.: Discussione: ACQUA BENE COMUNE: il sindaco deve dire NO alla privatizzazione!

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Antonella Fachin

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Inserito da Antonella Fachin il 21 Giu 2010 - 14:46
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ALLIBISCO alle parole del Sindaco!

Sembra che non sappia del RISCHIO che il servizio idrico milanese sta correndo a causa della legge nazionale che OBBLIGA gli enti locali a PRIVATIZZARE il proprio SERVIZIO IDRICO, a prescindere da ogni considerazione, "senza se e senza ma"!

Per mantenere il modello "in house" suggerisco di aggiornare lo STATUTO del COMUNE di MILANO nei termini della proposta di mozione che ho presentato in Consiglio di zona 3 e che riporto qui di eguito: sono proposte concrete che vanno ben al di là dei meri proclami e interviste....perchè verba volant, anche quelle dei Sindaci che oggi ci sono ma domani .....!!!

Cordiali saluti a tutte/i
Antonella Fachin
Consigliera di Zona 3
Capogruppo Uniti con Dario Fo per Milano
Facebook: Antonella Fachin
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MOZIONE

Oggetto: tutela statutaria al servizio idrico pubblico di Milano
 

Il Consiglio di Zona 3
 

Premesso che
 

- l'acqua è fonte di vita dato che senza acqua non c'è vita. L'acqua costituisce pertanto un bene comune dell'umanità, un bene irrinunciabile che appartiene a tutti. Il diritto all'acqua è un diritto inalienabile: dunque l'acqua e i servizi che ne consentono l’accesso non possono essere di proprietà di alcuno, bensì devono essere un bene condiviso;

 

- questa concezione dell’acqua come “bene comune” per eccellenza si è affermata negli ultimi 40 anni a livello mondiale. A partire dalla promulgazione della Carta Europea dell’Acqua (Strasburgo, maggio 1968) fino ad arrivare al pronunciamento dell’Ufficio dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani (settembre 2007): il diritto all’acqua risulta un’estensione del diritto alla vita affermato dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Esso riflette l’imprescindibilità di questa risorsa relativamente alla vita umana;

 

- la risoluzione del Parlamento europeo del 15 marzo 2006 ha dichiarato “l’acqua come un bene comune dell’umanità” e chiede che siano esplicati tutti gli sforzi necessari a garantire l’accesso all’acqua alle popolazioni più povere entro il 2015 e insiste affinché “la gestione delle risorse idriche si basi su un’impostazione partecipativa e integrata che coinvolga gli utenti ed i responsabili decisionali nella definizione delle politiche in materia di acqua a livello locale e in modo democratico”.

 

- la risoluzione del Parlamento europeo del 11 marzo 2004 sulla strategia per il mercato interno – priorità 2003-2006 – affermava, al paragrafo 5, “essendo l’acqua un bene comune dell’umanità, la gestione delle risorse idriche non deve essere assoggettata alle norme del mercato interno”.

 

- gli stessi organi della UE hanno più volte sottolineato che alcune categorie di servizi non sono sottoposte al principio comunitario della concorrenza; si veda ad esempio la Comunicazione della Commissione al Parlamento Europeo COM (2004) 374: “…le autorità pubbliche competenti (Stato, Regioni, Comuni) sono libere di decidere se fornire in prima persona un servizio di interesse generale o se affidare tale compito a un altro ente (pubblico o privato)”; è peraltro noto che non esiste alcuna norma europea che sancisce l’obbligo per le imprese pubbliche di trasformarsi in società private (come ribadito da: Corte di giustizia CE, 2005; Commissione CE 2003 e 2006; Parlamento CE, 2006).

 

- alcuni Comuni, Province e Regioni d’Italia stanno procedendo alla modifica dei propri statuti, onde garantire agli abitanti del proprio territorio che l'acqua, quale bene comune essenziale per la vita, non sia gestita con logiche di mercato;

 

- a un mese e mezzo dall’avvio della campagna referendaria circa 800.000 cittadini hanno già firmato per la presentazione dei 3 referendum promossi dal Forum dei Movimenti per l'Acqua e oltre 21.000 firmatari sono cittadini milanesi;

 

Considerato che
 

- molti soggetti politici dichiarano di essere a favore del federalismo quale strumento di valorizzazione delle autonomie locali per consentire ai cittadini di meglio gestire il patrimonio dei propri territori;

 

- il servizio idrico pubblico del Comune di Milano –MM - Servizio Idrico Integrato- (oltre a quello della Provincia di Milano) è tra i più efficienti d’Italia e raggiunge performance in linea con la media europea, in quanto nei decenni:

-         ha saputo assicurare alla città una dotazione idrica buona e sufficiente,

-         ha funzionato da calmiere sul prezzo dell'acqua, senza perseguire alcun intento speculativo, ragguagliando le sue tariffe di vendita al prezzo di costo, tenendo giusto conto degli interessi sul capitale investito e accantonando i necessari ammortamenti;

-         pur operando con professionalità manageriali, ha messo in seconda linea i criteri puramente di profitto quando contrastavano con quelli di utilità pubblica
 

- sussistono pressioni, ai vari livelli decisionali (internazionale, nazionale e locale), finalizzate ad affermare la privatizzazione del servizio idrico e l'affidamento al cosiddetto libero mercato della gestione della risorsa idrica, pressioni trasversali alle diverse culture politiche e amministrative;

 

- le numerose esperienze locali e internazionali dimostrano tuttavia che la privatizzazione dei servizi idrici incoraggia inevitabilmente il consumo delle risorse naturali, al fine di aumentare il fatturato delle imprese operanti nel settore, e legittima il perseguimento del profitto anche mediante la riduzione degli interventi di manutenzione, intesi esclusivamente come costi che riducono gli utili, con conseguente degrado delle infrastrutture idriche, generalmente di proprietà del pubblico e concesse in gestione al privato;

 

- è responsabilità sia individuale che collettiva prendersi cura del bene “acqua”, utilizzandolo con saggezza, preservandolo, affinché esso sia accessibile e disponibile a tutti, nel presente come per le future generazioni.

 

Tutto ciò premesso, il Consiglio di zona 3

 

CHIEDE
al Sindaco e alla Giunta,
al Presidente del Consiglio comunale e
al Consiglio Comunale
 

-         che lo Statuto del Comune di Milano sia emendato affinché in esso sia espressamente affermato quanto segue:

o       il servizio idrico è dichiarato privo di rilevanza economica;
 

o       la gestione del servizio idrico integrato (reti e servizio) è effettuata senza scopo di lucro ed esclusivamente mediante soggetti interamente pubblici;
o       gli utili della gestione sono reinvestiti interamente nel servizio stesso;

o       tra le finalità del Comune vi è anche quella di consentire “l'accesso a tutti i beni essenziali e in particolare all'acqua";

o       il Comune assicura ai propri abitanti, attraverso strumenti compatibili con la normativa vigente, il diritto alla disponibilità di un quantitativo minimo vitale giornaliero per persona.
 

 

Milano, 10 giugno 2010
In risposta al messaggio di Oliverio Gentile inserito il 21 Giu 2010 - 13:39
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