.: Discussione: Circa i Rom al Rubattino

Opzioni visualizzazione messaggi

Seleziona la visualizzazione dei messaggi che preferisci e premi "Aggiorna visualizzazione" per attivare i cambiamenti.
:Info Utente:

Antonella Fachin

:Info Messaggio:
Punteggio: 0
Num.Votanti: 0
Quanto condividi questo messaggio?





Inserito da Antonella Fachin il 8 Gen 2010 - 13:05
Leggi la risposta a questo messaggio accedi per inviare commenti
Gentile Sig. Sardini,

non c'è più sordo di chi non vuole ascoltare: Lei reitera Sue convinzioni di rifiuto totale e di accuse generalizzate, a prescindere dalla realtà dei singoli. Reitera considerazioni cui ho già risposto nei post precedenti, ma alle quali non credo abbia prestato la necessaria attenzione con mente disposta all'ascolto.

Per fortuna una grande conquista di civiltà è stato il riconoscimento che la responsabilità penale è PERSONALE e non etnica!!!

Dal suo punto di vista immagino che:
- tutti i meridionali sono mafiosi e scansafatiche
- tutti i lavoratori pubblici sono fannulloni
- tutti gli islamici sono integralisti e terroristi
- tutti i giovani di oggi hanno pretese e poca voglia di lavorare ecc.

Lei dice: si comprano una casa normale: purtroppo anche quando hanno le possibilità economiche quasi mai trovano persone disposte a vendergliela, come Le ho già scritto, oppure le banche non sono disposte ad aprire il mutuo, anche se hanno un contratto di lavoro regolare a tempo indeterminato.
Ha mai sentito parlare di pregiudizi?!?!

In via generale le persone, i popoli e quindi le società cambiano nel tempo, si evolvono, assorbono le influenze delle civiltà con cui vengono in contatto e così via: chi si fossilizza nella staticità della propria esperienza, del proprio punto di vista è destinato ad essere superato dagli eventi, ad essere antistorico.

Noi eravamo contadini per il 90% della popolazione sino agli anni '60; vivevamo nelle campagne e non conoscevamo al di là del nostro naso, tranne coloro che per necessità erano dovuti emigrare in tutto il mondo sin dai primi anni del '900 e a ondate successive sino agli anni '50-'60 e che hanno conosciuto abitudini e culture diverse dalle nostre, benché invisi dai locali.

In molti stati del Sud America non si dice fare il portoghese ma fare l’italiano, che italiano è sinonimo di sporcizia personale.

Negli Stati Uniti, i primi italiani riportavano l’America indietro di cento anni con le loro donne vestite di nero, velate, sempre chiuse in casa a cucinare, rassettare e accudire nugoli di figli, con le loro ragazze che non potevano frequentare la scuola perchè disdicevole e che non dovevano assolutamente frequentare ragazzi protestanti; in relazione ai crimini commessi sembrava che gli italiani fossero andati in America principalmente per commettere omicidi, violentare donne e bambine, mettere bombe in negozi e ricattare chiunque incontrassero per strada.
Gli italiani avevano, a quel tempo, tanti soprannomi, ma il più pesante era “WOP” che stava ad indicare “with out permit” cioè senza permesso di lavoro.
Negli anni '50 negli USA molti di origine svedese-germanica e con sporadici contatti con la gente italica, pensavano che gli italiani trasudassero l’olio di oliva che si usava per cucinare, visto che erano sempre così unti e sporchi!!!
Sappiamo poi come è andata la storia, anche se non per tutti gli italiani emigrati in America.

Chi sa evolversi culturalmente,  chi accetta la diversità in ogni senso e confrontarsi con essa sa arricchirsi dalle esperienze e dai punti di vista degli altri, sa aprire la mente -oltre che il cuore- e sa comprendere e entrare in relazione con ciò che lo circonda.

Cordiali saluti a tutte/i
Antonella Fachin
Consigliere di Zona 3
Capogruppo Uniti con Dario Fo per Milano
In risposta al messaggio di Enrico Sardini inserito il 8 Gen 2010 - 08:11
[ risposta precedente] [ torna al messaggio] [risposta successiva ]
[Torna alla lista dei messaggi]