.: Discussione: Circa i Rom al Rubattino

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Alberto Farina

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Inserito da Alberto Farina il 22 Nov 2009 - 16:07
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Dopo il primo sgombero di giovedì mattina un gruppo consistente di Rom, circa un'ottantina, sono tornati esattamente da dove erano stati allontanati. Pochissimi erano stati ricoverati nelle sedi proposte dal Comune, altri presso parrocchie e famiglie, di altri ancora si sono perse le tracce.
Il Comune di Milano, si è detto perché nel pomeriggio il ViceSindaco De Corato al pomeriggio doveva festeggiare al Rubattino l'allontanamento dei Rom, ha intimato nuovamente il sabato mattina di lasciare il luogo dove avevano trascorso all'addiaccio la notte, col solo aiuto di alcuni volontari delle associazioni da cui hanno avuto assistenza durante la loro permanenza al Rubattino che hanno portato coperte, abiti pesanti e generi di prima necessità.
Quando il gruppo si è trovato costretto ad allontanarsi nuovamente dal Rubattino, erano presenti i volontari, alcune maestre, cittadini, e, oltre al sottoscritto, altri Consiglieri di Zona (Casati, Rossin, Monzio) e i Consiglieri Comunali Quartieri (PRC) e Gentili (PD). Piuttosto che disperdersi  per la città senza una metà precisa, i rom hanno deciso di compiere un gesto eclatante occupando una chiesa, in modo tale che l'amministrazione cittadina e l'opinione pubblica si rendessero conto della loro situazione e dell'esito del primo sgombero.
E' così iniziato intorno alle 10 questo trasferimento verso il Quartiere Feltre: ordinatamente e in silenzio, ciascuno trasportandosi chi le poche cose rimaste, chi  con in braccio i bambini (ve ne erano diversi sotto l'anno), verso le 11 il gruppo è arrivato alla Chiesa di Sant'Ignazio nella quale i Rom sono entrati. Dopo un momento iniziale di ragionevole smarrimento, la comprensione del Parroco e l'atteggiamento accogliente di alcuni parrocchiani ha fatto sì che, permanendo i rom nella chiesa o nella piazza antistante, si potessero iniziare trattative per trovare una collocazione dignitosa al gruppo.
Quella più logica sarebbe stata l'apertura della sede della Protezione Civile di Via Barzaghi. Lì il gruppo sarebbe stato unito e avrebbe avuto l'assistenza adeguata. Ma l'Assessore Moioli è stato irrevocabile nell'esprimere il proprio rifiuto. Su proposta dei Consiglieri di Zona presenti (tanto di maggioranza quanto di opposizione) è stato indicato lo spazio polifunzionale di Via Pini (di proprietà comunale e in carico alla Zona 3) dove si sarebbe potuto allestire un campo provvisorio. Ma anche su questa idea l'Assessore ha espresso un netto rifiuto. Alla fine, era ormai arrivata sera, donne e bambini sono stati sistemati in varie strutture del privato sociale e comunali, mente gli uomini hanno potuto fruire del salone della Parrocchia offerto loro dal Parroco, visto che il Comune per loro non aveva previsto nulla.

Questo, in sintesi, il racconto di quanto accaduto.

Le mie riflessioni:

1) se i Rom sono tornati dove erano stati allontanati (e non sotto il ponte della tangenziale come riferito dalla stampa) vuol dire che lo sgombero era fallito; chi è sgomberato, se può, torna o, ovviamente, cerca un'altra sistemazione di fortuna;

2) in questa vicenda un ruolo fondamentale è stato giocato dalle maestre e dai genitori del plesso Pini - Cima - Feltre che hanno cercato in tutti i modi di salvaguardare il percorso scolastico iniziato dai bambini rom; a loro e ai volontari alcune forze politiche nei loro livelli zonali e cittadini hanno espresso la propria solidarietà e vicinanza in quanto attraverso il loro operato hanno cercato di salvaguardare un valore fondamentale, cioè quello dell'integrazione dei bambini che permette anche un avvicinamento delle loro famiglie;

3) la reazione del quartiere e della parrocchia di Feltre è stata in gran parte positiva: i più, resisi conto della situazione miserevole di queste persone, le hanno accostate con delicatezza e in spirito di solidarietà. Importantissima da questo punto di vista è stata l'ospitalità offerta agli uomini per la notte;

4) la risposta del Comune di Milano è stata del tutto insufficiente: sgomberare senza offrire valide proposte alternative è disumano quando vi sono bambini anche piccolissimi, donne incinte, anziani, specialmente in autunno oramai inoltrato e con l'inverno alle porte. Stupisce in particolare l'atteggiamento dell'assessore ai Servizi Sociali e del Sindaco che non hanno voluto offrire spazi in cui si potesse salvaguardare l'unità del gruppo o, almeno, dei singoli gruppi familiari (come per altro chiesto dal Consiglio di Zona 3); ciò avrebbe reso ancora più evidente il fallimento di questo sgombero specifico e di questo strumento e, quindi, si è preferito giocare sulla pelle di esseri umani in una situazione di grandissima debolezza;

5) chi conosce minimamente la realtà dei Rom sa che essa è molto diversificata al suo interno; questo gruppo sfata completamente lo stereotipo dello zingaro presente nel cittadino medio: si tratta infatti di persone poverissime e in una situazione di marginaltà e di bisogno estremi. Proprio da qui è nata la volontà di alcuni di loro di integrare i figli attraverso i percorsi scolastici.

Che cosa succederà ora? Probabilmente il gruppo si sfalderà e ogni famiglia sarà lasciata al proprio destino. Se si riuscisse a mantenere qualcuni dei bambini a scuola, sarebbe già un grande successo. Ma con un minimo di lungimiranza da parte del Comune si sarebbe potuto fare molto di più.

Alberto Farina - Consigliere di Zona 3 - PD

In risposta al messaggio di Oliverio Gentile inserito il 21 Nov 2009 - 21:48
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