.: Discussione: Ambrogini d'Oro: un evento sempre più lontano dalla città

Opzioni visualizzazione messaggi

Seleziona la visualizzazione dei messaggi che preferisci e premi "Aggiorna visualizzazione" per attivare i cambiamenti.
:Info Utente:

Oliverio Gentile

:Info Messaggio:
Punteggio: 0
Num.Votanti: 0
Quanto condividi questo messaggio?





Inserito da Oliverio Gentile il 7 Dic 2009 - 17:40
accedi per inviare commenti
Dall'Ufficio Stampa del Comune di Milano:

S.AMBROGIO. IL DISCORSO DEL SINDACO LETIZIA MORATTI


Oggi per Milano è un giorno speciale. È la festa di Sant’Ambrogio, il nostro patrono, un simbolo della nostra storia, della nostra tradizione, della nostra identità di milanesi.
Ricordare questo simbolo non significa rispolverare anacronistiche dialettiche ma poteri temporali ed ecclesiastici.
Milano è la città della responsabilità, del senso civico, del fare, ma soprattutto Milano è la città dove questi valori sono investiti da una dinamicità che non ha paragoni altrove.
Sento spesso dire che Milano deve ripartire.
Non sono d’accordo.
Milano è la città del cambiamento. Lo sono i suoi cittadini, gli uomini, le donne, divise tra i tempi del lavoro e della famiglia, i giovani e gli anziani. Lo sento nei loro volti e nelle loro voci che incontro ogni giorno quando vado in giro per la città.
Negli ultimi tempi si sente parlare di Expo; ma non c’è solo l’Expo, a Milano, che pure non a caso è stata vinta dalla nostra città.
Vi sono mille realtà, economiche, culturali e umanitarie che si muovono per costruire il presente e il futuro della città.
A queste dobbiamo saper guardare per capire Milano.
Certo, oggi è più difficile essere milanesi.
Le qualità che da sempre la città ha saputo esprimere si trovano a dover affrontare situazioni e soluzioni diverse.
Questo perché i problemi sono aumentati, sono aumentate le povertà, le emergenze sono più grandi.
E’ aumentato il numero degli immigrati e degli anziani.
E poi c’è anche la crisi che spinge tutta la città a essere più parsimoniosa, più sobria, più riflessiva e più attenta.
Ma credo che la crisi sia anche l’occasione di individuare nuove opportunità.
Milano sta affrontando tutto questo con fatica, a volte anche con qualche incertezza, per capire qual è la scelta giusta per affrontare esigenze spesso contrapposte.
Ed è da questo atteggiamento che nascono nuove sensibilità per le esigenze della comunità, la capacità di accogliere come nessun altra città nuovi abitanti ma anche nuove idee per lo sviluppo economico.
Da qui nasce il senso di fiducia in noi stessi, la nostra capacità di costruire un nuovo futuro della città.
Milano, oggi come ieri, ha nelle sue mani il suo futuro.
Permettetemi di parlare di uno strumento che oggi rappresenta un’occasione storica per Milano, il  nuovo Piano di Governo del Territorio.
E’ l’occasione da tutti invocata di poter disegnare il volto della nostra città, che deve offrire sempre più servizi e più verde.
Siamo una città del lavoro, della generosità, del dinamismo.
Una città da amare e da rispettare.
Io so che siamo tutti uniti dalla volontà di confermarci su questa strada.
La giornata di oggi è dedicata a chi ama questa Milano e vuole interpretare il proprio ruolo, ovunque sia, secondo l’irrinunciabile principio  della responsabilità personale. Questa è un’altra caratteristica della nostra città: rimboccarsi le maniche.
La responsabilità è una energia che nasce dal singolo e si riversa immediatamente nella collettività.
E’ un atteggiamento capace di far coincidere il bene personale con il bene di tutti.
La responsabilità è ciò che traduce il sogno in realtà.
Responsabilità significa oggi lavorare tutti per infondere nel nuovo disegno della città la realtà delle sue eccellenze.
Ciascuno con le sue esperienze, con le sue energie, con la forza della propria passione.
Ma  possiamo e dobbiamo trovare la sintesi del nostro impegno nella costruzione della città dell’uomo, dove la persona è il centro di vitalità e sviluppo.
La nostra città sarà forte, libera, amica, accogliente se potrà continuare a contare su donne e uomini coscienti della centralità dell’uomo e del valore della loro esperienza.
Oggi premiamo con le Benemerenze i migliori rappresentanti di queste virtù milanesi.
Voi siete le persone che la città ha scelto perché vi conosce, vi ha assunto come modelli di comportamento, come simboli delle sue eccellenze, anche come fonte di speranza.
Voi siete il volto più bello di Milano.
Una Milano che è anzitutto solidarietà, forte e sicura.
Una Milano che è innovazione, continua e pionieristica
Una Milano che è ricerca appassionata
Una Milano che è cultura, libera e aperta al confronto .
Una Milano che è design, creativo e costruttivo.
Una Milano che è sport, sano e integro nei suoi valori.
Una Milano che è industria, tecnologica avanzata e internazionale.
Oggi nei vostri sguardi io vedo quelli di tutti i milanesi che costruiscono ogni giorno una città solida, libera, aperta.
Voi siete qui a rappresentare non solo voi stessi, ma anche tutti coloro che costruiscono il meglio di Milano.
Ecco perché oggi vorrei consegnare una Benemerenza a ogni milanese.
 
So che non è possibile realizzare questa idea, ma idealmente con la cerimonia di oggi voglio premiare l’impegno e la passione civile  di tutti coloro che con senso di responsabilità lavorano per il bene comune.
Non c’è bisogno di atti clamorosi, ma di collaborazione quotidiana. La cerimonia di oggi rafforza questa vicinanza, c’è bisogno di una collaborazione continua.
C’è bisogno di momenti come questi, in cui le istituzioni riconoscono l’impegno dei cittadini e ribadiscono la loro missione principale: essere al servizio della città. 
Essere al servizio è un grande onore.
Come ci insegna Don Gnocchi.
La Chiesa lo ha beatificato con una cerimonia a cui ha partecipato tutta Milano, con una commozione che ci ha fatto piangere di gioia, che ci ha unito, che ci ha ricordato le cose importanti.
Don Gnocchi ha ridato il sorriso a tanti bambini sofferenti, vittime della guerra.
La medaglia che oggi Milano dedica alla sua memoria è il simbolo di una città che sa tradurre le idee in realtà.
Anche la medaglia conferita al Pio Albergo Trivulzio è la testimonianza di questa capacità.
Il Pio Albergo Trivulzio non è più la Baggina.
E’ molto di più.
E’ un centro di ricerca, specializzato nella cura dei tumori e dotato di un hospice per l’assistenza ai malati terminali e di un ospedale all’avanguardia, una vera eccellenza milanese.
In conclusione.
Oggi dunque ancora una volta voglio ringraziare Milano, la Milano che amo, la Milano che voi rappresentate al meglio.
Una città che ho incontrato e percorso, che ho rappresentato all’estero e di cui ho scoperto energie sconosciute ai più.
Milano ha ricchezze umane e civili incredibili.
Al di là delle identità politiche, religiose, culturali leggo nei vostri volti questa voglia di lavorare insieme per il bene di tutti, questa disponibilità, questo amore per Milano e ve ne sono grata.
Per tutte queste ragioni oggi io voglio dirvi grazie.
Grazie perché siete solidali, perché avete coraggio, perché siete rispettosi degli altri.
Grazie perché queste qualità le mettete in pratica tutti i giorni: nel lavoro, nella famiglia, nei rapporti con gli altri.
Questa giornata grazie a voi è una giornata di festa per tutta Milano.
Grazie.
In risposta al messaggio di Oliverio Gentile inserito il 4 Dic 2009 - 18:14
[ risposta precedente] [ torna al messaggio] [risposta successiva ]
[Torna alla lista dei messaggi]