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Oliverio Gentile

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Inserito da Oliverio Gentile il 7 Ott 2009 - 09:36
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Da milano.repubblica.it:

I cantieri dell'Expo nelle mani di Formigoni

Un progetto di legge assegna al Governatore e alla sua giunta la valutazione definitiva di impatto ambientale per le opere essenziali per la manifestazione

di Andrea Montanari

Saranno solo Roberto Formigoni e la sua giunta a dire l’ultima parola sulla valutazione di impatto ambientale delle opere essenziali dell’Expo 2015. «Compresa la verifica di assoggettabilità a Via, non di competenza dello Stato». Ovvero: la necessità o meno di sottoporre queste opere ad una valutazione. Lo stabilisce l’articolo 15, l’ultimo, del progetto di legge oggi all’o rdine del giorno della giunta del Pirellone, presentato dal governatore di concerto con l’assessore regionale al Territorio e all’Urbanistica Davide Boni della Lega.

Il titolo già è eloquente: «Norme in materia di valutazione di impatto ambientale». Una vera e propria rivoluzione, che abroga tutte le regole precedenti, semplifica al massimo le procedure per le autorizzazioni ai progetti, delega a province e comuni le procedure sulle opere più piccole e le concentra sul Pirellone per quanto riguarda i progetti più importanti. «Tutta la parte procedurale, infatti — come spiega la relazione al documento — viene affrontata e risolta rimandando a un Regolamento attuativo di competenza della giunta regionale». E non del Consiglio. Al quale, entro un anno dall’entrata in vigore, «sarà semplicemente presentata una relazione».

La proposta di legge «non copia» la legge statale, «ma entra nel merito delle discrezionalità». In base al principio che «chi autorizza il progetto svolge anche le relative procedure di valutazione di impatto ambientale». La norma è divisa in tre parti più tre allegati. Che stabiliscono quali progetti dovranno essere sottoposti alla procedura di Via, quali anche alla verifica di assoggettabilità. Una conferenza dei servizi semplificherà le pratiche «nel caso di più procedimenti amministrativi connessi».

La richiesta di consultazione, secondo l’articolo 5, «è facoltativa, salvo che per i progetti di infrastrutture per la mobilità». Mentre il comma quattro chiarisce che «la procedura si considera formalmente avviata, anche per decorrenza dei termini, con la pubblicazione, da parte del proponente, dell’avviso a mezzo stampa dell’avvenuta presentazione dell’istanza e dei relativi allegati». Sarà poi sempre la giunta regionale, come chiarisce l’a rticolo 8, «ad adottare i criteri generali per il piano di monitoraggio ambientale per valutare ogni progetto». E a decidere eventuali sanzioni per i trasgressori. Con l’aiuto di una «Commissione istruttoria regionale».

Formigoni, infine, potrà nominare un commissario ad acta, se 30 giorni oltre i termini stabiliti per il titolare del progetto, comuni e province non si saranno attivati. «Il potere sostitutivo — sentenzia l’articolo 10 — è esercitato dalla Regione».

Quanto basta per far insorgere l’opposizione di centrosinistra. «La riforma della valutazione ambientale regionale — attacca il verde Carlo Monguzzi — rischia di aprire le porte a una pericolosa deregulation. Formigoni potrà decidere in autonomia se un’a utostrada, una centrale o un insediamento industriale saranno compatibili con l’ambiente e la salute dei cittadini». Protesta anche il Pd Franco Mirabelli: «Ancora una volta, anziché pensare ad aumentare i controlli sugli appalti per garantire trasparenza e legalità si interviene in nome dell’Expo per aggirare le regole urbanistiche e di salvaguardia dell’ambiente».

(07 ottobre 2009)