.: Discussione: Prostituzione nei condomini a Milano. Sindaco di Parma la vieta.

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Maria Lucia Caspani

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Inserito da Maria Lucia Caspani il 25 Nov 2009 - 20:06
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Al Sindaco Moratti
al ViceSindaco De Corato
Comune di Milano
 
al Prefetto Lombardi
al Questore Indolfi
 
 
La prostituzione nei condomini appare diffusa anche a Milano.
Prendiamo spunto dall'allegata ordinanza del Sindaco di Parma che la vieta anche nei caseggiati per chiederne l'adozione nella nostra Città.
E' uno strumento operativo importante perchè questa grave situazione è fonte di rischi e invivibilità nei condomini dove appunto si svolge.
Viste le esigenze sociali avvertite ogni giorno dai milanesi, urgono interventi anche su questa emergenza tenuto conto che la cultura della sicurezza è una priorità del governo meneghino e nazionale.
Cordialmente.
 
 
 
Maria Lucia Caspani
Vice Presidente Nazionale Dipas
Delegazione di Milano

 Sicurezza: Parma, giro di vite anti prostituzione, vietata anche in casa Giro di vite contro la piaga della prostituzione a Parma.  
Il Sindaco Pietro Vignali ha firmato un’ordinanza che aggiunge al divieto di esercitare la prostituzione negli spazi pubblici, anche quello di esercitarla in casa se ciò disturba i vicini. Le multe andranno da 25 a 500 euro. 
L’ordinanza, voluta dal Sindaco Vignali, è una misura concreta “di contrasto ai comportamenti che turbano la convivenza civile e offendono la pubblica decenza negli spazi degli edifici condominiali”.
E’ uno strumento che conferma la determinazione della giunta a rispondere con iniziative decise alle tante segnalazioni di cittadini danneggiati dalla coabitazione coatta con appartamenti adibiti a case d’appuntamenti.
Il provvedimento è indirizzato proprio al rispetto del diritto di ciascun cittadino ad una serena vita domestica e condominiale.
La Polizia Municipale di Parma potrà accertare che l’attività di meretricio nelle abitazioni private venga svolta con modalità tali da provocare disturbo agli altri residenti o offendere la civile convivenza condominiale o di vicinato e la pubblica decenza.
Ma il sindaco Vignali non si ferma qui. “All’interno degli edifici condominiali e nelle pertinenze degli stessi” – si legge infatti nel testo dell’ordinanza – “sono vietati quei comportamenti, come ad esempio schiamazzi, eccesso di rumore, abbandono di rifiuti e aggressioni verbali, che ledono la convivenza civile, arrecano disturbo agli occupanti del condominio, pregiudicano la normale fruibilità degli spazi privati interni ed esterni e determinano lo scadimento della qualità urbana”.
Il dispositivo di attuazione dell’ordinanza, ferma restando ogni eventuale conseguenza di tali condotte se rilevanti sul profilo penale od amministrativo, prevede che le violazioni al provvedimento comportino  nei confronti dei soggetti responsabili l’applicazione di una sanzione pecuniaria da euro 25 ad euro 500 con facoltà per i responsabili  delle attività fonti e causa dei fatti degenerativi sopraindicati di estinguere l’illecito con il pagamento della sanzione in misura ridotta di euro 300.
“E’ importante ricordare che la lotta alla piaga della prostituzione, di cui in città si vedono significativi risultati – spiega Vignali – è una lotta contro un racket che umilia e rende in schiavitù centinaia di ragazze alle quali offriamo la possibilità di affrancarsi e iniziare una nuova vita come scelgono di fare decine di loro affidandosi ai nostri programmi di recupero”.
Dal 1999 l’Amministrazione ha avviato programmi di protezione sociale per le ragazze e le donne vittime del racket che vogliono liberarsi da quella che è a tutti gli effetti una vera e propria schiavitù e sottrarsi alla violenza e ai condizionamenti delle organizzazioni criminali.
Le azioni vanno dal pronto intervento e dalla pronta accoglienza in strutture protette, all’accoglienza in comunità, alla piena reintegrazione sociale attuata attraverso borse lavoro, frequenza di corsi professionali, ricerca di occasioni lavorative, sostegno per l’abitazione.
Fino ad oggi sono state seguite oltre 340 donne (quasi 60 nel solo 2008), di cui 25 minori, che, al termine del percorso hanno vista restituita loro la dignità personale e si sono inserite nella società.
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