.: Discussione: L'Accademia Brera deve essere difesa

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Alessandro Rizzo

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Inserito da Alessandro Rizzo il 6 Nov 2009 - 02:59
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Gentile Alfredo,

comprendo bene, ma già avevo intuito, che esista un suo reale interessamento circa la situazione e il futuro dell'Accademia, ma posso esprimere che non sono concorde con le soluzioni preposte dall'amministrazione centrale. Non riesco ancora a capire la sua equazione studenti di Brera quasi sicuramente fumatori di spinelli nei cortili: non penso sia così, anche perchè se qualcuno imbratta o sporca le nostre strade e i nostri cortili non sono certo esclusivamente gli studenti di Brera, ma anche gli avventori dei locali del quartiere di Brera i quali, quasi come protagonisti del mitico film "Tempi moderni" di Charlie Chaplin, in un'euforia collettiva e omologante si tuffano nei locali per consumare con bramosia drink e cocktail, non curanti del contesto socio culturale in cui si trovano. Questo, a parere del sottoscritto, crea un certo sconcerto per chi vorrebbe arricchire questa città di contenuti civici e culturali. Contenuti sarebbero questi espressi solo da chi fa dell'arte e della sua espressione la propria finalità professionale di vita: e a queste persone tanto del mio rispetto in una città del lucro ingente e della ricerca forsennata del divertimento fine a sè stesso.

Lei afferma "l'Accademia versa in condizioni penose da decenni": è vero, lo affermo anche io nei miei interventi. L'Accademia si trova in uno stato di abbandono, di degrado, di non utilizzabilità dei suoi spazi potenzialmente interessanti e importanti per offrire un panorama formativo ed educativo artistico di prestigio. Essa nasceva per tenere un numero cospicuo di studentesse e di studenti: perchè ora, una volta ristrutturata e risistemata, non potrebbe fare altrettanto? Che cosa si attende da parte dell'amministrazione comunale?

Vede lo spostamento non è una tragedia: molti enti e istituti si spostano. Ma è, a parere del sottoscritto e di Dario Fo, come ha espresso in assemblea studentesca, un danno in quanto si propone il passaggio in un contesto che non ha l'adeguatezza a recepire la domanda formativa in senso strutturale e di grandezza degli spazi. La proposta è insufficiente e prevede un luogo non consono e, ripeto, altamente punitivo per le attività che dovrebbero essere promosse. L'area sarebbe inadeguata e insufficiente come metratura. Occorre ben altro: occorre insistere affinchè l'Accademia rimanga in quel contesto, rilanci la sua funzione storica nella zona in cui si trova, si ricorda che un tempo si parlava di Brera come il quartiere Bohemienne milanese, il quartiere degli artisti si diceva: una zona che è accessibile, vicina al centro cuore pulsante della città, contesto in cui potrebbe esplicare tutte le sue potenzialità culturali e aggregative da sempre espresse.

Non vedo, poi, mi scusi, l'impossibilità affinchè Pinacoteca e Accademia non possano convivere. Il signore che l'ha preceduto parlava di forme artistiche interessanti e forme artistiche meno interessanti, magari quelle sperimentali, post moderne, creative nell'attualità culturale europea. Io penso, invece, che da questo incontro, tradizione artistica e nuove correnti create da chi oggi studia arte, possano nascere opportunità e occasioni di crescita per la comunità dei visitatori, siano essi milanesi o europei, o cittadini del mondo. 

Lei asserisce con una certa dose di ragione che se la Pinacoteca riprendesse la sua funzione, ossia essere pieno centro artistico dove poter visitare grandi opere di Maestri della nostra cultura artistico - pittorica ci sarebbe un rilancio della stessa struttura e della sua funzione nella zona di Brera, beneficiando in turismo, nel recupero e nella riqualificazione delle attività commerciali. E aggiunge a questo che "tutto questo non necessita dell'Accademia ed anzi ne è stata probabilmente vittima" E' vero ne è stata vittima: ma per questo dobbiamo abbandonare il campo? Come si sposerebbe un ridimensionamento dell'Isituto riconosciuto da tutte e da tutti "patrimonio comune e collettivo" con la sua funzione che potrebbe esprimere nel contesto in cui si trova, riportando la voce delle espressività in un quartiere diventato vetrina del consumerismo senza logica? Io credo che mantenere la struttura formativa ed educativa sia non solo progetto di contaminazione e di confronto, circolazione dei saperi e delle esprienze artistiche, ma credo anche che questa finalità possa garantire quella esplosività culturale e artistica coinvolgente la totalità dei visitatori e dei turisti, cittadini, residenti e quanto altro, per un rilancio della zona nella sua funzione storica collettiva. Ne sono certo: è nella filosofia didattica dell'Accademia l'incrocio delle espressivitàò artistiche libere. Perchè cancellarle e spostarle relegandole in una situazione decontestualizzata, altamente aliena e possibilmente impiegabile in altre finalità che potrebbero maggiormente giovare la cittadinanza.

Ripeto penso che questa struttura debba rimanere in quell'ambito, anche perchè è la sua culla originaria, la sua dimensione tradizionale. Occorre intervenire e subito per renderla funzionante e pienamente utilizzabile, ma non sfrattarla. Non dico questo perchè affetto da preconcetti ideologici, ma lo dico con un minimo di analisi e di valutazione delle due opzioni, delle due scelte. E poi perchè decretare sempre spostamenti dall'alto, dal vertice, senza sentire i diretti interessati, gli studenti in primis, la cittadinanza, i docenti, i ricercatori. E credo che la loro parola si sia più che palesata in questi ultimi giorni, con forza e determinazione e abbastanza uniformemente. Governare dall'alto e dal centro non giova e porta a scelte fallimentari, che risultano, poi, nel lungo periodo deleterie sia dal punto di vista economico, sia dal punto di vista socio-culturale.

Pensiamoci, davvero. 

 Un cordiale saluto

Alessandro Rizzo

Capogruppo La Sinistra - Lista Uniti con Dario Fo

Consiglio di Zona 4 Milano

In risposta al messaggio di Alfredo De Giorgi inserito il 6 Nov 2009 - 00:27
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