.: Discussione: Le sedute di Consiglio Comunale terminano prima del tempo: perchè?

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Antonella Fachin

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Inserito da Antonella Fachin il 19 Ott 2009 - 12:24
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Per opportuna informazione e riflessione pubblico l'articolo tratto dal notiziario settimanale ChiamaMilano di venerdì 16 ottobre u.s.

Cordiali saluti a tutti/e
Antonella Fachin
Consigliere Zona 3
Capogruppo Uniti con Dario Fo per Milano
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PER (COLPA DI) CHI SUONA LA CAMPANA
Quando le sedute di Consiglio Comunale terminano prima del tempo

22 gennaio. 2 febbraio. 9, 16, 23 e 30 marzo. E poi ancora 27 aprile, 7 e 25 maggio, 9, 29 e 30 giugno, 30, 6, 13 e 27 luglio. A luglio a Milano fa caldo. Troppo caldo per resistere. A volte fa caldo anche a giugno, ma a gennaio, febbraio e marzo?
Siamo a Palazzo Marino. Quest’anno il numero legale tra il 15 gennaio e il 30 luglio è caduto 16 volte. Dal 17 settembre -data di ritorno dei consiglieri sui banchi dopo la lunga pausa estiva- ad oggi, è successo in altre tre occasioni. 19 volte in tutto. Cinque in più che nello stesso periodo del 2008.
La sospensione del Consiglio Comunale è un fatto fisiologico.
Un po’ come succede in Parlamento, quando anche su votazioni cruciali  si smaterializzano improvvisamente deputati e senatori.
A Milano qualche volta la campanella anticipata è il risultato di un atto di protesta.
E’ successo nel corso dell’ultima seduta, con l’opposizione che ha fatto cadere il numero legale dopo il niet della maggioranza sulla possibilità di anticipare la discussione sulle scuole civiche. 
Non è la prima volta che accade: l’opposizione tenta di dimostrare che la maggioranza da sola non ha i numeri, che senza le “pedine” del centrosinistra posizionate sulla scacchiera il gioco non va avanti. 
Altre volte capita che qualche consigliere abbandoni la “partita” prima del fischio finale e lasci il campo comunale per raggiungerne un altro. O sia semplicemente annoiato dai lavori in aula, o di stare a chattare su facebook. 
Succede anche che il numero legale sia talmente risicato che a farlo cadere sia  sufficiente che un paio di consiglieri si assentino in cortile per una sigaretta o una spremuta d’arancia.
Ma il più delle volte i consiglieri accordano l’armistizio anticipato prima dell’inizio della seduta: “dopo questa votazione andiamo a casa”, capita di sentir dire da qualche consigliere. Oltre le sette e mezzo di sera, non si va mai, salvo poi arrivare alle maratone forzate per l’approvazione del bilancio alla vigilia di capodanno o all’avvicinarsi di qualche scadenza importante.
Venerdì 16 ottobre entrerà in vigore il piano Casa emanato dal Pirellone e il Consiglio Comunale si trova ad aver appena due giorni di tempo per approvare la delibera di giunta che individua le aree meritevoli di deroga dall’aumento delle volumetrie. Non esattamente una discussione di poco conto se si considera la colata di cemento che potrebbe riversarsi su alcuni quartieri della città.
Vero è che il ruolo del Consiglio Comunale è sempre più marginale rispetto alle decisioni della Giunta.
Vero anche che, tornando al paragone con Roma, somiglia sempre più a un parlamento reso impotente a suon di decreti governativi. Ed è probabilmente anche per questo motivo che maggioranza e opposizione non sprecano troppe energie in partite il cui risultato è quasi sempre già stato segnato.

Giulia Cusumano