.: Discussione: Il degrado in città: Rifiuti, il Comune accusa l’Amsa «Più attenti al bilancio che alla pulizia»

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Oliverio Gentile

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Inserito da Oliverio Gentile il 13 Nov 2009 - 11:31
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Da milano.corriere.it:

Il degrado in città

Rifiuti, il Comune accusa l’Amsa
«Più attenti al bilancio che alla pulizia»

Marciapiedi sporchi, mezzi fermi. De Corato: ma ricevono centinaia di milioni in tasse

MILANO - Milano è sporca: per Silvio Berlusconi è diventato quasi un chiodo fisso. Dopo aver lan­ciato l’accusa agli Stati generali di Expo, il premier è tornato sull’argomento in alcuni recen­ti incontri di lavoro a Palazzo Grazioli. Ai politici milanesi il capo del governo ha sollecitato maggiore attenzione alla cura della città, ribadendo ancora una volta che «non possiamo pretendere che milioni di visi­tatori stranieri si scomodino per venire nella nostra città e trovarla così sporca». Ma il Cavaliere non è il solo nel governo ad avere a cuore la pulizia di Milano. Il ministro Ignazio La Russa, nella sua ve­ste di deputato milanese, ha ri­chiamato Amsa al rispetto del­la sua mission: «Pulire la cit­tà». E facendo riferimento al gruppo A2A, nella quale Amsa è stata incorporata: «Sono con­tento che siano così bravi al­l’estero e che acquistino azien­de — ha sottolineato il mini­stro della Difesa — ma vorrei che ci fosse attenzione per quel­la che è la priorità: dare rispo­ste ai cittadini». E a quanto pare sono pro­prio i milanesi a non essere soddisfatti. Le strade attorno al Duomo brillano come specchi, così come alcuni punti strategi­ci (piazza della Scala, stazione Centrale), ma l’efficienza am­brosiana in fatto di ramazza si ferma qui.

Se appena si esce dal­le vie del quadrilatero le strade sembrano discariche a cielo aperto e i parchi non sono mai stati così sporchi, come ha de­nunciato in consiglio comunale anche Marco Osnato del Pdl. Per alcuni, politici e tecnici, l’inizio del decadimento del ser­vizio va fatto risalire a un pas­saggio preciso: l’incorporazio­ne di Amsa nel gruppo A2A, na­to il primo gennaio 2008 dalla fusione di Aem Spa Milano e Asm Spa Brescia. Fino a quel momento, ricordano in azien­da, l’input del Comune all’Amsa (prima con Albertini e poi al­l’inizio del mandato di Letizia Moratti) era stato di chiudere il bilancio con utili modesti ma di riversare tutte le efficienze realizzate sul servizio. Ora la si­tuazione è diversa: il Comune ha un peso ridotto nell’assetto societario, circa il 27 %, e non è difficile immaginare che le indi­cazioni degli azionisti siano cambiate. Amsa lo scorso anno ha fatto 16 milioni di euro di utili e la previsione per l’anno in corso è di 21. Fin qui tutto bene, se non fosse che — come non si stanca di ripetere Berlu­sconi — «la città è sporca».

Fonti aziendali parlano di ma­nutenzioni trascurate con l’ef­fetto di parecchi mezzi fermi o poco efficienti. Sarebbe stato ta­gliato il servizio di pulizia dei marciapiedi e si registrerebbe un calo nelle frequenze di svuo­tamento dei cestini. Da qui le preoccupazioni nel Pdl, condivise nella sostanza dal sindaco Letizia Moratti che ha già sul tavolo la bozza di un piano d’azione di Amsa che ver­rà lanciato nelle prossime setti­mane e che passa da una secon­da campagna anti-graffiti all’ar­rivo di 19mila nuovi cestini di grandi di dimensioni che man­deranno in pensione gran par­te di quelli appesi ai pali, più una serie di consistenti investi­menti. «Amsa è sempre stata un grande patrimonio di pro­fessionalità — sottolinea il vi­cepresidente della Camera e mi­lanese di Baggio, Maurizio Lu­pi — la nostra preoccupazione è che nei processi di fusioni in­dustriali non si perda la missio­ne della nostra azienda di servi­zio, che è quella di dare più effi­cienza e non di fare utile».

Timori che rimbalzano in giunta. «L’Amsa riceve centina­ia di milioni provenienti dalla Tarsu — ricorda il vicesindaco Riccardo De Corato — quindi l’obiettivo in primo luogo deve essere la pulizia della città». «Gli utili devono essere all’ulti­mo posto — rincara l’assessore Maurizio Cadeo, che gestisce i rapporti con l’azienda di via Ol­gettina — prima devono essere garantite qualità, efficienza e flessibilità». Anche perché il Comune, per far pulire Milano, ha pagato quest’anno la bellez­za di 240 milioni di euro. Per il 2010 la crisi porterà una contra­zione, ma si parlerà comunque di 220 milioni.

Rossella Verga
13 novembre 2009