.: Discussione: Sgombero forzato, in Forlanini: scolarizzazione interrotta!!

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Antonella Fachin

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Inserito da Antonella Fachin il 14 Feb 2010 - 18:47
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Gentile Signor Bertini,

 

prendo atto che per lei dobbiamo essere tutti omologati: come viviamo (bene o male) in città noi, così devono vivere (bene o male) in città anche gli altri.

Ma allora perché c’è qualcuno che vuole conservare dialetti, tradizioni più o meno padane?!?! Sono anacronistici, come se oggigiorno un ingegnere milanese dovesse parlare in dialetto con un ingegnere cagliaritano: esiste l’italiano e a livello internazionale ormai si parla inglese!

E perché perdiamo tempo dietro alle commedie in veneto del Goldoni? Alle poesie in milanese del Porta, alle poesie in romanesco di Trilussa, alle opere in inglese antico di Shakespeare ecc.? ;-)

 

Al di là delle battute desidero puntualizzare un aspetto di cui forse non è a conoscenza: siamo noi a parlare di nomadi e di “campi nomadi”, non i Rom! Sono nomadi solo per i continui sgomberi!

In realtà una minima parte dei Rom è nomade; quasi tutti sono stanziali da decenni, anzi secoli!

In nessun paese europeo ci sono campi come in Italia, neppure in quelli (v. Spagna, Francia) dove ci sono Rom in numero maggiore rispetto all’Italia. Per i campi nomadi esistenti, l’Italia è stata già condannata dall’Unione Europea per discriminazione nei confronti dell’etnia minoritaria Rom.
I Rom sono stanziali, a differenza dei Sinti (che vivono in roulotte e si spostano).
Quindi solo per i Sinti è giusto e rispettoso delle loro tradizioni che vi siano PICCOLI campi per le loro esigenze di vita nomade.
Per i Rom (italiani, che sono circa il 50% dei Rom in italia, bosniaci, rumeni, bulgari, albanesi ecc.) bisogna invece favorire l'inserimento nelle città, nelle comunità locali, attraverso un processo di integrazione per i singoli nuclei familiari, grazie ai fondi europei.
Vi ricordate le famiglie Rom di Opera, minacciate di morte e con le tende incendiate? Dovettero scappare e, su richiesta del Comune di Milano, furono accolte da Don Colmegna nella struttura esistente all'interno del Parco Lambro e la gran parte di loro lavora, manda i bimbi/ragazzi a scuola e si paga l'affitto: sono persone integrate nella nostra città!
 

A fronte di tutto ciò, il Comune di Milano cosa fa: solo sgomberi!
Gli sgomberi purtroppo interrompono i percorsi di inserimento avviati dal privato sociale, in primo luogo quelli che riguardano i bambini in età scolastica, che frequentano la scuola dell'obbligo, fanno amicizia con altri bambini e vengono a conoscenza di un modo diverso di vivere ....alla faccia della dichiarazione universale dei diritti del bambino!
 

Per superare la presenza degli insediamenti abusivi, bisogna avviare percorsi di inserimento scolastico e lavorativo, processi di INTEGRAZIONE nel tessuto sociale.
Spetta alle istituzioni, anche in collaborazione al privato sociale, dare una risposta positiva, una speranza di integrazione, dare una mano per aiutare queste comunità a vivere in maniera dignitosa e non ai margini della società, come reietti, come cani abbandonati.
Infatti, solo investendo nell'inserimento dei Rom che dimostrano volontà di integrarsi (come negli altri paesi europei: Spagna, Francia ecc.) si crea sicurezza per tutti, durevole nel tempo e non illusoria, come quella perseguita con gli sgomberi, che spostano i “problemi” ma non li risolvono.
A Milano, sono SOLO i volontari –anche quelli che operavano nella comunità Rom di via Rubattino o di vile Forlanini- che si occupano di:
- iscrizioni scolastiche,
- mediazione scuola-famiglia,
- mediazione territorio-campo,
- docce settimanali,
- vaccinazioni,
- doposcuola,
- inserimento dei bimbi in società sportive amatoriali,
- accompagnamenti lavorativi,
- visite mediche ecc.
 

Per superare la presenza degli insediamenti abusivi, l’Italia –come tutti gli altri Stati membri dell’Unione Europea che hanno comunità Rom o Sinti sul proprio territorio- può usufruire di specifici fondi europei, destinati a favorire l’integrazione delle etnie Rom e Sinti e combattere le forme di discriminazione e razzismo di cui sono vittime a causa delle facili generalizzazioni (quelle stesse facili generalizzazioni di cui anche gli italiani sono stati vittime per decenni).
Per questo, lo Stato Italiano -il Ministero degli Interni- ha da ultimo assegnato al Comune di Milano 13,5 milioni di euro (!), ma De Corato li sperpera in sgomberi che non risolvono nulla.
 

Un ultimo commento: a questo comune e a questo governo non interessa nulla dell’“evoluzione sociale”: più si imbarbarisce, più si appiattisce (v. abbassamento dell’età dell’obbligo scolastico; tagli alle scuole pubbliche e alle università) e più si ha “involuzione sociale”, più il governo diffonde la politica della tolleranza zero verso gli ultimi, la politica del cronico “stato di emergenza”, della paura e della militarizzazione della vita civile, …

La politica è “l'Arte di governare le società”, ma questo governo (a livello sia cittadino sia nazionale) mostra l’incapacità o –peggio ancora- l’intenzionale rifiuto
-                  di approfondire i problemi sulla base delle esperienze già acquisite in Italia e all’estero (al fine di non ripetere gli errori già compiuti da altri e attuare le soluzioni più efficaci già messe a punto da altri),
-                  di agire non solo sulla base delle proprie scelte ideologiche, ma di motivare la sostenibilità e l’efficacia delle proprie politiche, soprattutto dopo averle sperimentate (gli sgomberi a Milano hanno fatto solo spendere milioni di euro e siamo punto a capo! Siamo arrivati a 200 sgomberi; certi campi sono stati sgomberati già 9, 11 volte: cavalcavia Bacula, via Noale, Chiaravalle ... a 30.000 euro l’uno, lascio a lei il calcolo dei soldi buttati via… non so nelle tasche di chi!)
 

Se la politica è, come deve essere, “l'Arte di governare le società”, i politici:
-                  devono dare risposte risolutive ai problemi della società, non devono agire in modo da cronicizzare i problemi (per incapacità di trovare soluzioni o “furbescamente” per mantenere vivo il problema e giustificare le proprie campagne elettorali, parlando alla pancia della gente e non alla loro intelligenza),
-                  devono saper capire/analizzare la cause per proporre e perseguire delle soluzioni per l’oggi e per il domani, non devono soltanto agire sui sintomi negativi del disagio (sarebbe come voler svuotare la vasca da bagno senza chiudere il rubinetto!), né devono limitarsi a spostare i problemi dal proprio giardino a quello degli altri.
Il politico deve tener presente che la società non è costituita solo dai propri elettori e quindi le risposte ai problemi devono essere valide non solo per alcuni ma per tutti.
Se un politico formula risposte parziali e faziose, che non corrispondono alle esigenze della società nel suo insieme, ma solo a una parte di essa, finisce per aumentare la gravità dei problemi nella società, le spaccature e le contrapposizioni tra le varie parti della società, le situazioni di conflittualità e di disagio… Il politico fallisce nel suo ruolo primario di governo della società e di perseguimento della “pace” sociale.

Cordiali saluti a tutte/i
Antonella Fachin
Consigliera di Zona 3
Capogruppo Uniti con Dario Fo per Milano
Facebook: Antonella Fachin
In risposta al messaggio di Bruno Alessandro Bertini inserito il 11 Feb 2010 - 14:57
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