.: Discussione: BASTA SGOMBERI FORZATI: qualunque integrazione viene distrutta

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Antonella Fachin

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Inserito da Antonella Fachin il 26 Nov 2009 - 16:37
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Buongiorno,

oggi c'è stato l'ennesimo sgombero forzato, in viale Forlanini.
Qui sotto trovate il comunicato diramato dai volontari che da un paio di anni assistono i primi  nuclei familiari di rumeni di etnia rom che avevano trovato riparo in un'area abbandonata in zona Forlanini.
Anche qui i bambini e i ragazzini andavano a scuola: in zona 4 si era tenuta molti mesi fa una assemblea pubblica cui avevo partecipato, e alcune di queste famiglie rumene erano intervenute per raccontare la loro storia, la loro vita; era venuto, accompagnato dai suoi genitori, anche un bambino che frequentava con impegno e successo la scuola elementare, che aveva fatto amicizia con i compagni di classe, che si era integrato con la classe.... era un bambino come tutti gli altri.
Ciò che mi colpì allora e che ricordo ancora oggi è il suo atteggiamento: impaurito dalla tanta gente vociante, con la testa bassa non osava guardare negli occhi gli adulti.....un bambino entrato nel mondo dei grandi pieno di contraddizioni, alcuni lo aiutavano ad avere una istruzione, a far parte della comunità maggioritaria; altri lo rifiutavano per principio in quanto Rom, ma a vederlo (jeans e giaccone, pulito, capelli corti e in ordine) non aveva proprio nulla che lo differenziasse dagli altri bambini della sua età.....
Quale destino avrà questo bambino e tutti gli altri bambini e bambine rom i cui genitori da oltre un anno accompagnavano i loro figli alle scuole dell'obbligo del quartiere?
Che fine faranno tutte le energie spese dai volontari, dalle maestre, dal parroco per consentire -finora con successo- un processo di integrazione e di inserimento scolastico e lavorativo?

Quesato sgombero è il 170° o forse addirittura il 180°; ogni sgombero costa 20-40 mila euro: quanti soldi sprecati per nulla, che potrebbero essere destinati a progetti specifici di inserimento scolastico, lavorativo, abitativo.
Questo sgombero segue di pochi giorni quello avvenuto in via Rubattino, ove 36 bambini facevano parte di un processo di inserimento scolastico  avviato circa 2 anni fa e distrutto dall'azione del prefetto di Milano. Con esso, così come con quello di viale Forlanini, ha interrotto e messo a rischio il positivo processo di scolarizzazione e socializzazione di 36 bambini rom, con apprezzamento di insegnanti e genitori, e ha separato madri e figli dai padri, ignorando l’importanza dei legami familiari.
Per l’ennesima volta il Comune con il prefetto di Milano -con una crudezza che pare essere accanimento persecutorio- ha imposto lo sgombero di un insediamento abusivo in violazione delle disposizioni europee e internazionali in materia di sgomberi forzati.
Le Prescrizioni delle Nazioni Unite e quelle del Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa:
a)      stabiliscono le garanzie minime di rispetto dei diritti umani, vietando inutili accanimenti sulle persone sgomberate (in via Rubattino è stato tra l’altro impedito ai bimbi rom di recuperare gli zainetti scolastici e di continuare a stare insieme a entrambi i genitori), e
b)      vietano gli sgomberi senza la preventiva predisposizione di adeguate alternative abitative per i nuclei familiari.
La soluzione immediata c’è: è l’apertura dell’area polifunzionale della Protezione Civile comunale di via Barzaghi, per un ricovero temporaneo. Una risposta d’urgenza a questa situazione drammatica di vera e propria emergenza umanitaria provocata dallo sgombero illegale.

Il rifiuto dell'assessore Moioli e del sindaco Brichetto Moratti è solo IDEOLOGICO e nega l'evidenza: abbiamo luoghi per le emergenze create intenzionalmente dalle istituzioni, ma le istituzioni stesse si rifiutano di metterle a disposizione per l'avvio di un processo personalizzato di inserimento sociale.
Pare proprio che si voglia mantenere lo stato di emergenza e di insicurezza sociale!
 
Sinora il comune ha solo attuato sgomberi forzati che costano e che non rappresentano una soluzione:
  1. non sono una soluzione per chi li subisce;
  2. non sono una soluzione per la città, dato che le persone sono costrette a spostarsi da un’area dismessa all’altra;
  3. distruggono i benefici delle azioni di volontariato intraprese dal privato sociale;
  4. sono solo il risultato della mancanza di politiche pubbliche di integrazione.
Solo una piccola parte delle popolazioni Rom e Sinti scelgono il nomadismo e per questi devono essere predisposti campi con acqua, luce e servizi (a pagamento) a disposizione dei nomadi per brevi periodi, come negli altri paesi dell’Unione Europea.
La maggior parte cerca un lavoro e una abitazione stabili, ma si scontrano con i pregiudizi e il razzismo diffusi e vengono perciò marginalizzati e sfruttati (raramente assunti in regola, spesso pagati 3 o 4 euro all'ora in nero).
Nessuno nega che ci siano devianze e comportamenti illegali da parte di alcuni, ma nemmeno si può generalizzare considerandoli tutti delinquenti e così relegando ai margini della società anche le persone che vogliono intraprendere un percorso di integrazione, pur nel rispetto delle loro tradizioni.
Chiedo che il Comune finalmente predisponga i necessari progetti di integrazione con la garanzia di un orientamento individualizzato e di un progetto calibrato sul nucleo familiare, che possono essere attuati con i 13 milioni di euro assegnati a Milano dal Ministero dell'Interno e con i fondi europei specificamente destinati alle etnie Rom e Sinti, senza quindi sottrarre risorse alle altre voci di bilancio. Ciò, conformemente a quanto attuato da tempo negli altri Stati dell’Unione Europea con grande efficacia e, per quanto riguarda l’Italia, a Settimo Torinese, Mantova, Modena, Pisa, Buccinasco, Bergamo, Bologna e Venezia.
 
politiche di integrazione = più sicurezza per tutti
Di questo sono assolutamente convinta perché -sulla base delle esperienze italiane ed europee- risolvono il problema alla radice, consentono una prospettiva di vita civile e serena a tutta la comunità, ivi comprese persone che hanno tradizioni diverse dalle nostre.
Cordiali saluti
Antonella FAchin
Consigliere di zona 3
capogruppo Uniti con Dario Fo per Milano

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SGOMBERO IN VIALE FORLANINI

Mentre oggi l'assessore alla sicurezza De Corato festeggia l'ennesimo sgombero, la società civile
deve incassare l'ennesima sconfitta.

Con l'operazione svoltasi oggi vengono infatti sgomberati 45 rom rumeni che vivevano in baracche
di fortuna alle spalle dell'area della ex caserma di Viale Forlanini 50. Al nucleo preesistente si
erano aggiunti negli scorsi giorni alcuni altri nuclei famigliari sgomberati da Via Rubattino negli
scorsi giorni.

Un'efficienza ai limiti (?!?) dell'accanimento dato che la suddetta area è già al quarto sgombero
solo quest'anno, mentre i rom di Via Rubattino trasferitisi subiscono il secondo "sfratto" in pochi
giorni. E questo non è un record.

Questo però è anche sintomo di un'assoluta mancanza di politiche di inserimento dei rom a
Milano.

Distruggendo gli insediamenti, si distrugge anche una micro-struttura sociale ed il lavoro di
affiancamento sociale fatto da singoli ed associazioni. Si punta a creare singoli allo sbando,
invece che comunità strutturate che possano integrarsi. Si mettono in strada minori, impedendo loro
di proseguire percorsi scolastici che stanno già effettuando.

Mentre i comunicati stampa del Comune parlano dello "sgombero numero 180" noi vediamo Pietro, 38
anni, che aveva una casa a Cormano e lavorava come operaio edile. Poi il licenziamento, la perdita
dell'appartamento e quindi via Rubattino e viale Forlanini. Pietro questa mattina avrebbe mandato i
due figli (6 e 10 anni) a scuola, vicino a Lambrate. Dove torneranno i figli di Pietro?

Vediamo Dan, 54 anni, che suona la fisarmonica alle feste fissarci con occhi rassegnati.

Vediamo Nicoleta e Simon, 5 e 6 anni, che ci chiedono "dove ci mandano adesso?" o la piccola
Fiorentina, quattro sgomberi in sei mesi di vita.

E non vediamo diversi altri che, siccome sono dovuti andare al lavoro (anche i Rom lavorano!) al
ritorno non troveranno nemmeno una baracca ad aspettarli.

E' possibile che la Milano dell'Expo abbia come risposta per costoro solo le ruspe?

Fiorella D'Amore, Stefano Nutini, gruppo di sostegno Forlanini; Gianluca Tarasconi, centro
umanista La Svolta; Massimo Gentili, consigliere di zona 4, gruppo La Sinistra.