.: Discussione: Case popolari, racket e illegalita' varie...

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Oliverio Gentile

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Inserito da Oliverio Gentile il 11 Feb 2010 - 13:19
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Da Milano 2.0:

Sos Racket e Usura chiude per l'indifferenza delle istituzioni: intervista a Frediano Manzi, il presidente
Pubblicato da Arianna Ascione, Blogosfere staff alle 18:00 in Milano cronaca

Sta facendo molto discutere la decisione dell'associazione Sos Racket e Usura di sciogliersi dopo 13 anni di attività (e continue minacce) per colpa del vergognoso silenzio della politica che non tutela adeguatamente chi lavora volontariamente - spesso pagando di persona - per il bene comune.

Abbiamo raggiunto telefonicamente il presidente Frediano Manzi, che ci ha tracciato un quadro molto preciso della situazione delle mafie in città.

Come mai avete deciso di chiudere?

Abbiamo preso questa decisione dopo l'incendio del furgone dell'azienda di nostra proprietà. Le intimidazioni ci sono sempre state, ma noi le abbiamo accettate perchè chi decide di fare un lavoro come il nostro non può escludere questo rischio. Ci siamo però trovati di fronte a un pesante silenzio da parte delle istituzioni, che rende la situazione per noi pericolosissima.

Avete sempre subìto minacce o si sono intensificate in modo particolare dopo lo scandalo della "signora Gabetti"?

In tanti anni ne abbiamo ricevute tantissime: dai proiettili ai tredici colpi sparati contro la mia abitazione, fino ad una bomba quando vivevo sotto scorta. Ma è chiaro che essendoci esposti sempre di più nel corso degli ultimi mesi le intimidazioni si sono intensificate. Lo avevamo messo in conto perchè ci occupiamo di tematiche come riciclaggio, racket, usura, estorsioni.

La decisione che avete preso è legata alle parole del prefetto Lombardi, che qualche settimana fa aveva dichiarato che "a Milano la mafia non c'è"?

Non abbiamo deciso di sciogliere l'associazione dopo le parole del prefetto, anzi, le abbiamo contestate. Abbiamo ricordato a Lombardi che, solo per fare un esempio, Gaetano Fidanzati - il numero due di Cosa Nostra che poteva persino passeggiare liberamente in via Marghera - è stato arrestato a Milano e non è un caso. Le infiltrazioni mafiose in città sono note da anni, come nell'Ortomercato e nell'edilizia. Ci siamo chiesti come spossa fare un'affermazione del genere un'istituzione del governo della città.

Abbiamo letto più volte le dichiarazioni delle istituzioni cittadine che tendono a negare la realtà o a sminuirla, cosa ne pensa di questo atteggiamento?

Non si può sminuire il problema: per quanto riguarda il racket degli alloggi abbiamo ampiamente dimostrato che il fenomeno esiste. Inoltre la cosa più importante che abbiamo dimostrato è che le istituzioni, a tutti i livelli, erano perfettamente a conoscenza del problema da almeno 20 anni. Basta leggere l'ordinanza di custodia cautelare per gli indagati di via Padre Monti. Perchè la questione è stata ignorata? Il Comune ha sempre ricevuto le nostre lettere di segnalazione. Non sappiamo perchè quelle lettere non siano arrivate a chi di dovere. E' al Comune che bisogna chiedere perchè le informazioni non sono state trasmesse e perchè continuino a sminuire e a negare il fenomeno.

Recentemente avevate chiesto al Comune anche una sede, che però non vi è stata concessa.

Abbiamo chiesto al Comune una sede non perchè ci mancano i soldi per l'affitto di un ufficio. La nostra associazione si autofinanzia, non prendiamo una lira di fondi pubblici per non essere strumentalizzati e non chiediamo nulla alle persone che si rivolgono a noi. Noi facciamo inchieste forti, siamo sempre in mezzo ai cittadini e li convinciamo a denunciare, a ribellarsi alle intimidazioni. Abbiamo soltanto chiesto un gesto istituzionale forte, che lanci un segnale alla cittadinanza: il Comune dovrebbe sostenere un'associazione come la nostra che lavora proprio per il bene dei cittadini e che ha un problema di sicurezza. Facendo così hanno solo fatto una figura meschina. Tenga conto che la sede legale dell'associazione è la mia abitazione, e ogni volta dobbiamo indicare il mio indirizzo nei documenti di denuncia. Quindi ogni volta che c'è un arresto o un indagato, in tutta Italia, praticamente si sa dove abito. E questo non è accettabile.

Si è parlato recentemente di rischio di infiltrazioni mafiose nei cantieri di Expo, cosa ne pensa?

Le infiltrazioni mafiose a Milano e nell'hinterland sono già note da decenni. L'Ortomercato è stato un campanello d'allarme, ogni movimento terra tra Buccinasco, Corsico e Pieve Emanuele è effettuato da aziende riconducibili alla 'ndrangheta. Per quanto riguarda l'Expo sono già state costituite società pronte a metterci le mani, anche se mancano 5 anni. A dimostrazione di tutto questo ci sono fatti di cronaca e inchieste giudiziarie. La mafia a Milano c'è già e non si tratta di "coppola e lupara". A Milano non si spara per tenere un 'basso profilo', ma la mafia è arrivata persino in Borsa, nelle banche, nei vertici, negli appalti. E' concretamente tangibile. Tutto questo grazie all'impunità di cui hanno goduto i clan che hanno potuto incancrenire i quartieri.

Quali sono i quartieri di Milano più interessati dal fenomeno?

Recentemente abbiamo fatto una mappa e siamo riusciti a identificare i clan che hanno in mano le singole zone. In via Ciriè, a 500 metri da via Padre Luigi Monti, c'è un clan di pluripregiudicati pugliesi; a Quarto Oggiaro ci sono camorra e pugliesi; in via Vespri Siciliani c'è la 'ndrangheta. Tutti questi soggetti non gestiscono solo il racket degli alloggi, ma anche lo spaccio di stupefacenti quindi hanno tutto il territorio in mano. A Milano non si paga il pizzo, ma tramite l'usura le organizzazioni criminali si appropriano delle attività in maniera pulita e riciclano. Milano è la più grande lavatrice di danaro che esista in Italia. E in tutta la Lombardia esistono solo due associazioni antiracket, che non sono affatto sostenute. In città ci sono quattro associazioni criminali che si sono spartite il territorio: questa è la realtà, ed è sotto gli occhi di tutti. Milano non è la 'Milano da bere' o la 'Milano dell'Expo'. E' anche la 'Milano dei quartieri popolari', con le infiltrazioni mafiose, la 'Milano dell'usura', la 'Milano del riciclaggio' e la 'Milano della Mafia Spa'.

Fa più comodo l'immagine della 'Milano da bere' piuttosto che quella della 'Milano della Mafia Spa'?

Sono tutte immagini della città che non si vogliono far passare quando invece bisogna essere consapevoli che alcune realtà esistono e non si possono ignorare. A Milano accade persino che un attore molto bravo, Giulio Cavalli, riceva 23 proiettili per il suo impegno contro la mafia. Si tratta di campanelli d'allarme che non possono essere ignorati. Far finta che non ci siano le infiltrazioni mafiose nel tessuto sociale ed economico cittadino è un errore clamoroso perchè questo poi non porta i cittadini a denunciare. Dicendo che a Milano va tutto bene è molto pericoloso, e si prendono in giro le persone perbene che vivono in mezzo alla criminalità organizzata. Il messaggio invece dev'essere molto chiaro: "A Milano c'è anche questo problema, combattiamolo". Questo è quello che noi chiedevamo e che abbiamo sempre chiesto. Abbiamo sempre sollecitato il sindaco, suggerendo di andare a parlare nei quartieri critici. Il sindaco deve parlare alla gente che l'ha votato, deve verificare di persona i disagi che i cittadini toccano con mano ogni giorno.

Come già mi diceva prima avevate già provato a far presente alle istituzioni gli scandali di cui siete venuti a conoscenza.

Abbiamo sollevato una questione morale nella nostra città, abbiamo chiesto perchè si è permesso tutto questo e di chi è la responsabilità. E lo abbiamo fatto perchè avevamo dei documenti. Qualcuno deve rispondere, ma non a Sos Racket o a Frediano Manzi: bisogna rispondere ai cittadini che sono stati dimenticati e ignorati per decenni. Questo è il compito di un'amministrazione che vuole veramente combattere questo fenomeno. Che scenda in campo! Invece non si è mai visto nessun politico. E poi vengono anche a chiedere i voti.

Le faccio una domanda: nel caso in cui la situazione finalmente cambiasse, lei rimetterebbe in piedi l'associazione?

Io ho sempre posto due questioni. La prima: sarebbe opportuno che venga istituita una commissione d'inchiesta a Palazzo Marino per scoprire chi ha omesso di trasmettere all'autorità giudiziaria le nostre lettere di denuncia. La seconda: il sindaco dovrebbe andare a parlare con i cittadini nei quartieri. A quel punto, se la politica darà una dimostrazione di impegno serio e di lotta contro la criminalità organizzata, valuteremo la cosa. Ma ripeto: la dimostrazione di impegno non la devono dare a me, ma ai cittadini. L'associazione si fa solo portavoce di quello che i milanesi chiedono.

In risposta al messaggio di Oliverio Gentile inserito il 7 Feb 2010 - 22:25
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