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.: Il Blog di Alessandro Rizzo
Lunedì, 28 Settembre, 2009 - 16:17

Signor sindaco qualcuno vuole studiare

In un momento di esibizione culturale, chiaramente ineccepibile il testo di Lincoln, in cui si sottolinea che «La democrazia è il governo del popolo, dal popolo, per il popolo», il sindaco Moratti avrebbe dovuto prendere l'occasione per chiarire con le studentesse e gli studenti delle scuole civiche, il Gandhi, ma anche altri istituti, quale sia l'intenzione, io ancora non ho ben compreso, così come altre e altri mi sembra, palesata in merito dall'amministrazione, dopo accorpamenti vari e tagli disastrosi apportati all'organico degli stessi istituti. Credo che l'unica funzione, signor Mazzocchi, attuata dalla controriforma Gelimini consista nel tagliare fondi all'istruzione, sia al personale docente, dequalificandone la portata qualitativa della didattica, sia all'organico amministrativo, definendo la chiusura di diversi enti scolastici, senza improntare alcuni provvedimenti di sostanza volti al miglioramento pubblico del servizio educativo, a parte i simbolici e superficiali obblighi di indossare grembiulini e divise per le bambine e i bambini.
A Milano con eccessi di zelo qualcuno ha applicato le disposizioni in modo puntuale e ha disposto quello che aveva già definito qualche mese prima in modo preliminare e preventivo, cancellando classi, bloccando le iscrizioni, accorpando sezioni, eliminando sedi, che fino a qualche mese fa garantivano, come patrimonio civico della città, di adire a un titolo di studio anche per persone che non avevano potuto permettersi di completare gli studi, la propria formazione, magari, come spesso avviene, per difficoltà economiche, familiari, lavorative. L'assessora Moioli, come è piuttosto ravvisabile nel suo stile e nella sua prassi metodologica amministrativa, ha rimandato al Ministero le responsabilità politiche delle conseguenze che lei ha dovuto applicare in modo attuativo e concreto, non sapendo che la sua funzione amministrativa è puramente politica e che presuppone, nella propria autonomia territoriale, una potestà di scelta e di decisione sulle linee guida e di indirizzo dei servizi pubblici e municipali predisposti dal proprio assessorato. Ma, sottolineo, la volontà di provvedere a sferrare un attacco poderoso alle scuole civiche ha radici lontane, precedenti alla disastrosa contro-riforma Tremonti/Gelimini, nel momento in cui già nel giugno 2008 le iscrizioni per l'anno scolastico successivo 2008/2009 sarebbero state chiuse con largo anticipo rispetto agli anni precedenti senza dare a questa decisione già limitante un'adeguata diffusione e divulgazione; pena molte persone iscrivende si trovavano fuori dai tempi massimi per accedere alla domanda. E', stato questo, un primo passo verso la riduzione degli accessi, prodromico alla dequalificazione totale, nonchè delegittimazione, delle strutture civiche stesse.
Ripeto: occorre anche rivolgere una forte attenzione a un altro tema che considero complementare al presente. Mi riferisco alle vicissitudini amministrative e gestionali che riguardano le Scuole Civiche d'arte, Musica, Teatro, Paolo Grassi, Cinema, Danza. E' di qualche giorno fa la notizia di poderose mobilitazioni indette dalle studentesse e dagli studenti della Scuola Paolo Grassi di Milano in merito alla volontà del direttore generale della Fondazione Scuole Civiche, persone di alto valore qualititativo e professionale, di rilasciare le proprie dimissioni dopo essere passati diversi mesi di totale inattività del consiglio di amministrazione, a causa della mancanza di operatività e di collaborazione da parte di alcuni consiglieri, con grave ripercussione sulla programmazione didattica e organizzativa generale, come sta avvenendo da alcuni tempi a questa parte.
Ripetute nelle zone sono state le mozioni, le interrogazioni, gli ordini del giorno in cui si richeideva con chiarezza queli intenzioni politiche l'assessorato competente e il sindaco, nonchè l'amministrazione avesse in merito, ma senza alcune risposte da parte dei settori competenti. Il sindaco valorizza un testo certamente nobile nella storia dei popoli e dell'umanità contemporanea e moderna: si esibisce in pubblico dimostrando capacità recondite in campo artistico e canoro. Faccio i miei complimenti per il suo eclettismo, ma chiedo con una certa semplicità quello che la ragazza con impeto ha richiesto con determinazione: perchè non farli studiare? Perchè non permettere a queste persone di poter un giorno leggere opere e testi, conoscere il sapere e la storia, al fine di farli diventare cittadine e cittadini responsabili, liberi ed emancipati? Forse la filosofia di fondo consiste in quello che Berlusconi ha detto qualche giorno fa in una conferenza stampa, momento pubblico di esibizione, di altro genere chiaramente, ossia che i figli degli operai non possono pensare di avere gli stessi diritti dei figli degli avvocati, contravvenendo al principio costituzionale secondo cui tutte e tutti, a prescindere dalle proprie appartenenze economiche e di censo, hanno il diritto irremovbile di adire ai livelli più alti di istruzione, secondo una base meritocratica e di bisogno sociale. L'articolo 34 parla di diritto allo studio come principio universale, per i meritevoli e i capaci, senza discriminazioni sociali. Finora le scuole civiche hanno permesso questo, come modulo formativo aggiuntivo utile a venire incontro alle esigenze, sono molte, sociali di coloro che vogliono raggiungere un livello di studio dignitoso e funzionale a migliorare le proprie condizioni e, aggiungo, quelle della comunità, della collettività, della società.

Alessandro Rizzo
Consigliere Lista Uniti con Dario Fo - Gruppo La Sinistra
Consiglio di Zona 4