.: Discussione: Un percorso che abbia un inizio e una fine

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Bruno Alessandro Bertini

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Inserito da Bruno Alessandro Bertini il 7 Ott 2009 - 23:44
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Scusate i contorni imprecisi di questa discussione, ma è per me un faticoso tentativo di vedere la realtà in cui viviamo quotidianamente attraverso un diverso modo di pensare.
Nel nostro tempo, purtroppo, ho spesso la sensazione che l'accavallarsi di notizie, informazioni e iniziative sia un trucco studiato a tavolino per ridurre ai minimi termini le reali capacità di partecipazione del cittadino alla progettazione del proprio futuro o alla risoluzione di problemi anche importanti.
Quando guardo i miei genitori assistere a giochi televisivi preserali basati sulla conoscenza di gossip, sondaggi, stranezze di vario genere (mischiate anche nozioni scientifiche importanti), o ancora documentari su qualsiasi specie animale, fatti storici o paesi lontani... ecco, io ho l'impressione che la "cultura" sia usata come una droga. Se restassimo senza nuove nozioni per un periodo prolungato andremmo in astinenza e ci verrebbe voglia di studiare, interessarci dei problemi quotidiani, imparare cose realmente utili... ma così invece ci sentiamo appagati dall'aver imparato quanti giorni vive mediamente un millepiedi o come facevano cento anni fa a costruire le bombette inglesi. Ok, forse questo riguarda solo una fascia di cittadini, quella che si lascia interessare da questi programmi tv "culturali", ma se ci aggiungiamo tutti quelli che non sentono neppure il bisogno di imparare qualcosa di nuovo ogni tanto e si accontentano dei risultati calcistici settimanali otteniamo una buona fetta di popolazione.
Anche i quotidiani e i TG sembrano seguire questa filosofia, i quotidiani più importanti qualche volta approfondiscono qualche tema o seguono alcune tematiche in modo importante ma sono esempi sempre più rari. I giornali gratuiti ogni mattina compaiono un po' dappertutto col solo scopo di fornirci una vagonata di nuove notizie o aggiornamenti che ci restano in mente giusto il tempo del viaggio in metropolitana, i TG ci propongono stranezze ed eventi lontani, ci fanno sembrare importantissimo qualcosa che non cambierà minimamente la nostra vita, e sorvolo sulla politica dei partiti che oggi è fatta solo di teatrini e parole per creare scandali e sensazionalismi.
Ma forse anche chi guarda i TG e legge i giornali è ormai catturato in un giro d'informazione che offusca i pensieri. Rimangono gli internauti, quelli che le notizie se le vanno a cercare, le selezionano, e poi se le scambiano su forum specializzati. Ci sono forum su qualunque argomento, anche questo su cui ora sto scrivendo è giust'appunto un forum, ma è davvero tanto diverso dai quiz tv, dai TG, dai giornali che ho citato prima?
C'è una volontà di partecipazione concreta e finalizzata al raggiungimento di un risultato o piuttosto è solo un dispensatore di novità territoriali, curiosità, opinioni, che ha il solo scopo di farci sentire informati e attivi sui problemi cittadini?
Non è forse anche questo un dispensatore di novità quotidiane da assumere come una droga che dia dipendenza?
Forse è proprio tutta la società che oggi è strutturata così: se considero tutti i progetti aperti dal comune e dalla provincia, gli innumerevoli campi di intervento, i proclami dei faremo, stiamo per fare, avremmo voluto fare, ecc...
Non sarebbe più sensato individuare un problema e uno soltanto, magari tra i più gravi e sentiti, e dedicarsi a quello?
Studiarlo per bene, metterci il massimo delle risorse, seguire un percorso continuo fatto anche di sperimentazioni e di errori, ma giungere alla fine a una reale e duratura soluzione, che non sia sconfessata da un cambio di colore di chi governa perchè non è una soluzione di comodo ma è la soluzione migliore?
Mi incuriosirebbe sapere quanti degli argomenti trattati in questo forum hanno raggiunto una soluzione soddisfacente. Forse sono anche molte, ma non sono quelle a cui ho partecipato purtroppo.
Temo che questa società non permetta più di fermarsi ad approfondire una questione, raccogliere con pazienza tante piccole risorse per trasformarle in una forza importante. Non c'è più il tempo materiale per applicare la democrazia.