco sono note, ma anche Desio non è estranea al fenomeno. A dipanare il groviglio delle ipotesi in queste ore è la procura di Monza. Il primo punto da chiarire riguarda la quantità di olio combustibile presente nelle cisterne. La Lombarda petroli aveva autocertificato meno di 5 milioni. Una soglia che permetteva una semplificazione delle procedure di sicurezza.

Rita Querzé
25 febbraio 2010

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In risposta al messaggio di Oliverio Gentile inserito il 23 Feb 2010 - 15:35
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